mercoledì 13 maggio 2015

sindaco mi risponderai mai?

Egregio signor Sindaco Emilio Messana, lo so bene che posso pur fare i salti mortali ma Lei non mi degna neppure di un segno di ricezione. Ricorda quel malloppo di carte ARO (102 fogli) da cui ne  ho stralciato quattro per una serie di quesiti? Non mi sembravano domande allucinate come talvolta mi capita di leggere in  componimenti giornalistici di stravaganti e dopati giovinastri.
 
Ma lasciamo perdere.
 
Imperterrito ora richiamo alla Sua attenzione  ed a quella di chi di dovere questa suesposta pagina 11 intitolata : DATI DEMOGRAFICI, TERRITORIALI, GEOMORFOLOGICI, URBANISTICI CON INDICAZIONE DELLE UTENZE DOMESTICHE E NON.
 
Quanti paroloni. Comunque vi trovo un dato che mi intriga  molto. Insomma si dice che a Racalmuto il "Totale superficie residenziale (Superficie soggetta a tassazione della Tarsu) [è di ] (mq) 315.695 (d) + 227 (n.d.).
 
 
Mi vien voglia di dire: ma allora in base all'art. 1 del Regolamento monnezzaro dell'epoca, nel 2013 quella tariffa di 7 e rotti euro per mq. era davvero esorbitante. Faccio un calcolo alla femminina. Divido quel 1.503.461 di pag. 30 sempre della sua ARO che presentò (ma fu bocciata ) in consiglio comunale, lo divido per quei  315.695 mq. di superfici domestiche "soggette a tassazione della Tarsu (e le abbuono anche quei 227 mq "non domestici" e la divisione mi viene 4,76238: altro che sette euro e rotti.  Non crede che l'ufficio tributi che anche sotto quei pasticcioni di Commissari ministeriali erano eguali un qualche ricordo ce lo debbono avere?. E se è vero che i commissari se ne sono andati e questa patata bollente gliel'hanno lasciata acriticamente in eredità, beh| io a scanso di miei precisi coinvolgimenti penali un rapporto a chi di dovere lo redigerei. Del resto competenza linguaggio e formulari giuridici a Lei non mancano.
 
Ma mi prude un altro inghippo. Lei ha dichiarato che ne 2008 vi sono stati quasi duemila evasori e l'area evasa è stata di oltre duecentoventimila mq. Si aggiungono, si sottraggono, si differenziano da questi dati ARO che mi pare ora lei ci propina anche se abborracciati dai commissari?
 
Mi punge poi vaghezza di sapere se nell'area da Lei reperita come area evasa c'è area che non è stata per niente evasa e che invece si è inventata il superdottore delle imposte locali racalmutesi, ma soprattutto se certa area sicuramente evasa sia  stata pretermessa perché riguardava amministratori assessori sindaci consiglieri e anche alti dirigenti del comune o magari manieri astutamente usucapiti o Fondazioni pronte a dichiararsi indipendenti quando c'è da risponderne ma roba comunale quando c'è da pagar tasse, e magari tutto quel catasto rurale che nel 2008 non poteva essere più rurale ma urbano e quindi tassabile anche con la Tarsu. Come dicono quelli della Cisl di Racalmuto: la ricchezza dei ricchi viene spalmata sulla povertà dei poveri. Ma non vorrei che tira e molla tra quei ricchi là ci stiano anche taluni agitatori di Piazza Castello.

martedì 12 maggio 2015

Non vorrei che tra i ricchi della richezza che si spalma sulla povertà dei poveri vi siano anche taluni agitatori di piazza Castello.

Egregio signor Sindaco Emilio Messana, lo so bene che posso pur fare i salti mortali ma Lei non mi degna neppure di un segno di ricezione. Ricorda quel malloppo di carte ARO (102 fogli) da cui ne  ho stralciato quattro per una serie di quesiti? Non mi sembravano domande allucinate come talvolta mi capita di leggere in  componimenti giornalistici di stravaganti e dopati giovinastri.
 
Ma lasciamo perdere.
 
Imperterrito ora richiamo alla Sua attenzione  ed a quella di chi di dovere questa suesposta pagina 11 intitolata : DATI DEMOGRAFICI, TERRITORIALI, GEOMORFOLOGICI, URBANISTICI CON INDICAZIONE DELLE UTENZE DOMESTICHE E NON.
 
