Mi vien fatto di pensare, se tutti noi a sera facessimo o ritornassimo a fare l'esame di coscienza, ma stavolta laico, e cominciassimo a pentirci dei nostri piccoli o grandi misfatti quotidiani (e tutti ne commettiamo) e la smettessimo di star lì ad inventarci per nostra assoluzione le latronerie dei politici, le pedofilie dei preti, l''imbroglio dei vaccini, le sgrammaticature del MIUR, la doverisità delle patrimoniali e la nequizia delle accise e tutto qual bailamme moralistico di marca tva, statene certi, il mondo d'incnto, si sveglierebbe migliore. Calogero Taverna
venerdì 23 giugno 2017
Non illudiamoci! Finché a sinistra non matura una 'vocazione minoritaria' nessuno potrà avere la pretesa di unirci sotto la sua egemonia. E che vorremmo essere in partenza 'maggoritari' con un capitalismo sempre più agguerrito, colto, potente, in inarrestabile crescita? Finiremmo con l'inciuciarci e saremmo ridevolmente strumentalizzati, Come partito di lotta abbiamo un ruolo salvifico, come partito di governo, finiamo servi dei 'padroniì del momento comunque si atteggino.
mercoledì 21 giugno 2017
Contra Omnia Racalmuto] Ettore Giuseppe Tancredi Messana di Racalmuto (Nessun oggetto)
...
B
Blogger
|
mer 15/02, 13:23
Te
Mi va di ripubblicare questa saliente lettara del mio compaesano S.E. Ettore Giuseppe Tancredi MESSANA. Ne ho gustato lo stile narraivo, la prosa fluida ed efficace pur nella stringatezza del rapporto ufficiale di Polizia. E costui a dire di Malgradotutto sarebbe un insignificante poliziotto di mezzo secolo fa? Pur citata dallo storico Rosario Mangiameli nel ponderoso volume dell'Einaudi sulla SICILIA, non vi stanno qui i passi 'filosofici' che l'accademico di Catania attrivìbuisce al Messana.
La lettera fra due giorni compie settantuno anni. Dimostra un grand commis dello Stato. Acuto, abile, con enormi capacità organizzative, con destrezze strategiche.
Il Li Causi che opoi per sue rabbie politiche ha voglia di dirlo il capo del baditismo siciliano si macchia di gravi infamie calunniatrici.
Messana monarchico? Forse, ma guardate qui come tratta la propaganda monarchica dicendola inquinata dalla mafia.
E Messana sa che "Ufficiali Americani" sono in combutta con movimenti eversivi, speciosamente monarchici, sobillatori e mestatori a loro volta.
E il 'vinto' Mesana nulla può contro codesti "vincitori" che in un primo tempo fiancheggiavano anche le ecrescenze rosse dei vari Li Causi e Montalbano. Da che pulipo le accuse al Messana!!!
Come racalmutese sono fieroi di un così grande capo della polizia siciliana.
Calogero Taverna
N. 713-Ris. ------------- Palermo, 17 febbraio 1946
Oggetto: Formazioni E.V.I.S. e bande armate.
RISERVATA---- Al CAPO DELLA POLIZIA ROMA
A seguito della mia relazione in data 6 andante pari numero, mi pregio comunicare che dalle notizie fiduciarie e dai risultati dei servizi finora eseguiti, posso affermare che la situazione va, man mano, migliorando.
Le popolazioni manifestano la loro fiducia nell'opera del Governo e delle autorità ed è ormai generale la convinzione che ben presto sarà ovunque ridata la tranquillità e la pace.
Le operazioni, iniziatesi nella zona di Montelepre, si spostano . con un sistema girevole, da me suggerito all'Autorità Militare - in quelle località dove viene segnalata la presenza di qualche gruppo sospetto.
Elementi utili alla preparazionie delle azioni sono anche quelli che si desumono dalla modalità dei delitti (sequestro di persona, rapine, ecc.) che si consumano dalla banda Giuliano, per procurarsi i mezzi (denaro e generi alimentari) data che le è venuta meno la fonte da cui attingeva il finanziamento e cioè il C.R.I.S., dopo l'arresto dei suoi maggiorenti e la fuga di altri, tuttora irreperebili (vuolsi che il principale responsabile, Giuseppe Tasca di Lucio, viaggi verso il confine, per riparare in Svizzera).
