sabato 19 maggio 2018


BOLLETTINO

DELL’ 1NSTITUTO

.) Il RISPONDENZA ARCHEOLOGICA.
N.° VI. ni Giugno 1859.


i di Nesce ; iscrizioni peltuinati ed amiternine. —
Diploma militare. — Colonna miliare. —
Giuoco del cottabo.


I. SCAVI.

di Nesce ; iscrizioni peltuinati ed amiternine fi).

tal Gregorio Domizj, scavando in un suo terreno,
ìa celletta a figura di parallelogrammo con le pa-
;ostruzione reticolata , eccetto la superiore a mez-
mata di grandi e pulite pietre tagliate a forma
e connesse senza cemento. Ne scommise il pavi-
i mattoni, sotto il quale vi era uno strato di pietre
iti a quelle della parete anzidetta. In una di que-
3 un marmo bianco, leggesi in bel tondo romano
me seguente :

A L F I A C • F
M A T ER

Domizj scommettere anche quest’ altro pavimento,
a fior di terra un piccolo acquedotto di piombo

le escavazioni di Nesce fece di già menzione il Rino P. Garrucci
Ile adunanze deir Instituto ( cf. Bull. p. 99 ; 101 ) , e ne
) da lui una più ampia dilucidazione in un dotto articolo che
rando sulla epigrafìa del Cicolano. G. H.

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DI MESCE. 115

i è la testa di una giovane donna di si gentili e de-
sembianze che duole di vederne mutilato il naso,
nano il capo leggiadramente increspate in doppia
i trecce di capelli che lasciandone scoverte le mezze
vanno a raccogliersi nell’ occipite , mentre si os-
1 sincipite un foro, dove forse era un perno a so-
li qualche aureolo od altro. Par che sia dell’ epoca
jote della scultura in Roma, e quell’ aria maestosa
ente regale dell’ aspetto fa credere che ad essa
azione quest' epigrafe ritrovata con essa :

IVNONI
S A C R V M

frammento è un torso con le braccia , senza il
le gambe ; è vestito d’ un farsetto costretto a’ fian-
za maniche , e sparato nella parte destra così che
udo mezzo il petto. La destra impugna 1' elsa d’ uno
nfranto, ed imbraccia la sinistra una rotella o scudo
o. È anch’ esso lavoro d’ insigne magistero. Sarà
acro di Marte Ultore dell’ iscrizione :

MARTI

VLTORI

enuta? (1) - Prescindendo poi da alcuni frammenti
i epigrafi latine , comunicherò qui la seguente di-
amente assai mutilata anch’ essa :


VOL. .

T . MAI . .

. .ukl VS / Q • PO . .
•AM • STRAVERVNT • PODIVM • ET • TRIBV . . .
VSTITIAE • AVGVSTAE . / DECVRIONIBV . .

VDOS • SCAENICOS • QVADR1DVO • EI . . . .


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1 nome di Marte ultore trovasi, se non m’ inganno , qui per
volta in un monumento epigrafico , a sola eccezione della
nìssile da me riprodotta al n. 6836 del mio Orelli. G. H:


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DI N15SCE. 117

ni copiai, murata in un molino presso Acquavi va,
L Vittorino d' Amiterno, questo frammento :

C • IVLIV . . . <

Q • A N I N . . . ; .

G • B A E B , . .

VTTÌ ....


un nuovo esempio degli VlIIviri amiternini ,
ai indegni d' esser riportati quest' altro da me

. . . P • L
MATRI
PHRYGI. .

ite scritto in ambedue le faccie d’ una laminetta

IV -.II

ENS E i PAGI (1)

DE -. D E • D

, li 24 Maggio 1859. .A.. Leosini.

■ ‘ \ ' ' ‘ L *1

Nuove scoperte nell' antica Nersae , città degli Equi. — Osservazioni dell' Editore. — Intorno un ritratto

Lettera del sig. Garrucci. — Iscrizioni e graffiti pompejani. — Bibliografìa.



Nuove scoperte nell'antica Nersae, città degli Equi.