Quanti paroloni. Comunque vi trovo un dato che mi intriga  molto. Insomma si dice che a Racalmuto il "Totale superficie residenziale (Superficie soggetta a tassazione della Tarsu) [è di ] (mq) 315.695 (d) + 227 (n.d.).
 
 
Mi vien voglia di dire: ma allora in base all'art. 1 del Regolamento monnezzaro dell'epoca, nel 2013 quella tariffa di 7 e rotti euro per mq. era davvero esorbitante. Faccio un calcolo alla femminina. Divido quel 1.503.461 di pag. 30 sempre della sua ARO che presentò (ma fu bocciata ) in consiglio comunale, lo divido per quei  315.695 mq. di superfici domestiche "soggette a tassazione della Tarsu (e le abbuono anche quei 227 mq "non domestici" e la divisione mi viene 4,76238: altro che sette euro e rotti.  Non crede che l'ufficio tributi che anche sotto quei pasticcioni di Commissari ministeriali erano eguali un qualche ricordo ce lo debbono avere?. E se è vero che i commissari se ne sono andati e questa patata bollente gliel'hanno lasciata acriticamente in eredità, beh| io a scanso di miei precisi coinvolgimenti penali un rapporto a chi di dovere lo redigerei. Del resto competenza linguaggio e formulari giuridici a Lei non mancano.
 
Ma mi prude un altro inghippo. Lei ha dichiarato che ne 2008 vi sono stati quasi duemila evasori e l'area evasa è stata di oltre duecentoventimila mq. Si aggiungono, si sottraggono, si differenziano da questi dati ARO che mi pare ora lei ci propina anche se abborracciati dai commissari?
 
Mi punge poi vaghezza di sapere se nell'area da Lei reperita come area evasa c'è area che non è stata per niente evasa e che invece si è inventata il superdottore delle imposte locali racalmutesi, ma soprattutto se certa area sicuramente evasa sia  stata pretermessa perché riguardava amministratori assessori sindaci consiglieri e anche alti dirigenti del comune o magari manieri astutamente usucapiti o Fondazioni pronte a dichiararsi indipendenti quando c'è da risponderne ma roba comunale quando c'è da pagar tasse, e magari tutto quel catasto rurale che nel 2008 non poteva essere più rurale ma urbano e quindi tassabile anche con la Tarsu. Come dicono quelli della Cisl di Racalmuto: la ricchezza dei ricchi viene spalmata sulla povertà dei poveri. Ma non vorrei che tira e molla tra quei ricchi là ci stiano anche taluni agitatori di Piazza Castello.

laScala dei turchi


Categoria | Cronaca, Eventi

REALMONTE – Scala dei Turchi, via l’ultimo scheletro

REALMONTE – Scala dei Turchi, via l’ultimo scheletro

Verrà demolito l’ultimo edificio abusivo che si trova a strapiombo sulla scogliera della Scala dei Turchi. L’intervento di riqualificazione e valorizzazione della suggestiva scogliera di marna candidata a diventare patrimonio Unesco prevede per prima cosa l’abbattimento del fabbricato abusivo di cemento armato che si trova proprio sul costone con un forte impatto visivo. Il Comune di Realmonte, sta già predisponendo la gara d’appalto per individuare la ditta che eseguirà i lavori. Il progetto è finanziato con un contributo di 20 mila euro messo a disposizione dal Fai e Intesa San Paolo nell’ambito degli sviluppi del progetto “I luoghi del cuore”.

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Il battesimo del Castelluccio