Non appena giunsero qui i primi rinforzi, la banda Giuliano tolse le sue tende dal Monte Sagana sovrastante il Comune di Montelepre, roccaforte delle formazioni, ma ciò nonostante siamo riusciti a rastrellare qualche elemento importante. gregario della banda ed a sequestrare armi automatiche, munizioni, cavalli e materiale chimico e sanitario, nascosto in grotte, abilmente simulate.
In tutte le zone delle operazioni funzionano stabilmente servizi di blocco sugli stradali ed in qualche importante mulattiera, per il controllo delle persone e dei carichi che entrano ed escono dai vari Comuni.
Continuano gli arresti di emissari e di affiliati del C.R.I.S. in diverse città e Comuni dell'Isola ed un Ufficio speciale, da me costituito a Palermo, a cui ho preposto il Vice Questore Ferrante, venuto qui in missione, provvede agli interrogatori, a stabilire le varie responsabilità ed al rilascio di quanti, incappati nei vari rastrellamenti, non risultano implicati nell'attività del C.R.I.S. e delle bande armate.
Dalla Sicilia Orientale, specie da Catania (zona Paternò-Castel di Judica) è stata segnalata la presenza di gruppi armati, con propositi criminosi ed allora, di accordo con la Autorità Militare, ho ritenuto di fare eseguire una vasta operazione - tuttora in corso . in una zona comprendente le Provincie di Catania e Caltanissetta, impegnando le forze della Divisione Militare di Messina e quelle della Polizia delle due Provincie.
Nello stesso tempo, da un Funzionario della Questura di Palermo, da me inviato con apposite istruzioni a Messina ed a Catania, ho fatto procedere all'arresto di sette elementi di prim'ordine del movimento, stroncando così tutta una attività organizzativa e di reclutamento di gregari destinati ad ingrossare le fila dei gruppi già noti, per un'azione violenta con tre Comuni e carceri già individuati.
Importanti altre indagini sono in corso e tassative disposizioni ho impartito per eseguire arresti di persone di una certa notorietà, implicate gravemente in tutto il movimento.
Questa mia azione ha tranquillazzato i centri abitati, dove non son si è più verificato alcun inconveniente. Nelle campagne, invece, continua il movimento di gruppi, capeggiati da banditi e da ricercati per reati comuni che, favoriti dall'omertà innata in questa terra, e , muniti di avalcature, si spostano da una zona ad un'altra, rendendo sempre più difficikle l'azione dell''Autorità.-
Esaurito il primo ciclo di operazioni, con l'impiego di forze in massa, vedrò di prendere accordi con le Autorità Militari per l'adozione di un sistema che si contrapponga alla guerriglia, fatta dalle bande armate, ingrossate dagli elementi del C.R.I.S.- Piccoli reparti dovranno dislocarsi nelle campagne, con istruzioni di battere le località dove si aggirano le bande armate, eseguire appostamenti, tendere agguati e sorprendere fattorie ancora per qualche tempo, oltre i 25 giorni fissati dal Ministero della Guerra.
Circa le finalità politiche del movimento, varie sono le correnti: alcuni ritengono che esso, traendo origine dal "Separatismo", miri a conquistare con la violenza il potere della regione, annientando, sul nascere, ogni tentativo di autonomia: altri lo considera come una forza intimidatoria che possa avere ripercussioni sull'imminente periodo elettorale in favore della maffia e dei gruppi di separatisti, ai quali essa si affanca.
Credo opportuno trasmettere copia di alcune scritte apparse, nelle prime ore di stamane, su alcuni muri della Città. In esse si inneggia al Re, alla Indipendenza Siciliana, all'E.V.I.S.-
In questi ultimi tempi, poi, "separatisti" e maggiori esponenti della maffia isolana (che si tengono in stetto contatto con Ufficiali Americani qui di stanza) hanno largamente propugnato propaganda Monarchica.
