Ma poi 'sta angoscia di SPILLO: si vota non si vota? è cosa seria? i votare: è sicuro che si andrà a votare. A maggio, forse che sì forse che no. A me pare che il PD non sia ancora pronto, specie se davvero vuole le primarie. Una dilazione sarebbe un bene per tutti. Non si vota a maggio? si voterà ad Agosto o in autunno. Meglio! Voglio vedere che fanno certi tecnocrati di nomina agriparomana con la faccenda dei precari comunali. Licenziare assolutamente non possono; pagare? si mettono sotto accusa per l'imbroglietto di avere per insuflazione ITALIANA sconfinato nello scottante articolo contabile della monnezza. Responsabilità personali, signori! Capisco che per un verro volpino e una prece arcipretale potrebbero passare indenni sotto foche caudine di penale pesantezza. Ma! il vero problema non è votare sì, votare no. Ma chi ci va al Comune. Tutta questa pletora di nomi, meno ADILE, MESSANA e ME, potrebbe incappare nella mannaia del conflitto di interesse e dico peggio e così loro in galera e il Comune di nuovo commissariato. Un minimo di prudenza e di autocoscienza signori. Per il vostro stesso bene.
sabato 29 marzo 2014
Ma poi 'sta angoscia di SPILLO: si vota non si vota? è cosa seria? i votare: è sicuro che si andrà a votare. A maggio, forse che sì forse che no. A me pare che il PD non sia ancora pronto, specie se davvero vuole le primarie. Una dilazione sarebbe un bene per tutti. Non si vota a maggio? si voterà ad Agosto o in autunno. Meglio! Voglio vedere che fanno certi tecnocrati di nomina agriparomana con la faccenda dei precari comunali. Licenziare assolutamente non possono; pagare? si mettono sotto accusa per l'imbroglietto di avere per insuflazione ITALIANA sconfinato nello scottante articolo contabile della monnezza. Responsabilità personali, signori! Capisco che per un verro volpino e una prece arcipretale potrebbero passare indenni sotto foche caudine di penale pesantezza. Ma! il vero problema non è votare sì, votare no. Ma chi ci va al Comune. Tutta questa pletora di nomi, meno ADILE, MESSANA e ME, potrebbe incappare nella mannaia del conflitto di interesse e dico peggio e così loro in galera e il Comune di nuovo commissariato. Un minimo di prudenza e di autocoscienza signori. Per il vostro stesso bene.
Ma per la miseria, cosa debbo fare per convincere Malgrado Tutto e i volatili COLPI di SPILLO che faccio sul serio? Per me la POLITICA è cosa sacra. Proprio un momento fa ho scritto sul vostro giornale on line che gramscianamente per me la POLITICA è CULTURA anche se non sono un politico. Mai statto eletto in nulla. Per la miseria eppure da voi ho pubblicato persino il mio programma che vuole essere - conformemente alla mia cultura - un progetto industriale visto che considero il MUNICIPIO un'azienda e quella di Racalmuto un'azienda con un fatturato che la colloca penso tra le prime dieci aziende dell'agrigentino. Certo, sono convinto che un'azienda di tal fatta necessita di un management non di urologi, o macellai o agente delle tasse o di signorine in mora o di ingegnere dall'indirizzo occulto o ora di bravi medici. Tolto Emilio Messana (e me) in loco non vedo nessuno in grado di prendere il Comune per le corna come Marchionne con la FIAT in dissesto e volare alto. E per questo, mi dispiace per tutte le prefiche anche quelle uterine, pregare la Madonna del Monte non basta.
Ma per la miseria, cosa debbo fare per convincere Malgrado Tutto e i volatili COLPI di SPILLO che faccio sul serio? Per me la POLITICA è cosa sacra. Proprio un momento fa ho scritto sul vostro giornale on line che gramscianamente per me la POLITICA è CULTURA anche se non sono un politico. Mai statto eletto in nulla. Per la miseria eppure da voi ho pubblicato persino il mio programma che vuole essere - conformemente alla mia cultura - un progetto industriale visto che considero il MUNICIPIO un'azienda e quella di Racalmuto un'azienda con un fatturato che la colloca penso tra le prime dieci aziende dell'agrigentino. Certo, sono convinto che un'azienda di tal fatta necessita di un management non di urologi, o macellai o agente delle tasse o di signorine in mora o di ingegnere dall'indirizzo occulto o ora di bravi medici. Tolto Emilio Messana (e me) in loco non vedo nessuno in grado di prendere il Comune per le corna come Marchionne con la FIAT in dissesto e volare alto. E per questo, mi dispiace per tutte le prefiche anche quelle uterine, pregare la Madonna del Monte non basta.
