sabato 24 gennaio 2015

Vozzaro e PRG

E pensare che questo manufatto antico è in balia di chiunque. Niente recinti, Niente vincoli. Nel Piano Regolatore del 1980 la Soprintendenza imponeva solo un vincolo generico sul Monte Castelluccio. Cosa intendesse dire non segnando particelle catastali Dio solo sa. L'ufficio Tecnico di Racalmuto non so come abbia inteso questo vincolo; per quel che intuisco tamquam non esset. Dopo la Fiorentini vincolò qualcosa ma credo che finì col danneggiare. Limitando il vincolo ad alcuni terreni che potevano infastidire qualche altro, ha finito col caducare il vincolo più ampio pur se indefinito. Ma Racalmuto è il paese dei balocchi. Oggi il sindaco, strafottendosene del vero problema, quello della iniqua tassazione, si crogiola per il fatto che il giornale di Sicilia esulta per il parco giochi (chi l'ha visto?) dei bambini di Racalmuto.

















Caro Emilio tutto quello che dici è infondato, indebito, erroneo, da grandi responsabilità penali civili e amministrative. Che vuoi estorcere soldi ai cittadini che nulla ti debbono. Non ci credi? Te lo dimostrerò.

Il sindaco di Racalmuto interviene sulla vicenda che in questi giorni sta infiammando il paese.

Ospitiamo un intervento del sindaco di Racalmuto, Emilio Messana, sulla vicenda bollette spazzatura, in questi giorni, a Racalmuto, al centro di molte polemiche anche all’interno della maggioranza che sostiene il sindaco.
Emilio Messana
Emilio Messana
Abbassare la tassa sull’immondizia è un obbligo per il Comune di Racalmuto. Le leve da azionare sono due: la riduzione del costo del servizio e la richiesta di pagamento a tutti i cittadini.
Quando ci siamo insediati il costo del servizio era già andato per sette mesi su dodici, siamo riusciti ad abbassarlo nell’anno 2014 di circa 350.000,00 euro, con notevoli benefici in bolletta per i nostri concittadini. La gestione del servizio insieme ai Comuni di Grotte e Castrofilippo porterà un ulteriore abbattimento dei costi, puntando sulla raccolta differenziata.

Sul fronte della distribuzione della tassa, quando ci siamo insediati, il Comune doveva fare la bollettazione per l’anno in corso mentre il recupero dell’evasione era affidato a GESA, che tratteneva gli importi recuperati e fatturava al Comune circa 25.000,00 euro per il servizio.

Quest’ultima aveva individuato una platea di contribuenti che non avevano effettuato la denuncia e inviato i relativi avvisi di accertamento per gli anni 2006 e 2007.
Il recupero fatto da GESA era molto parziale; chi aveva pagato la tassa, negli anni, si era caricato il costo di altre utenze non dichiarate e sfuggite agli accertamenti. Abbiamo chiesto agli uffici se erano nelle condizioni di effettuare l’accertamento per gli anni pregressi sì da toglierlo alla Gesa. L’obiettivo era di individuare tutti coloro che negli anni non avevano pagato la tassa ed evitare che i relativi importi finissero nelle casse della Gesa. L’ufficio ha chiesto l’assistenza della società che nell’anno 2013 aveva fatto la bollettazione della tarsu al costo di €. 18.000,00. Si è ottenuto che al costo di €. 14.000,00 la società facesse la nuova bollettazione della TARI per l’anno 2014, l’accertamento per la mancata dichiarazione Tarsu anno 2008, l’accertamento per l’infedele dichiarazione tarsu anno 2009.
La Gesa ha fatto valere la vigenza della delibera con la quale il Comune di Racalmuto le aveva assegnato il recupero dell’evasione. Ne è nato un contrasto, risolto, sul finire del mese di ottobre, con la revoca della delibera.
Sono stati inviati 1703 avvisi per omessa dichiarazione Tarsu anno 2008 per circa 273.000 mq e 1091 avvisi per infedele dichiarazione anno 2009 per circa 53.000 mq.
In un paese già oberato dalla tasse, l’effetto è stato sconvolgente. Il Consiglio Comunale ha chiesto la sospensione e si annuncia una raccolta di firme di un Comitato per la sospensione della riscossione di queste bollette.
Mi sento innanzitutto di chiedere scusa ai miei concittadini che si sono visti recapitare avvisi di accertamento per importi non dovuti. A loro rivolgo un appello: recatevi negli uffici comunali e rilevate l’errore, le bollette saranno annullate a vista e la banca dati si perfezionerà. A quanti si sono visti recapitare avvisi per tasse effettivamente non pagate rivolgo l’invito a recarsi presso gli uffici comunali e concordare termini e modalità di pagamento, beneficiando della riduzione ad 1/3 della sanzione applicata. Se vorranno otterrano la sospensione dell’avviso per novanta giorni, che la legge e i nostri regolamenti prevedono senza passare da nessun banchetto. Prima si concluderanno l’accertamento e la bonifica degli errori prima sarà possibile inserire i nuovi mq accertati nel ruolo per l’anno 2015, consentendo un notevole abbassamento del carico della tassa su ogni utenza. Inoltre il recupero delle somme non pagate negli anni precedenti non andrà più alla Gesa e potrà essere utilizzato per abbassare il costo del servizio da inserire nella tari 2015 e in quella degli anni successivi.
Il Comune di Racalmuto
Il Comune di Racalmuto

