giovedì 14 giugno 2018


Prodromi, avvento ed affermazione del fascismo a Racalmuto.


Risulta alquanto singolare che il primo momento d’interesse per il fascismo si consumi, a Racalmuto, nell’esclusivo e nobiliare circolo Unione. Era il sedici gennaio 1921. Nel sodalizio reso celebre da Sciascia nelle sue Parrocchie di Regalpetra si volle l’abbonamento al giornale di Mussolini “Popolo d’Italia”. Quali movivi vi sottendessero non è dato di sapere. Il verbale n. 4 recita testulamente:

«Abbonamento al giornale Popolo d’Italia: Indi [il 16.1.1921] postoa in discussione l’abbonamento al giornale “Popolo d’Italia”, esperitasi la votazione, riesce approvato a maggioranza di voti. Previa lettura e conferma il verbale si sottoscrive. Il presidente: Bartolotta; I soci: G. Grillo e S.Messana - Il Segretario: Sciascia.»

Non si raggiunge l’unanimità, come di solito. Si fa firmare il verbale, inconsuetamente a due soci. Il presidente è Bartolotta, all’epoca potente vicesindaco e notabile del luogo che l’opinione pubblica accreditava come referente della mafia del territorio.

La verbalizzazione del Circolo Unione - diversamente, ad esempio, da quella del Muotuo Soccorso - è estrememante succinta ed è del tutto rituale: ciò conferisce maggior risalto a questa nota sull’abbonamento al giornale di Mussolini agli albori del fascismo. Pensiamo che quell’atto da parte dei ‘galantuomini’ racalmutesi si debba alla svolta, notatasi anche in paese, dell’opinione pubblica, in accentuata fase di disaffezione verso il movimento socialista, in auge nel biennio precedente. Un riscontro lo troviamo nella verbalizzazione del cennato Mutuo Soccorso di Racalmuto. Citiamo da un lavoro dattiloscritto disponibile presso quel circolo (17 :

« Il 18 aprile 1920, il Mutuo Soccorso aveva avuto anche  un momento di simpatie socialiste. Ciò, per merito del Vice Presidente Giuseppe SCIASCIA. In una seduta consiliare,        sovraccarica di lavoro ed alquanto disordinata, inopinatamente il sig. Sciascia Giuseppe di Giuseppe propone di abbonare il  circolo all'«AVANTI!». Il Presidente (ricopriva allora quella          carica il sig. Restivo Pantalone Salvatore, un benpensante con nessuna simpatia socialista) «propone di respingere la proposta avendo scopo di sovvertimento della Società». Le         votazioni dànno, però, torto al Restivo Pantalone: «su nove aventi diritto al voto, viene approvato l'abbonamento con voti  sei contro tre». Non è comunque nelle intenzioni dello Sciascia stravincere o dare troppo peso politico all'episodio. Questi fa verbalizzare che «tiene a dichiarare che,      contrariamente all'allusione fatta dal Presidente nel ritenere  che l'abbonamento al giornale Avanti sia fatto nell'esclusivo interesse di sovvertimento della nostra società, ha creduto <invece> sottoporre all'approvazione del Consiglio l'abbonamento in parola per scopo  soltanto istruttivo e        per allargare le cognizioni culturali della società.» Ancor più contrario a quel vezzo socialista  il controllo Vincenzo Tinebra. Ma questi non può votare. Si attacca allora all'espediente di rimettere la decisione all'assemblea «trattandosi di un giornale con scopi rivoluzionari e sovversivi». Ma il V. Presidente si oppone perché «ciò non è  competenza dell'assemblea». Il consiglio è d'accordo col V. Presidente. La faccenda ha un seguito: il Presidente Restivo Pantalone è uomo d'onore e, quindi, si dimette dalla carica. Porta a scusa  di essere stato trattato «con poca cordialità         dall'amministrazione». Tante insistenze e la smentita per il tramite di una commissione non valsero a farlo desistere da quelle dimissioni. Ciò agevola il Vice Giuseppe SCIASCIA, che finisce col diventare il numero  uno del circolo. Segue il Restivo Pantalone nelle dimissioni anche il controllo Vincenzo Tinebra, che peraltro  gli era 'congiunto'. La vicepresidenza SCIASCIA dura, ad ogni buon conto, lo spazio di un mattino. Non ci vien detto neppure perché: le sue dimissioni vengono approvate all'unanimità il giorno 27 maggio 1920. In seconda convocazione, annota il segretario Giuseppe Collura. Subentra nella presidenza Giovanni FANTAUZZO. [...]

« L'anno 1921 si apre con una nuova amministrazione, stavolta tutta conservatrice ed antisocialista. Vi sono tagli persino dittatoriali. Ne è alfiere un personaggio insospettabile sotto tale veste: IGNAZIO INFANTINO.  Viene strappata mezza pagina del libro dei verbali. La calligrafia si fa rototondeggiante, linda, precisa. Lo stile è  curato. Col 31 gennaio 1921, inizia una nuova epoca al  circolo. Contrassegna la restaurazione il nuovo presidente Ignazio Infantino. La sua amministrazione era stata eletta  sulla base di una lista che, per la prima volta, viene       propagandata su fogli dattiloscritti. Il Vice Presidente è la  notoria figura di Baldassare Tinebra. Il vecchio e  antisocialista presidente dimissionario Salvatore Restivo Pantalone accetta, ora, di retrocedere al grado di cassiere,  pur di essere presente nell'opera di recupero conservatore del Mutuo Soccorso. Tra i consiglieri notiamo personalità come Casuccio Salvatore di Calogero o Rosina Salvatore. Calogero Volpe e Vincenzo Tinebra gradiscono la carica di 'controlli'. A portabandiera vengono chiamati Giuseppe Fantauzzo ed Angelo Collura.  La  verbalizzazione della prima seduta del nuovo corso val la  pena di riportarla pressoché integralmente. «Il presidente, visto il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta e delibera quanto appresso:        «1° La Presidenza con l'accordo unanime degli intervenuti, ritenuto che il voto a Vice Segretario era attribuito al  signor Scimè Chiodo Giuseppe di Carmelo, perché egli era il candidato proposto dalla lista di opposizione a quella  ufficiale, lo proclama a Vice Segretario di questo Sodalizio ad unanimità. - 2° Il consiglio Direttivo ad unanimità, compresi i controlli aventi diritto di voto, ritenuto che il giornale L'AVANTI  non risponde alle esigenze delle istituzioni costituzionali, che reggono il nostro Sodalizio, propone la soppressione di detto giornale L'AVANTI, ed ad unanimità si delibera la soppressione, dando mandato al Presidente di sopprimere detto giornale, scrivendo al Direttore di detto giornale, di non più spedire il detto giornale ad onta di essere pagato         anticipatamente. [..]» 

« Nei primi anni del fascismo, la vita del circolo scorre tranquilla e piuttosto anonima. [..]  Qualche segno dell'avvento del regime fascista si ha nel 1926. Il giorno 11 dicembre si verbalizza l'approvazione dell'abbonamento al giornale IL POPOLO D'ITALIA dismettendo la compera del giornale SICILIA NUOVA. Durante la discussione il Consigliere Luigi VELLA si allontana, intuibilmente per  dissenso. [...] Si ha la forza per rifiutare l'abbonamento al giornale         L'Aquila, nonostante la richiesta promani dalla casa dei Balilla di Agrigento (5 novembre 1929). Ma per il matrimonio  del principe di Piemonte, «ad unanimità il consiglio stanzia la somma di lire trecento» (2 gennaio 1930). Il 10 maggio 1930 (anno VIII) «il presidente mette a voti segreti col sistema delle fagiole, per il prelevamento della somma per pagare le tessere agli iscritti del circolo all'O.N.D. oppure pagare personalmente l'iscritto. Visto il risultato ad unanimità di voti, approva il prelevamento della somma dal fondo di cassa e l'iscrizione a corpo.» L'omologazione fascista si è dunque consumata. Presidente è  Salvatore Mattina fu Gaetano. Segretario: Collura Alfonso. Era        arrivata una circolare mandata dal Podestà, con cui si esigeva l'iscrizione del circolo all'Opera nazionale Dopolavoro. I  tempi della libertà di associazione erano definitivamente tramontati. L'assenso era d'obbligo. [..] Le cariche sociali cessano di essere affidate a libere elezioni. «Ritenuto che la nuova amministrazione - viene verbalizzato, con contorta prosa, il 9 dicembre 1932 - sarà  approvata prima della fine del c.m. per ordine del Commissario Comunale ddel'O.N.D. sig. Mattina prof. Giuseppe, ed in esito alla circolare n. 8 dell'8 c.m.» al consiglio non rimane altro  che procedere ad una commissione consultiva, incaricata di segnalare nominativi graditi.»


Per avere un’altra testimonianza della propensione del Circolo Unione verso il fascismo dobbiamo, invece, attendere (18) il 1932. E’ di risalto per la nostra ricerca questo verbale:

«Nomina a Soci Onorari: L’anno millenovecentotrentadue il giorno 26 del mese di giugno alle ore 20,30 nella solita sala delle adunanze si è riunita l’assemblea generale straordinaria dei Signori Soci per discutere e deliberare sul seguente:/ Ordine del giorno/ Nomina a Soci Onorari./ Il Presidente/ constatato il numero legale dei Soci presenti in n. 35 dichiara aperta la seduta ed invita l’assemblea a procedere alla nomina a Socio Onorario del concittadino Sansepolcrista Comm. avv. Giuseppe Pedalino.

«Il Socio Rag. Sciascia Vincenzo a questo punto domanda la parola, ed avutone l’assenso dal Presidente dichiara non solo di aderire toto corde alla proposta per la nomina del Comm. Pedalino a Socio onorario di questo Sodalizio, ma di nominare anche, con lui, gli altri nostri illustri concittadini, Generale Egidio Macaluso, il gesuita Padre Francesco Paolo Nalbone, e il gesuita oratore insigne, Padre Antonio Parisi.

«L’assemblea per acclamazione approva la proposta del Presidente e del Rag. Vincenzo Sciascia e dà incarico al Presidente di comunicare tale deliberato agli illustri nuovi Soci onorari. Dopo di che l’Assemblea si scioglie. Previa lettura e conferma il verbale è approvato e sottoscritto. Il Segretario: Vinci. - Il Presidente: Mendola».

Il Pedalino aveva nel 1930 brigato per farsi riconoscere ‘Sansepolcrista’. Nel 1929 v’era stata la celebrazione del decennale dell’adunata del 23 marzo 1919 di piazza S. Sepolcro. I giornali avevano pubblicato l’elenco dei sansepolcristi desunto dal numero del “Popolo d’Italia” del 24 marzo 1919” ed il Pedalino non c’era. (Cfr., ad esempio, L’Impero - quotidiano fascista della sera, Sabato 23 marzo 1929 - VII). (19 ) L’anno successivo, 56 milanesi - tra i quali il nostro Giuseppe Pedalino - mostravano di avere vinto la loro piccola battaglia per il riconoscimento ufficiale si sansepolcristi, come attesta questo telegramma:

«A S.E. Mussolini roma - ricevuto il 23 marzo 1930 ore 19,18 da Milano 89399 - Presenti alla seduta del 21 marzo partecipanti all’adunata gloriosa del 23 marzo 1919 stop Esprimiamo cordiale devoto ringraziamento pel Vostro pensiero benevolo verso di noi stop Avere posto la vecchia guardia accanto autorità ci commuove ed esalta stop Noi chiediamo di servirVi in ogni ora come nella primissima col giuramento con la fede con l’opera con tutto noi stessi stop Pronti alla buona causa[seguono firme: Giuseppe Pedalino è al quindicesimo posto].»

La retorica dei firmatari non era valsa ad impedire una poliziesca attenzione sul loro conto. Viene annotato  con matita rossa:”tenere in evidenza tutti nomi”, e con matita nera: “Fatte copie per i fasc. rispettivi di tutti i firmatari dell’accluso telegr. -  27.3.1930 VIII”.

*   *   *


Un episodio del locale consiglio comunale desta l’ilare ironia di Leonardo Sciascia e la corrusca pedanteria di Eugenio Napoleone Messana: l’attribuzione della cittadinanza onoraria nel 1923 a S. E. Benito Mussolini. Annotata Sciasca: (20 )

«Dopo il declino dei Lascuda [vale a dire dei Tulumello, n.d.r.] si formarono due fazioni guidate da professionisti, dominavano i medici, ché allora diversa era la professione del medico, a Regalpetra [alias Racalmuto, n.d.r.] dico; [...] Le due fazioni elettorali non si distinguevano tra loro né per colore politico né per programmi; l’unica distinzione stava nel fatto che una fazione lottava senza la mafia el’altra alla mafia si appoggiava, le possibilità di vittoria stavano dalla parte dei mafiosi, ma un risultato imprevisto poteva avvenire che scattasse, sicché i mafiosi non giuocavano aperto pur gettando tutto il loro peso su una parte. I socialisti, come si dice delle puntate a cavallo nel baccarà, quando il banco né tira né paga, non facevano giouco; l’avvocato [Vincenzo Vella, n.d.r] che al tempo dei Fasci Siciliani aveva coraggio e speranza, mugugnava amarezza e delusione.