Caro Roberto, ma io non sono un politico anche se adoro la POLITICA, gramscianamente per me sinonimo di CULTURA. Mi perdonerai se ti ho rubato una salutare idea. Ma sai, bonum est sui diffusivum. Il grande coltissimo professore Mazzarese Fardella però a questo punto mi corregge: malum est sui diffusivum. Se ha ragione il professore Mazzarese Fardella né la tua splendida idea, né la mia pronta ricezione andranno in porto. Nessuno vota per un un sindaco che rinunziando a prebende per sé, figurati se ha voglia di dispensarle ai suoi "clientes" . Questa è stata sempre la vera piaga di Racalmuto e questa purtroppo sarà la tomba di Racalmuto.
Caro Roberto, ma io non sono un politico anche se adoro la POLITICA, gramscianamente per me sinonimo di CULTURA. Mi perdonerai se ti ho rubato una salutare idea. Ma sai, bonum est sui diffusivum. Il grande coltissimo professore Mazzarese Fardella però a questo punto mi corregge: malum est sui diffusivum. Se ha ragione il professore Mazzarese Fardella né la tua splendida idea, né la mia pronta ricezione andranno in porto. Nessuno vota per un un sindaco che rinunziando a prebende per sé, figurati se ha voglia di dispensarle ai suoi "clientes" . Questa è stata sempre la vera piaga di Racalmuto e questa purtroppo sarà la tomba di Racalmuto.
Fondo per la cultura a Racalmuto con il versamento delle prebende sindacali e
Nella dannata ipotesi che Racalmuto mi dovesse eleggere sindaco statene certi che né io né i miei assessori prenderebbero un euro dalle casse del Comune. Cioè prenderebbero quello che si deve per legge ma subito il tutto tasse comprese si dovrà versare in un istituendo FONDO per LA CULTURA.Quanto ai consiglieri non sarebbe nella mia giurisdizione imporre gravami del genere. Se vogliono. Gli assessori riluttanti, subito a casa. Rientrerebbe nei miei poteri. E' certo il fondo si impinguerebbe con tanti altri proventi. Nessun amministratore racalmutese ha mai saputo che biennalmente un certa aliquota delle vincite deve essere destinata allo spettacolo e alla cultura. Ora quei fondi sono supervisionati da un mio diretto nipote che racalmutese di eccelse doti intellettuali ha vinto il concorso interno di dirigente nella pubblica amministrazione. Pensate quanti soldi per la cultura e lo spettacolo a Racalmuto. Ma io spero che nessuno voglia eleggermi sindaco. Mia moglie divorzierebbe. E poi niente camarille. Questo lo sanno tutti. Tanta morale a parole tante speranzelle nei fatti. I racalmutesi continueranno in maggioranza a votare colui che riterranno malleabile nel dispensare favori. Il passato docet, no?
Alfredo Sole
Questa è l'ultima lettera che mi ha inviato Alfredo Sole.
Poi il silenzio totale. Qualcuno può darmi qualche ragguaglio? Frattanto
leggiamo insieme:
01/11/2013
Carissimo Lillo
purtroppo informacarcere ha fatto una brutta fine. Non so per...ché, ma l'associazione ha deciso di non pagare più l'abbonamento. Peccato! Era uno spazio di dialogo molto importante nche e ultimamente ha subìto un calo di "visite", Ma per una porta che si chiude, se ne apre un'altra. Adesso scrivo per la rivista o meglio un giornalino mensile di Roma "UNA CITTA'" tramite la giornalista-scrittrice FRANCESCA DE CAROLIS; credo che proprio in qusto mese di novembre uscirà un mio pezzo su quello che sta succedendo qui a Opera. Cosa succede? Adeso te lo racconto. Il provveditorato di Milano il DAP [?] hanno un progetto per questo carcere. Dovrà diventare un carcere a sorveglianza attenuata dove i detenuti si gestiscono da soli. Ma questo progetto "molto umano" è solo pe i detenuti comuni; non certo per noi. Noi siamo d'impaccio. Così hanno deciso di trasferirci in un altro padiglione ma una volta lì non ci saranno più dii Ag1 [?], bensì solamente una. Questo comporta che dovremmo stare in cella in due in uno spazio che è già una vergogna per una sola persona. Non possono obbligare gli ergastolani a mettersi in cella in due perciò, che non accetta, verrà trasferito. Io, come molti altri, non ho
----
accettato . Dieci di noi sono già stati trasferiti in altri istituti (qualcuno ha già scritto che stanno molto bene, sicuramente meglio di qui). Credo che sarò il prossimo ad essere trasferito, cioè prima del 10 novembre, data per la quale passare nell'altro padiglione,
Vada come vada, Caro Lillo non potrò accettare di condividere il mio spazio cella con un altro detenuto. Non potrei più studiare, verrebbe meno quella tranquillità che mi sono conquistato negli anni. L'alzarmi di notte (quelle notti 'insomma) per studiare ; stare nel totale silenzio per rilassarmi insomma, verrebbe a mancare la volontà [?] che dà la forza per sopravvivere in questo inferno e io questo non posso permetterlo. Non permetterò che a causa delle loro esigenze di posto letto io rischi una involuzione della mia personalità. In un altro carcere verrebbe meno questa farsa del computer; avrei il mio e potrei così ricominciare a mettere mano al mio libro iniziato tanti anni fa. Forse così si potrà avverare quello ch hai detto a mio figlio, cioè potrà diventare il mio agente. Ma se rimango in questo carcere difficilmente si potrà avverare. Qui saremo sempre più isolati in una sezione tra tante altre di cui non possiamo incontrare i detenuti d quel regime differente dal nostro. Saremo ancora più etichettati.Altro...