Ci viene annunciato che verrà fornita una comunicazione storica sul Castelluccio che non solo aggiorna ma rettifica quanto noi abbiamo affermato sulla data della costruzione dell'attuale castello di Gibillini, quello che tutti indichiamo come Castelluccio.
Se verranno forniti dati documentali (diplomi, cronache coeve, atti notarili, brevi papali ed altro) e non sorgeranno dubbi fondati, non potremo che inchinarci dinanzi a più approfondite  e meglio argomentate ricerche storiche. Non ci arroccheremo, certo, sulle nostre posizioni peggio di santa romana chiesa di fronte all' "eppur si muove" di Galileo. Non siamo dommatici sino a tal punto.
Va da sè che non basterà una magari scintillante congettura per smuoverci dai punti di approdo di una trentennale nostra ricerca storica che passa dalla letteratura secentesca (invero vanesia) o dalle pungenti inquisizioni del Barberi, alle carte capitolari della cattedrale di Agrigento, agli archivi di Palermo, a quelli vaticani.
Aggiungiamo che non ci risulta che vi siano mai state ricerche archeologiche scientifiche sul Castellucio di Racalmuto: una carenza questa che va imputata al disinteresse totale della Soprintendenza agrigentina per le cose di Racalmuto (e non riguarda solo l'archeologia medievale ma anche ben altre più antiche culture).
Per noi, comunque, resta per ora indubitabile che non si pò datare il Castelluccio molto prima del 21 aprile 1358. A  questo giono della primavera del 1358 risale infatti il diploma che sopra riportiamo.  Il diploma fa parte del codice diplomatico di Federico III di Aragona re di Sicilia (1355-1377).
Ne ha reperito presso l'Archicio di Stato di Palermo la copia mio nipote il dottor Giuseppe TAVERNA, figlio di Angelo Taverna (e sono costretto ad essere tanto pignolo per evitare una delle tante voglia di certi divulgatori racalmutesi protesi ad attribuire a qualche loro gloria di famiglia meriti storici e rinvenimeti prestigiosi, in verità inesistenti).
Non siamo poi così vanagloriosi da far credere che il nostro rinvenimnto del foglio diplomatico sia avvenuto per illuminazione dello Spirito Santo. Abbiamo prima consultato e studiato un prezioso lavoro di Giuseppe Cosentino che ne fece pubblicazione tra i DOCUMENTI PER SERVIRE ALLA STORIA DI SICIIA - SERIE DIPLOMATICA VOL. VIIII, edito in Palermo nel 1885.
Il diploma fu rilasciato a Cefalù da parte di Federico III di Aragona per concedere al milite Bernardo di Podioverid e ai suoi eredi "il castello de GIBILINIS vicino il CASALE di RACALMUTO ".
Notiamo qui che Racalmuto nel linguaggio ultrapreciso della curia aragonese in quel tempo trasferitasi a Cefalù è rubricato come semplice "casale" e non possiede qundi nessun castello o CASTRUM. A quel tempo dunque il castello chiaramontano non esisteva. Lo vogliono far diventare addirittura fridericiano, facciano pure ma sappiano che è fandonia storica.
Per la precisione, aggiungiamo che in base al citato e riportato diploma aragonese il Castelluccio ha i seguenti confini: è "prossimo al feudo Buttiyuso"presso Sutera ed era apperenuto al defunto Simone di Chiaramonte che aveva tradito il re e disponeva di "vassalli, territori, erbaggi ed altri diritti". Bernardo di Podiovirid prometteva al re che avvrebbe recuperato "dalle mani dei nemici" il castello.
Non lo recuperò e noi ne facciamo ricostruzione storica nel nostro lavoro: RACALMUTO NEI MILLENNI al quale qui rinviamo (pa. 12 e ss.).
Vi sono in giro carte e documenti attendibili atti a smantellare questa nostra datazione? Ben vengano. Ne prenderemo volentieri contezza.   
 

 

Contra Omnia Racalmuto

 

 

...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.

venerdì 26 aprile 2013

 

 

 

   

SEGUITO DI "lotta comunista".

 

 

 

La nostra sinistra resterà sempre tale e quale, ho sempre pensato la sinistra come quella inglese o americana, questa è roba da medioevo !!!

Calogero Taverna Non so come si fa a giudicarla "questa roba" senza manco averla letta. E poi a leggerla, se ne è all'altezza? Il mercantilismo angloamericano è grettezza intellettuale. Non può competere con la cultura mitteleuropea. E questa "roba qui" proviene dal momento più alto della speculazione filosofica tedesca (Kant, Hegel Marx). A Marx si approccia il nostro Gentile: ho sottomano un suo studio. Tutti lo sappiamo un fascista. Ci rimise la pelle. Gentile vuol fare una lettura critica di Marx. Sommo studioso. critica ma finisce per mettere in risalto la gigantesca genialità del Tedesco (MARX). Poi il medioevo? Già cosa da bar. Dante, S. Agostino, Gioacchino da Fiore, S. Francesco. i movimenti pauperistici, (leggere il nome della Rosa per cortesia). Certo non è la mia cultura, ma mi guardo bene per non cercare di comprenderla, (è per intelletti eletti), per ammirarla per coglierne tutti i grandi empiti dello spirito.  All'amico,dico:  Sutor, ne ultra crepidam!