«Questa arcadia da cui ogni tanto scappava fuori l’ammazzato prosperò fino al 1923, degnamente chiuse la sua vita con questa deliberazione del Consiglio Cominale:

«”L’anno millenoventoventitre nel giorno quattordici del mese di dicembre alle ore diciotto. Il Consiglio Comunale di Regalpetra [Racalmuto, n.d.r.] in seguito ad avvisi di seconda convocazione, diramati e consegnati ai sensi degli articoli 119, 120 e 125 della legge, si è riunito in adunanza straordinaria nella solita sala municipale con l’intervento dei signori ..., ed all’appello nominale  risultarono assenti gli altri diciannove consiglieri di cui uno morto, ed essendo in numero legale per validità della deliberazione ... PROPOSTA  - Conferimento della cittadinanza onoraria a S.E. Benito Mussolini - Il presidente rammenta all’onorevole consesso la viva lotta che molti Comuni Siciliani, compreso il nostro, hanno sostenuto presso i passati governi per la soluzione dell’annoso problema idrico. Finalmente, soggiunge, solo il Governo Fascista ha saputo sollecitamente e pienamente accontentare i voti di quanti di quel dono della natura vanno privi. Di fronte a sì alto beneficio, questo Consiglio Comunale, interprete dei sentimenti di tutto il popolo di Regalpetra, non potrà diversamente esprimere la sua riconoscenza e devozione al Governo Fascista che conferendo la cittadinanza onoraria al suo Capo Supremo S.E. Benito Mussolini - IL CONSIGLIO - a voti unanimie con entusiastiche acclamazioni, ripetute dal pubblico assistente, ha conferito la cittadinanza onoraria a S.E. Benito Mussolini.”

«Così sollecitamente e pienamente il governo fascista risolse il problema idrico che i tubi che dovevano portare l’acqua a Regalpetra giunsero a questo scalo ferroviario nel 1938, furono ammucchiati dietro i magazzini, da principio se ne interessarono i ragazzi, per giuoco vi si inconigliavano dentro, poi l’erba li coprì, restarono dimenticati nell’erba alta. L’acqua arrivò nel 1950, fu festa grande per il paese. In quanto agli undici consiglieri che avevano deliberato per la cittadinanza a Mussolini, un paio restarono nella rete di Mori, gli altri non si iscrissero mai al fascio, masticarono amaro per vent’anni. In compenso furono fascisti quei diciotto (facevano diciannove col morto) che risultarono assenti, e si erano evidentemente assentati per protesta, il giorno della deliberazione.

«Il sindaco quella proposta aveva fatto per guardarsi le spalle, così si illudeva; dopo il telegramma che annunciava a Mussolini la deliberata cittadinanza onoraria, un altro ne fece che denunciava il prefetto come protettore della delinquenza, voleva dire della delinquenza dei fascisti non di quella della mafia: come un fulmine giunse l’ordine di scioglimento del Consiglio comunale, fu nominato commissario il capo dei fascisti regalpetresi. [...]

«Dopo il 23, il diagramma degli omicidi si avalla; poi Mori, con metodi già noti, ramazzò mafiosi e favoreggiatori, ma non si creda riuscisse ad estirparli definitivamente, soltanto nella nostalgia per il fascismo si può credere una simile cosa. Per quel che io ricorso, e più indietro i miei ricordi non vanno, negli anni più euforici del fascismo c’era a Regalpetra, nelle campagne intorno, un latitante cui per comodo tutti i furti e gli incendi di case di campagna, che in quel tempo furono numerosissimi, venivano attribuiti. Fu messa una taglia sul bandito (che era un proveruomo che doveva scontare una condanna per furto, e a costituirsi non si decideva; viveva con le magre tassazioni che ai galantuomini imponeva); e per la taglia lo ammazzarono, gli diedero alloggio e poi l’ammazzarono: e il fratello del bandito sparò poi, in piazza e a mezzogiorno, all’uomo che quel servigio aveva reso alla società, nell’opinione dei regalpetresi fece giusta vendetta. »

Il Messana (21) spoglia del velo della fantasia l’episodio ed il contesto storico della pagina sciasciana, e con il suo solito approccio politicamente fin troppo scoperto, così ricostruisce la vicenda:

«Il Commendatore Bartolotta, ad un certo punto, cominciò a sentirsi in pericolo personale e sentì bisogno di difesa. Era lui il capo gruppo di maggioranza, l’uomo che aveva da tempo un seguito nel paese e che era riuscito a conquistare il comune nel 1920. I capipopolo erano il bersaglio preferito dei gregari del fascismo. Da ciò la persecuzione a Racalmuto e lo sgomento del commendatore. C’era da cercare un pretesto per allontanare l’occhio grifagno dei fascisti dalla compagine consiliare del paese. L’occasione sembrò trovarsi allorchè Mussolini, già nelle sue qualità di capo del Governo del regno d’Italia, s’interessò del problema idrico della Sicilia. Prima del fascismo erano nati, noi l’abbiamo già visto per il paese che trattiamo, molti consorzi fra comuni per l’approvvigionamento idrico delle popolazioni. Tali consorzi però non avevano potuto iniziare la costruzione degli acquedotti, se non tutti, parte di essi, per mancanza di anticipazione di fondi della cassa Depositi e prestiti e per le remore burocratiche nella approvazione dei progetti. A un certo punto Mussolini promosse una legge che snelliva l’iter per lo sviluppo dei consorzi e ne semplificava le operazioni di finanziamento e quindi di realizzazione delle opere. Siccome Racalmuto era un paese già consorziato nelle ‘Tre Sorgenti’, venne ad essere beneficiato da tale provvedimento legislativo. Il commendatore Bartolotta, prese la palla al balzo e chiese al sindaco Scimè di conferire la cittadinanza onoraria del paese a Benito Mussolini. Egli pensava che ciò avrebbe fatto desistere il prefetto dal perseguitare il consiglio ed avrebbe anche allontanato le insidie che si tendevano contro la sua persona. Il sindaco Scimè convocò il consiglio per il 13 dicembre 1923 alle ore 18 con un solo argomento all’ordine del giorno: Conferimento della cittadinanza onoraria a S.E. Benito Mussolini per avere risolto l’annoso problema idrico della Sicilia.

«Malgrado le pressioni e le preghiere di Bartolotta, il 13 dicembre di quell’anno la seduta rimase deserta. non si potè in modo assoluto raggiungere il numero legale di consiglieri presente. Il 14 dicembre alla stessa ora ebbe luogo la seconda convocazione. Non c’era più bisogno delle presenze della metà più uno dei consiglieri in carica per essere valida l’adunanza, per cui ai sensi degli articoli 119,120, 125 della legge comunale allora vigente, essa ebbe luogo. Il commendatore Bartolotta aveva personalmente pregato tutti i consiglieri di essere presenti, molti avevano promesso di accontentarlo, ma all’appello risultarono presenti solo dieci e precisamente, lui, che venne il primo, il sindaco Nicolò Scimè, Giovanni Macaluso, Nestore Falletti, Salvatore Falcone, Carmelo Licata, Enrico Grisafi, Calogero Scimè, Calogero Bellavia e Luigi Messana. Nelle more per l’inizio della discussione si sguinzagliarono alla caccia di consiglieri tutti gli amici di Bartolotta, non trovarono nessuno, solo Messana Pio, che faceva la siesta a casa nella sua poltrona. Invano tentò di evitare con pretesti di recarsi al consiglio, l’insistenza fi tale che dovette andarci. Quando giunse in aula la votazione era già avvenuta, ma invitato dal Sindaco dovette associarsi, sicché Mussolini diventò cittadino onorario di Racalmuto con undici voti su undici consiglieri presenti e contro diciannove assenti. Le cose sono andate poi in modo alquanto strano: gli undici che votarono sì per la cittadinanza onoraria a Mussolini non divennero mai fascisti, anzi molti di essi rimasero i depositari dell’antifascismo locale, i protestatari, i nostalgici della libertà e furono definiti borbonici, si estraniarono completamente dalla vita pubblica, rimasero a maledire e ad attendere la caduta dell’avventuriero, rinunziando a possibili sistemazioni, non pochi dei diciannove assenti invece si accodarono e scesero in piazza in “giummo” e stivali.

«Il problema idrico Mussolini lo risolvette solo a parole, l’acqua delle Tre Sorgenti, ripetiamo, giunse in paese ben sette anni dopo la caduta del suo governo e cinque anni dopo la sua fucilazione. Non avrebbe potuto impiegare certamente di più se il suo avvento al potere non ci fosse mai stato. Egli si limitò a mandare a Sciacca a spese dei vari comuni S.E. Teruzzi, ministro del suo governo, nel 1925, per mettere la prima pietra dei costruendi acquedotti, in parata tanto solenne che solo a Racalmuto costò L. 1000 di allora. Dopo, vennero le lungaggini, le difficoltà senza possibilità di ricorrere o di parlare.

«Il commendatore Bartolotta, rassicurato dagli applausi dei fascisti presenti in aula allorchè si proclamò in consiglio l’esito della votazione per il conferimento della cittadinanza a Mussolini, tentò anche di costituire lui un fascio di combattimento, sperando di abbattere i fascisti locali.

«Nello stesso tempo indusse il Sindaco Scimè a ricorrere al Ministero contro il prefetto per certe irregolarità commesse in provincia. L’esito di tale azione fu drastico. Il consiglio comunale fu sciolto appena tre settimane dopo il conferimento della cittadinanza al Capo del Governo. Il 7 gennaio si insediò il commissario prefettizio ragionere [sic] Angelo Zambuto. Il commendatore finì in carcere la sua attività politica.»

Tra la versione dei fatti dello Sciascia e quella del Messana vi sono piccole divergenze: certo Messana è più informato, ma la sua prosa e troppo barcollante per essere più efficace. La realtà storica appare, però,  più intricante di quella resa dai due intellettuali antifascisti di Racalmuto. Gli archivi di Stato forniscono ai volenterosi fonti informative puntuali e oltremodo precise. Le carte dell’archivio centrale romano (22) , da noi consultate, consentono questa ricostruzione:

«R. Prefettura di Girgenti - Gabinetto n.° 1266 del  19. 12. 1923. - L’amministrazione comunale di Racalmuto sorta dalle elezioni generali del 1920 con carattere prettamente demosociale, per mancanza di una vigile ed attiva opposizione, si abbandonò ben presto alla inerzia più assoluta, sicura di poter vivere tranquillamente per le condizioni della politica locale e per la protezione che alla stessa veniva accordata dagli esponenti della democrazia in Provincia. Sindaco del Comune fu eletto il Dr. Scimè, ma anima dell’Amministrazione è stato sempre il Dr. Bartolotta Giuseppe, che ha assunto la carica di assessore anziano, e che rappresenta in Provincia uno dei campioni più forti e fedeli della democrazia sociale.

«Con l’avvento del Fascismo al potere cominciarono a muoversi delle timidi e lievi lagnanze contro la detta amministrazione, ma finora ho creduto opportuno di soprassedere dall’adottare alcun provvedimento, stimando doveroso procedere prima alla liquidazione delle amministrazioni a carattere socialista ed anticostituzionale, che non funzionavano o funzionavano male. Esaurito questo compito, credetti di rivolgere il mio pensiero al Comune di Racalmuto e disposi un’inchiesta a carico [.... E’ emerso:]

«- Scarsissima attività del Consiglio: 15 sedute nel 1921; 10 nel 1922 e 7 nell’anno in cors;

«Quasi abbandonato l’ufficio di polizia rurale, lasciando piena libertà alla maffia di scorazzare ed agire impunemente per le campagne, perché le guardie rurali sono adibite ad altro. [...]

«A tutto questo è da aggiungere che la parte migliore della cittadinanza ed il Fascio locale ha sempre intensificato la campagna contro l’attuale Amministrazione della quale sono pure noti i rapporti sia pure indiretti con la maffia, la quale viene se non protetta apertamente, certo lasciata indisturbata a compiere le sue gesta. Tant’è vero che le guardie campestri, anzichè prestare servizio in campagna come dovrebbero, vengono adibite a servizi interni. Trattandosi di un importante comune, sarebbe opportuno che venisse designata come R. Commissario persona capace ed energica, estranea all’ambiente locale [..] Il Prefetto: Reale.

«10 gennaio 1924: Appunto per S.E. il Ministro: Comune di Racalmuto.- Proposta scioglimento Consiglio comunale; popolazione 15.000 - motivi della proposta: ragioni d’ordine pubblico per il pericoloso malcontento della popolazione contro gli amministratori. Numerose irregolarità e deficienze accertate da una recente inchiesta. Non risultano interessamentei.

«Il Prefetto della Provincia di Girgenti, veduto il R.D. 24 gennaio 1924 col quale venne sciolto il Consiglio Comunale di Racalmuto [...] Ritenuto che il Commissario non ha potuto completare la sistemazione della Finanza comunale e dei pubblici servizi e che la situazione dei partiti locali non consente d’altro lato, d’indire subito le elezioni [..] decreta: il termine per la ricostituzione del Consiglio Comunale di Racalmuto è prorogato di tre mesi. Girgenti 16 maggio 1924. Per il Prefetto: F.to Giordano.

  « 19 marzo 1924: Indennità al Commissario straordinario: L. 50 - Il Cav. Enrico Sindico, ex colonnello nel R. Esercito, si è appositamente trasferito da Spezia a Racalmuto [...]

«Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n. 73 del 26 marzo 1924.

«”Relazione di S.E. il Ministro Segretario di Stato per gli affari dell’Interno, Presidente del Consiglio dei Ministri, a S.M. il Re, in udienza del 24 gennaio 1924, sul decreto che scioglie il Consiglio comunale di Racalmuto, in provincia di Girgenti, MAESTA’, sul funzionamento dell’amministrazione comunale di Racalmuto, sorta dalle elezioni generali del 1920, è stata recentemente eseguita un’inchiesta che ha accertato numerose irregolarità. L’Ufficio comunale è disorganizzato, privo d’inventario e con scritture contabili deficienti, la situazione finanziaria non è esattamente accertabile, per la trascurata esecuzione delle verifiche di cassa, e per il mancato esame dei conti, non è stato effettuato il passaggio dei fondi dal cessato al nuovo tesoriere. Le tasse, applicate con criteri partigiani, danno un gettito notevolmente inferiore alle previsioni del bilancio, mentre le spese vengono erogate in eccedenza agli stanziamenti e talora senz’alcuna autorizzazione; il dazio è concesso in appalto a condizioni onerose, è stato omesso il reimpiego di somme provenienti da alienazione di patrimonio; lavori e forniture sono state eseguite irregolarmente in economia ed in esse hanno spesso avuto interesse gli stessi amministratori.