01/11/2013
Carissimo Lillo
purtroppo informacarcere ha fatto una brutta fine. Non so per...ché, ma l'associazione ha deciso di non pagare più l'abbonamento. Peccato! Era uno spazio di dialogo molto importante nche e ultimamente ha subìto un calo di "visite", Ma per una porta che si chiude, se ne apre un'altra. Adesso scrivo per la rivista o meglio un giornalino mensile di Roma "UNA CITTA'" tramite la giornalista-scrittrice FRANCESCA DE CAROLIS; credo che proprio in qusto mese di novembre uscirà un mio pezzo su quello che sta succedendo qui a Opera. Cosa succede? Adeso te lo racconto. Il provveditorato di Milano il DAP [?] hanno un progetto per questo carcere. Dovrà diventare un carcere a sorveglianza attenuata dove i detenuti si gestiscono da soli. Ma questo progetto "molto umano" è solo pe i detenuti comuni; non certo per noi. Noi siamo d'impaccio. Così hanno deciso di trasferirci in un altro padiglione ma una volta lì non ci saranno più dii Ag1 [?], bensì solamente una. Questo comporta che dovremmo stare in cella in due in uno spazio che è già una vergogna per una sola persona. Non possono obbligare gli ergastolani a mettersi in cella in due perciò, che non accetta, verrà trasferito. Io, come molti altri, non ho
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accettato . Dieci di noi sono già stati trasferiti in altri istituti (qualcuno ha già scritto che stanno molto bene, sicuramente meglio di qui). Credo che sarò il prossimo ad essere trasferito, cioè prima del 10 novembre, data per la quale passare nell'altro padiglione,
Vada come vada, Caro Lillo non potrò accettare di condividere il mio spazio cella con un altro detenuto. Non potrei più studiare, verrebbe meno quella tranquillità che mi sono conquistato negli anni. L'alzarmi di notte (quelle notti 'insomma) per studiare ; stare nel totale silenzio per rilassarmi insomma, verrebbe a mancare la volontà [?] che dà la forza per sopravvivere in questo inferno e io questo non posso permetterlo. Non permetterò che a causa delle loro esigenze di posto letto io rischi una involuzione della mia personalità. In un altro carcere verrebbe meno questa farsa del computer; avrei il mio e potrei così ricominciare a mettere mano al mio libro iniziato tanti anni fa. Forse così si potrà avverare quello ch hai detto a mio figlio, cioè potrà diventare il mio agente. Ma se rimango in questo carcere difficilmente si potrà avverare. Qui saremo sempre più isolati in una sezione tra tante altre di cui non possiamo incontrare i detenuti d quel regime differente dal nostro. Saremo ancora più etichettati.Altro...
Io Racalmuto il PD le primarie D'Alema e gli altri
Malgradotutto è l'unico organo di stampa a seguirmi e fa bene. Non scherzo quanto alle primarie. Ecco giù le lettere inviate a Roma, Agrigento e Racalmuto che qui appaiono debitamente firmate burocraticamente ineccepibili. Sono firmate e quindi nessuno può accampare la scusa che magari si tratterebbe di uno scoop giornalistico di Malgrado Tutto. Malgrado Tutto sa apprendere, vuole magari censurare ma subito si ravvede ed informa CORRETTAMENTE i racalmutesi. Gli altri tirano acqua al loro Mulino magari quello della Fontana un tempo emblematicamente chiamato. Qui c'è pure il mio programma. Scheletrico, ermeticamente sintetico, quasi una silloge di titoli; ma per fortuna la facilità di penna (magari desueta e antiquata) ce l'ho e non mancherò di scrivere all'occorrenza anche un libro ad illustrazione e spiegazione. Perché chiamato a fare il sindaco e mi accontenterei anche il vice sindaco di chiunque pur di lottare per un serio progetto industriale a Racalmuto. Bisogna che tutti capiscano. Il Comune di Racalmuto è ora una grande azienda. Per fatturato direi che è la settima azienda dell'agrigentino. E una azienda non si gestisce con l'acqua santa dell'arciprete o con le preci delle visionarie mariane o con gli umori uterini, con l'urologia e manco con la ginecologia,direi neppure con bistecche del verro genuino
e men che meno con gli etici agenti delle tasse. Oltre me, non vedo nessuno che abbia questa visione diciamo manageriale. Povero Racalmuto. Che ci dobbiamo affidare davvero agli stupefacenti?