Chi sono io? IL MASTINO che non ammette profanazione alcuna del laico tempio nel suo borgo natio solo e soltanto Racalmuto. Per il resto possiamo discutere: tanto vinco io!

Chi sono io? IL MASTINO che non ammette profanazione alcuna del laico tempio nel suo borgo natio solo e soltanto Racalmuto. Per il resto possiamo discutere: tanto vinco io!




Calen di maggio, un anno dopo


IL CAPRONE

IL GREGGE DI CAPRE E' PASSATO

ACCANTO ALL'ACQUA DEL FIUME

NELLA SERA DI ZAFFIRI E ROSA,

CHE E' PIENA DI ROMANTICA PACE,

guardo

il gran caprone.

... Salve, muto demonio!

sei il più forte

degli animali

Eterno mistico

d'inferno

carnale ...

Quanto incanto

nella tua barba,

e nella fronte così spaziosa

o rude don Giovanni!

Che grande accento è nel tuo sguardo

mefistofelico

e passionale!

Vai per i campi

con il tuo gregge,

dove sei stato fatto eunuco,

tu che sei un vero sultano!

La tua sete di sesso

non si placa mai;

imparasti bene

dal padre Pan!

La capra ti segue lentamente

innamorata ed umile;

ma son insaziabili le tue passioni;

la vecchia Grecia

ti comprenderà.

Oh essere di profonde leggende sante

di deboli asceti e Satanassi

con mansuete fiere e profonde grotte,

alla cui ombra ti videro

soffiare la fiamma

del sesso.

Caproni cornuti

dalle brave barbe!

Nero concentrato di medioevo!

Voi siete nati con Filommeide

dalla pura schiuma di mare,

e le vostre bocche

l'adularono

sotto lo splendido ammasso di stelle.

Venite dai boschi pieni di rose

dove la luce è uragano;

venite dai prati di Anacreonte,

pieni di sangue dell'immortale.

Caproni!

siete metamorfosi

di vecchi satiri

ormai perduti.

Siete prodighi di lussuria vergine

come nessun altro animale.

Illuminati del mezzogiorno

Attenti,

ascoltate

là dal fondo delle campagne

il gallo che quando passate

vi dice: Salve!

Garcia Lorca

 

Chi si appropria di Lorca sono proprio io e un po' la dice lunga sul mio ormai vetusto vezzo di insolentire donne in foia in pre e post stop definitivo dei loro fastidiosi cicli. Nessuno può accusarmi di linguaggio scurrile; spesso è solo vagamente allusivo, ma il contenuto osè lo è proprio oltre il limite della decenza, del riguardo alle cose di santa romana chiesa ai novelli papi cicciu dei poverelli argentini ed anche a monacali usi solitari.

Mi chiedo: se alla Chiesa romana non gliene importava niente se un Bernini, avesse o non avesse un recondito arcano nobile mistero alla Sciascia, era esplicito nel deliziarsi delle solitarie delizie di monache romane o di sante spagnole, se, via!, Tiziano era ancora più libertino, se non so dove ma in quel periodo maniaci dipintori soddisfacevano il loro voyeurismo con certi loro immaginifici approcci lesbici, dicevamo, alla Chiesa nulla importava, bastava pagare lauti censi o elemosine redentrici, allora perché laiche bigotte mi aggrediscono credendomi indulgente alla blasfemica zozzeria sol perché ho diffuso quadri divini e commenti ironici come quelli che seguono?

 


