Chi fu Ettore Messana?
Chi
fu il commendatore di San Maurizio e san Lazzaro Ettore Messana? un grande gran
commis della Polizia di Stato d'Italia; e ha attraversato la storia
patria dal sindacalismo siciliano dell'ultimo Nitti dell'ottobre del 1919 sino
alla sua morte in quel di Roma nei primi anni del '60.
E
vi lasciò in crescendo forti impronte: impronte mal viste, mal giudicate, mal
conosciute.
Ebbi
ad interessarmi di codesto signore che in quel di Racalmuto si indicava come il
Questore Messana allorché il sempre vivace e irrefrenabile sindaco
Petrotto si mise a scorticarlo sull'onda dell'ANPI di Palermo che ebbe voglia
di sospingere Riesi a riesumazioni vendicative e declassanti.
Rintuzzai
il Petrotto che invero subito abbandonò la preda. Ma ecco Malgrado Tutto
riecheggiare una denigrazione del Messana nientemeno del compianto grande
storico Casarrubea.
E
qui mi prende la mia mania dell'indagine contro corrente.
Scopro
che il Messana era ancora vittima delle invettive passionali del compagno on.le
Li Causi.
Erano
i tempi infuocati della strage di Portella delle Ginestre. In casa comunista
nessun dubbio: Scelba e Messana i mandanti di quella esecuzione di massa
anticomunista.
Li
Causi tenta la implicazione mediaticaia
del Messana nei fatti ormai sbiaditi della fucilazione alla Bava Beccaris del
10 ottobre del 1919 in quel di Riesi.
Si
avvale dei rumores al Ministero degli Interni e proclama Messana criminale di guerra
per quell'anno in cui Messana fu questore a Lubiana facendosi eco delle pretese
accusatorie titine
.
E
in quel trambusto che la strage di Portella delle Ginestre suscitò il Li Causi
non ebbe pudore a fare di questo racamutese poliziotto niente meno che il capo
della mafia banditesca di Sicilia.
Sono
ormai anni che indago, spulcio articoli di giornale, archivi di stato ed ho
raccolto una voluminosa documentazione.
Io
non ho dubbi: in tutte e tre queste accuse a me sembra di vedere deliranti
superfetazioni politiche da abbandonare se si ama la verità storica magari
sotto veste di obiettività weberiana, quella obiettività delle scienze sociali
cui non sempre serenamente mi sono ispirato.
Calogero
Taverna
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