Chi lo vorrà potrà anche definire non solo l’anno 2008 o 2009 ma anche gli anni successivi, evitando che la sanzione sia applicata per ogni anno di imposta non pagata. Porteremo in Consiglio Comunale una proposta di regolamento per la rateizzazione del pagamento dei tributi comunali, che prevederà fino ad ottanta rate in ragione degli importi da versare.
All’ufficio abbiamo chiesto una relazione dettagliata sulle modalità dell’accertamento e sull’attendibiità delle banche dati utilizzate e di assumere tutte le iniziative necessarie a tutelare i nostri contribuenti, ivi comprese la sospensione degli avvisi, l’annullamento d’ufficio di quelli che dovessero risultare viziati dai controlli che saranno effettuati, la verifica puntuale di quanto effettivamente dovuto per le residenze stagionali. Per assicurare la massima assistenza, saranno aperti anche nel pomeriggio dal lunedì al venerdì.

Il problema delle tasse è enorme, ma va affrontato: ridurre i costi dei servizi e distribuirne il peso su tutti i contribuenti e non su una parte come è stato finora. Pagare tutti per pagare di meno un servizio a costi ragionevoli. E’ un obiettivo che richiede azioni anche impopolari, ma che vanno in direzione dell’equità, dell’efficienza e dell’abbattimento delle tasse. La protesta dei nostri concittadini in difficoltà va compresa e mai ammaliata con soluzioni che non affrontano il problema ma lo rinviano, generando aspettative che rischiano di essere deluse.
Emilio Messana
Sindaco di Racalmuto
Divertente, divertentissimo. Signor Sindaco, le cose non stanno come tu dici. Se fossero come tu dici si accingano i racalmutesi a farsi ILLEGITTIMAMENTE salassare. Io sono venuto da Roma per venire insolentito dal tuo ufficio come reprobo VIOLATORE, Dice Lauricella che ha accertato il 3 dicembre questa mia delinquenza tributaria. E' una settimana che mi reco al Comune per discutere con SCIENZA e COMPETENZA la mia EMBLEMATICA questione. Non so con chi? con Alaimo Di Loro Liborio o con Restivo Maria Teresa, oppure con i CONTRATTISTI Alaimo Roberto, Mendola Pasquale, Morgante Antonina, Morreale Mariangela, Carlino Angela, Matteliano Salvatore oppure con le L.S.U.. Rizzo Antonia o Mantione Carmela o magari con il capo dell'ufficio Affissione Chiarelli Calogero. Non ci sono riuscito e me ne debbo tornare a Roma. E con loro, parlo di codice penale (delitti contro la pubblica amministrazione) civile amministrativo, tributario etc,? Ci sono stato nelle ore (brevi) d'ufficio. Una folla enorme. Non ci sono riuscito, il capo è poi a lutto. Capo? ho presente quando l'altro anno una contrattista l'ha mandato letteralmente a fare in quel posto e così mia moglie si dovette accontentare di uno strano e indebito sgravio di una imposta regolarmente pagata e che non risultava così perché in quel natale le impiegate se ne erano andare a fare li cuddrureddri essendo Natele e non avevano registrato i bollettini postali. Il caso mio di ora è ancora peggio. Caro Emilio tutto quello che dici è infondato, indebito, erroneo, da grandi responsabilità penali civili e amministrative. Che vuoi estorcere soldi ai cittadini che nulla ti debbono. Non ci credi? Te lo dimostrerò.