·       Una soave affabile signora romana, affascinante più del sole che sorge nella mia natia Racalmuto da dietro il Castelluccio, quando è estate, sia pure indirettamente mi vuol disorientare dalle mie anguste, pedestri, ironiche visioni delle opere dell'arte propinandomi questo particolare berniniano.
Credo che alle donne che non possono vedersi in certi loro declivi dei terminali singulti d'amore il Bernini può far loro pensare che abbiamo una santa, che digiuna, che gli affanni di un corpo giovane sono stati mortificati e libera dagli artigli della carne salgono sino ai cieli e vedono e dantescamente si immergono nelle paradisiache luminarie della suprema potestà divina. Estasi di santa, dunque, estasi di Santa Teresa d'Avila. Per i tanti incolti come me, propino qui sotto anch'io la cultura in pillole delle enciclopedie virtuali (ma poco virtuose)..
Ma ad un maschio come me, aduso a considerar peccato le gioie del sesso sin dai suoi 12 anni e mezzo, ma un peccato di cui non ha mai potuto fare a meno e piano piano ha dismesso di pensare che godendo su questo pianeta può davvero finire all'inferno perché offenderebbe de sexto et de nono quel suo padre celeste che, via, è stato poi lui a mettergli quel piacevole fuoco nelle vene che dal gioco solitario piano piano ma sempre più piacevolmente e partecipativamente l'ha potuto infondere ad un'altra creatura del signore, molto pù bella ma meno irosa nelle gioie d'amore. E davvero quello sguardo, quella bocca languidamente socchiusa l'ha affascinato per essere anche lui il coautore dell'orgasmo femminile. E non se n'è più confessato come del resto non faceva neppure con i suoi primi e solitari atti impuri, anche se il prete confessore birichino voleva sapere, curiosava.
Ma qui la santa è vestita, e le donne nei giacigli del peccato per arrivare lì dove in due ci si arriva con un insaziabile cimento erano ignude e a dir vero non del tutto monde (per parafrasare il D'Annunzio del Piacere). E allora chissà forse le sante sogliono godere sole e vestite. VERGINE SERAFICA. Vergine chi - per giunta con sangue ispano - ebbe "travagliato percorso", un po' arduo a convenirne; SERAFICA, a dilettar gli occhi su questo splendido viso "in estasi" , non si è molto disposti a credere. Ma questa è arte barocca e al barocco possiamo ascrivere ascetezze alla Borromini ma anche devianze alla Bernini, almeno a Roma, città davvero libera, anche se sede d papi, o appunto per questo

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·       4 maggio

·        

·       Calogero Taverna

2 secondi fa

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...



Una soave affabile signora romana, affascinante più del sole che sorge nella mia natia Racalmuto da dietro il Castelluccio, quando è estate, sia pure indirettamente mi vuol disorientare dalle mie anguste, pedestri, ironiche visioni delle opere dell'arte propinandomi questo particolare berniniano.
Credo che alle donne che non possono vedersi in certI loro declivi dei terminali singulti d'amore il Bernini può far loro pensare che abbiamo una santa, che digiuna, che gli affanni di un corpo giovane sono stati mortificati e libera dagli artigli della carne salgono sino ai cieli e vedono e dantescamente si immergono nelle paradisiache luminarie della suprema potestà divina. Estasi di santa, dunque, estasi di Santa Teresa d'Avila. Per i tanti incolti come me, propino qui sotto anch'io la cultura in pillole delle enciclopedie virtuali (ma poco virtuose)..
Ma ad un maschio come me, aduso a considerar peccato le gioie del sesso sin dai suoi 12 anni e mezzo, ma un peccato di cui non ha mai potuto fare a meno e piano piano ha dismesso di pensare che godendo su questo pianeta può davvero finire all'inferno perché offenderebbe de sexto et de nono quel suo padre celeste che, via, è stato poi lui a mettergli quel piacevole fuoco nelle vene che dal gioco solitario piano piano ma sempre più piacevolmente e partecipativamente l'ha potuto infondere ad un'altra creatura del signore, molto pù bella ma meno irosa nelle gioie d'amore. E davvero quello sguardo, quella bocca languidamente socchiusa l'ha affascinato per essere anche lui il coautore dell'orgasmo femminile. E non se n'è più confessato come del resto non faceva neppure con i suoi primi e solitari atti impuri, anche se il prete confessore birichino voleva sapere, curiosava.
Ma qui la santa è vestita, e le donne nei giacigli del peccato per arrivare lì dove in due ci si arriva con un insaziabile cimento erano ignude e a dir vero non del tutto monde (per parafrasare il D'Annunzio del Piacere). E allora chissà forse le sante sogliono godere sole e vestite. VERGINE SERAFICA. Vergine chi - per giunta con sangue ispano - ebbe "travagliato percorso", un po' arduo a convenirne; SERAFICA, a dilettar gli occhi su questo splendido viso "in estasi" , non si è molto disposti a credere. Ma questa è arte barocca e al barocco possiamo ascrivere ascetezze alla Borromini ma anche devianze alla Bernini, almeno a Roma, città davvero libera, anche se sede d papi, o appunto per questo.



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E’ bastato che una certa ambasciatrice della cultura nel mondo mi insolentisse ed ecco cosa è scoppiato

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·       chi è? .. mi dispiace così tanto per lei..