e men che meno con gli etici agenti delle tasse. Oltre me, non vedo nessuno che abbia questa visione diciamo manageriale. Povero Racalmuto. Che ci dobbiamo affidare davvero agli stupefacenti?
Caro Spillo (ora tu ora lui ora Egidio che però dice di non condividerti sempre) ti posso assicurare che non è una FOTOSATIRA - E' DEMOCRAZIA SERIA DIALETTICA di un partito, l'unico a Racalmuto, ORGANIZZATO comunque vada a finire. Siamo in prefase del nostro CENTRALISMO DEMOCRATICO. Finita la kermesse tornerò umile a servire colui che il partito sceglierà. Sto contribuendo a far scegliere per il meglio. Oso sperare.
venerdì 28 marzo 2014
Lettera ad Alfredo
UNA MIA VECCHIA LETTERA AL MIO AMICO ERGASTOLANAO ALFREDO SOLE DI RACALMUTO
Carissimo Alfredo
Torno a scriverti col computer così non devi cimentarti con la mia pessima calligrafia. Peraltro sono decenni che non prendo la penna in mano.
Venerdì mi dici che dovevi sostenere un esame. Come è andato? Mi commuovi perché mi sembri un ragazzino che deve fare gli esami di ammissione. Meglio così: vuol dire che il carcere non ha distrutto la tua infantilità. Quel bene di cui parla Pascoli.
Ti dilunghi su Hegel. Che devo dirti? A scuola si fa e si faceva storia della filosofia non filosofia. Specie dai preti. Così c’era modo di farti credere che i filosofi o erano in linea con le panzane di santa romana chiesa, o dicevano minchiate. Si capisce che non essendo nessun filosofo in linea con santa romana chiesa erano tutti minchioni. Ed il massimo era Hegel.
Ora che son vecchio sto in mente mia rivalutando Hegel specie in cose di stato. Naturalmente questo mi porta ben lontano dai patetismi anti ergastolo. Mi porta invece molto vicino a tipi come te, che essendo ora di tutt’altro convincimento ed uomini di cultura si ha l’obbligo di farli produrre idee in piena libertà.
Per certi assassini che dopo imbestialiscono di più, non so che dire. Sono con Heghel e arrivo a dire che lo Stato ha delle ragioni he l’umana ragione non comprende ed ha una morale (meglio etica) che la morale comune non approva.
Spero che possa rispondermi con il computer. Mi dici che si sono cacati sotto per l’attenzione di gente come Adragna, Sofri, Veronesi etc. Speriamo bene. Speriamo che non ricorrano alle sornionerie poliziesche. Che non facciano contenti e gabbati quelli che tanto si aspettano. Di solito ho sempre ragione. Mai come in questo caso mi auguro di avere torto.
Ti abbraccio paternamente
Calogero Taverna
Carissimo Alfredo
Torno a scriverti col computer così non devi cimentarti con la mia pessima calligrafia. Peraltro sono decenni che non prendo la penna in mano.
Venerdì mi dici che dovevi sostenere un esame. Come è andato? Mi commuovi perché mi sembri un ragazzino che deve fare gli esami di ammissione. Meglio così: vuol dire che il carcere non ha distrutto la tua infantilità. Quel bene di cui parla Pascoli.
Ti dilunghi su Hegel. Che devo dirti? A scuola si fa e si faceva storia della filosofia non filosofia. Specie dai preti. Così c’era modo di farti credere che i filosofi o erano in linea con le panzane di santa romana chiesa, o dicevano minchiate. Si capisce che non essendo nessun filosofo in linea con santa romana chiesa erano tutti minchioni. Ed il massimo era Hegel.
Ora che son vecchio sto in mente mia rivalutando Hegel specie in cose di stato. Naturalmente questo mi porta ben lontano dai patetismi anti ergastolo. Mi porta invece molto vicino a tipi come te, che essendo ora di tutt’altro convincimento ed uomini di cultura si ha l’obbligo di farli produrre idee in piena libertà.