http://www.malgradotuttoweb.it/bollette-spazzatura-messana-pagare-tutti-per-pagare-di-meno/

di un vecchio arciprete del 1515 cognominato DE SALVO

Questo è l'esordio del documento che ho già pubblicato- Riguarda la Matrice di Racalmuto. Attiene a un diritto di successione arcipretile. Era morto l'arciprete De Salvo e intanto subentrava un fiduciario vescovile. Anno: 1517. Se vado a leggere la piastra funerea maiolicata (quanto è costata?) che incolti di storia ecclesiastica locale hanno appiccicato davanti ad una torre campanaria della Matrice per sbalordire i visitatori esteri,  resto annichilito dalla serie di strafalcioni storici che vi alberga. Questo documento - ovvio - non l'hanno mai visto. Pensano che possono fare storia (e quattrini) affidandosi al racconto della zia Ermenegilda. Non penso che oltretutto sarebbero in grado di leggere questi geroglifici. Veramente manco padre Puma. Solo che lui ebbe l'umiltà o l'astuzia di consultarmi e così correggere persino il dattiloscritto della curia circa gli arcipreti che si erano  succeduti nella Chiesa arcipretale dell'Annunziata.








Sciascia sbaglia

sabato 7 dicembre 2013


Santa Maria Maddalena Penitente, di Pietro D'asaro pittore secentesco di Racalmuto

Come bibliografia sul quadro di Santa Maria Maddalena trovo nel catalogo Sciascia citato solo il Tinebra di pag. 187 ove leggo solo "nell'anno 1622 il rev. Santo Agrò, nel suo testamento gli [ a Pietro D'Asaro. n.d.r.] legava 20 onze, per dipingere il quadro di Santa Maria Maddalena penitente, il quale trovasi ora in un altare vicino al SS. Sagramento, nella chiesa di Maria SS.Annunziata, nostra Matrice." Condensata così la notizia è persino innocua quanto vacua. Non legittima Sciasia a scrivere che codesto prete, senza infamia e senza gloria, addirittura "volle' bella una chiesa e vi profuse il suo denaro".  Invero il Tinebra in altra parte del suo volume storico di Memorie aveva precisato che " la chiesa Madre, che allora era detta S. Antonio Abate, assumesse quella di Maria SS. Annunziata, come chiamasi al presente." Vi sono qui improprietà storiche che credo di avere dipanate nei miei scritti resi pubblici a mie spese. Annota il Tinebra: "Devo qualche notizia intorno alla matrice ed alla Chiesa di Maria SS. del Monte alla gentilezza del Signor Salvatore Sferlazza che ringrazio." Su che basi fondasse quelle conoscenze il sig. Sferlazza, non mi è dato di sapere. Per quel che qui interessa, il Tinebra aggiunge "Risulta poi dal testamento del rev. Santo Agrò del 1622 che lasciava questi in legato all'arciprete Traina certe somme per finire le due navate, che erano ancora incomplete, ed onze 12 al pittore Pietro Asaro, per dipingere il quadro di Maria Maddalena penitente, il quale attualmente trovasi posto nell'altare suddetto". Come sia andata veramente la faccenda coll'arciprete Traina crediamo di averla sufficientemente ricostruita: Giustifico che oggi ignorandosi quanto ormai reso acquisito ad una critica storica alquanto documentata, si continua a reiterare topiche disdicevoli per un paese che ha prestigio culturale da difendere. Non posso giustificare i dispensieri di fondi del Comune che optano per efebici scultorelli alabastrini anziché dotare  biblioteche scuole e centri studi, di strumenti e fonti per un approfondimento della storia locale.. Della faccenda Traina abbiamo già qui e nel nostro blog detto oggi abbastanza e non vogliamo ripeterci ancora.

venerdì 23 gennaio 2015

Bizzarrie di famiglia

La mia corrispondenza con la signora Andronico, vedova Sciascia, si limita a queste tre lettere ricevute. Cose di vent'anni fa. Tuttu buonu e binidittu. Si passa dalla benevola attenzione all'acre cordialità come nelle migliori tradizioni.  Un solo inciso mi colpì:


non autorizziamo la pubblicazione io e le mie figlie, per espressa volontà testamentaria dell'autore, la pubblicazione dei suoi inediti, le sue lettere, gli articoli nei giornali.