Fra' popoli, che in lontanissimi tempi abitarono la
nostra Penisola, alle sole generazioni Campane e San-
niliche attribuì il Mommsen l'uso della lingua Osca,
perchè fuori de' luoghi da quelle genti o dalle loro
colonie posseduti, niuna iscrizione erasi mai scoperta,
che fosse stlata in quell' idioma. Distinse in oltre
dall' Osco il dialetto Volsco della lamina Velilerna ,
e divisò con 1' Abeken che Volsci ed Equi non fos-
sero Osci , ma residui della primitiva popolazione
Umbra rimasta ne* monti quando le stirpi Sabelle la
cacciarono al piano (1). A questa sentenza non per-
tanto, che gravi scrittori non accettarono, osta og-
gidì una lapida marmorea con iscrizione osca, rinve-
nutasi ne' luoghi stessi ove sorgeva Nerse, antichis-
sima citlà degli Equi o Equicoli da Virgilio ricordala
nel settimo dell' Eneide (2) :

Et te monlosae misere in proelia Nersae ,
Ufens, insignem fama et felicibus urmis :
Horrida praecipue cui gens, assuetaque multo
Venatu nemorum, duris Aequicvlì glebis.

E poiché fra' monumenti della lingua e della ci-
viltà degli Osci, è questo il primo che sia venuto in
luce nelle contrade dagli Equi occupate, non sarà
inutile di sporre il luogo, il tempo, il modo ed ogni
particolare di questo trovamento, al quale altre an-
ticaglie e frammenti d'iscrizioni Ialine han fatto co-
rona.

CI) Mommsen Osk. Stud. pag. 11-ia. Kach'.rUge zu (tea Osk
Stud. p. 28. Abikon MittcliluUen, p. 46. 83. e seg. 93-97.

(-2) Viipilius Aen. VII. v. 744—747.
AN.yo ni.



Nella valle sottostante a Nesce, villaggio aggregalo
al Comune di Pescorocchiano, sul confine dell' A-
bruzzo Aquilano con la Pontificia Delegazione di
Rieti (1), ove per l'analogia del nome e per le fre-
quenti mine di stupende mura ciclopiche, di sepol-
cri e di acquidotli , erasi da' topografi riconosciuto
il silo dell' Equicola Nerse , un Gregorio Domizj
(come apprendo da particolareggiata relazione) sca-
vando nello scorso gennajo il terreno di un suo po-
derello, scoperse una cella di figura rettangolare.
Erano le pareti di opera reticolata, salvo la superiore
a mezzogiorno, costruita con grandi pietre, ben la-
vorate e commesse senza cemento ; e da quella ad
occidente, il cui zoccolo serbava ancora alcune ve-
stigia di pitture, sporgeva a mezzo rilievo una co-
lonna di opera laterizia. Scomposto il pavimento di
mattoni fu trovalo un lastrico di grosse pietre, ben
polite e murate a secco, sotto le quali un piccolo
condotto di lamina di piombo riusciva ad una fogna;
ed intorno ad una di quelle, che era un bianco mar-
mo, correva in cerchio l' iscrizione in bei caratteri
romani :

ALFIA C • F
M.\TER

Datosi di poi il Domizj ad abbattere la parete oc-
cidentale, non d'altro desideroso che di monete e di
preziose anticaglie, si avvenne in altra cella d'identica
forma e costruttura, con pavimento di mosaico, sul
quale giacevano le ossa d'un fanciullo quasi bilustre.

(I) Il Comune di Pescorocchiano appartiene al Circondario di
Borgocollefegato nel Distretto di città Ducale , e sti compone di
27 villaggi, fra' quali Nesce ha una popolazione di 260 abiianii.
12



— 90 —



Venner fuori negli scavi i rottami di un'urna di
alabastro, un bel torso di statua marmorea di guer-
riero romano, che intera aggiugner poteva l'altezza
di quattro palmi, ed una testa di giovane donna,
opera di perito scalpello, comechè mutila del naso.
era per la nobiltà delie forme, per l'acconciatura
della chioma, e per un foro nel sincipite, in cui do-
veva essere impiantato un diadema, fu conghietturato
che quel frammento si appartenesse ad una statua di
Giunone, della quale dava indizio il titolo scoperto
nel medesimo luogo :



appartenuta alla gens Popidia, ed il padre alla He~
rennia.

