Primo abbozzo del quadro prosopografico di Racalmuto. Alcune grandi famiglie risalenti al 1664 (quando Grotte non era manco in mente Dei).
Famiglia Curtu
Famiglie Carlino
Famiglia Galifi (oggi non più esistente a Racalmuto, ma è stata molto importante)
Famiglia di mastro Domenico Facciponte
Famiglia del chierico DIEGO LA MATINA: siamo alcuni anni dopo quello del Signore 1660; sembra coniugato ma non ha né moglie né figli. quel 'C.to' vuol dire che si è comunicato nella precedente Pasqua del 1660 se non 1664 (sicuramente non prima). Francamente ha l'aria di essere quello che Sciascia a pag. 180 della mia edizione così commemora: " Nella chiesa dell'Annunziata di Racalmuto, Diego La Matina, figlio di Vincenzo e di Francesca di Gasparo, fu battezzato il 15 di marzo del 1622 .. ". Imperdonabile quella topica paleografica: in Matrice codesto Diego La Matina nasce nel 1621 e non nel 1622 come emerge da due registri parrocchiali, uno per le brutte l'altro per la bella copia. E poi vi è quella diavoleria delle INDIZIONI. Sciascia prende una grande cantonata che poi lo fa sproloquiare a proposito (sproposito) delle tendenze astrologiche del padre Matranga. Grandissimo scrittore, eccelso letterato codesto nostro Nanà Sciascia. Ma quanto a storia, storia locale e roba archivistica proprio scarsuliddru.
Ma chi era questo fra Diego la Matina, che come potete notare non sta in convento, ma abita come ogni clericus coniugatus in mezzo alla gente di Racalmuto, per quel che vedo all'estrema periferia di Racalmuto. Se mi si chiede ove, non avrei ritegno a dire a Lu Chianu di li Strauli. Mi dovrei qui dilungare, ma questo sufficit per chi ha fede in me: per chi ha fede nella grande innovativa conoscenza storica del grande Pippo Picone , n on c'è speranza.
Il Diego La Matina, l'eretico racalmutese, rectius REGALPETRESE più celebre del mondo laicamente canonizzato da Sciascia sarebbe dovuto essere stato bruciato, morto e seppellito
almeno da un paio di anni. E cioè "quando i padri capirono che non c'era niente da fare , e decisero di abbandonare Diego al suo destino infernale" come dire in quel "mattino di domenica del 17 marzo del 1658" (pag. 212 del mio testo).
Mi chiedo come poté verificarsi che il buon chierico Diego La Matina ebbe a comunicarsi per lo meno oltre due anni dopo?
Voi che avete studiato profuso soldi e intelligenza, avete fondato una Fondazione, avete costituito una parallela (e opposta) associazione di "AMICI DI SCIASCIA" , credo che dovreste dare una risposta. Non mi dite che si tratta di un altro fra Diego la Matina. Ho compulsato tutte le carte d'archivio della Matrice ed a me risulta solo questo, ancor vivo dopo il 1660.
Non vale la pena istituire un gruppo di studio di racalmutesi che dipani questo ed altri misteri della prosopografia racalmutese?
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