E questo inciso mi colpisce ancora appena in libreria compro ad esempio Fuoco sul Mare. Ma perché poi mi chiedo: questo sì, e FUOCO ALL'ANIMA (il migliore libro di Sciascia, per me) no! E perché la Fondazione che si regge con le mie tasse comunali deve reggere il moccolo a queste bizzarrie di famiglia?



una mia arma segreta monnezzara

Che cosa è mai questa? Un atto ... di amore monnezzaro. Che significa?Non posso svelare le mie armi segrete., Vedo agitarsi di qua e di là gente incompetente ma presuntuosa. Torneranno a mettere nei guai questo paese, Ripetono sempre lo stesso gioco. Mi domando perché non sentire chi in  .materia tributaria vi ha passato una vita Parlo del sottoscritto. Perché spingere il popolo a prenderla in quel posto per maldestra difesa? Perché chi non sa difendere manco se stesso ha la pretesa di avere persino la formula magica che porta invece alla dannazione.  Domanda al sindaco Messana - che pur mi conosce -: chi  gli impedisce di chiamarmi  e sentire il mio parere? Altrettanto dovrebbe fare il segretario GENERALE, ma quello chi l'ha visto?. Sappiano questi due signori che non pensino che tanto il responsabile per la legge Bassanini è Lauricella. Sì, quello se la vedrà brutta, agisce per la mia felicità, sgarra là dove àè pane per i miei denti. Voi due siete organi apicali, il meno che vi si può addebitare è CULPA IN VIGILANZA,  mi costringete a difendermi, scriveva di me Capriccioli IMPREVEDIBILE e IRREFRENABILE ed io la legge la conosco, la prassi pure, le vie burocratiche erano il mio mestiere.





onoriamo i nostri dispersi nella guerra del 1915-1918

29 settembre 2013


avete scorso i cognomi, ne avete riscontrato qualcuno in nero, in bianco in rosso tra quelli che vi organizzano fiaccolate commemorative, memorie dolenti, manifestazioni per la moralità

Calogero Taverna

martedì 23 luglio 2013

avete scorso i cognomi, ne avete riscontrato qualcuno in nero, in bianco in rosso tra quelli che vi organizzano fiaccolate commemorative, memorie dolenti, manifestazioni per la moralità del paese? ...

Ecco le vere VITTIME che Racalmuto non onora: morti in guerra, burocraticamente dichiarati "dispersi", senza tomba, senza un fiore, senza una lapide commemorativa nel loro paese, a RACALMUTO. Morti per la Patria, si diceva: neppure ricordati dalla Patria, dai locali preti, dai Signori di tutte le epoche del COMUNE, dai vecchi sindaci, dai nuovi aspiranti sindaci; loquaci nell'inventare miti, silenti verso i loro piccoli grandi eroi di paese. COLPEVOLI.
sabato 2 marzo 2013

