Il museo di Pietro d'Asaro a San Sebastiano di Racalmuto (finanziato, strutturato, dotato con enormi fondi pubblici undici anni fa).
Gentile signor Sindaco di Racalmuto, vedo he lei plude a questo sedicente museo chiaramontano. Ovvio, lei ignora pressochè tutto di quanto avvenuto al Comune prima di lei e si intestardisce a dare ascolto a chi fingendosi suo fedele collaboratore ha molto da nascondere o da occultarle. Una domanda: codesti quadri di Pietro D'Asaro o a lui attribuiti o alla sua scuola possono dimorare a LU CANNUNI? Lei non sa, ovvio, che nel 2004 fu costituito, strafinanziato, il Museo Pietro D'Asaro nell'ex Chiesa di San Sebastiano. Lei non ne sa credo manco l'esisenza. Manco il rag. Volpe ne sapeva quando fu chiamato da tal Galeani a tacitarmi. Intanto per dimostrarle che insomma se parlo non parlo a vanvera le rimetto questo documento che se non disperso, come pesso accade, dovrebbe stare negli Archivi del Comune. Che significa questa corrispondenza?. Lei non ama consultarmi ed io non posso mandare nessun buon uomo in paradiso a dispetto dei santi.Dovesse coglierle vaghezaza di avere da me delucidazioni, sono come sempre a sua totale disposizione.Per il resto sappia ce non son tipo da genuflettermi dinanzi ad alcuna autorità, né a Roma né in Vaticano, figuriamoci a Racalmuto. Beni Cuturali e Curia Arcivescovile non possono dichiararsi etranei: Agrigento per subordinazione romana; Il neo cardinale per un certo Corpus iuris canonici.
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Calogero Tavernapred nekaj sekundami ·
Il Comune di Racalmuto non può non avere questa lettera del 2004; non può quindi ora affermare di non saperne nulla,
Preg.mo Signor Sindaco di Racalmuto,
e, p. c. signori amministratori,
signori tutti del Consiglio Comunale.
Questa Associazione assolutamente non profit ha organizzato l’inaugurazione della Pinacoteca Pietro d’Asaro aprendo i locali della vecchia chiesa di S. Sebastiano (tra S. Anna e S. Giovanni di Dio).
Ci pare una manifestazione di grande rilievo per la comunità racalmutese per cui si sollecita una vostra attenzione ed un vostro patrocinio che consentano, anche sotto il profilo economico, la riuscita dell’iniziativa, diversamente destinata ad una semplice testimonianza di inadempienze.
Nei locali di S. Sebastiano – dopo i restauri pubblici più o meno condivisibili – sono già custodite pale d’altare, tutte attribuite a Pietro d’Asaro, ma con disinvoltura critica, visto che solo le pale firmate sono indubitabilmente del pittore racalmutese; le altre attengono, ad avviso di alcuni critici, ad una scuola pur sempre racalmutese cinquecentesca, tutta da studiare anche per la ricognizione della veridica microstoria locale.
Comunque, la mostra pittorica si estenderà agli artisti moderni, nostri compaesani, che godono di solida stima persino nazionale. Ci riferiamo al nostro Arciprete Puma, che vanta varie esposizioni anche in Piemonte; al pittore-scultore Agnello (quello della statua di Sciascia), al sempre più valido Amato. Ci pare che sia rilevante per la cultura (ed anche per il lancio turistico colto) abbozzare visivamente, in modo tattile, questo glorioso percorso artistico, tipicamente racalmutese, snodantesi dalla pittura sacra che (sotto Giovanni III del Carretto, ispiratore di chiese, cappelle e conventi in Racalmuto,) monaci artisti, forse girovaghi, ebbero a confezionare; a quella del D’Asaro, studente in seminario prima con Marco Antonio Alaimo, chierico tonsurato aspirante in un primo momento al sacerdozio, imprenditore edile dopo con punte di accesa spiritualità tanto da indurlo a chiedere ed ottenere di essere inquadrato tra i chierici coniugati, e così sino ai nostri giorni in cui un arciprete “dall’essenziale orditura semantica” per dirla con Pippo Bonanno dipinge in questa contrapposizione o armonia tra religione e pittura, oppure un simbolista quale Agnello si cimenta, con polemicissimo successo, in una statua iperrealista del grande compaesano Sciascia, per non parlare del prof. Amato, conosciuto ed apprezzato dal Comune e dalla Fondazione Sciascia.
L’inaugurazione verrà solennizzata dalle massime autorità religiose della Diocesi, da quelle civili della Provincia e, soprattutto, -si spera – dalle SS. VV.
In contemporanea, a supporto e ad amplificazione, si svolgerà il giorno 4 ottobre 2003 una giornata di studio – non sappiamo ancora se a completamento o a rettifica di quella già svoltasi per il V centenario della Saga del Monte. Il fulcro sarà la dottissima prolusione del prof. Mazzarese Fardella, direttore dell’istituto di storia del diritto italiano all’Università di Palermo. E’ stato già concordato il tema: il grande studioso – di consolidata fama internazionale – esplicherà storia, diritto, araldica e costumi della Sicilia feudale. Non mancheranno perspicui riferimenti alla microstoria racalmutese (avendo il professore degnato di attenzione, naturalmente critica, lo studio di Calogero Taverna sulla “signoria racalmutese dei Del Carretto); vi saranno del pari coinvolgenti relativi alla “vinuta di la Bedda Matri di lu Munti”. Una rivisitazione storica, dunque, ad altissimo livello ed al contempo attualissima. Del resto il prof. Mazzarese Fardella ben conosce ed apprezza il nostro signor Sindaco avv. Luigi Restivo Pantalone, che invitiamo qui ufficialmente per una personalizzata accoglienza dell’illustre accademico; speriamo, altresì, che il Sindaco voglia presentare l’Ospite (auspichiamo presso il Castello) ed introdurre il ponderoso tema (che il professore ci ha dettato): “Profili del feudalesimo e della feudalità siciliana dall’esordio alla estinzione”. In ogni caso, la visione del grande studioso (si sa eclettica ma non convenzionale) verrà recepita negli atti che s’intendono pubblicare e potrà essere di giovamento anche per la saggia gestione dei beni culturali del “feudalesimo racalmutese”. Ci pare che già ciò giustifichi un generoso patrocinio del Comune.
Con l’occasione il padre Stefano Pirrera illustrerà la figura del nostro defunto padre Calogero Salvo, personalità poliedrica, sacerdote integerrimo, uomo di fede profonda (forse persino con tocchi giansenistici), studioso perspicuo anche delle nostre cose racalmutesi. Appartiene a quell’olimpo di grandi racalmutesi (pur se in veste talare) che vanno rievocati, apprezzati, onorati e studiati “a futura memoria”. Non possono essere per ignavia dei vivi cacciati nelle gore dell’oblio.
L’associazione Ecclesia, volta solo al recupero dei valori storici e culturali dell’amatissima Racalmuto, non sa formulare richieste d’aiuto nelle forme d’obbligo: si pregano le SS. VV. di supplirvi. E si pregano sempre le SS. VV. di non tenere conto delle asperità polemiche del proprio direttore culturale, uso, si sa, ad eccessi davvero imperdonabili. Le colpe di un singolo non travolgano i valori di un sodalizio che riteniamo ovviamente meritevole.
Si ringrazia anticipatamente e si porgono i sensi devoti della stima e del rispetto.
Il direttore amministrativo
di Ecclesia