Dedito principalmente al campo operativo per ridare tranquillità a queste terre, non trascuro di seguire le correnti politiche che possono avere influenza sugli attuali movimenti e di ogni emergenza terrò informata la S.V. Ill/ma
Con ossequio.
L'Ispettore Generale di P.S.
F.to Dr. Ettore Messana.
...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.
mercoledì 4 giugno 2014
Giovanna Messana
Incontro lunedì scorso a Roma una deliziosissima signora: Me l'ero immaginata fiera, iattante, superba, inaccessibile ed invece eccola là disponibile persino al mio fluviale eloquio. E' la nipote del molto fiero soggetto alla eroica dedizione allo Stato, pure nella veste meno amata, quella del cosiddetto Stato di polizia; personaggio racalmutese in misura non totale e persino spesso sfuggente. Parlo del questore Ettore Messana,, in odio a Li Causi ma con rispetto, calunniato da stampa becera e disinformata di qualche sedicente pubblicista della Palermo sindacale, finito deriso da due giornaletti a taglio minimale il link palermitano ove vi scrive il nostro esacerbato ex sindaco Totò Petrotto e un foglio oggi on line olim sciasciano ove MALGRADO TUTTO vi scriveva (benissimo) il mio caro cugino Gigi Restivo.
E per non farla ancora più lunga dico che mi riferisco alla soave signora Giovanna Messana. La sto spingendo a recuperare la bella memoria del suo celebre ma poco celebrato nonno, il predetto Ettore Messana.
La signora Giovanna Messana completa, ignara, una delle mie maniache triadi. Sì è la terza delle spettacolari donne dei Messana racalmutesi: Ziina di recente morta in odore di geniale follia e la truce e virgo in capillis donna Elettra Messana aeda del Bruno eroico figlio mussoliniano. Mentre l'inflessibile poliziotto di stato Ettore Messana fa triade con Eugenio Napoleone Messana, persona storica per plurimo vagare da un mondo all'altro, dalla clerical preghiera all'inno dei lavoratori, dalla favola alla storia, dai lumini ai tavoli a tre piedi, dalle amicizie alle inestinguibili avversioni. E quindi con il neo podestà di Racalmuto Emilio Messana, mellifluo, sorridente, comunista pacifico, nemico degli amici, amico dei nemici. A dire il vero costui è personaggio in fieri. Oggi mera cronaca, domani chissà come apparirà al mio collega microstorico della fine del XXI secolo.
Giratevela come vi pare i Messana - quelli racalmutesi, degli altri reietti montedoresi non mi nni cammaru - sono Racalmuto, sono la nostra endiade: loro e noi plebei e persino i "galantuomini" del Circolo Unione ci coguliamo in un uico corpo di inestricabile senso, che la sa lunga in tema di follia, pervesione, chiesa deviata e poteri evirati.
Vorrei tracciane quindi le linee storiche, la loro evoluzione dal truce mondo settecentesco racalmutese ai nostri dì, ormai emiliomessaniani.
Mi avvalgo di un logorroico, quanto difforme per valore storico, prodotto narrativo di uno della triade maschile dei Messana, appunto Eugenio Napoleone Messana, pio uomo figlio di padre pio che si andava a pigliare ogni mattina la lavatura della comunione, sbeffeggiava un avvocato allora suo nemico, il famoso leguleio che cavalcava un pegaso siracusano dai coglioni enfiati in misura gigantesca, un tal don Carminu Burruanu figlio del celebrato (senza motivo) don Ciccu Burruanu. [segue]
--
ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA, capo della polizia siciliana
ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA, capo della polizia siciliana
Parte seconda
ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA
...
Nacque dunque nel 1884 in questo lembo di terra che ha nome Racalmuto; piccolo lembo di paradiso per Gesualdo Bufalino. e tale di certo lo è nella landa sciasciana della Noce e nei declivi dei suoi dintorni, ma non direi a Nord-Ovest. Qui, ove deflussi torrenziali d'acqua invernale e secche sterpaglie d'estate, hanno forgiato aspra e disperata terra. Già i romani la disboscarono per fare legname per la loro flotta conquistatrice e terreni frugiferi per sfamare le loro orde di clientes sfaccendati. Cicerone, nelle Verrine:
(LA) « [Sicilia] prima docuit maiores nostros quam praeclarum esset exteris gentibus imperare […] »
(IT) « [La Sicilia] fu la prima a dimostrare ai nostri antenati quale nobile compito fosse dominare su popoli stranieri.