·       Lunedì alle 21.59 · Mi piace

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·       ELetizia Prosperini · Tra gli amici di Di Terra Profumo

·       dal punto di vista religioso è un'immondizia

·       Lunedì alle 22.08 · Mi piace · 1

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·       Calogero Taverna ma dal punto di vista umano è una verità sacrosanta. Se per un pudore relis

·       Martedì alle 2.13 · Mi piace

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·       Calogero Taverna religioso ci si vuol mettere il prosciutto sugli occhi, pregosi occomodino, andranno di sicuro in paradiso: beati i poveri di spirito perché di loro è il no dei cieli. Quanto alle femmine si salospirito è l'acool di cucina. Plaudino plaudino, ti conosco mascherina!

·       Martedì alle 2.16 · Mi piace

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·       ELetizia Prosperini · Tra gli amici di Di Terra Profumo

·       Lei mi ha preso per bigotta pensando che io sia come Lei quando io dicevo il contrario: sesso si fa in modo regolare e non così.

·       Martedì alle 4.11 · Mi piace

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·       ELetizia Prosperini · Tra gli amici di Di Terra Profumo

·       Hai capito Profumo, ha preso una donna come me per cattolicotta,spaghettotta e non sa neanche che vuol dire "poveri in spirito".

·       Martedì alle 5.13 · Mi piace

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·       Calogero Taverna Che io non sappia cos significhi povri di spirito è un gran bel pardosso, che io sappia anche come distorcno la lingua italiana i poveri di spirito purtroppo rientra nei me non limitti orizzonti eruditi. Se lei è lei si introduce incautamente nella bacheca di chi a nulla crede e tutto irride. Inferno sicuro. Non pontifichi però slle faccende di sesso il quae se è sesso comunque, duvunque, anchein convento; anche in un convento femminile ove se di certooggi non è come ieri il Bernini aveva irriguardosi pensieri sull'autoerotismo (SESSO) delle donne più audace forse di quanto scrisse l'Aretino Pietro. Qui si va cultura Signora, alta cultura, se ha vogliadi introettersi - chiunque Ella sia - non dica fessere. i

·       Martedì alle 8.20 · Mi piace

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·       Calogero Taverna Francemente debbo ammettere che non ho capito il suo commento su Santa Teresa d'Avila e che cosa voleva dire per "immondizia". Aggiunga che un plsudente commento rendeva ancor più ambiguo quello che forse ambiguo non era. Adogni modo stia certa che non l'ho presa per "bigotta2; per dare un giudizio su qualcuno debbo conoscerlo. E lei per me è davvero del tuttoignota. Il mio giudizio vertva su un giudizio che mi sembrava e mi sembra non del tutto pertinente. Tutto qua.

·       Martedì alle 8.49 · Mi piace

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·       Di Terra Profumo La signora Eletizia l'hai fatta scappare...
Con lei si che potevi parlare invece! Con lei potevi condividere la cultura.
La signora, e' stata ambasciatrice della cultura italiana nel mondo..
Va be', tutto tranne che bigotta.. Vado a lavorare..

·       Martedì alle 8.57 tramite cellulare · Mi piace

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·       Calogero Taverna Non mi far fare battute, va!

·       Martedì alle 9.01 · Mi piace

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·       ELetizia Prosperini · Tra gli amici di Di Terra Profumo

·       "povero in spirito" è uno che pur essendo ricco è capace di vivere di poco.In quanto alle battute che voleva fare le immagino,tipico di un dato ambiente.L'amica Manuela voleva dire che sono stata addetto culturale e le Scritture le ho studiate all'Università Gregoriana.Ribadisco che una delle cose oscene del cristianesimo storico,sconfessate dall'ultimo concilio, fu il sostituire una regolare attività psicofisica con manie che sono contro natura e contro religione,Che poi il Bernini ne abbia fatto un'opera d'arte, è un'altra cosa.

·       Martedì alle 12.15 · Mi piace

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·       ELetizia Prosperini · Tra gli amici di Di Terra Profumo

·       ciao Manuela tesoro,io non scappo.

·       Martedì alle 12.16 · Mi piace

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·       Calogero Taverna Avevo chiesto "amicia" alla signora Prosperini che ovviamente non me l'ha accordata. Per evitare che FB mi punise per la terza volta con un moltiplicatore geometrico per il mio vizietto (dicono loro9 di chiedere amicizia a chi non conosco (non è vero lo giuro) ho subito revocato la richiesta.