ONORIAMO I NOSTRI DISPERSI IN GUERRA SENZA AVELLO NATI A RACALMUTO
Almeno Eugenio Napoleone Messana - che anche sindaco fu - un ricordo lo spese nel suo rigonfio volume sulla storia (rectius fantasie cronachistiche in elogia del suo allargato gruppo familiare) nell'elencare i DISPERSI del 1915-18. Però manco si curò di specificare chi era quel TIRONE reiterato ai nn. 32 e 33. Grazie al Messana comunque sappiamo chi furono questi MILITARI DISPERSI che dopo 40 anni tanto dispersi non potevano essere: Erano racalmutesi CADUTI nella criminale guerra del 1915-18. Se ben leggiamo furono trentadue giovani racalmutesi che partirono sani e salvi da Racalmuto. Presero il treno alla ancora fiammante stazione ferroviaria allo sbocco di quella che dopo trionfalmente si chiamerà Viale della Vittoria, alberato dal don Cesare, il benemerito fratello del fascistissimo don Enrico Macaluso, e non se ne seppe più nulla. Morirono, sì morirono tre nel 1916 fra cui il fratello di mia nonna FALCI CALOGERO NATO A RACALMUTO IL 12 GENNAIO 1895 ad appena 20 anni .... e undici mesi preciseranno i fastidiosi statistici, ma non vide l'anno del suo ventunesimo genetliaco. Era un gran bel giovane: bello come tutti i Falci di Racalmuto ed anche quelli che nacquero e prosperarono a Montedoro o magri dopo in Continente. Un bell'ingrandimento luccicava nell'anticamera vasta dell'alcova all'antica della casa di mio bisnonno Caliddru, casa sotto strada che quando pioveva dovevi immettere una lastra lignea per non fare trasiri l'acqua intra. Fin dai primi vagiti dovetti mirare quella bella foto, accanto ad un'altra.
L'altra foto era quella di mio nonno Calogero nato a Racalmuto l'11 aprile 1880. Il Messana lo annota al n.° 28. Burocraticamente soggiunge: "disperso il 24 maggio 1917". No, signor Messana: morto in località mai comunicataci, solo un numero di quota. Ne abbiamo parlato altra volta. Certo, signor Messana, un disperso la sua gloriosa famiglia non ce l'ha e manco quella dei suoi parenti Savatteri e manco quella dei dominanti Matrona e manco quella dei signori Grillo o dei signori Tulumello o dei signori Vinci e manco quella di qualsiasi dei galantuomini che bivaccavano al Circolo dei Galantuomini. E sa perché? perché quelli alla visita di leva tutti riformati risultano. Non mi crede? Poteva consultare i begli archivi municipali, benissimo tenuti dalla famiglia Tulumello. Allora mica era come ora. Io li ho consultati e vidi e fremetti. Un'inchiesta farei. Lo sa perché il grande oculista Cucco finì in ultimo in disgrazia alla fine del fascismo? Perché cavava un occhio a pagamento per evitare la chiamata in guerra. Aveva cercato di perseguirlo il nostro tenentino dei carabinieri don Salvatore Burruano con il prefetto Mori. Traditore dei carabinieri lo considerarono e dovette subitre le umiliazioni le più avvilenti. Pare che nessuno a Racalmuto ne abbia mai saputo niente. Ad ogni modo tra i dispersi non trovo nessun Burruano. Anche i figli di don Ciccu erano "galantuomini". Eroi e fascisti post bellum.
Nessun cippo, nessuna lapide per questi insignificanti figli del popolo, morti in guerra ma senza avello per strafottenza delle nostre superiori forze armate. Non posso dirlo a voi commissari o ai vostri caudatari che son capaci di magnificarvi per una lettera scritta a Crocetta, abilmente a scarico delle vostre responsabilità amministrative.
Ma qui almeno grido:
Famiglia Agrò - onoriamo il vostro LEONARDO - PRESENTE;
Famiglia Arnone - onoriamo il vostro GAETANO - PRESENTE;
Famiglia Avanzato- onoriamo il vostro SALVATORE - PRESENTE;
Famiglia Campanella - onoriamo il vostro GIUSEPPE - PRESENTE;
Famiglia Campanella - onoriamo il vostro EDUARDO - PRESENTE;
Famiglia Casuccio - onoriamo il vostro FRANCESCO - PRESENTE;
Famiglia Catalano - onoriamo il vostro MICHELANGELO - PRESENTE;
Famiglia Ciminnisi - onoriamo il vostro BIAGIO - PRESENTE;
Famiglia Cipolla - onoriamo ilvostro SALVATORE - PRESENTE;
Famiglia Esposto Pettinato - onoriamo il vostro SALVATORE - PRESENTE;
Famiglia Falci - onoriamo il vostro CALOGERO - PRESENTE;
Famiglia Falco Abramo - onoriamo il vostro GIUSEPPE - PRESENTE;
Famiglia Ferlisi - onoriamo il vostro MATTEO - PRESENTE;
Famiglia Licata - onoriamo il vostro ANGELO - PRESENTE;
Famiglia Lombardo - onoriamo il vostro DIEGO - PRESENTE;
Famiglia Manta - onoriamo il vostro CALOGERO - PRESENTE,
Famiglia Matteliano - onoriamo il vostro CALOGERO - PRESENTE;
Famiglia Mendola - onoriamo il vostro GIUSEPPE - PRESENTE;
Famiglia Miceli - onoriamo il vostro GIACOMO - PRESENTE;
Famiglia Ricottone - onoriamo il vostro RAFFAELE - PRESENTE;
Famiglia Salemi - onoriamo il vostro PIETRO GAETANO - PRESENTE;
Famiglia Salvo - onoriamo il vostro SALVATORE - PRESENTE;
Famiglia Sardo - onoriamo il vostro SALVATORE - PRESENTE;
Famiglia Sciascia - onoriamo il vostro NICOLO' - PRESENTE;
Famiglia Scibetta - onoriamo il vostro SALVATORE - PRESENTE;
Famiglia Taibi - onoriamo il vostro CALOGERO - PRESENTE;
Famiglia Taibi - onoriamo il vostro NICOLO' - PRESENTE;
Famiglia Taverna - onoriamo il vostro CALOGERO - PRESENTE;
Famiglia Taibi - onoriamo il vostro NICOLO' - PRESENTE;
Famiglia Todaro - onoriamo il vostro GIOVANNI- PRESENTE;
Famiglia Volpe - onoriamo il vostro ANGELO - PRESENTE;
Famiglia Tirone, vi onoriamo; non sappiamo altro per ora; solo che per due volte siete citati con identici dati: Cor.le Garibaldi, disperso nella guerra 15-18
Se qualche interessato dovesse leggermi e dovesse comunicarmi precisazioni e indicazioni sarei felice di farne tesoro.