Fu costui Meddix tuticus , o supremo magistrato,
in Nerse, come dimostrano le sigle DVT • ^IBHH , ed
il ^H3^Q3VH, nome aggettivo della stessa forma e na-
tura del Pumpaliano e Bantino; e pose questa lapida
in memoria della dedicazione di un'ara o di una sta-
tua ad Ercole, Herculi probavi, prufatter Hercklei ,
dativo singolare dello Herckleis più volle mentovato
nel cìppus Abeìlanus. Per le quali cose egli pare, che
tutta l’iscrizione sia da interpretare a questo modo:



IVNONI
SACRVM

Furono inoltre dissotterrate le iscrizioni latine re-
cate al termine di questa scrittura , ed una lapida
marmorea, sulla cui faccia leggevasi in caratteri osci:



Già nolo per due iscrizioni pompejane (l),e pel
Pupdiìs Slenis di un vaso Nolano già posseduto dal
Braun (2), è il Pupidiis, Popidius, nome gentilizio di
famiglie osche, al quale senza fallo si riferisce la si-
gla nvn ; né men conosciuta fra quelle genti, per
testimonio de' classici (3) e per alcuni monumenti
Pompejani e Nolani (4), è la gens Herennia, di que-
sto marmo, nel quale la forma //erenniu (nominativo
singolare della 2' declinazione) più che lo Heirennis,
Heirens o Herennis di altre iscrizioni, si accosta al la-
tino Herennius,

Comune eziandio è l'unione de' due nomi genlilizj
che secondo il Gottling (3), fu dagli Osci adoperata
a dinotare la doppia discendenza materna e paterna ;
sicché la madre del nostro Popidio Erennio sarebbe

(I) Fiorell.us monum. cpigr. Pomp. ì. p. )8. 20. 36.

('2) Mommsen Kachtragc, p. inti.

(3j Livius IX. 1. XXni. 43. XXXIX. 13.

(4, Fiorellius ibid. p. 31. 36. Guarini Comm. XI. p. 30.

i5i Gouliiig RVm. Gesch. p. b. 6.



POPIDIVS HERENNIVS

MEDDIX TVTICVS NERSENSIS

HERCVLI

PROBAVIT

Dilegua il Nuersens ogni dubbio sulla retta lezione
de' codici di Virgilio intorno al vocabolo Nersae, che
alcuni filologi mutar vollero in Nursae (1); e con-
ferma il giudizio di quei topografi, che sulla scorta
del nome dell'odierna Nesce, attribuirono alla vetu-
stissima città Equa le magnifiche ruine, che cuopro-
no della loro ombra quelle solitarie ed alpestri con-
trade (2). E da ultimo, se dal luogo in cui si rinven-
nero monumenti Osci si trasse argomento per nove-
rar fra quelle stirpi le generazioni Campane e Sa-
belle, non potrà ora negarsi agli Equi ciò che per
la stessa ragione a quei popoli si concesse. Le due
gentes Popidia ed Herennia, l'unione de' nomi, il
meddix tuticus, il culto di Ercole, lo stile ed i carat-
teri dell'iscrizione, apertamente appalesano, che si-
mili del tutto furono le costumanze, il civil reggi-
mento, la religione e l'idioma di quelle antichissime
genti, che affratellate dal vincolo delle comuni ori-
gini Pelasgiche, tennero quasi tutta l'Italia meridio-
nale e mediana fino al Tevere ed al Rubicone, inti-
tolandosi del nome generico di Opici od Osci.

GlUSEPPE COLCCCI.

(1) Martelli Aniichità de" Sicoli. I. p. 276. Corcia storia delle
due Sicil. 1. p. 2G8.