·       Martedì alle 14.31 · Mi piace

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·       Calogero Taverna Del resto mi pare che non perdo molto: sarà ambaciatore (almaschile) non so di che, mase scade nella inesattezza linguistica, mi fa pensare "poveri di spirito" significa "poveri di spirito", senza "tenace concetto" direbbe SAciascia. Io le scritture no l'ho studiate alla Gregoriana: non mi faccio infinocchare da preti e cardinali sempre bramosi de sexto et del mammona. Ma le farei alla signora una domandina semplice, semplice "un Jeovha. una specie di genialotto folle e fannullone di Palestina ha mai detto DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO? Va da sè che io quello là l'adoro perché anch'io amo suonare la mia corda pazza e magri dire date a Cesare quello che è di Cesare ma non mi rompete gli zebedei come qualche orso in vena di fantasia.

·       Martedì alle 14.37 · Mi piace

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·       Calogero Taverna Se disse quello che qualche evangelista dice che disse, tradotta la frase suona in latino: da nobis hodie panem TRANSUSTANTIALEM che è tutt'altra cosa signora bella. Gliel'hanno mai spiegato alla Gregoriana?

·       Martedì alle 14.38 · Mi piace

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·       Calogero Taverna Io scrivo così come mi viene e specie in dattilografia dacchè non goppo più godere delle grazioni mani di dattiligrafe da Banca d'Italia , mi arrangio e non mi va di rileggermi perché ad 80 anni non ho più tempo da perdere.

·       Martedì alle 14.40 · Mi piace

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·       ELetizia Prosperini · Tra gli amici di Di Terra Profumo

·       inesatto linguisticamente è "poveri di spirito" che il personaggio non disse mai. Lui si chiamava Yeshua. Yhwh era sui padre.

·       Martedì alle 14.41 · Mi piace

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·       Calogero Taverna Ho visto proprio oggi la mostra di Tiziano: purtroppo non c'era la celebre masturbazione femminile. Che delusione: non ho potuto scandalizzare le donne che mi accompagnavano spiegando la bella triade: Tiziano, il Benini di Santa Teresa, e il Berbibi della Ludovica Albertoni. In quel tempo i maschi, poveretti, erano davvero appassionati all'autorotismo delle femmine, ignude o sontuosamente intabarrate, sante,, o monache o anche (mi si perdoni il termine, ma quando ci vuole ci vule) eleberrime bagasce. Era un bel tempo, ne ho nostalgia. Cerrto he poi col Cncilio di Treno e soprattutto con quelpruriginoso di Alfonso de' Liquori, un santo pornagrafo, ma in latino, tutto mi pare cambiò, anche se di questi utimi tempi, un pizzico di resipiscenza cominia a serpeggiare.

·       Martedì alle 14.46 · Mi piace

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·       Calogero Taverna Per casoha consultato l'anagre di Nazareth dell'anno 0?

·       Martedì alle 14.47 · Mi piace

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·       Calogero Taverna Diu nni scanza e llibbira quannu ci iè nna fiimica ca si cridi sapienti; acchiana 'n catrida e sunnu ... nivuri. Possibilmente non sa che c'è anche una questione dei Settanta. Sarebbe? eccola (in stralcio). Ecco allora che Tolomeo II Filadelfo, dopo a...Altro

·       Martedì alle 16.31 · Mi piace

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·       ELetizia Prosperini · Tra gli amici di Di Terra Profumo

·       Manuela !

·       Martedì alle 16.43 · Mi piace

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·       Calogero Taverna Me ne stavo per i fatti miei a sollazzarmi sull?autoerotismo delle monanche versione Bernini quando vengo "violentato" da un paio di donne ad ottant'anni fra quattrogiorni. Non sono abituato a vedermi tagliare la strada (dell'erudiozione in cui mi sent...Altro

·       Martedì alle 17.06 · Mi piace

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·       Calogero Taverna <per la signora Eletizia trascrivo questo passo di Tacito:Nero subdidit reos et quaesitissimis poenis affecit , quos per flagitia inisusos vulgus.

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·       Calogero Taverna Christianos appellabat. auctor nominis eius Christus Tiberio imperitante per procuratorem Pontium Pilatum supplicio adfectus erat.

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·       Calogero Taverna Pare che la storicità di Cristo stia tutta qui, ammesso che non si tratti di una interpolazione. Mi pare di ricordare che qualcosa c'è in Giuseppe Flavio. Puntualizzare è presumere.