...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.
mercoledì 4 giugno 2014
Giovanna Messana
Incontro lunedì scorso a Roma una deliziosissima signora: Me l'ero immaginata fiera, iattante, superba, inaccessibile ed invece eccola là disponibile persino al mio fluviale eloquio. E' la nipote del molto fiero soggetto alla eroica dedizione allo Stato, pure nella veste meno amata, quella del cosiddetto Stato di polizia; personaggio racalmutese in misura non totale e persino spesso sfuggente. Parlo del questore Ettore Messana,, in odio a Li Causi ma con rispetto, calunniato da stampa becera e disinformata di qualche sedicente pubblicista della Palermo sindacale, finito deriso da due giornaletti a taglio minimale il link palermitano ove vi scrive il nostro esacerbato ex sindaco Totò Petrotto e un foglio oggi on line olim sciasciano ove MALGRADO TUTTO vi scriveva (benissimo) il mio caro cugino Gigi Restivo.
E per non farla ancora più lunga dico che mi riferisco alla soave signora Giovanna Messana. La sto spingendo a recuperare la bella memoria del suo celebre ma poco celebrato nonno, il predetto Ettore Messana.
La signora Giovanna Messana completa, ignara, una delle mie maniache triadi. Sì è la terza delle spettacolari donne dei Messana racalmutesi: Ziina di recente morta in odore di geniale follia e la truce e virgo in capillis donna Elettra Messana aeda del Bruno eroico figlio mussoliniano. Mentre l'inflessibile poliziotto di stato Ettore Messana fa triade con Eugenio Napoleone Messana, persona storica per plurimo vagare da un mondo all'altro, dalla clerical preghiera all'inno dei lavoratori, dalla favola alla storia, dai lumini ai tavoli a tre piedi, dalle amicizie alle inestinguibili avversioni. E quindi con il neo podestà di Racalmuto Emilio Messana, mellifluo, sorridente, comunista pacifico, nemico degli amici, amico dei nemici. A dire il vero costui è personaggio in fieri. Oggi mera cronaca, domani chissà come apparirà al mio collega microstorico della fine del XXI secolo.
Giratevela come vi pare i Messana - quelli racalmutesi, degli altri reietti montedoresi non mi nni cammaru - sono Racalmuto, sono la nostra endiade: loro e noi plebei e persino i "galantuomini" del Circolo Unione ci coguliamo in un uico corpo di inestricabile senso, che la sa lunga in tema di follia, pervesione, chiesa deviata e poteri evirati.
Vorrei tracciane quindi le linee storiche, la loro evoluzione dal truce mondo settecentesco racalmutese ai nostri dì, ormai emiliomessaniani.
Mi avvalgo di un logorroico, quanto difforme per valore storico, prodotto narrativo di uno della triade maschile dei Messana, appunto Eugenio Napoleone Messana, pio uomo figlio di padre pio che si andava a pigliare ogni mattina la lavatura della comunione, sbeffeggiava un avvocato allora suo nemico, il famoso leguleio che cavalcava un pegaso siracusano dai coglioni enfiati in misura gigantesca, un tal don Carminu Burruanu figlio del celebrato (senza motivo) don Ciccu Burruanu. [segue]
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