«Tra i pubblici servizi sono assai trascurati la nettezza urbana, la pubblica illuminazione, la vigilanza annonaria e la polizia rurale. La disordinata gestione della civica azienda ha provocato nella popolazione un vivissimo malcontento e l’eccitazione degli animi è tale da far temere turbamenti per la pubblica quiete.

«Anche ragioni di ordine pubblico, oltre che la necessità di provvedere senza indugio al riordinamento amministrativo e finanziario della civica azienda, rendono quindi indispensabile lo scioglimento del Consiglio comunale con la conseguente nomina di un Regio commissario, ed a ciò provvede lo schema di decreto che ho l’onore di sottoporre all’Augusta firma della Maestà Vostra.

«Vitt. Emanuele III [..] visti gli articoli 323 e 324 del t.u. della legge comunale e provinciale, approvato con R. d. 4.2.1915 n. 148, nonchè il R.d. 24.9.1923, n. 2074: il consiglio è sciolto [...] il sig. cav. Enrico Sindico è nominato Commissario straordinario con i poteri del R. d. 24.9.1923, n. 2074. Dato a Roma il 24.3.1924. V.E. III re d’Italia- Mussoluni.»

  Il colonnello Sindico non diede buona prova: nel dicembre di quell’anno veniva destituito:

«26.12.1924, risposta a 26.11.1924. - Prefettura diGirgenti n. 600 Gab. - [...] dimissioni presentate dal Colonnello Enrico Sindico [..] la relazione non rappresenta nulla di notevole, anzi [..] non ha provveduto alla formazione del bilancio [..] Giudizio: mediocre.»