Poi calcheroni primitivi e quindi forni GILL fumigarono zolfo inaridendo del tutto quei paurosi spioventi argillosi.
E qui dai primi dell' Ottocento la famiglia del questore Messana trasse lucri e spinte nobiliari. Il loro antenato, di recente emigrazione, mastro Luigi MISSANA la scalata sociale l'aveva potuta consolidare con dilatazioni della tassa sul macinato, di cui fu a lungo esattore.
La famiglia Messana allargatasi nell'Ottocento cominciò, però, a avere colpi negativi quanto a sostanze patrimoniali: troppi figli mise al mondo il farmacista don Luigi Messana. Spartire un patrimonio anche consistente porta a riflussi se non di immiserimento di certo ad angosce economiche che si pensavano avere del tutto fugate.
Da un ramo, non molto felice, ecco il padre di Ettore Giuseppe Tancredi Messana, don Clemente i cui due fratelli, don Adriano e don Emilio non furono di sicuro più abili di don Clemente quanto a faccende economiche.
I tre fratelli procrearono comunque tre grossi personaggi racalmutesi: don Luigino Messana, il don Ferdinando Trupia di Leonardo Sciascia, personaggio estroso a forti tinte di cui tanti ricordiamo fatti spavaldi e gioiose avventure; donna Elettra Messana, bella colta e fascistissima, una sorta di Elettra euripidea, ritrosa a sposarsi per l'onta subita dalla madre che ebbe a fuggirsene con il suo promesso sposo, e il nostro grande personaggio, colui che seppe dare rigore e plausibilità all'etica sociale e all'ordine di una Italia barcollante tra l'ignominiosa vittoria del 1918 e il consolidarsi democristiano con l'arcigno De Gasperi. Parlo ovviamente del gra.uff. comm. di San Maurizio e San Lazzaro, il dottore ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA.
Dieci anni dopo nasceva a don Clemente, l'altro figlio maschio, EDOARDO TANCREDI FRANCESCO che non visse a lungo. E nel 1895 venne alla luce ELENA SANTA LUCIA, poi frivola e dispettosa zitella, per qualche tempo a Roma in conflitto con donna Giovanna Messana, l'unica nipote diretta del questore Messana.
L'atto di battesimo di donna Elena Messana mostra qualche curiosità: la bambina era nata il primo dicembre ma venne battezzata a Racalmuto l'antivigilia di Natale. Ciò fa pensare che don Clemente in quel fine secolo si fosse già trasferito a Palermo. Al paesello natio vi torna per le feste natalizie, in tempo per il lieto atto di battesimo tra le luminarie della Matrice, celebrante il noto sacerdote Macaluso.
Dobbiamo anche dedurne che sino al suo primo decennio di vita il futuro questore sia vissuto tra le nebbie racalmutesi, nella sua casa di S. Anna umida anche per le acque piovane sotterrate dai Matrona nella discesa dell'Ospedale dei padri Fate Bene Fratelli.
Ma già nel 1995 dimora in quel di Palermo. Si affranca dunque dall'aria paesana e inizia i suoi studi superiori in un ambiente anche civettuolo quale quello della Capitale di Sicilia. Qui frequenta l'università e si laurea in giurisprudenza. Attorno al 1912 spesa donna Margherita Schiavo di S. Giuseppe Jato. e nel 1914 gli nasce Ugo, l'unico figlio che il questore ebbe nel legittimo talamo coniugale. Da Ugo la nostra donna Giovanna MESSANA vivace bella e affascinante. Indomabile.
Se dovessimo seguire la lezione mocrostorica di Eugenio Napoleone Messana, il nostro futurro questore storico, tra l'inizio della grende guerra e l'autunno del 1919, sarebbe ritornato nel suo borgo natio a svolgervi la professione di avvovato; ma pare senza troppa fortuna. Nell'autunno del 1919 lo troviamo già a Musomeli quale Vice Commissario di Polizia.