Per certi assassini che dopo imbestialiscono di più, non so che dire. Sono con Heghel e arrivo a dire che lo Stato ha delle ragioni he l’umana ragione non comprende ed ha una morale (meglio etica) che la morale comune non approva.
Spero che possa rispondermi con il computer. Mi dici che si sono cacati sotto per l’attenzione di gente come Adragna, Sofri, Veronesi etc. Speriamo bene. Speriamo che non ricorrano alle sornionerie poliziesche. Che non facciano contenti e gabbati quelli che tanto si aspettano. Di solito ho sempre ragione. Mai come in questo caso mi auguro di avere torto.
Ti abbraccio paternamente
Calogero Taverna
Mi candido alla primarie di Racalmuto - PD
RICHIESTA FATTA
PUBBLICAMANETE a
Ingegnere Vincenzo
Maniglia.
Segretario del PD
Sezione di Racalmuto
c/o Casa del Popolo
corso Garibaldi di fronte Scuole Medie - RACALMUTO
e, p, c.
PD Segreteria
Provinciale di Agrigento
Via san Vito 29
Agrigento
e
PD SEDE Nazionale.
Pl. ALESSANDRINO
570 ROMA
Il sottoscritto
dottore Calogero Taverna nato a Racalmuto il 10 maggio 1934 ed ora dal 5
gennaio di quest’anno ivi residente avanza formale istanza a concorrere come
candidato a sindaco di Racalmuto di cui alle prossime elezioni del 25 maggio
2014 avendone pieno titolo perché militante semisecolare del PCI finché vi fu e
poi del PD a Roma, già dirigente del sindacato USPIE CGIL della Banca
d’Italia e fiancheggiatore inflessibile dei partiti di sinistra, in ultimo
anche come pubblicista di Articolo21.
Suggeritore di
interrogazioni parlamentari dell’onorevole Garavini, ha contribuito alla messa
sotto accusa dell’on.le Berlusconi nelle note faccende fiscali. A tanto poté il
sottoscritto contribuire in quanto per sette anni superispettore del SECIT del
Ministro Reviglio e successori.
Intende presentarsi
onde dare pratica attuazione al programma di riequilibrio e di rilancio sociale
ed economico del paese di Racalmuto come da allegata lettera aperta.
A ridosso della
campagna elettorale lamenta che si decida per le primarie quando vi è a
Racalmuto un candidato ideale per fare il leader di una coalizione di
intelligenti intese sicuramente vincente e questo candidato è l’avvocato
Emilio Messana già segretario provinciale del PD.
Balzana
risulta quest’idea di indire consultazioni frettolose e senza alcuna
preparazione e addirittura in un clima di risse interne che stanno
scandalizzando Racalmuto, pregiudicando quindi il successo che Racalmuto
tributerebbe al PD dignitosamente rappresentato e ad una larga ma non difforme
intesa con partiti e movimenti collaterali.
Ma tant’è. Avanzo
comunque qui formale istanza a partecipare come candidato a sindaco del PD e
relativa coalizione. Non posso essere più puntualmente ossequiente di eventuali
norma e disposizioni elettorali in quanto a stasera ancora indisponibili
Letto e confermato
Roma 28 marzo ore
18,30
Dottore Calogero
Taverna
………………………
Via Lorenzo Rocci,
68 Roma
Oppure
Via F. Martorana,
11 bis 92020 Racalmuto
Il sindacato rosso della Banca d'Italia
Rewind remèo ricordo
L’occaso della Banca d’Italia, che
perdura da quasi un decennio, sembra avviarsi all’ottenebramento della notte
senza alba.
Rimembro l’era gloriosa di Carli, di
Occhiuto, di Ossola: i miei tempi cioè e mi accoro. Troppi errori da allora,
troppi svisamenti, troppe inidoneità anche sindacali.
Se continua così questa grandissima
istituzione che ancora alberga a Palazzo Koch volge al suo epilogo per divenire
una semplice succursale della BCE, senza Vigilanza, senza prediche del mese
mariano, senza fucina di grandi studi giuridici, economici, non più referente
di alcuna Tesoreria nazionale.
A quasi ottant’anni che ho da temere?
Forse ci rimetterò l’integrazione della pensione! Ma trattasi ormai di pensione
senza clausola d’oro, senza rivalutazioni ad abundantiam della
inesistente svalutazione, senza agganci alle prebende dispensate ai miei pari
grado (ed io fino ad un certo punto di carriera ne avevo fatta sollecitamente,
fino a scavalcare coloro che dopo furono direttori generali, capi servizio e se
non ero persino un governatore). Buon per me che a forza di litigare venivo
estromesso dai ranghi dirigenziali e pur di disfarsi di un valentissimo (uno
dei tre soli validi diceva Sarcinelli) mi dirotta nell’istituendo SECIT di
Reviglio e quindi mi fa locupletare, sia pure per via indiretta, qualche
risparmio che mi dura ancora. E di che ti lamenti, allora?