to il futuro
noi nati dal '73 in poi
si sciolse felice nell'appoggio e millantò famiglia numerosissima
Racalmuto non è paese di persone serie
pochi figli di questo luogo lo sono
comunque non sarete stati amici con mio padre però lui nutre una grandissima stima nei suoi confronti
Lillo
Fofò era sostanzialmente uno snob. Non poteva essere banale, per questo non fu mai democristiano, ma neppure poteva essere di sinistra. Seppe inventarsi un suo ambito politico ma non fece fortuna. Ebbe un rapporto molto complesso con l'altro gigante racalmutese, l'avvocato Totò Marchese. Ne subì la superiorità ma ne soffrì troppo- La sua salace vena poetica in dialetto diveniva però quasi sdolcinata dinanzi alla feroce e cattiva composizione antitetica del Marchese. Io sono andato via nel '60 da Racalmuto e non vissi queste diatribe. Se debbo essere sincero, dalla lontana Modena prima e poi Messina e poi Roma per modo di dire (dato che le mie ispezioni mi facevano stazionare a Milano, Padova, Vercelli, Asti ed altrove) quel loro agitarsi mi è sempre parso una saccente baruffa chiazzotta, piccolezze di paese. Tu ora ci accusi di avervi rubato il futuro. Mi sconcerti. Non so risponderti. E' un discorso che abbiamo fatto tempo fa.
Salvo Messana
riconosceva una generosità ideale immensa a totò
poi totò era un genio
legga la poesia iu mi sunnava
Lillo
Con tuo padre siamo amicissimi- Io parlo della sua giovinezza (e anche della mia). Tuo padre aveva un vantaggio su di me: era considerato benestante!!!
Salvo Messana
ahaha
alla fine circolazione monetaria all'epoca non ce n'era
come oggi
Lillo
sordi un nni camminanu diciva ma pa'
Salvo Messana
come oggi
fofò per certi versi era più prossimo , come figura psicologica, a un genio che a un marchese
Genio messana, intendo
sintesi disequilibrata di contraddizioni
Lillo
Oggi è tutt'altra faccenda. Diceva Bobbio: la democrazia è l'arte del consenso estorto. Si sono inventati una crisi epocale che non esiste. Povero italiano, non ce la fa più a farsi la quinta casa al mare!
Salvo Messana
il problema è che stanno distruggendo la socialdemocrazia europea
l'obiettivo è privatizzare tutti i servizi
creeranno una società classista e chiusa
faranno esplodere la scuola per incentivare la privata
e le scuole private diventeranno collegi circoli esclusivi e autoreferenziali in mano alla chiesa
tutto inizia dall'educazione e finisce con la sanità
qua a lima funziona così
una società classista e autoreferenziale
Lillo
Tra i tre il migliore era Fofò. Fofò fu sempre umano anche nelle inspiegabili dissennatezze. Fofò non lucrò mai una lira dalla politica. Fofò fu sognatore. Fofò fu frastornato dall'umiliazione di vedere suo padre ammanettato- Se non avesse avuto questo scompenso psichico avremmo avuto un'altra gloria racalmutese: un grande ambasciatore. Ma le ipotesi nella storia hanno senso?
Salvo Messana
non lo sarebbe mai stato in quanto lo dichiararono elemento sovversivo pericolosissimo per l'esperienza saragattiana
stavo guardando il suo blog
si faccia passare da nino vassallo la favola erotica di patri filippu e sora catarina di biagio messana
la morale conclusiva è geniale
matri cristiani, guardativi di la chiesa romana, ca la figlia onesta vi la fa buttana
comunque questa leggenda dell'antifascismo di mio zio everardo, da dove nasce?
Lillo
Essere saragattiani era a quei tempi persino un titolo preferenziale. Ma Fofò manco quello fu. Ricordo che dal balcone saragattiano racalmutese Fofò con Elia Avenia si misero a fare la fronda al partito di Saragat. Ai tempi della legge truffa.
Tuo zio Everardo tra con altri quattro personaggi racalmutesi tra i perseguitati dal Fascismo. Ma quando vai a vedere perché hai brutte sorprese. E non sarò io a svelarle.
tra = era
Salvo Messana
si fece il confino
Lillo
sei insidioso con le domande?. No comment
Salvo Messana
a me ha sempre insospettito la grande ascesa che ebbe a Roma, anche se poi perse tutto
raccontò una serie di minchiate a suo fratello
ai suoi fratelli
anche se i figli tutti molto intelligenti hanno avuto un gran successo
Lillo
I Messana sono sempre intelligentissimi anche se qualcuno è stravagante rectius extra vagantes.
Salvo Messana
vado a comprare una birra
qui è molto buona
solo che la cosa che mi manca di più è la minestra di cucuzzeddi e tinirumi
Lillo
Se Biagio Messana scrisse un poemetto erotico, come un racalmutese abate Casti, onore al merito. Io amo tantissimo la pornografia. Un capitolo del mio romanzetto LA DONNA DEL MOSSAD supera di gran lunga Biagio Messana. Mi devo scandalizzare per questo?, come si continua a fare ancora a Racalmuto. L'altra sera me ne parlava tra il serio e il faceto il vecchio avvocato Luigi Burruano.
Lillo
Però a mia li cucuzzeddri nun mi piacino: conzali comu vo? sempri è cucuzza!!
Salvo Messana
quella di biagio è sornionissima
era un dissacratore senza pietà
Lillo
E dire che tutto questo cimento con te nasce dalla mia necessità di provare che tra l'ispettore generale di P.S. e il nuovo sindaco c'è parentela (magari di ottavo grado, ma sempre parentela). E perché? ma per ricattare Emilio Messana e consentirmi un convegno di studi storici in cui contro la Cernigoi goriziana, il Casarrubea palermitano, MalgradoTutto racalmutese Totò Petrotto del Link Sicilia, un paio di corrispondenti siciliani, il celeberrimo Lucarelli di Blu Notte e l'intera casa editrice Bompiani di Berlusconi possa io dimostrare che Ettore Messana fu un grande servitore dello Stato Italiano magari di Polizia e quindi furono ignominiose calunnie quelle lanciate il 15 luglio del 1947 da un tale compagno molto potente l'onorevole Li Causi.
Salvo Messana
anche camilleri nel pastore e le pecore abbozza un ritratto negativo di ettore
per non parlare del grande emanuele macaluso
Lillo
Spero di fare il convegno al circolo unione il 4 settembre. Vorrei fare un doppio lavoro: illustrare il vero culto di Santa Rosalia a Racalmuto e la vera cifra storica di Ettore Messana- Tu potresti venire per illustrare gli antenati del Messana. Se mi dici di sì, corro da tuo fratello perché Volpe finanzi le spese del tuo viaggio. Ma dovresti essere tu a dargli la tangente perché diversamente non ne fa niente.
Salvo Messana
questo li causi stese una patina atroce sul personaggio
non posso
sono nell'emisfero australe
qua è l'equivalente di marzo per ora
lei con nino vassallo in che relazione è?
Lillo
perché Camilleri è un vecchio citrullo che scrive cose di cui non sa nulla. Venga a discuterne con me. Ne faccio polpette. Sono mesi che faccio "ispezioni" al riguardo ed io il mio mestiere lo sapevo fare davvero, genialmente persino.
Salvo Messana
questo lo so
Lillo
Chiedilo a Nino: rapporto molto complesso. Io sono un vetero comunista tutt'altro che pentito. Lui non so cosa sia diventato.
Salvo Messana
nino soffre del disturbo di disordine ideale
è stato di tutto
fascista, comunista, retino, ora pentasiderico
comunque secondo me, il vero personaggio messaniano, pi÷u che don luigino, che era un cacasotto, fu Benitino
scopatore impenitente che a 45 anni si ruppe la minchia e si mise a lavorare e a scopare a trento
Lillo
Li Causi s'inventò tre infamie del tutto infondate. A Riesi nel 1919 Messana manco c'era; altro che stragista di Stato; a Lubiana fu esautorato perché non amico dei tedeschi, diligente nel fare ben 62 pagine di rapporto (altro che uno che si inventava le prove per mandare alla forca Tomisic). T. Sala ne illustra la qualità del suo servizio; fandonie le cazzate dei titini, cazzate dell'invidioso subalnterno Riccardelli, le carte del SIS (MI) da me trovate e commentate spazzano via codeste interessate calunnie; mi vien da ridere verso Li Causi che dipinge Messana "capo del banditismo politico" siciliano. Messana veniva giubilato perché aveva denunciato i criminali finanziamenti americani al banditismo siciliano e agli agrari che lo fomentavano. Ho il sospetto molto fondato che Li Causi fece quelle sparate perché pagato dagli americani (non so se allora c'era la CIA)- Ma io che me ne fotto dei Messana devo essere proprio io a convincere i Messana che Ettore Messana è un gigante della storia?
Lillo
Io sono molto amico di Domenica Valenti la nipote di don Luigino e quindi io gioco solo in difesa (dei Messana). Il me ne fotto di sopra è una spavalda sparata da vecchio rimminchionito. Spero che ne abbia colto il vero senso.
Salvo Messana
in Italia gli unici che tentarono di costruire un paese serio furono de gasperi e togliatti, morti loro si ritorno, mi si e sballata la tastiera e non so dove siano finiti gli accenti, all-italietta corrotta e manipolatrice di stampo savoiardo
e ettore probabilmente fu una vittima del cambio
comunque questo Benitino, lei lo ricorda+
Lillo
Ettore Messana non fu vittima di nessun cambio. In Sicilia gli americani volevano che imperasse ancora il bandito Giuliano. Su questo Ettore Messana, che si giovava delle spiate di Fra Diavolo, stava mettendo le mani. Contrordine! Messana al Ministero a coadiuvare addirittura il tetragono e cupo De Gasperi. Giuliano visse per altri tre anni dopo la dipartita di Messana. Fatto fuori da un altro calunniato l'ispettore generale di P.S. Ciro Verdiani. Dopo qualche anno mentre si celebrava il processo di Viterbo Verdiani muore (pare che sia stato suicidato come dopo fu suicidato Sindona o il bravo Rossi del MPS o l'ignoto avvocato associato allo studio Gnudi in via Nazionale 200). A me certe cose non le racconta nessuno. Le so perché le so!!!
Salvo Messana
a lei fare la vera storia
lei sa', sarebbe il lascito più grande della sua vita
Lillo
La verità non la sa né fa nessuno. Ma la menzogna storica come quella costruita, sia pure da Li Causi, è facile gioco disintegrarla. Io so per certo che Messana non fu colpevole delle tre cose inventate da Li Causi: stragista a Riesi nel 1919; criminale di guerra a Lubiana; capo del banditismo politico tra il maggio del 1945 e il 31 luglio del 1947 in Sicilia. (poveraccio non faceva manco politica; monarchico reazionario e massone questo sì). Ma da qui a dire quale fu nella vita Messana che ne so io, ma anche che ne possono sapere i suoi detrattori, ivi compreso il rimminchionito Camilleri quel falsario del Re di Girgenti. La storia non è un romanzo che lo si scrive a fantasia.
Salvo Messana
lo scoglio è emanuele macaluso
uno dei pochi intellettuali nobili rimastici in italia
Lillo
Veramente quello che mi ha combinato nell'inchiesta parlamentare a San Mancuto codesto Macaluso mi fa ancora vomitare. Mai visto un comunista al servizio di Andreotti e feroce nel difendere il fascista golpista Valerio Borgese Junio. Ne fummo vittima io e Giuseppe D'Alema, il padre di Massimo.
Salvo Messana
davvero?
degno erede di crispi allora?
Lillo
Purtroppo non sono nato ieri e non mi sono arenato a Racalmuto.
Salvo Messana
ha fatto bene
Lillo
Crispi nel bene e nel male fece storia. Macaluso non riesce neppure a ciarlare con accento piacevole.
Salvo Messana
per me era un mito
Lillo
Per me purtroppo no!
Salvo Messana
immagino
comunque siamo nella palude
Lillo
Noi riusciamo a colloquiare tanto perché siamo irriducibilmente discordi.
Salvo Messana
chi?
Lillo
tu ed io; io per imperativo categorico politico sono ottimista.
Salvo Messana
io no
Lillo
e lo vedo
Salvo Messana
ci ho preso il gusto, ma ho dovuto lasciare l'italia
Lillo
<io ho dovuto lasciare Racalmuto per Modena: neve d'inverno e irrespirabile caldo umido d'estate. Ma alla fine sono ritornato nel paese più interessante del mondo. Mi piace anche perché sono in tantissimi che suonano la loro vibratile corda pazza. Elogio della pazzia, annotava Erasmo da Rotterdam
Salvo Messana
a me pare chiusura retrograda la corda pazza di racalmuto
Lillo
Quando ci ritornerai, cambierai idea!
Salvo Messana
c'è tanto da fare costruire una comunità multiraziale e multiculturale
Lillo
Ma alla fine resta una sola cosa da fare: tentare di far quadrare il cerchio della propria esistenza.
Salvo Messana
si
alla fine siamo solo noi
Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di Sole: ed è subito sera.
Lillo
sei andato a comprarla la birra? meglio della cucuzzeddra, no?
Salvo Messana
il giorno è molto breve
ahaha
no
se potessi la minestra!
sono annoiato lima è uggiosa
e plumbea
Lillo
quante lingue parli?
Salvo Messana
2
gli anglofoni in quanto autoreferenziali mi fanno antipatia
e non parlo inglese
francese e spagnolo comunque
mi piacerebbe imparare tutte le lingue neolatine
Lillo
mi interessava l'inglese. Io comunque non parlo nessuna lingua straniera, a mala pena l'italiano
Salvo Messana
e con il piacere del bere che rapporto ha?
Lillo
Nessuno. Perché dovrebbe esserci un rapporto?
Salvo Messana
venere e vino condividono la stessa radice
è un astemio?
Lillo
Veramente sì! e quanto a Veb+
Salvo Messana
e mi pare, se posso permettrmi, di venere sente la nostalgia
bellissimo il suo ricordo del maestro carrara
Lillo
Tantissima! Per Carmelo dissi senza dire. Sono stato bravino!
Salvo Messana
si
carrara è stato l'emblema
del riscatto popolare
i suoi occhietti spogliavano senza complicazione ne' differenziazione
Lillo
Questo è giustissimo. E pochi l'hanno capito.
Salvo Messana
e poi anche il suo contributo culturale seppure a livello popolare è stato apprezzabile
non dimentichiamo che si è impegnato a tenere aperta la centenaria putia di donna pina
che cretini i racalmutesi con questa snobberia
hanno ucciso la cultura zolfatara
nel salento con la cultura delle putie sis sono fatti i solfi
Lillo
diciamo che Racalmuto è speciale
Salvo Messana
mi piace il suo ottimismo
spocchiosa per me
ci siamo fatti invadere e abbiamo seppellito le nostre tradizioni per assumere ritmi non nostri
Lillo
Racalmuto ha bisogno che ritornino i suoi figli migliori. Speriamo che tuo fratello faccia qualcosa.
Salvo Messana
non farà nulla
l'eredità petrotto restivo è pessima
Lillo
Buona notte carissimo. Qui almeno sono le 0,41
Salvo Messana
qua non ancora le 6,00 del pomeriggio
Lillo
Hanno fatto di peggio i commissari
Salvo Messana
grazie per la compagnia
quelli hanno fatto peggio i precedenti si sono limitati al nulla o far esplodere l'organico per clientele politiche
Lillo
Discorso complesso. Lo riprenderemo. Ti abbraccio
Salvo Messana
buona notte
Lillo
Ciao
Salvo Messana
notte
19/08/2014 21:11
Salvo Messana
salve
se si trova a racalmuto
passi dal cimitero e visiti la tomba di elettra messana
a proposito del giovane ettore suicida
Lillo