Ora debbo precisare che non era più giovanissimo; aveva 35 anni, un figlio a carico e per moglie una gran donna della provincia di Palermo, di San Giuseppe Jato, appartenente alla rispettabile famiglia degli Schiavo.
Lillo Taverna ha condiviso il post di Matteo Renzi.
Matteo Renzi
In queste ore mentre tanti esponenti del Palazzo inseguono chiacchiericci e polemiche sta accadendo una cosa semplice e giusta. Migliaia di connazionali, miglia...ia!, stanno facendo domanda per l'Anticipo Pensionistico. Stiamo parlando della c.d. APE, che abbiamo presentato lo scorso autunno ricevendo fischi, critiche e polemiche. E che però sta funzionando alla grande.
Ci dicevano: l'ennesimo spot renziano. Ma non è uno spot: sono migliaia di persone che negli anni scorsi sono stati colpiti da regole molto dure e che adesso finalmente possono andare in pensione.
Chi vive di populismo va in TV a insultare la Fornero.
Chi crede nella politica trova soluzioni come l'APE.
Preferisco sbagliare cercando di cambiare le cose che pensare di avere ragione urlando e sbraitando dentro gli studi televisivi. Diamo tempo al tempo e la verità prima o poi emerge. Non era uno spot, l'APE. Ma un modo per cambiare la vita a qualche migliaio di italiani. Era una promessa, ora è realtà.
Avanti, insieme.
Altro...
Ci dicevano: l'ennesimo spot renziano. Ma non è uno spot: sono migliaia di persone che negli anni scorsi sono stati colpiti da regole molto dure e che adesso finalmente possono andare in pensione.
Chi vive di populismo va in TV a insultare la Fornero.
Chi crede nella politica trova soluzioni come l'APE.
Preferisco sbagliare cercando di cambiare le cose che pensare di avere ragione urlando e sbraitando dentro gli studi televisivi. Diamo tempo al tempo e la verità prima o poi emerge. Non era uno spot, l'APE. Ma un modo per cambiare la vita a qualche migliaio di italiani. Era una promessa, ora è realtà.
Avanti, insieme.
Altro...
Lillo Taverna ha condiviso il post di Matteo Renzi.
Matteo Renzi
In queste ore mentre tanti esponenti del Palazzo inseguono chiacchiericci e polemiche sta accadendo una cosa semplice e giusta. Migliaia di connazionali, miglia...ia!, stanno facendo domanda per l'Anticipo Pensionistico. Stiamo parlando della c.d. APE, che abbiamo presentato lo scorso autunno ricevendo fischi, critiche e polemiche. E che però sta funzionando alla grande.
Ci dicevano: l'ennesimo spot renziano. Ma non è uno spot: sono migliaia di persone che negli anni scorsi sono stati colpiti da regole molto dure e che adesso finalmente possono andare in pensione.
Chi vive di populismo va in TV a insultare la Fornero.
Chi crede nella politica trova soluzioni come l'APE.
Preferisco sbagliare cercando di cambiare le cose che pensare di avere ragione urlando e sbraitando dentro gli studi televisivi. Diamo tempo al tempo e la verità prima o poi emerge. Non era uno spot, l'APE. Ma un modo per cambiare la vita a qualche migliaio di italiani. Era una promessa, ora è realtà.
Avanti, insieme.
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Ci dicevano: l'ennesimo spot renziano. Ma non è uno spot: sono migliaia di persone che negli anni scorsi sono stati colpiti da regole molto dure e che adesso finalmente possono andare in pensione.
Chi vive di populismo va in TV a insultare la Fornero.
Chi crede nella politica trova soluzioni come l'APE.
Preferisco sbagliare cercando di cambiare le cose che pensare di avere ragione urlando e sbraitando dentro gli studi televisivi. Diamo tempo al tempo e la verità prima o poi emerge. Non era uno spot, l'APE. Ma un modo per cambiare la vita a qualche migliaio di italiani. Era una promessa, ora è realtà.
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martedì 20 giugno 2017
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