L’istituto di emissione ebbe gli esordi
dalle macerie del secolo XIX. Chi si vuole davvero informare legga Pirandello:
I Vecchi e Giovani. Crisi del ’29, in Italia quota ’90. Il fascismo sarà stato
quel male che tutti diciamo ma aveva sale in zucca. Chiama i massoni, inventa
l’IMI, pensa ad una vigilanza più efficiente. Chi meglio della Banca d’Italia
per attività investigative di sostegno non di repressione o punitiva? Certo
vigeva il ferreo principio “tutto nello Stato, nulla fuori dello Sato. E la
Banca d’Italia non era Stato .. solo una specie di anonima con funzioni di
pubblico interesse. Si inventa un pastrocchio giuspubblicistico per cui nessuno
poteva eccepire avverso l’ “avvalimento” di un organo tecnico, ma rigidamente
controllato dallo Stato, magari con la partecipazione di parapubbliche
Corporazioni.
Siamo nel dopo guerra. Abolire la
vecchia legge bancaria e farne una conforme alla neo costituzione repubblicana?
Manco per sogno. Meglio lasciare il vecchio che nessun guaio aveva causato.
Quindi una Consulenza legale, rifiorita con l’apporto dei più geniali
licenziati delle nostre Facoltà di legge. Oggi se vogliamo capire qualcosa di
diritto bancario pubblico, dobbiamo rivolgerci a Capriglione.
In vent’anni di attività ispettiva e di
vigilanza ho sempre cercato di capirci qualcosa: confesso che giammai ci sono
riuscito. Ad un certo punto, pur di salvare Sarcinelli (ma non ci sono
riusciti) si sono inventati persino la rilevanza costituzionale della BI in
forza della Costituzione Materiale: un obbrobrio giuridico in Italia.
Le traversie di questi ultimi vent’anni
le conosciamo tutti, comunque siamo portate a valutarle.
Ma da un eccesso siamo finiti
nell’esatto opposto. Tremonti annusa un punto debole: il Consiglio Superiore: i
vigilati non possono essere i padroni del Vigilante. Subito una legge per fare
arraffare al Tesoro (e quindi al padrone pro-tempore) la diponibilità
dell’ormai malconcio Istituto di Emissione con incarico della vigilanza
bancaria. La legge però resta dormiente. Berlusconi non può insediare nello
scranno massimo di Via Nazionale 91 la sua protetta. Visco in odore di vetero
comunismo la spunta.
Il Sindacato
Io lasciai una UNIONE guerresca, saggia,
incisiva. Capace di spingere il pallido Berlinguer ad un grido di dolore in
Piazza san Giovanni in difesa della Banca d’Italia. Rammento: tutti quei
destrorsi di dirigenti subito accorsi in via Panisperna a prendersi la tessera
del PCI. Era un sindacato non rivoluzionario, compiacente per quanto attiene
alle provvidenze del personale. Ma Turchetti, De Mattia, Fulfaro, Petrone e
Onelli (già ONELLI) e Rubens Ricci e Ciucci e Balla ed ALTRI SAPEVANO IMPORSI,
COSTRINGERE PERSINO L’OSTICO Occhiuto a sagge decisioni. Furono gli anni d’oro
per la compagine impiegatizia della Banca d’Italia. Oggi tanti sono smemorati,
dileggiano e sono soltanto INGRATI.
Ma vice direttori acuti e avvinghianti,
dopo che me ne sono andato, spappolarono il sindacato rosso e favorirono fino a
farli divenire egemoni quelli gialli, giallognoli, giallastri. Ce n’era uno
bianco fiore: faceva bene il suo mestiere. Mi dava ai nervi. Oggi non lo
ritrovo più.
Sul che dire abbiamo detto anche troppo.
Ora parliamo sul CHE FARE.
La vecchia Unione deve risorgere: è la
sola salvezza che resta ad un personale destinato se no, ad essere opachi appartenenti
ad una decentrata filiale della BCE, già pronta a dismettere persino
l’americanino Draghi.