Se non mi dai del tu non farò un cazzo!!!. Tu sei quello dalla bella voce lirica, quello che ammazzava ogni anno un porco per gozzovigliare e cantare gratis. tu sei quelo (o no?) che si era sciedato di pagare una marca da bollo e dovette rinviare ad ottobre la laurea. (Mi haoo raccontato al Circolo Unione l'altra sera)- Ti si dà per un genio!!
Salvo Messana
ahahaha
ecce homo
Lillo
ti manca la mantellina rossa e la canna
Salvo Messana
esatto
quindi lo si chiamó ettore in onore del fratello del padre, altrimenti sarebbe stato l'ennesimo luigi
Lillo
Don Luigino Messana (il Trupia di Sciascia,) Ettore Messana n. 1888, Elettra Messana n. nel 1889 furono tre cugini nipoti di Calogero Messana, il figlio medico dello speziale Luigi e il nipote dell'esattore Luigi. Abbiamo visto che il padre di Ettore si chiamava Clemente e il padre di Elettra Adriano. Ma non so come si chiamasse il padre di don Luigino in arte il barone Trupia. Dimmi o ripetimi da figlio in padre la tua ascendenza caro Salvo. Salvo Messana Salvo figlio di Calogero, nipote di Emilio che a sua volta era figlio di ?? e nipote di ?? e pronipote di ???- E la recente defunta Dina Messana come risale indietro?
Salvo Messana
é sballata la sua genealogia
calogero aromataro genera Luigi, biagio, giuseppe, serafino, mariangela
luigi genera : Adriano, emilio, clemente, adriano
ed ettore, morto suicida
emilio genera: luigi (trupia) e francesca, detta ciccina
adriano genera elettra
clemente genera ettore, elena e un'altra signorina di cui non ricordo il nome
Lillo
Non vedo do sta lo sballo. Le donne a me non interessano, salvo Elettra per una triade di ragioni (storiche).
Salvo Messana
Li hai posti come nipoti di calogero
Lo sono di luigi
Lillo
E. N. Messana chiama "speziale" quello che tu chiami aromatario.
Salvo Messana
Nei documenti passa per aromatario
Speziale lo fu il figlio serafino con la laurea
Comunque tal calogero fu molto aiutato dalla parte materna
Erano amato
Lillo
"Don Calogero Messana era stato fatto speziale dal padre Luigi --- " E. N. Messana pag- 202. Ora siccome tra Luigi Calogero e Luigi II° etc. in effetti io mi perdo, essendo un estraneo alla famiglia e volendo tale restare, allora mi fermo al questore Messana che è l'unico che mi interessa per le mie ricerche e dico: Ettore Messana era figlio di Clemente Messana. Clemente Messana era figlio del medico Luigi Messana. Il medico Luigi Messana era figlio di Calogero Messana, speziale a dire di Eugenio Napoleone Messana. Lo speziale Calogero Messana era figlio di mastro Luigi Messana, pirriaturi, campieri e arrendatario che dir si voglia. E siamo a metà del '700. Indietro non i vado. Qualche sbarramento lo trovo nelle mie carte dell'archivio parrocchiale della Matrice. Essendo puntiglioso ci riuscirò. Ma questa genealogia a me serve per dimostrare che l'Ispettore Generale di P-S. gr. uff. comm. dei santi Lazzaro e Maurizio può dichiararsi di consolidate radici racalmutesi anche se è nato in quel di Gela (e non so se a quel tempo si chiamasse Terranova).
Salvo Messana
Calogero era figlio di michelangelo
Comunque si era racalmtesissimo
E veniva di tempo in tempo a visitare la famiglia
Mia madre ricorda di queste visite
Credo che il recupero dei nimi greci antichi fosse mania fascista
Lillo
Incautamente sono andato ad imbarcaemi in una didiatriba con il fratello dl Sindaco, il prof. Salvo Messana in materia dei genealogia messaniana, appunto. Andando ad arare in campo non mio sto venendo frustato varie volte dall'acuto ed intelligente Salvo che ha il vantaggio di giovare in casa e quindi comprensibile se a suo dire "sballo". Non credo di svelare segreti di Stato pubblicando il serotino cimento di questo dì agostiano.-Chiudo rappresentando i miei veri ed unici interessi culturali o storici se si preferisce, lasciasndo alla famiglia Messana tutto il merito della intangibile salvaguardia delle loro complesse e variegate agnazioni. (Calogero Taverna). salve se si trova a racalmuto passi dal cimitero e visiti la tomba di elettra messana a proposito del giovane ettore suicida Se non mi dai del tu non farò un cazzo!!!. Tu sei quello dalla bella voce lirica, quello che ammazzava ogni anno un porco per gozzovigliare e cantare gratis. tu sei quelo (o no?) che si era scordato di pagare una marca da bollo e dovette rinviare ad ottobre la laurea. (Mi hanno raccontato al Circolo Unione l'altra sera)- Ti si dà per un genio!! ahahaha ecce homo ti manca la mantellina rossa e la canna esatto quindi lo si chiamó ettore in onore del fratello del padre, altrimenti sarebbe stato l'ennesimo luigi Don Luigino Messana (il Trupia di Sciascia,) Ettore Messana n. 1888, Elettra Messana n. nel 1889 furono tre cugini nipoti di Calogero Messana, il figlio medico dello speziale Luigi e il nipote dell'esattore Luigi. [in effetti questa parte è errata n.d,r.] Abbiamo visto che il padre di Ettore si chiamava Clemente e il padre di Elettra Adriano. Ma non so come si chiamasse il padre di don Luigino in arte il barone Trupia. Dimmi o ripetimi da figlio in padre la tua ascendenza caro Salvo. Salvo Messana figlio di Calogero, nipote di Emilio che a sua volta era figlio di ?? e nipote di ?? e pronipote di ???- E la recente defunta Dina Messana come risale indietro? é sballata la sua genealogia calogero aromataro genera Luigi, biagio, giuseppe, serafino, mariangela luigi genera : Adriano, emilio, clemente, adriano ed ettore, morto suicida emilio genera: luigi (trupia) e francesca, detta ciccina adriano genera elettra clemente genera ettore, elena e un'altra signorina di cui non ricordo il nome [qui chiamo l'amica Giovanna che in materia , a proposito di queste tremende zie, non la batte nessuno. n.d.r.] Non vedo dove sta lo sballo. Le donne a me non interessano, salvo Elettra per una triade di ragioni (storiche). Li hai posti come nipoti di calogero Lo sono di luigi E. N. Messana chiama "speziale" quello che tu chiami aromatario. Nei documenti passa per aromatario Speziale lo fu il figlio serafino con la laurea Comunque tal calogero fu molto aiutato dalla parte materna Erano amato "Don Calogero Messana era stato fatto speziale dal padre Luigi --- " E. N. Messana pag- 202. Ora siccome tra Luigi Calogero e Luigi II° etc. in effetti io mi perdo, essendo un estraneo alla famiglia e volendo tale restare, allora mi fermo al questore Messana che è l'unico che mi interessa per le mie ricerche e dico: Ettore Messana era figlio di Clemente Messana. Clemente Messana era figlio del medico Luigi Messana. Il medico Luigi Messana era figlio di Calogero Messana, speziale a dire di Eugenio Napoleone Messana. Lo speziale Calogero Messana era figlio di mastro Luigi Messana, pirriaturi, campieri e arrendatario che dir si voglia. E siamo a metà del '700. Indietro non vado. Qualche sbarramento lo trovo nelle mie carte dell'archivio parrocchiale della Matrice. Essendo puntiglioso ci riuscirò. Ma questa genealogia a me serve per dimostrare che l'Ispettore Generale di P-S. gr. uff. comm. dei santi Lazzaro e Maurizio può dichiararsi di consolidate radici racalmutesi anche se è nato in quel di Gela (che non so se a quel tempo si chiamasse Terranova).
21/08/2014 15:36
Salvo Messana
salve
Lillo
Salve grande fratello
Salvo Messana
come stai
Lillo
che ore sono costà?
Salvo Messana
a proposito dei restauri di santa maria, immagino che i resti del mio antenato Calogero Messana siano stati dispersi
qui le 8,36 am
Lillo
qui le 15,38 e fa un caldo afoso della madonna
Salvo Messana
godeteveco che agustu capu d'immiernu
Lillo
Io sto a Bovo, come dire Serrone o meglio Villa Nalbone. Oggi è brutto. gli altri giorni no. Stasera al Circolo Unione a sparlari. In queste sere si affaccia l'avvocato Luigi Burruano (97 anni dichiarati). Mente lucidissima.
Salvo Messana
qual é dei due burruano
fratelli coltelli
Lillo
l'unico che è rimasto. L'altro è morto da qualche anno.
nipoti cori di cuti
nori grattalori
soggeri e nori iettali fora.
Salvo Messana
l'avvocato é quello rissiccio
rubicondo piú che rossiccio
Lillo
non capisco il termine classico nella circostanza. Credo che abbia esercitato molto poco- Due figlie cinquantenni, unba a Canicattì l'altra a Caltanissetta. ( ma non le conosco).
Salvo Messana
non so
Lillo
Avevo letto male: non è più rossiccio ora è tutto bianco anche le sopracciglia
Salvo Messana
lei pensa che calogero messana nei restauri lo abbiano buttato nell'ossario?
Lillo
Mi cogli impreparato. Storia che ignoro.
Di calogero Messana conosco solo tuo padre ... ma per noi coetanei è solo liddru Messana
Salvo Messana
ahahah
vado a correggere i cimenti traduttori dei miei poveri sventurati alunni peruvioni
peruviani
Lillo
buon lavoro
Salvo Messana
a dopo
21/08/2014 21:27
Lillo
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t35.18174-0/p480x480/10631658_350917425073102_217157491_o.jpg?_nc_cat=0&oh=36f5492d8805e41008bcdc543e56f491&oe=5B2360CE
Nella numerazione delle anime del 1795 i Messana ricorrono solo quattro volte. Abbiamo tre nuclei familiari maschili ed una signora che pare legata ad un Pietro Restivo "libero".
Lillo
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t35.18174-0/p480x480/10621311_350923351739176_671115817_o.jpg?_nc_cat=0&oh=bb05f98b4b30b11c81d0f9518212073e&oe=5B237C9A
Lillo
Questo è il primo nucleo familiare dei Messana che incontriamo al foglio 48 della Numerazione del 1795. Il capo famiglia è ALBERO MESSANA (C = comunicato) Lucia (moglie) Salvatore figlio anni 20; Angela f. anni 12; Maria Maddalena f. anni 6 Caterina Incognita anni3 (era una trovatella che era stata presa per l'allattamento a pagamento; Rosalia incognita idem c.s.
Lillo
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t35.18174-0/p480x480/10600004_350928535071991_1317289066_o.jpg?_nc_cat=0&oh=20295658cd21a412dd91c5176d8e5cd7&oe=5B239BE4
Lillo
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t35.18174-0/p480x480/10614889_350929755071869_679510918_o.jpg?_nc_cat=0&oh=e15a8522fa0754601e6f1ed98a993c5c&oe=5B238EDD
Al foglio 69 della detta Numerazione del 1795 abbiamo Francesca Messana vedova che fa nucleo comune con Pietro Ristivo libero
Salvo Messana
Salvatore è il nonno di mio nonno
Non può essere
Perchè il mio bisnonno era del 56 credo
Lillo
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t35.18174-0/p480x480/10573367_350942021737309_325272188_o.jpg?_nc_cat=0&oh=e133e7af64dba4da8482d107d1d101b2&oe=5B23A9AE
Lillo
L'ultimo nucleo che incontriamo nella Numerazione del 1795 è il più importante: è quello di LUIGI MESSANA. Da qui i tre grandi e famosi cugini di primo grado: Don Luigino Messana, Elettra Messana e il questore Messana. Luigi Messana è il capo famiglia ; Petra la moglie. I figli: Gaetano di anni 12; Calogero di anni 9 e Rosalia di anni 6
Salvo Messana
Suppongo che alberto e luigi fossero frtelli
Quello che mi stupisce è la longevità di salvatore di alberto
Sarebbe del 1775
Nel `40 fa testamento
In quella decade si risposa ha come figli il mio bisnonno e quello di dino casuccio
22/08/2014 8:57
Lillo
NUMERAZIONE ANIME del 1810 CENSIMENTO DEL 1809-10 N.ro COGNOME C.FAMIGLIA NOMI NOTA ANNI ANNOTAZIONI 243 MISSANA FRANCESCO 27 CROCIFISSA M. 22 CARMELO 7 MARIANTONA F. 4 GIUSEPPE 2 846 MISSANA ALBERTO 54 ANTONINA M 46 ANNA F 20 852 MISSANA STEFANA 60 VID. CONCETTA F 36 VID. SALVADORE F 18 953 MISSANA GRAZIA 60 VID 1256 MISSANA NATALA 25 LIB. 1393 MISSANA GAETANO 30 MASTRO STEFANA M 31 1613 MISSANA LUIGI 49 MASTRO PETRA M 40 CALOGERO D: F 23 108 MISSANA SALVADORE 40 ANGELA M. 26 MARIA F. 2 Nella successiva numerazione delle anime del 1810 i nuclei familiari dei Messana diventano sette. Luigi Messana viene ora indicato come MASTRO, meglio che semplice plebeo ma ben lungi dall'essere un "galantuomo" da Circolo Unione o della Conversazione che dir si voglia e manco del contestatore Circolellto. Ma il figlio di Mastro Luigi viene già contraddistinto con una D che vuol dire "DON". Non è ancora sposato. Peraltro notiamo due Salvatore: questo che abbiamo ripetuto sopra è colui che abbiamo incontrato nella numerazione delle anime del 1795: ora ha 40 anni, è sposato con Angela di anni 26 ed ha per il momento una sola figlia, Maria di anni due. Credo però che il Salvatore che interessa Salvo Messana sia l'altro Salvatore, il figlio della vedova Stefana di anni 18. Don Luigino Messana, Elettra Messana e il questore Messana discendono, come si sa, da questo don Calogero Messana figlio di un semplice mastro, mastro Luigi Messana che nel 1810 ha 49 anni.
22/08/2014 14:46
Salvo Messana
Il mio antenato è proprio il vegliardo
In amore
Sposerá una petruzzella
E mariterá la fuglia angela a un alfano
Da cui discenderá l*
Altro personaggio del circolo
Nicolino
Alfano
22/08/2014 18:21
Lillo
Questa del 1822 è l'ultima numerazione delle anime di Racalmuto. Dieci sono i nuclei familiari dei MESSANA. La nostra triade di cugini Messana, la triade d'eccellenza ( Don Luigino, Elettra e il questore ETTORE MESSANA discende da don Calogero Messana, figlio di mastro Luigi Messana. L'attuale sindaco non è parente neppure alla lontana dei Messana membri della crestomazia racalmutese. Discenderebbe da mastro Salvatore Messana figlio di Alberto. Non so se Salvo Messana approva. Ora mi spiego perché don Luigino Messana avesse in gran dispitto Eugenio Napoleone Messana, che designava con un nomignolo non proprio elegante, ed era tiepido con don Emilio; personaggio sciasciano d'eccellenza, sia come figura emblematica del Circolo Unione (o Concordia che dir si voglia sia come emblema paesano di Occhio di Capra). G.M.G. 1822 Libro di Numerazione d'anime di quista PARROCCHIA DI RACALMUTO fatta nel mese di maggio 1822: dal Rev. Benef.to D. CALOGERO SALVO CAMPANELLA ECONOMO; E DA' 21:MAGGIO 1822: SOTTO LA CURA DEL REV. MO ARCIPRETE D. ANTONINO M.A GRILLO RACALMUTESE, eletto da S: R:M: (D.G:) a 12:febbraro 1822: e che ne h'acquistato il possesso da detto giorno di 21: d. NUMERAZIONE D'ANIME DELLA PARROCCHIA DEL COMUNE DI RACALMUTO FATTA DAL R. ECONOMO SAC.TE BENEF.TO D. CALOGERO SALVO CAMPANELLA IN MAGGIO DEL 1822: QUARTIERE DI D. GIAMBATTISTA ALFERI 1224 MESSANA FRANCESCO MASTRO 1 1225 MESSANA CROCIFISSA MOGLIE 1226 MESSANA CARMINE F.O 20 1227 MESSANA GIUSEPPA F.A 14 1228 MESSANA SARA F.A 5 1229 MESSANA CAROLINA F.A 3 QUARTIERE E STRADA DI CARANFU' 3680 MESSANA STEFANA VEDOVA 2 QUARTIERE SOPRA S. GIOVANNI DI DIO SOPRA SCIBETTA = STRADA AD ANDARE ALLA SANTICELLA 3705 MESSANA ALBERTO 3 3706 MESSANA ANTONINA MOGLIE QUARTIE STRADA DRITTA DEL CARMINE A SALIRE 3809 MESSANA MADDALENA MOGLIE DIVISA 4 QUARTIERE CALVARIO, STRADA SOPRA IL Dr. CAN.CO MANTIONE 4158 MESSANA GRAZIA VEDOVA 5 QUARTIERE S. ANNA; E STRADA DI M. LUIGI ALFERI 4292 MESSANA CALOGERO Dn. 6 4293 MESSANA LUCIA MOGLIE D. 4294 MESSANA BIAGIO F.O 10 QUARTIERE S. ANNA; E STRADA DI M. LUIGI ALFERI 4295 MESSANA LUIGI F.O 8 4296 MESSANA GIUSEPPE F.O 6 4297 MESSANA SERAFINO F.O 4 4298 MESSANA M. ANGELA F.A 2 4299 GIACHINA FAMOLA QUARTIERE DEL MONTE DIETRO IL CAPPELLONE 5590 MESSANA GIUSEPPA VEDOVA 7 QUARTIERE DELLA MADRICE COLLATERALE D'OCCIDENTE 5999 MESSANA SALVADORE D'ALBERTO MASTRO 8 6000 MESSANA ANGELA MOGLIE 6001 CALOGERA FAMOLA QUARTIERE S. GREGORIO 6141 MESSANA GAETANO MASTRO 9 6142 MESSANA STEFANA MOGLIE 6143 MESSANA M. CARMELA F.A 8 6144 MESSANA CAROLINA F.A 3 QUARTIERE S. NICOLO' DI BARI 6350 MESSANA LUIGI MASTRO 10 6351 MESSANA PIETRA MOGLIE