Calogero Taverna POST SCRIPTUM: avete scorso i cognomi, ne avete riscontrato qualcuno in nero, in bianco in rosso tra quelli che vi organizzano fiaccolate commemorative, memorie dolenti, manifestazioni per la moralità del paese? Questi sono gli oscuri eroi del paese. trucidati a Caporetto e dintorni come carne da macello: non erano raccomandati, non erano figli di papà, non erano galantuomini. Quelli la facevano franca. Questi d'ora pensano ad arraffare il Comune, quel comune che non dedica manco una via, magari collettivamente, a queste vere umili eroiche VITTIME
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  • Lillo Taverna Carissimo ingegnere Puma, dirigente massimo dell'Ufficio Tecnico di Racalmuto. Io ti umilio questa mia supplica. Questi 31 racalmutesi doc, figli del popolo minuto ma benemerito di Racalmuto non hanno una tomba. Non sono morti in mare su una sgangherata carretta, ma peggio. Le loro ossa sono finite in pasto a lupi e bestie. Molti erano nelle terribili doline della Slovenia. Non c'erano andati per cercare lavoro o fortuna. No: sono stati sottratti alla terra che amavano come mio nonno Calogero Taverna analfabeta di Racalmuto. Dei cecchini austriaci li hanno impallinati peggio che spaventati conigli. Mi pare che tu mi hai chiesto documentazione probante. Quanta ne vuoi caro amico mio. Ti potrei persino esibire un feroce quasi comunista scritto del Vate, il superpatriottico D'Annunzio sull'ignominia della brigata Catanzaro nelle terre di Slovenia. Caro amico mio ingegnere Puma, apprezzo tanto la tua sensibilità. Vuoi fare erigere un appariscente mausoleo per quei disgraziati morti senza nome a Lampedusa e già onorevolmente sepolti nel nostro pure incapiente cimitero di Santa Maria. Ma non credi che sia prioritario appendere delle lapidi magari del nostro pur pregevole alabastro nell'ex chiesa di Santa Maria con incisi questi nomi di questi racalmutesi senza camposanto, morti nel 1915/18 nella ignominiosa guerra che non so perché tutti dicono GRANDE. Questi racalmutesi puro sangue non hanno il diritto di precedenza nel ricordo del loro inutile sacrificio? E qui più che un atto generoso seppur nobile s'impone un dovere, un dovere civile cui sinora Racalmuto colpevolmente si è sottratto. Non potresti tu correre ai ripari? Non potresti fare in modo che prima che ad ignoti stranieri, da compassionare senza dubbio, si provvedesse ad almeno affiggere una lapide di alabastro nostrano nella chiesa di Santa Maria di Giesu (sic) o deorsum? Mi sentirei più tranquillo se questo prossimo due novembre, se Dio mi lascia su questa terra, potessi io apporre un fiore, un semplice fiore, forse una rosa rossa, il mio colore, sotto la lapide che il provvido ingegner Puma avesse doverosamente esposto con i nomi scritti tutti allo stesso modo di questi "dispersi in guerra" nel tremendo triennio 1915-1918.
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Il patrimonio archeologico di fra Diego