Aduniamo le forze: in primis le giovani
leve che nulla sanno del passato per questioni anagrafiche, che il presente lo
stanno vivendo nell’accidia istituzionale del momento, che il futuro
difficilmente lo potranno forgiare senza radici senza forza politica senza
esperienza; in secundis quelle generazioni di mezzo che mi paiono demotivate
senza mordente senza ideali (impressione generica s’intende). Dato il mio vezzo
di essere caustico, dadaista ma con lingua alla Zarathustra, vorrei offenderli
per definirli PIPISTRELLI mezzi topo e mezzi uccelli. Ad ogni modo che
abbandonino ogni sospetto roditorio e si librino in alto, che volino con le
possenti ali che pur posseggono. Si sono forgiati alla scuola della Banca
d’Italia che è una grande scuola, l’unica vera grande scuola del settore che
esiste in Italia. Guardate quelli che magari eretici oggi stiamo altrove,
dall’accademia dei lincei, alle presidenze delle banche, alla direzione di
novelle agenzie di controllo pubblico e magari (con mio scorno) a presidio dei
bilanci del più grande comune d’Italia, Roma Capitale.
Non mi dimentico il TERZO LUOGO: siamo
noi vecchi, vecchissimi, alcuni saggi, altri iconoclasti; taluni onorati, gli
altri come me del tutto dimenticati. Abbiamo tanto da dare e in cambio nulla
chiediamo se non la resurrezione della nostra amata o odiata Banca d’Italia.
Siamo vecchi il cui ruolo forse è solo quello degli anziani dell’Iliade quelli
che Omero così tratteggiava:
sedevano – gli Anziani – presso le porte
Scee:
per la vecchiaia avevano smesso la
guerra, ma parlatori
nobili erano, simili alle cicale, che in
mezzo al bosco
stando sopra una pianta mandano voce
fiorita:
così sedevano i capi dei Troiani presso
la torre.
Ma abbiamo una cosa che gli altri non
hanno: una lunga esperienza nel settore. Siamo quelli che in ultima analisi
diciamo ai sapientoni: sì voi sapete anche scrivere meglio degli altri il
Kamasutra ma fate un errore credete che quella cosa lì sia orizzontale quando è
verticale: i vostri algoritmi, i vostri modelli econometrici, le vostre
Basilee, le vostre politiche monetarie hanno questo piede di Achille. Sbagliate
perché? Quella cosa lì non l’avete mai vista.
Noi vecchi oltre che qualche bella
parola, forse qualche provocazione costruttiva potremmo darvela: ma nel
sindacato, che diventa fenice risorgente. E per me, che sia soprattutto un
sindacato “ROSSO”.
Calogero
Taverna
Richiedo al PD di Racalmuto di partecipare ALLE PRIMARIE A SINDACO DI rACALMUTO
RICHIESTA FATTA
PUBBLICAMANETE a
Ingegnere Vincenzo
Maniglia.
Segretario comunale del
PD
Sua sede privata in mancanza di pubblico recapito
e, p, c.
PD Segreteria Provinciale
di Agrigento
Via san Vito 29
Agrigento
e
PD SEDE Nazionale.
Pl. ALESSANDRINO 570
ROMA
Il sottoscritto dottore
Calogero Taverna nato a Racalmuto il 10 maggio 1934 ed ora dal 5 gennaio di quest’anno ivi
residente avanza formale istanza a concorrere come candidato a sindaco di
Racalmuto di cui alle prossime elezioni del 25 maggio 2014 avendone pieno
titolo perché militante semisecolare del PCI finché vi fu e poi del PD a Roma, già dirigente del sindacato USPIE CGIL
della Banca d’Italia e fiancheggiatore inflessibile dei partiti di sinistra, in
ultimo anche come pubblicista di Articolo21.
Suggeritore di
interrogazioni parlamentari dell’onorevole Garavini, ha contribuito alla messa
sotto accusa dell’on.le Berlusconi nelle note faccende fiscali. A tanto poté il
sottoscritto contribuire in quanto per sette anni superispettore del SECIT del
Ministro Reviglio e successori.
Intende presentarsi
onde dare pratica attuazione al programma di riequilibrio e di rilancio sociale
ed economico del paese di Racalmuto come da allegata lettera aperta.
A ridosso della
campagna elettorale lamenta che si decida per le primarie quando vi è a
Racalmuto un candidato ideale per fare il leader di una coalizione di
intelligenti intese sicuramente vincente e questo candidato è l’avvocato Emilio Messana già segretario provinciale
del PD.
Balzana risulta quest’idea di indire
consultazioni frettolose e senza alcuna
preparazione e addirittura in un clima di risse interne che stanno scandalizzando
Racalmuto, pregiudicando quindi il successo che Racalmuto tributerebbe al PD
dignitosamente rappresentato e ad una larga ma non difforme intesa con partiti
e movimenti collaterali.