(2) Martelli ibid. p. 73. i7G. Corcia ibid.



— 91 —



Fimnmcnti d' iscrizioni Ialine trovate in Nerse.

•ASCA- LVPI

TERTIAE 3°

• ■ • oivsTo • • •



In uua pioda alla palmi 4, e larga 2 1/2.

MARTI
VLTORI



• SET •
IR • AV



VOL

T • MAI

i>AiVS • Q • POM

lAM STRAVERViNTPODIVMET TRIRV • •
VSTmAEAVGVSTAEDEGVR10(NljBV • • •
VDOS • SCAEMCOS • QVADRIDVO • • •

Osservazioni dell' Editore su' monumenti > iferiti
neW articolo precedente.

In quanto alla epigrafe osca, vorremmo conghiel-
turare che debba mettersi un punto dopo la parola
abbreviala H30BH , per modo che nelle seguenti
lettere VIH pensiamo additarsi il nome del padre;
siccome costantemente s'incontra nella indicazione
de' magistrali osci. Cosi avremo un Pupdiis Herennis
Numereus, come nella Minerva di Rocca Aspromonte
(Mommsen unter. Dial. lav. IX n. Vili p. 174), ov-
vero Herennis Numsieis, non altrimenti che leggesi in
una epigrafe Nolana (Mommsen /. e. lav. Villo. XV



p. 178), ed in modo presso a poco somigliante NITM-
iiAIHIS nella celebre iscrizione du'iMamerlini (Id.
lav. Xil n. XXXIX p. 1 93). So mollo bene che il pre-
nome A''«))ierio trovasi più frequentemente indicalo col-
le leltcre Ni, e talvolta colla sola iniziale N' (vedi quel
che ho detto ogìV appendice al voi. VII delle memorie
della reg. accad. Ercolanese pag. 4, e Garrucci ivi p.
25); ma non è certamente da riputare strana cosa ve-
dere quel prenome designalo dalla intera sillaba MV.
Questo meddistutico dell'antica Nersae era dunque, a
mio avviso, un Popidio Erennio figlio di un .\ume-
rio. Né far deve alcuna sorpresa 1' abbreviazione dei
nome di Erennio; giacché trovasi egualmente De per
Decius nella sannilica epigrafe ritrovala tra Porli e
Rionero (Mommsen /. e. lav. Vili n.IVp. 171), per
tralasciare altre simili abbreviazioni.

Importantissima riesce la nuova iscrizione per la
topografica determinazione dell'antica Nersae, sicco-
me assai bene ha riconosciuto il cav. Colucci.

Osservo soltanto che la ortograGa HVEDJEHS mi
sembra dia una sufficiente spiegazione della variabile
forma in Virgilio [Aen. VII, 744) Nersae o Nursae ;
supponendo che l'una e l'altra provengano da codi-
ci. Questo accoppiamento dell' V e del/ E dimostra
poi non essere affatto privo di fondamento, quel che
altrove osservai , cioè che il Siultiis della iscrizione
viaria di Pompei corrispondesse al Sucttius o al Slttius
de" Pompeiani programmi (appcnd. al VII tomo delle
memor. Ercol. p. 3). Ed ora aggiungo, che siccome
il Nuer$ens osco spiega la duplice forma Nunae e A'er-
sae ; così del pari può ragionevolmente opinarsi che
le famiglie Sdita, Sillia, SuettiaeSuitia non dilTori-
scano fra loro che per la sola orlograGa.

Rilenendo il significalo di probavit alla parola pro-
fatled , osservo doversi considerar come staccata dal
rimanente della iscrizione : Pop'idius ]Iercnnius Nu-
merii f. meddixtuticus HcrcuU (supp. fccil VnJER).
Probavit (cioè IJIRV HDVSRTTER idem probavii).
E forse non altrimenti dovrà intendersi il Proffcd
della nota mensa Ercolanese, che pur segue, senz'al-
tro verbo , al nome della divinità ( Mommsen /. e.
tav. X n. XVIII p. 179 ).




Venendo ora a dir qualche cosa de' frammenti di