Un archeologo dilettante, l'ex maresciallo Orazio Calderone, trovò tanti reperti archeologici sotto la grotta di Fra Diego. Ne fece un inventario e consegnò ogni cosa alle Autorità. Noi pubblichiamo quell'inventario che risale al 15 febbraio 2001. Ci paiono attendibili i dati scientifici ma non possiamo giurarci. Siccome tanti altri cocci fittili si trovano in quella zona bene o male vincolata, sperò le le espressioni culturali del Comune provvedano alla salvaguardia ricorrendo anche alla termoluminescenza come già fatto per il vicino Pian del Palco di Milena dal professore  La Rosa,   e
quindi si potrebbe procedere alle debite datazioni

















Arcipretura del primo Cinquecento Racalmutese

Mi chiedo come si possa fare storia di Racalmuto, scrivere libri sulla Matrice di Racalmuto, sulla vita religiosa di Racalmuto se non  si riesce a leggere, inquadrare, assestare documenti della curia vescovile di Agrigento del primo ventennio del XVI secolo come questo che qui pubblichiamo e che naturalmente abbiamo decifrato.










Vecchie note

giovedì 7 febbraio 2013

Ancora sulle risse di Sciascia


        Calogero Taverna Sto scoprendo cose non carine tra Sciascia e Vittorini. Da un acuto strudioso come Piero mi attendo lumi. Non è questo campo che mi attrae.

Piero Carbone Il tuo annuncio mi incuriosisce.

Calogero Taverna Mi ha impressionato una volta Sciascia che non ricordo dove ebbe a stroncare “ Conversazioni in Sicilia” di  Vittorini. Leggo ora “Il Fuoco nel Mare”. inesistente libro di Sciascia ma a lui appioppato in Biblioteca Adelphi 557, e mi spiego certo astio del Nostro contro l'altro sommo nostro siciliano.

Piero Carbone  un'altra volta a Palermo contro Guglielmo Lo Curzio che si era permesso di... ma questo te lo racconto davanti una tazzina di caffè

Calogero Taverna Ma quando?

Calogero Taverna Ma contro Sante Correnti (se lo scrivo corretto) non mi risulta si sia mai incazzato. E dire che ne avrebbe avuto ben donde. Ma posso essere male informato. Forse però perché erano così scervellate quelle accuse che Sciascia non lo curava neppure.

Angelo Cutaia Di Racalmuto Sciascia non entrava in polemica per non avvantaggiarlo.

Piero Carbone Una libreria amica si era permessa di esporre in vetrina il libro del Lo Curzio e mandò a dire tramite un certo amico e avvocato che se volevano che lui mettesse lì piede dovevano togliere dalla vetrina... Me l'ha raccontato, autorizzandomi a riferirla, un palermitano di alto spessore culturale.

Piero Carbone Ma questo non mi scandalizza per niente e non inficia per niente il suo valore di scrittore etc etc etc. semplicemente lo fa più umano. Non era e non doveva mica essere un santino per forza, altrimenti si fa agiografia e non biografia. Ma questo non mi scandalizza per niente e non inficia per niente il suo valore di scrittore etc etc etc. semplicemente lo fa più umano. Non era e non doveva mica essere un santino per forza, altrimenti si fa agiografia e non biografia. A lui le agiografie non piacevano né quelle altrui né penso la propria. Questo preciso per parare preventivamente stoccate inutilmente polemiche e pretestuose. Se si fosse fatta meno agiografia e meno difesa d'ufficio dai difensori d'ufficio di tutto ciò che gravitava a lui intorno oggi anche a Racalmuto ci sarebbe uno spirito critico diverso e più costruttivo, se il suo pensiero lo si fosse fatto valere come un lievito e niente di più. e non come una parrocchia d'appartenenza.