Salvo Messana
Per parte di madre discendiamo da calogero
Lamamma di mia madre è sorella di genio
Praticamente riuniamo i due rami
Comunque credo che la tradizione dei messana liberali .mi pare panzana
Almeno in pplitica matrimoniale si unirono a fa.iglie conservatrici se non bor oniche
Come lo
Come era chiamato genio dal trupia
Per emulio si riferisce a mio nonno o al padre di trupia?
22/08/2014 21:41
Salvo Messana
quando verró le faró leggere un po' di testamenti
Lillo
Fattole dire da Domenica Valenti.
Salvo Messana
ahaha non la conosco
dove era il quartiere sopra san giovanni da dio
23/08/2014 14:35
Lillo
Dobrebbe sopta via Avvocato Burruano a metà di via Asaro. In quella numerazione delle anime di
dell
del 1822 i quartieri sono così segnate
segnati diciamo in termini approssimativi.
23/08/2014 16:04
Salvo Messana
Il fatto che vengano segnati come liberi
Significa che c`era la schiavitù?
Lillo
no assolutamente" significa che era schiettu "Libero da vincoli matrimoniali" CHE SI PERMEWTTEVA DI CONVIVERE 1MORE UXORIO" sia pure con una messana che "libera non era" I preti erano tinti e tutte le vicende erotiche del paese le annotavano nei loro registri sia pure con furbizie.
Lillo
Io li perseguito da 60 anni e ho decriptato tutti i loro segreti.
Tu capisci però che i racalmutesi a mia non m'hannu a rumpiri la minchia perché diversamente risalgo sino alla notte dei tempi (o meglio sino al 1554).
Salvo Messana
La sia elettra ripeteva se si scava si trova sempre zolfo
I savatteri che origine avevano
23/08/2014 18:40
Lillo
Savatteri vienedallo spagnolo che significa calzolaio, ciabattini, conzascarpi 'nsumma. Vi fu nel Seicento Scipione Savatteri che chiamavano Sapiuni. Genio a proposito di Santa Rosalia lo fece diventare barone: barone dei miei stivali insomma. Così Tanto Savatteri per salvare l'integrità storica di Genio Messana mi discredita come banale autore di una CONTROSTORIA. Va a finire che gli tiro fuori tutta la storia (altro che controstoria) del suo antenato sindaco scappato via da Racalmuto con la pingue cassa del comune. Quanto a tuo fratello se non si affretta a darmi la carta di identità mi metto a pubblicare tutte le fotocopie che tengo giù in un faldone. Io guardavo e mi dicevo ma questa carta qui gliela mando a Salvo o non gliela mando?
Salvo Messana
ahahaha
che tiene?
23/08/2014 21:03
Lillo
Tutto il fascicolo su Edoardo 'Messana che si trova alll' Archivio Centrale di Stato di Roma all.'EUR un centinaio fi fotocopie.
Salvo Messana
Però sa che se lo pub lica non la faranno più entrare all archivio
Lillo
sì ho detto così ma non è vero. Ho l'autorizzazione.
Salvo Messana
Ma chi cumninó?
23/08/2014 23:37
Lillo
cosi laidi assa'
Salvo Messana
io so che era ricchissimo e possedeva molti beni
poi la minchiata che mi insospettì
che una volta lo avrebbero ubriacato e gli avrebbero fatto firmare una carta
in seguito gli avrebbero tolto tutto
a me pare una minchiata
comunque si chiamava everardo
Lillo
minchiate, appunto. Devo ammettere che il fascismo fu anche una cosa seria e la cosa non mi piace tanto
Salvo Messana
lo mandarono in confino perchè antifascista
altra giustificazione
Lillo
sì everardo. mio lapsus. Ma questo cambia molto?
Salvo Messana
no
speravo fosse un altro
Lillo
chi si contenta gode. La pensava così Fofò
Salvo Messana
comunque non abbiamo alcun rapporto con loro
abbiamo comunicato la morte dei miei nonni nel '97 e di zina nel 20013
in entrambi i casi se ne sono arcistrafottuti
magari zina questi parenti nobili li scummattiva e ognitanto vinceva la sua proverbiale paura a spendere, facendo loro una chiamata
Lillo
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credo che questo foglio posso mandartelo. In sé e per sé è innocuo. Tanto per dimostrarti che parlo di una ben precisa persona anche se andando a memoria sbaglio il nome.
Salvo Messana
è desso
Salvo Messana
recita motivi politici
24/08/2014 8:29
Lillo
Una velatura che vela cose molto sgradevoli di cui ad un carteggio delle Autorità di un centinaio di fogli.
Salvo Messana
Lei sa, io no
Lillo
Ed è meglio che continui a non sapere- Io per me è come se non sapessi. De mortuis nihil nisi bonum. Buona domenica. Per quanto attiene alle notizie sui decessi dei vostri familiari, debbo dirti che Everardo fu presto vedovo. Ebbe quindi una compagna che credo non abbia mai sposato che dalle carte in mio possesso appare devotissima e molto agguerrita nella difesa anche giudiziaria del suo uomo. E questo mentre - mi risulta - a Racalmuto i familiari di Everardo fingevano di non saperne più nulla di quel loro congiunto di cui evidentemente si vergognavano. Una storia molto simile alle dolorose e non commendevoli vicende di quel mirabile personaggio di don Gaetano Savatteri, morto indigente nel pastificio Baiamonte.
Salvo Messana
mio nonno era legatissimo al fratello
si era sposato con una donna della famiglia cirio
e rimase vedovo
l'unico che poteva saperne qualcosa era salvatore o amedeo
però con mio nonno non eran in eccellenti rapporti
Lillo
Se lo dici tu? Se vuoi ti dico con chi dopo convisse.
Salvo Messana
con la madre dei suoi 4 figli
venne per insistenza di zina verso il '74
quella fu la prima e l'ultima volta che ritornò a racalmuto
mio nonno e lui avevano un'impressionante somiglianza
i figli si fecero strada
una sposò un gentiloni
l'altro era uno scienziato
e gli altri due non so molto
mio padre è schivo i rapporti furono minimi con tutti
anche perchè mio nonno era l'ultimo e rimase a 22 anni orfano totale
mentre i fratelli e le sorelle erano già tutti sistemati e fuori racalmuto
chi era la seconda compagna
?
Lillo
Per quello che tu mi stai dicendo ancora una volta debbo apprezzare questa gran donna che fu Zina Messana. Ecco un altro elemento per farmi ritenere che la Zina della senescenza. sola abbandonata vulnerata nel cervello e nella igiene è un destino crudele che va rispettato- Ora circola in paese malevolmente la faccenda del testamento olografo di Zina. Io non dovrei dire queste cose a te che sei un grande e ammirevole virgulto della storica famiglia Messana- Capiscine il mio intimo imbarazzo e scusami ce talora ho debordato. Quanto alle somiglianze, io direi anche con tuo padre. Questa è stata la mia prima impressione specie in presenza degli originali fotografici: Ma ovviamente erano sempre foto segnaletiche della polizia e Dio solo sa quanto siano deturpate
Salvo Messana
avevano una somiglianza paurosa
zina fu distrutta dai genitori
in particolare dalla madre
e non fu abbandonato glielo assicuro
volle lei separarsi da tutti
Lillo
Elettra fu distrutta dalla madre: storie parallele. Ora Casarrubea ha deciso didistrugerre il garndissimo dome del gr.u..,
Salvo Messana
io sino a quando ero in italia la cercavo sempre quanti sabati con serate con gli amici mi rimanevo con lei
le volevo bene e mi voleva bene
ma odiava la sua famiglia
le donne sei messana hanno uno strano carattere
meglio che restino sole
elettra non lo so
è una storia tremenda
ma tremenda era quella donna
c'è sempre da chiedersi di suo padre
che le permise prima di laurearsi
e poi nel 1910 di andare a insegnare in sardegna
l'afganistan dell'epoca
il ministero la mondò lì sicuro che non avrebbe accettato e per non dare una cattedra a una donna
io sono stato battezzato da zina e da fofò
ed ero legatissimo a entrambi
Lillo
gr. uff. comm. dei santi Lazzaro e Maurizio, ispettore generale di PS dottore Ettore Messana. Tocca all'estraneo Calogero Taverna recuperarne il buon nome dopo una ventennale indolenza di tutti i ceppi familiari di questo grande servitore dello Stato, a prescindere dai colori dei governi. Spero che tuo fratello s'induca a dedicargli una via a Racalmuto magari meno pretenziosa di quella dedicata alla immeritevole monachella Basarocco.
Salvo Messana
il senso della giustizia di zina era intransigente
l'intransigenza può disumanizzare
Lillo
Io le rare volte che ebbi a parlare con la professoressa Zina Messana ne rimasi ammaliato per la sua alata lingua, per l'aristocratico tratto, per la sua macerata cultura.
Salvo Messana
aristocratica lo era
tratto raffinatissimo
a differenza di elettra non era spocchiosa
ma guai a chi ci capitava sotto
in un rapporto di subalternità
Lillo
In Elettra Messana - che mi risulta anche autrice di un buon testo di critica letteraria sul Tassoni della Secchia Rapita - notavo invece una nota che strideva con il mio molto passionale vetero comunismo. Troppo fascista, intus et in cute, anche nelle espressioni più nobili come quelle di un ostentato filantropismo.
Salvo Messana
era normale che lo fosse
Lillo
Su Elettra Messana la tua famiglia dà una vulgata che sovverte la verità dei fatti. Per me la verità dei fatti su Elettra la possiede Guglielmo Schillaci - mio ormai troppo vecchio amico del Circolo Unione - che quanto a malalingua non la cede a nessuno.
Salvo Messana
una egocentrica come lei, condannata dall'avere la figa, nel fascismo ebbe riconosciuta l'autorità
lei era una gerarca fascista provinciale
Lillo
Ciao. Sto uscendo. Buona domenica ancora. Qui sono le ore 10.07
Salvo Messana
sedeva accanto a mussolini quando veniva in sicilia
qua è tardissimo
ne riparleremo
24/08/2014 17:18
Lillo
A questo punto ti accuso di avermi fatto uscire con molta abilità dal guscio che mi ero imposto. Mantenere il segreto anche con te sarebbe persino stomachevole momento di omertà mafiosa. Io comincio quindi a mandarti del tutto riservatamente e strettamente personale i primi dieci fogli del fascicolo Everardo Messana. Fanne tutto l'uso che vuoi ma sotto la tua personalissima responsabilità- Forse troverai opportuno uscire allo scoperto a fare una doverosa rettifica di quanto si calunnia nelle riservate carte poliziesche contro Everardo Messana da Racalmuto. Nel caso sarei felice di darti una mano.
Lillo
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24/08/2014 20:00
Salvo Messana
resto basito
Lillo
basito è vocabolo colto usato ed abusato da Pirandello anche ne I VECCHI E GIOVANI-
Ma il resto delle carte te le debbo mandare oppure no?
Salvo Messana
le dico due cose
per capire lo spirito dei fratelli
sicuramente il più intransigente era amedeo
Salvo Messana
che nella prospettiva delle guerre consigliò che il fratello più piccolo, ovvero mio nonno, facesse il servizio militare presso l'arma dei carabinieri, sì che, in caso di guerra, rimanesse in patria per effettuare servizio d'ordine pubblico. le previsioni si avverarono nel primo periodo di guerra, ma nel '42 mio nonno venne inviato in grecia per controllare il comportamento delle truppe. lì lo colse l'armistizio del 25 luglio. si trovava di guardia solo quando una pattuglia di tedeschi lo assalì e gli intimò di consegnare le armi, mio nonno non lo fece, anzi, ingaggiò un conflitto a fuoco, essento i tedeschi numerosi lo lasciarono ferito a terra per morto. mio nonno era molto bello e una greca ne ebbe pietà lo raccolse e lo curò in casa sua. adriano allo sbarco in sicilia, professionalmente rovinato dalla gelosia della moglie e dall'intervento del cognato, si trovava ufficiale di fureria ad agrigento. aalle prime cannonate degli americani dalla marina, tutti fuggirono, lui rimase e venne prelevato dagli alleati e spedito in un campo di concentramento in algeria ad orano. dalla prigionia ritornò più morto che vivo, si impegnò politicamente, ma nel '48 moriva a causa di un enfisema rimediato durante la prigionia
Salvo Messana
mai avrebbero tollerato un fratello accusato di prossenetismo
immagino che mio nonno non seppe nulla di questa storia
e nessuno qui a racalmuto
forse adriano tramite il cognato ispettore giancani
nessun riconoscimento ne ebbe mio nonno, una misera pensioncina di 150.000 lire
la cosa che aveva più cara era il gagliardetto di ferro riservato agli invalidi di guerra che sfoggiava ogni volta che usciva
null'altro
24/08/2014 21:55
Salvo Messana
non so che dirle
Lillo
Quindi a questo punto io smetto di mandarli altre più feroci carte. Tante non le avevo manco lette. Le ho letto questo pomeriggio. Scopro un documento in cui Everardo Messana in fin dei conti c'entra molto poco. Il documento del 1939 è molto importante perché svela un grande traffico valutario che veniva dal Vaticano. Vedo già allora l'allegra finanza del Vaticano dell'IOR di cui mi sono occupato. Sono deciso a pubblicare quel documento ferocemente antiecclesiastico. Non posso escludere che il nome di Everardo Messana venga ingigantito e bastonato per dare addosso al Questore Messana. Ora tu tiri fuori un "ispettore Giancani" di cui ignoravo l'esistenza, Racalmuto non smette mai di riserbarti delle grandi sorprese, altro che piccolo paese "isola nell'isola nell'isola" come improvvidamente voleva far credere Sciascia.
Salvo Messana
l'ispettore giancani ricoprì lo stesso grado di ettore
era pezzo grossissimo
Lillo
Guarda che Ettore era ISPETTORE GENERALE di P.S.
Salvo Messana
può essere che everardo grazie all'omonimia con ettore e alla vicinanza del giancani con suo fratello millantasse credito
lo stesso fu il giancani
fratello di guglielmina, madre di zina
comunque non capisco la motivazione politica del confino
non aveva contatti con l'antifascismo
non potevano essere operazioni di finanziamento?
Lillo
