mercoledì 21 giugno 2017

ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA, capo della polizia siciliana



ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA, capo della polizia siciliana

Parte seconda

ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA

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Nacque dunque nel 1884 in questo lembo di terra che ha nome Racalmuto; piccolo lembo di paradiso per Gesualdo Bufalino. e tale di certo lo è nella landa sciasciana della Noce e nei declivi dei suoi dintorni, ma non direi a Nord-Ovest. Qui, ove deflussi torrenziali d'acqua invernale e secche sterpaglie d'estate, hanno forgiato aspra e disperata terra. Già i romani la disboscarono per fare legname per la loro flotta conquistatrice e terreni frugiferi per sfamare le loro orde di clientes sfaccendati. Cicerone, nelle Verrine:

(LA) « [Sicilia] prima docuit maiores nostros quam praeclarum esset exteris gentibus imperare […] »

(IT) « [La Sicilia] fu la prima a dimostrare ai nostri antenati quale nobile compito fosse dominare su popoli stranieri.

Poi calcheroni primitivi e quindi forni GILL fumigarono zolfo inaridendo del tutto quei paurosi spioventi argillosi.

E qui dai primi dell' Ottocento la famiglia del questore Messana trasse lucri e spinte nobiliari. Il loro antenato, di recente emigrazione, mastro Luigi MISSANA la scalata sociale l'aveva potuta consolidare con dilatazioni della tassa sul macinato, di cui fu a lungo esattore.

La famiglia Messana allargatasi nell'Ottocento cominciò, però, a avere colpi negativi quanto a sostanze patrimoniali: troppi figli mise al mondo il farmacista don Luigi Messana. Spartire un patrimonio anche consistente porta a riflussi se non di immiserimento di certo ad angosce economiche che si pensavano avere del tutto fugate.

Da un ramo, non molto felice, ecco il padre di Ettore Giuseppe Tancredi Messana, don Clemente i cui due fratelli, don Adriano e don Emilio non furono di sicuro più abili di don Clemente quanto a faccende economiche.

I tre fratelli procrearono comunque tre grossi personaggi racalmutesi: don Luigino Messana, il don Ferdinando Trupia di Leonardo Sciascia, personaggio estroso a forti tinte di cui tanti ricordiamo fatti spavaldi e gioiose avventure; donna Elettra Messana, bella colta e fascistissima, una sorta di Elettra euripidea, ritrosa a sposarsi per l'onta subita dalla madre che ebbe a fuggirsene con il suo promesso sposo, e il nostro grande personaggio, colui che seppe dare rigore e plausibilità all'etica sociale e all'ordine di una Italia barcollante tra l'ignominiosa vittoria del 1918 e il consolidarsi democristiano con l'arcigno De Gasperi. Parlo ovviamente del gra.uff. comm. di San Maurizio e San Lazzaro, il dottore ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA.

Dieci anni dopo nasceva a don Clemente, l'altro figlio maschio, EDOARDO TANCREDI FRANCESCO che non visse a lungo. E nel 1895 venne alla luce ELENA SANTA LUCIA, poi frivola e dispettosa zitella, per qualche tempo a Roma in conflitto con donna Giovanna Messana, l'unica nipote diretta del questore Messana.

L'atto di battesimo di donna Elena Messana mostra qualche curiosità: la bambina era nata il primo dicembre ma venne battezzata a Racalmuto l'antivigilia di Natale. Ciò fa pensare che don Clemente in quel fine secolo si fosse già trasferito a Palermo. Al paesello natio vi torna per le feste natalizie, in tempo per il lieto atto di battesimo tra le luminarie della Matrice, celebrante il noto sacerdote Macaluso.

Dobbiamo anche dedurne che sino al suo primo decennio di vita il futuro questore sia vissuto tra le nebbie racalmutesi, nella sua casa di S. Anna umida anche per le acque piovane sotterrate dai Matrona nella discesa dell'Ospedale dei padri Fate Bene Fratelli.

Ma già nel 1995 dimora in quel di Palermo. Si affranca dunque dall'aria paesana e inizia i suoi studi superiori in un ambiente anche civettuolo quale quello della Capitale di Sicilia. Qui frequenta l'università e si laurea in giurisprudenza. Attorno al 1912 spesa donna Margherita Schiavo di S. Giuseppe Jato. e nel 1914 gli nasce Ugo, l'unico figlio che il questore ebbe nel legittimo talamo coniugale. Da Ugo la nostra donna Giovanna MESSANA vivace bella e affascinante. Indomabile.


Se dovessimo seguire la lezione mocrostorica di Eugenio Napoleone Messana, il nostro futurro questore storico, tra l'inizio della grende guerra e l'autunno del 1919, sarebbe ritornato nel suo borgo natio a svolgervi la professione di avvovato; ma pare senza troppa fortuna. Nell'autunno del 1919 lo troviamo già a Musomeli quale Vice Commissario di Polizia.

Ora debbo precisare che non era più giovanissimo; aveva 35 anni, un figlio a carico e per moglie una gran donna della provincia di Palermo, di San Giuseppe Jato, appartenente alla rispettabile famiglia degli Schiavo.

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