Ma tant’è. Avanzo
comunque qui formale istanza a partecipare come candidato a sindaco del PD e
relativa coalizione. Non posso essere più puntualmente ossequiente di eventuali
norma e disposizioni elettorali in quanto a stasera ancora indisponibili
Letto e confermato
Roma 28 marzo ore 18,30
Dottore Calogero Taverna
………………………
Via Lorenzo Rocci, 68
Roma
Oppure
Via F. Martorana, 11
bis 92020 Racalmuto
giovedì 27 marzo 2014
In certe mie ricerche storiche sul questore Messana - per Racalmuto vero benefattore - mi SONO IBATTUTO IN UNO SCOTTANTE EPISODIO DI GUERRIGLIA A RIESI. NON LO RIESCO BENE AD INQUADRARE. Nei sacri testi di storia si dice niente o pochissimo. Tra l'altro ecco una pagina di Franco Catalano "L'Italia dalla dittatura alla democrazia 1919/1948" della Feltrinelli. Nulla che mi possa illuminare, Anzi.
In certe mie ricerche storiche sul questore Messana - per Racalmuto vero benefattore - mi SONO IBATTUTO IN UNO SCOTTANTE EPISODIO DI GUERRIGLIA A RIESI. NON LO RIESCO BENE AD INQUADRARE. Nei sacri testi di storia si dice niente o pochissimo. Tra l'altro ecco una pagina di Franco Catalano "L'Italia dalla dittatura alla democrazia 1919/1948" della Feltrinelli. Nulla che mi possa illuminare, Anzi.
Tutto bello anche se ovvio quello che dice questo signor Giuseppe (naturalmente anche lui anonimo) se non ci fosse quella chiusa molto rivelatrice alquanto spregiudicata. Non si vuole il "pensiero unico" (io dico ad averlo!!), bene! Ma chiamare le primarie "strumento democratico" mi sollazza molto. Con quale regolamento si scelgono i candidati ("di comodo")? Con il 35% degli iscritti (secondo il regolamento del PD)? E come fanno i partitini satelliti a scegliere i candidati loro? Posso chiedere io di venire incluso in codeste primarie? Può chiederlo Adile? E perché no? Collura? (vincerebbe?) E poi in tempi tanto ravvicinati per cui sarebbero solerti elettori le consorterie note dei cosiddetti renziani ed escluso un Messana politico di lungo corso, integerrimo serio preparato ma non aduso a coltivare camarille a Racalmuto. Questo un metodo democratico? Si sa, la parola Democrazia è un pozzo di san Patrizio, ognuno vi può trovare quel che vuole. Anche Mussolini faceva votare. Ma almeno non esigeva la unanimità assoluta come quella sera a Casa del Popolo quando vi fu l'irruzione columbiana.
Tutto bello anche se ovvio quello che dice questo signor Giuseppe (naturalmente anche lui anonimo) se non ci fosse quella chiusa molto rivelatrice alquanto spregiudicata. Non si vuole il "pensiero unico" (io dico ad averlo!!), bene! Ma chiamare le primarie "strumento democratico" mi sollazza molto. Con quale regolamento si scelgono i candidati ("di comodo")? Con il 35% degli iscritti (secondo il regolamento del PD)? E come fanno i partitini satelliti a scegliere i candidati loro? Posso chiedere io di venire incluso in codeste primarie? Può chiederlo Adile? E perché no? Collura? (vincerebbe?) E poi in tempi tanto ravvicinati per cui sarebbero solerti elettori le consorterie note dei cosiddetti renziani ed escluso un Messana politico di lungo corso, integerrimo serio preparato ma non aduso a coltivare camarille a Racalmuto. Questo un metodo democratico? Si sa, la parola Democrazia è un pozzo di san Patrizio, ognuno vi può trovare quel che vuole. Anche Mussolini faceva votare. Ma almeno non esigeva la unanimità assoluta come quella sera a Casa del Popolo quando vi fu l'irruzione columbiana.
Cerco di immettere nella mia rapsodica galleria "Quando la pittura è pittura" ogni sguardo pittorico che mi colpisce, indicandone solo nome e luogo. Qui forse dovevo scrivere Pozzuoli, ma penso sia stato peccato veniale. Mi auguro di raccogliere nel Circolo Unione di Leonardo Sciascia tante variopinte voci pittoriche di ogni parte del mondo, anche se epicentro resta per me questo scisto planetario di nome Racalmuto, di soprannome Regalpetra.
Cerco di immettere nella mia rapsodica galleria "Quando la pittura è pittura" ogni sguardo pittorico che mi colpisce, indicandone solo nome e luogo. Qui forse dovevo scrivere Pozzuoli, ma penso sia stato peccato veniale. Mi auguro di raccogliere nel Circolo Unione di Leonardo Sciascia tante variopinte voci pittoriche di ogni parte del mondo, anche se epicentro resta per me questo scisto planetario di nome Racalmuto, di soprannome Regalpetra.
Non peccare de sexto et de nono
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