In fin dei conti ad Everardo non hannoi contestato un reato. Non fu mai condannato dalla giustizia ordinaria. Si beccò tre anni prima e tre anni dopo di confino per semplici sospetti (o dispetti?) - Non escludo che sia stato lo stesso Ettore a chiedere che si infierisse tutto sommato su un povero cristo che cercava di sopravvivere, per evitare che gravi sospetti ricadessero su di lui. Resta evidente che non più tardi di un mesefa la famiglia di tuo nonno mi desse una versione malevolasu un presunto flirt tra Ettore de Elettra. Infondate maldicenze. Frutto di ANTICHI ODII?
Salvo Messana
comunque Roma dal 1870 in poi fu un centro di speculazioni paurose
no assolutamente
lei non ama i rami femminili, però dimentica che mia nonna rosalia, la mamma di mia madre è messana dell'altro ramo, sorella di Genio
Lillo
Caro Salvo è chiaro comunque che ilGiancani non si sognòmai di eguagliare l'importanza dei supremi incarichi che ebbe il Messan. Messana è un grande personaggio storico. Giancani,no- Sono mesi che faccio ricerche al riguardo.
Salvo Messana
chissà che passò in quel di villa Giulia. fatto sta che la madre di elettra, una napoletana, no vide più ne' sua figlia, nè suo marito
credo che fu raccomandato dall'ettore
era anche più giovane e il suo campo d'azione fu il nord italia
si chiamava federico
comunque pare che avesse l'abitudine della spacconeria vantava parentela della moglie con la famiglia cirio
qua vedo che la polizia si preoccupa della sua sopravvivenza
la seconda compana chi fu?
li facevo più figli di puttana i fascisti
Lillo
Nego che io non ami le donne (specie se della grande famiglia dei Messaa). Per educazione sicula ne ho il massimo rispetto e la grande devozione. La storia della madre di Elettra mi è ben nota. Vi sono due correnti di pensiero: quella ribadita da Guglielmo Schillaci e quella propinatami da Pio Martorana che dice essere quella dituopadre. Io aderisco ad occhi chiusi a quella di Guglielmo.
Salvo Messana
una dice che fu un impiegato dell'hotel di cui era direttore il padre, che essendo innamorato e rifiutato dalla signora, sentì che suocera e genero si davano appuntamento a villa Giulia per parlare di cose del matrimonio, e architettò lo scandalo
un'altra vuole che tra i due ci fosse del tenero e che dunque il matrimonio altro non era che una seconda lupa verghiana
elettra era innamorata del padre, che abbia voluto far fuori la madre?
che dirle
guglielmo cosa racconta
Lillo
Torno indietro. Lasciamo stare lettra che non ci interessa. Scrive la Legione Territoriale dei Crabinideri Reali di Roma il 27/4/1934 Messana Everardo ... inscritto al P.N.F. non ha dato luogo a rilievi di natura politica". Quindi la frottola dell'antifascismo è appunto una frottola.
Salvo Messana
per giustificare in famiglia il confino
la seconda moglie chi fu?
Lillo
Ibidem: Il MESSANA è ammogliato con Paciotti Gisella, di Goffredo e di Imperatore Margherita, nata a Fiano Romano il 30 novembre 1898, donna di casa: non ha figli.
Salvo Messana
infatti
però rimase vedovo e sposò un'altra donna dalla quale ebbe 4 figli
Salvo Messana
o convisse
Lillo
Il 21 ottobre 1939, sempre i carabinieri scrivono: llMessana ... è vedovo di Paciotti Gisella, fu Giuseppe e fu Imperatori Margherita, nata a Fiano Romano (Viterbo) il 30 novembre 1897, donna di casa , deceduta a Roma il 14 luglio 1938: non ha figli.
Salvo Messana
da una seconda moglie ebbe i figli
Lillo
in una nota dell'ispettore generale di Napoli dell' 11 giugno 1941 sta scritto: Il MESSANA aSan Severino Rota si è fidanzato con tale ADINOLFI Titina, di dubbia moralità, nota quale amante del Dr. Celestino Carratù, che presta servizio presso il laboratorio di Igiene di Salerno ...
Salvo Messana
Disperato
E con questa ebbe i suoi figli
Lillo
In mio possesso anche una lettera dell' 11 giugno 1941 della detta Annunziata Adinolfi ... che si dichiara .. fascista provniente dalle organizzazioni della GIL di Sanseverino Rota (Salerno) ... soggiunge: " il mio fidanzato Everardo Messana" E qui finiscono le mie carte. Altrodirti non saprei-
Salvo Messana
ok
29/08/2014 21:32
Salvo Messana
salve
come va?
Lillo
Vado bene E tu? Veramente con una distorsione al ginocchio
Salvo Messana
a proposito di santa rosalia
una volta parlando con sergio amato mi diceva di essere convinto che la diffusione del culto di santa rosalia era opera dei del carretto
la diffusione nella sicilia
non solo a racalmuto
Lillo
Dicerie approssimative: a Racalmuto sorge quel culto nel XV secolo per merito o per altro di Costanza Chiaramonte, che poi i Del Carretto dissero essere una loro antenato (del che dubito). Nel 1626 fu Beatrice Ventimiglia a comprora qualche ossicino dal suo parente il Cardinalke Doria. Nel Settecento quel culto a Racalmuto si affievolisce sino a sparire per una conpravendita tra il nobile prete Grillo e il conclamato canonico Mantione. Una decina di anni fa si deve alle ricerche del dottore Calogero Taverna se la Santuzza di Palermo torna ad essere celebeata come la vera ed unica Patrona di Racalmuto. In questo sono stato ovviamente seguito dal mio amico Padre Puma. Sergio Amato se non erro è quello che cervelloticamente attrvusce croste pittoriche a Pietro D'Asaro.
Salvo Messana
cosa é la compravendita tra il canonico e padre grillo?
Lillo
L'importanza delle chiese a Racalmuto si commisurava alle predilezioni dei racalmutesi di farvisi seppellire. La Ventimiglia che se la faceva con l'arciprete don Vincenzo del Carretto fratellastro illegittimo di Girolamo del Carretto quello che fu occisus a servo e che era stato marito della stessa Ventimiglia, ci impose la chiesetta di Santa Rosalia come chiesa di riguardo. Ma la gente non vi si faceva seppellire e quindi la chiesetta che stava in via Marco Antonio Alaimo ma dalla parte del quartiere di San Giuliano cominciò a deperire sino a divenire collabente. Allora padre Grillo dei Baroni Grillo se la comprò per farne una stalla. A vendergliela fu l'arciprete Mantione a fine Settecento quando non era ancora canonico. Il prezzo fu singolare : una brutta statua della Santuzza messa su un altare periferico della Matrice, ove ancora si trova.
Salvo Messana
allora devo dirle alcune cose
le ho giá detto che mio nonn emilio era diretto discendente dei mantione per parte di madre e la casa dei mantione é proprio quella dove abita attualmente mio fratello
in quella casa sino a quando mia nonna non le vendette a un rigattiere, c'era un enorme crocifisso da parete con reliquario e una pittura di s giuseppe. io pensavo que dette opere fossero originarie della chiesa del purgatorio
e finite l'i per opera di padre annibale mantione o dell'altro padre mantione
Lillo
Non mi tornano varie cose. Comunque posso sbagliarmi. Mancandomi i documenti, mi astengo. Le faccende del Crocifisso mi paiono bene da te interpretate.
Salvo Messana
di storico c'é che avevano un crocifisso enorme e una tela di san giuseppe
che essendo la casa dei mantioni e dei preti di tale famiglia
Lillo
che credo proprio provenissero dalla chiesa del Purgatorio.
Salvo Messana
uno di loro trascinó queste opere a casa sua, probabilmente per devozione e pio rispetto
anche perché credo sia stato proprio padre Annibale a sovraintendere a detta chiesa
Lillo
A dire il vero non conosco molto bene la faccenda del Purgatorio.
Salvo Messana
comunque la cifra di 5000 abitanti per la racalmuto di epoca medievale é enorme
invece della sciavitú a racalmuto, cosa mi sa dire?
Lillo
Innanzi tutto non mi risulta che nel Medioevo a Racalmuto vi siano mai stati 5000 abitanti. Nel 1375 l'arcidiacono Bertand du Mazel non arrivò a contare più di 600 anime che stavano in case copertae palearum- Il Mantione a fine Settecento non numerò più di 3600 anime. Quanto alla schiavitù mi risulta che solo i Del Carretto avevano schiavi negri al loro servizio, un paio ma non di più. Solo una giovana vedova nel Seicento aveva una sclava negra quando stava nel palazzo ora del Mulè- Credo che avesse un petto sovrabbondante che mostrava ben volentieri. Da qui quei ficu che chiamiamo minni di sclava.
30/08/2014 7:38
Salvo Messana
perchè mi pretendi apirante a nobilotto
?
Lillo
Ho distrutto banche persino vaticane, figurati minchiate storiche di un paesello che come brillantemente scrivo nel mio RACALMUTO DEI MILLENNI è stato "una comunità di uomini nè angeli né demoni, ma un po' dell'una e dell'altra natura, di un popolo che non avendo mai avuto bisogno di eroi (per non avere guai) di guai ne ha avuti tanti per non avere mai avuto bisogno di eroi" (pag. 195). E.N. Messana scrive della sua famiglia: (le figlie del Del Carretto " vi sarebbero forse rimaste [in convento a Palermo] se non fossero state riportate in paese nel 1600, per volontà del padre, allarmato dell'insurrezione contro il nuovo pretore, In quell'occasione Giovanni IV promise le figlie in moglie a quei cavalieri che gliele avessero ricondotte al Castello sane e salve. La sorte arrise al milite Scipione Savatteri che sposò Maria ed ebbe in dote il feudo di Gibillini". (v. p. 104). Mai cazzate più grosse potevano essere impiastricciate. E pensare che i Del Carretto non avevano giurisdizione alcuna su Gibillini, inteso come feudo connesso al Castrum omonimo. Forse per questo, il nostro grande Tanu Savatteri mi discredita retrocedendomi a malaccorto autore di una "controstoria", Io appartengo ad una famiglia di cui nulla ho millantare ma per fortuna nulla ho di cui vergognarmi.
Salvo Messana
minchiate depositate chissà dove
genio è da 40 anni quasi che è morto
il libro ha 50 anni
molta approssimazione
e molto narcisismo
ma alla fine fu un'opera in parte storica e in parte politica
molto gli venne dalla lettura della storia di serafino messana
manoscritto custodito non so se da federico o da nino
purtroppo la storia è una soddisfazione contemporanea
sempre variabile
con il tempo
vado a letto
una buona giornata
Lillo
ciao carissimo. Ovvio le aspirazioni nobiliari non volevano essere addebitate a te. Credo di essermi spiegato dopo- So delle minchiate di Serafino. Ne scrivo altrove. Ma giusto: de mortuis nihil nisi bonum! Quel manoscritto mi pare che l'abbia ripreso Nino per scriverne lui un romanzo. (romanzo appunto!)
31/08/2014 19:29
Salvo Messana
come procede l'estate
Lillo
A Racalmuto, divinamente. E a Lima?
Salvo Messana
inverno
cezanne definì il cielo di lima colore ventre di asino
Lillo
debbo darti una buona novella .. tuo fratello mi pare si stia avviando per la strada giusta. Deve però liberarsi del tutto dei pesi morti se non addirittura malefici ed avvalersi di quelli che gratuitamente vorremmo dargli una mano.
Salvo Messana
si è sobbarcato un'impresa immane
è un galantuomo, però in questa situazione non basta
Lillo
Forse sarà la medicina giusta. Con qualche effetto forse ritardato ma alla fine arriva. Come perseveranza non scherza. Poi lascia parlare. Chiude i padiglioni auricolari.
Salvo Messana
si è paziente
in questo ha qualcosa di federico anche se non ne condivide l'oratoria stremante
Lillo
Sono due personalità diverse. Del resto mi dicono che Emilio non dà più alcuno ascolto a Federico (e fa bene).
Salvo Messana
emilio è molto più pragmatico che federico
Salvo Messana
dove è la fontana del vozzaro?
Lillo
In contrada Grilletto sotto il Castelluccio, nelle adiacenze delle tere di Totu Falcu
Salvo Messana
mi piacerebbe fare una passeggiata con lei per scoprire la nostra terra
Lillo
Torna presto. Fatti dare un incarico di ricerca dal sindaco Messana alla quale mi dedicherai gratis ben volentieri. Per i fondo bastasmobilitare i 15 milioni di crediti certi liquidi ed esigibili che io potrei fare scontare o mondetizzare dalle banche amiche di D'Alema senza dunque toccre le tasache dei racalmutesi. Ma tra i debitori c'è il Mediocredito Centrale, l'Unicredit ed altri enti bancari e Dì a tuo fratello che mi diauna mezz'ora di ascolto riservato e gli spiego meglio la cosa. Diversamente va a finire che sarà proprio tuo fratello apagare le colpe di quarant'0anni di mala gestio-
Salvo Messana
abbiamo persone valide
Lillo
Dove?
Salvo Messana
tipo domenico romano che ha fatto scavi archeologici
il figlio maggiore di anni ruggenti
Lillo
no comment!!!
Salvo Messana
ho un po' delle riserve per il fatto que provenga dal geometra
però di stratigrafia se ne intende
poi la gente ha paura a valorizzare il patrimonio
temono gli espropri
Lillo
Occofrrono prima i vincoli archeologici pertinenti; poi le autorizzazioni della Sovrintendenza, non si dovrebbero evitare i debiti espropri. Quindi le pratiche per le sovvenzioni comunitarie. C'è una sola persona capace: il dottore Calogero Taverna che ti assicuro non ha interessi personali o parentali di sorta.
Salvo Messana
questo lo so
04/09/2014 1:54
Salvo Messana
carissimo, come sta?
Lillo
stasera sono andato d'accordo con tuo fratello.
Salvo Messana
mi fa piacere per entrambi
volevo chiedere nella lista di morti, cosa significasse tau
appartenenti al terz'ordine?
Lillo
lettera greca che forse dovrebbe significare morte. Follia francescana. ma appurerò
Salvo Messana
la lettera greca della morte è omega
molti cognomi sono scomparsi
Lillo
no caro. Omega potrebbe significare 'fine' opposta ad alfa (inizio). Tau quale inizio della parola. Per ora sono tutto dedito a santa Rosalia e alle stronzate che ho sentito stasera anche da paludati ingegneri racalmutesi,.
Salvo Messana
cuti
con ettore come va?
comunque nel '600 o non c'erano messana o non ne sono morti
Lillo
Dopo i miliardi sprecati per il castello che dicono chiaramontano a seguito di una triplice contrastante valutazione dello stesso ingegnere, dopo sta storia in cui hanno fatto entrare quel giovane nostro presidente Napolitano, ora mi pare che ci sia la solita congiura dei locali affaristi per appioppare a prezzo stratosferico il palazzo dei Romano, alias arcu di don Illuminato. Di' a tuo fratello che stia accorto.
Salvo Messana
cuataia è uomo pericoloso
assai
Lillo
Ho appurato purtroppo che nel Seicento non c'erano i MESSANA. Solo nei primi decenni del Settecento approdano signori che i preti allora registravano come Missana e quelli stessi dopo Messana-
Salvo Messana
un affarista intrallazzato con i peggiori progettisti fotti sovvenzioni europee
chissà da dove vennero
anche qua c'è finito un missana
almeno un alunno così si chiama
comunque anche qua si inventano un sacco di cazzate per estorcere soldi
Lillo
Con Ettore a gonfie vele. Le tre tremende accuse di Li Causi le ho sbrindelalte tutte. Ora spero di trovare un avvocato che faccia gratis le denunce penali.
Salvo Messana
bene
Lillo
buona notte caro. Qui sono le 2,45 di notte. Vado a letto.
Salvo Messana
anche nicoletta sveglia
che succede?
04/09/2014 15:22
Salvo Messana
da qui buongiorno