Piero Carbone gravitava intorno a lui

E qui si intromette MEPHISTO

Caspita! Ma mi piacerebbe sapere il perché. Sciascia non era un irrazionale collerico. Un dispettoso. Quanto al malevolo Correnti, si parte da un punzecchiamento in testi addirittura scolastici per il preteso maschilismo di Sciascia. C’era stata la controversia con la Maraini arriticata perché Sciascia parlava fondatamente del matriarcato in Sicilia. La virulenza del Correnti in effetti non meritava risposta. Credo però che giocasse l’imbarazzo del Nostro che non voleva rinverdire polemiche che finivano per infastidire il mostro sacro che era Moravia. Rido ancora per quei racalmutesi che cercarono (inutilmente) di spingere la Maraini ad elogiare il già defunto Sciascia in quei memorabili caffè letterari propugnati dall’on. Milioto che spero ritorni a guidare questo nostro mal diretto paese.

I colpi di spillo contro Scalfari, Panza e Bocca hanno germinato locuzioni di pregevole fattura letteraria. Da apprendere.

Con Della Chiesa, a Futura Memoria mi potuto fruire di un paradigma contro il mio sgradevole asino ragliante.

Andando come viene, un certo diletto mi procura ancora il rintuzzante difendersi ai tempi delle PARROCCHIE dall’accusa di ipotassi scagliatagli dal borioso Pasolini.

Tornando a Correnti, in effetti il blaterare contro la predilezione di Sciascia per il testo dell’inglese Smith lo lasciò del tutto indifferente. Quel testo di storia della Sicilia oggi è un classico, il voler fare storia con gli stornelli della tradizione sarebbe sollazzevole se vi fosse autoironia, ma se in tono saccente è roba da buttare tra i rifiuti solidi urbani cartacei.

Mi sfuggono le pizzicate con Deaglio: so che vi furono e furono dolorose per Sciascia che Lotta Continua e tutti quei virgulti arrabbiati – nati piromani e sfioriti pompieri – adorava e blandiva. In fin dei conti anche la Padovanì non fu caruccia propendere per la mitizzazione di Falcone.

E la pagina dello né con lo Stato né contro lo Stato smunta in uno svicolante se non fosse per il dovere di avere coraggio, la dice lunga sull’amletismo politico di Nanà, che di mane si proiettava verso l’anarchia e di sera ruentrava nelle spire del suo essere cresciuto tra fascisti e fascismo sia pure di paese.

Così a balzelloni, nella speranza di avere adeguatamente provocato Piero Carbone che ben saprebbe regalarli un nuovo IL SUO SCIASCIA non aureolato ma neanche banalizzato.









P.S. . Mi devo scusare con il mio amico Piero Carbone: con queste diavolerie informatiche sono una schiappa; l'ho detto varie volte. Si dà il caso che essendo anarchico in tutto ho copiato per incollare quello che appariva nel botta e risposta tra me e Piero su Sciascia. L'altro non è apparso e quindi non l'ho incollato. Del resto il cappello mi serviva per introdurre una nota di MEPHISTO ove ha spazio autonomo Piero. Quella nota doveva essere ospitata da una rivista "femminista". Mi è stata cassata, le donne son fatte così o è tutto al femminile o non ti ascoltano neppure. Ed io sono e lo confesso maschilista integrale e giammai pentito. Ad ogni modo più che come commento copio la parte mancante dell'osservazione di Piero Carbone come doverosa integrazione del post.

Appunto del prof. Piero Carbone












Nel taglia e incolla da facebook è saltata una parte del mio commento, permettimi di inserirla. Buon blog! Ma questo non mi scandalizza per niente e non inficia per niente il suo valore di scrittore etc etc etc. semplicemente lo fa più umano. Non era e non doveva mica essere un santino per forza, altrimenti si fa agiografia e non biografia. A lui le agiografie non piacevano né quelle altrui né penso la propria. Questo preciso per parare preventivamente stoccate inutilmente polemiche e pretestuose. Se si fosse fatta meno agiografia e meno difesa d'ufficio dai difensori d'ufficio di tutto ciò che gravitava a lui intorno oggi anche a Racalmuto ci sarebbe uno spirito critico diverso e più costruttivo, se il suo pensiero lo si fosse fatto valere come un lievito e niente di più. e non come una parrocchia d'appartenenza.