trovata la tettina di rosalia sinibaldi?
Lillo
la stanno cercando . C'è una zia ultracentenaria di un certo ingegnere che assicura di avrla conservata un frigo da mille anni.
Salvo Messana
storie da garcia marquez
mille anni di santitá
Lillo
c'è DAVVERO DA SCRIVERCI UN ROMANZO
Salvo Messana
la religiositá nostrana e italiana in generale mi fa chiedere se siamo avanzati o ci tratteniamo amabilmente in un contesto da sfondo ai romanzi di croce sul semplice Bertoldo
13/09/2014 16:29
Salvo Messana
buongiorno
14/09/2014 16:37
Salvo Messana
salve
Lillo
Salve carissimo. Che mi dici?
Salvo Messana
sto leggendo il suo post sulle origini
Lillo
Ci trovi qualcosa di interessante?
Salvo Messana
mi permetto di farle notare un errore
Lillo
dimmi
Salvo Messana
Solo verso il VII secolo la moneta con il granchio di Agragas sembra far capolino nelle fertili plaghe del nostro altipiano
akragas se non erro fu fondata nel 580
Lillo
Questo vero. Pruò darsi che abbia commesso qualche errore di battatuta. Ne faccio tantissimi.
Salvo Messana
lesicuro IV
quando a suo avviso sarebbe stata fondata racalmuto
Lillo
Alla fine del XIII secolo dopo Cristo!!!
Salvo Messana
verso il '30
300
il problema della storia di quasi tutta la sicilia è la sua natura di insediamenti eminentemente agricoli
comunque lillo costa mi raccontava, come testimone oculare, di numerosi rinvenimenti fatti durante degli scavi alla scintilia
Lillo
Al tempo del Vespro Siciliano (o Vespri Siciliani che dir si voglia ) Racalmuto finalmente emerge come discreto Casalis (ma niente di più).
Salvo Messana
le mappe del vaticano di che secolo sono?
Lillo
Comunque nel II, III e IV secolo dopo Cristo è fuor di dubbio che sotto l'attuale Camposanto vi erano cotivazioni di zolfo da parte di liberti nordafricani. Le ultime tesi del De Miro mi convincono molto, come scrivo e riscrivo in tanti miei scritti. Ho confessato che col passare degli anni a motivo di scoperte documentali e bibliografiche il mio pensiero si è evoluto. Non pago nessuno scotto alla coerenza.
Salvo Messana
in questo periodo la sicilia si latinixzza finalmente
e i rapporti con l'africa sono molto stretti
basta ance ricordare la leggentda si s calogero
Lillo
Le più antiche carte del Vaticano che mi è stato possibile riscontrare zsu Racalmuto risalgo alle Collectae del Reg. Aven. 192 Gregorius XI AN IV part I Rationes collectoriae Reistricarvisi (meno oi professionisti).gni Neapolitani 1308-1310 Scrittura semionciale latino brachigrafia- Sfido chiunque a d
Salvo Messana
certo, interpretare una scrittura brachigrafica è impresa da leonardo da vinci
Lillo
Non proprio da Leonardo, ma insomma facile non è: certo una scuola di paleografia a Racalmuto specie per quanto riguarda il latino dell'alto medievo sarebbe provvidenziale e proficuo: Quanto turismo e quanta crescita economica. Ma i nostri governanti passati presenti e futuri pure negli angusti limiti degli enti autarchici mi paiono insensibili.
Lillo
Ho molti dubbi che la Sicilia si sia latinizzata durante la decadenza dell'Impero Romano. Certo solo in questo periodo abbiamo avuto la cittadinanza romana. Ma con ciò? La parte nord della Sicilia è rimasta grecofona anche sotto gli arabi incapaci di conquistarla. E noi racalmutesi parlavamo greco e smerciavamo con moneta bizantina anche molto tempo dopo Tiberio II e Eracleone come attesta il noto tesoretto bizantino trovato 1940 dietro la stazione ferroviaria. (cfr. il mio Racalmuto nei millenni pag. 41 e segg.) Certo a me la storia di Racalmuto non me la racconta né la zia Carolina, né Serafino Messana e manco Nino Vassallo.
Salvo Messana
vorrei una copia del suo libro
quando lo ha pubblicato?
Lillo
Nel 2004- Dammi l'indirizzo esatto e te lo spedisco.
Salvo Messana
farlo arrivare a lima è un'impresa immagino
Lillo
Basta andare alla Posta, qui- Quando poi arriva lì non saprei proprio.
Salvo Messana
non ce l'ha su word?
Lillo
IL TEMPO DEI BIZANTINI Attorno al VI secolo d.C. a Racalmuto si ebbe un discreto diffondersi della civiltà bizantina: ne è probante testimonianza il tesoretto di monete studiato dal Guillou. Aspetto singolare è il luogo del ritrovamento delle monete, dietro la Stazione Ferroviaria, in contrada Montagna. Ciò fa pensare che la zona fosse tutt’altro che disabitata. E dire che il centro abitativo più intenso, per tradizione, viene individuato piuttosto lontano, ad un paio di chilometri circa, attorno alle Grotticelle. Per Biagio Pace le Grotticelle erano - come si è detto - un ipogeo cristiano. I Bizantini racalmutesi, ormai decisamente convertitisi al cristanesimo e sicuramente grecofoni (il fondo di lucerne del tempo colà rinvenute portano marchi in greco), curavano la loro cristiana sepoltura ed è un peccato che vandali locali abbiano frugato all’interno di quelle tombe, distruggendo un patrimonio archeologico d’incommensurabile portata storica. Ma la zona resta pur sempre ricca di reperti e saranno gli scavi futuri a fornire materiale esplicativo di quel periodo storico, oggi affidato solo alle fantasie degli eruditi locali. (Invero neppure il Guillou è esaustivo ed il competente Griffo ( ) retrocede la datazione delle monete al V secolo: data improbabile se le effigi degli imperatori bizantini sono di Tiberio II ed Eracleone, di oltre un paio di secoli posteriori. ) Un interessante rinvenimento archeologico si ebbe nel 1990 in contrada Grotticelli, ma le pubbliche autorità si sono per il momento decise a imporre la ricopertura e si sono peraltro limitate ad imporre un vincolo sul territorio interessato. Nel decreto della Regione Siciliana del 10 luglio 1991 viene sottolineata «la notevole importanza archeologica della zona denominata Grotticelle nel territorio di Racalmuto interessata da stanziamenti umani di epoca ellenistica-romano-imperiale, costituita da ingrottamenti artificiali ad arcosolio e da strutture murarie abitative affioranti». Non viene precisato altro. Tanto comunque è sufficiente a comprovare un più o meno vasto insediamento in quella zona a partire da un’epoca che per quello che abbiamo detto prima può farsi risalire ai tempi della caduta dell’impero romano. L “ipogeo cristiano” di Biagio Pace, ma più appropriamente bisognerebbe parlare di “epigeo”, si troverebbe in «quell'abitato prearabo che fa postulare il nome di Racalmuto» ( ) Nostre personali ricerche ci fanno pensare che lo spunto del grande archeologo poggerebbe su questo passo del Tinebra Martorana: «..alla contrada Grutticeddi esiste un poggetto di masso scavato in una grotta; da molti mi fu assicurato che in quella grotta furono rinvenuti dei sepolcri scavati nel masso con resti di ossa». Da qui - ad esser franchi - all'ipogeo cristiano ce ne corre. Una ipotesi dunque, ma tutt'altro che inattendibile come i recenti ritrovamenti nei dintorni sembrano comprovare. Di certo sappiamo che le Grotticelle erano una plaga abitata anche al tempo dei bizantini. Grotticelle e dintorni poterono dunque essere fattorie o pertinenze di 'massae' soggette al papa Gregorio nel VI secolo o alla chiesa di Ravenna oppure costituire beni propri della corte di Bisanzio. Sulla scia di autorevoli storici ( ) è pur congetturabile una sorta di continuità tra l'assetto agrario dell'epoca bizantina e quella della Sicilia post-araba. La frattura saracena a Racalmuto, come altrove, fu profonda ma non insormontabile. L'ultimo reperto relativo a Racalmuto pre-arabo (stando almeno a quanto per adesso disponibile) resta, tuttavia, il cennato ripostiglio di aurei imperiali (oltre duecento) rinvenuto casualmente in contrada Montagna. Sul ritrovamento delle monete a Racalmuto, ho sentito varie versioni pittoresche sin dalla prima infanzia: lavori di scasso per l'impianto di una vigna; scoperta del tesoro da parte di operai, tra i quali un contadino di non eccelse capacità intellettuali; rapacità del padrone del fondo; imprevista denuncia del minorato; intervento dei carabinieri e sequestro delle monete finite al Museo di Agrigento. A quel ripostiglio si riferisce André Guillou ( ), secondo il quale è da collocare nei secoli VII-VIII il «numero notevole di tesori di monete ... dispersi nell'isola», tra i quali le monete di Racalmuto costituite da «205 pezzi, riferentisi a Tiberio II - Héracleonas».. ( ) Quelle monete sono oggi custodite in una sala sempre chiusa del Museo Agrigento, quasi a simbolo del pubblico oscuramento della nostra antica storia locale. Se non fosse stato per il francese Guillou, le ultime vicende bizantine di Racalmuto sarebbero restate nell'oblio o inficiate da errori di datazione ( ).
Lillo
Il libro è piuttosto lungo e non sono riuscito a trasferirlo tutto in FB. Se tu scandagli il mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO con le parole chiavi RACALMUTO NEI MILLENNI lo trovi quasi tutto.
Salvo Messana
perfetto
16/09/2014 2:37
Salvo Messana
regalbuto che origini ha?
Salvo Messana
non so se tu sia concorde, ma dato che spesso, per i forestieri capita di confondere racalmuto con regalbuto
la prima parte del toponimo è latina, ma buto no
potrebbe venire da gibuth
16/09/2014 7:55
Lillo
direi che sarebbe per me ina intrusione in campo altrui. Mentre con tutta onestà debbo dire che non sono sicuro di nulla sulla vera etimologia di questo toponimo Racalmuto che senza dubbio fonema arabo so con certezza che viene appiccicato, credo dai benedegttini di Favara, dopo la denominazione araba non ho proprio alcuna prtopensione a sfurniciarimi per spiegare l'ancor più antico toponimo di Regalbuto. Del resto reputo scienza risibile quella xdell'etimologia di fonemi dalle origini ignote. Convengo con te pefr le tante confusioni di Regabilbiuto con regalmeuto. Ultima per me: in un testo autorevolissimo si attribuiva a Racalmuto un diploma della Curia Messinese molto interessante per le vicende storiche che coinvolgeva. Dopo ricerche e ricerche vengo a scoprire che il diploma riguardava diriritti feudali dell'arcivescovo messinese su Regalbuto e non su Racalmuto. Quanto ad un altro aspetto, andiamoci piano a dare significato arabo a certi fonemi magari storpiandoli (classico quel nostro Nuto che si cambia arbitrariamente in Mauth). Ho cercato di far leggere e tradurre il passo dell'Edrisi che parla di Gardutha e che tanti appioppano a Racalmuto: nessuno riesce a spiegarmelo. La lingua araba non esiste_ esistono migliaia di dialetto. E' notorio che gli arabi recitino il loro Corano senza afferrne ilk senso, come noi il latino della Messa di un tempo.
17/09/2014 1:36
Salvo Messana
salve
interessante la sua ricerca sulle origini
Lillo
salve- Qui è tardissimo
Salvo Messana
sono pienamente concorde con lei a mio avviso tal fra diego doveva essere un energumeno grassatore di campagna
lo so
qual le 18,37
Lillo
lo credo. una grande differenza Qui l,e una e 37 del giorno dopo.
Salvo Messana
sono 7 ore
poi in europa c'è questa stronzata dell'ora legale
Lillo
Aggiungi che trovo in Matrice un atto in cui fra Diego La Matina quello che Sciascia (sbagliando persino l'anno) fa finirie sul rogo, mi risulta vivo dieci anni dopo che era morto.
Salvo Messana
qualche omonimia
quante minchiate sciascia ha scritto
indubbia la grandezza letteraria
pero umano vanesio lo era e anche abbastanza
cercare di fare assurgere racalmuto a novella firenze del '600 è una minchiata che alle mendaciae poetarum
fa un baffo
anche le minchiate che racconta tipo che in casa della zia maestra leggeva i pamphlet francesi
al massimo vi avrebbe trovato il catechismo di Pio IX
megalomani degli anni '20
Lillo
Ti dirò: non so quale è la verità su fra Diego. Con molta onestà Sciascia lo ammette anche lui. Ora hanno persino trovato che il fra Diego delle prigioni palermitane veniva trattato a sangria e a brodo e carne di gallina-Quello che io penso è che un lestofante beccato dai gendarmi civili di allora a fare il grassatore per non farsi impiccare seduta stante si sia contrabbandato come il diacono (il maggiore degli ordini minori) fra Diego la Matina di Racalmuto di cui sapeva l'esistenza. Ma è congettura e la storia non si fa con le ipotesi o con le confidenze della zia Carolina
Lillo
Sulle letture in casa delle zie concordo pienamente con te-
Salvo Messana
ma racalmuto anche nelle arti figurative esprime una cultura popolare contadina
quel tanto di latino conosciuto dai preti per mandare avanti il divino ufficio
Lillo
ma vi sono sempre quelle folate solfifere che ci rendono "straordinari".
Salvo Messana
nell'800 comincia a sorgere qualche velleità letteraria ispirata dagli sbuffi melanconici di certo romanticismo e infarcita di morente classicismo
Lillo
perfetto!!!
Salvo Messana
del resto a detta di mia nonna la centenaria racalmuto era conosciuta in passato per l'alto tasso di fuddria
quello che purtroppo si è perso è la straordinaria invettiva popolare
Lillo
insomma la corda pazza bene o male la suoniamo tutti a Racalmuto. Non me ne sento immune. E per giunta me ne vanto.
Salvo Messana
la legenda del nostro gonfalone è epiteto per eccellenza del siciliano
malandrino
Lillo
ti devo salutare. Mi moglie vuole che vada a letto data l'ora tardissima- Sul gonfalone ho scritto qualcosa (di provato) ovviamente contro corrente. E',una mistificazione della fine del Settecento- Prima era ben diverso e molto austero.
Buona pomeriggio per te.
Salvo Messana
lo immagino, i racalmutesi non sono molto fantasiosi
17/09/2014 3:38
Salvo Messana
che goduria leggerla!
mi fermo qua altrimenti non vado più a letto
spunta la confraternita di lu crucifissu
storie e beghe tremende per la mia famiglia
arriaviamo a lu "favarisi"
Crucifissu"
Salvo Messana
mio nonn Emilio aveva in gestione le terre "di lu Crucifissu", una bella sarmata di fronte alla nostra attuale proprietà. dette terre gli furono tolte dal tinebra, ammazzato dal Vizzini subito dopo la Guerra, proprio approfittando del fatto che mio nonno fosse in servizio in Grecia
Salvo Messana
è da 2 ore che leggo i suoi scritti, sorseggiando birra, mi perdoni le disconnessioni sintattiche
Salvo Messana
sono scoordinati riferimenti che la confonderanno. mio nonno Emilio aveva in gestione proprio le terre
vuoi vedere che i preti mantione si appropriano delle terre della menta della confraternita del crocifisso e una parte se la presero in gestione?
certo che la mia proprietà e quella di Zina erano in origine dei mantione, ovvero mio nonno la ereditò dalla madre
vincenza messana
fu mantione
e eriditò da testamento di padre annibale mantione