Sceso a Racalmuto dopo quasi mezzo secolo mi sto chiedendo se sono in un mondo sano di mente o tra giocherelloni della comune logica. Incontro questo pomeriggio l'avvocato di cassazione Emilio MESSANA. Gli chiedo qualcosa su questa vicenda degli undici licenziandi del Comune. Lo trovo molto preparato. Mi spiega che sì vi è il primo comma di questa strana legge regionale che abolisce diciamo il 90% + 10% ma nel successivo comma mi pare 7 istituisce un sistema forse alquanto farraginoso ma che se ben letto il Comune di Racalmuto avrebbe addirittura il dovere di rinnovare il contratto di lavoro a tempo determinato di questi undici lavoratori oggi e di un centinaio dopo. Salta l'obbligo del 10% si entra in un sistema remunerativo molto più articolato. Se le cose stanno così (ed io dico che stanno così) come spiegarmi gli avventurismi sindacali sia pure cigiellini o peggio le sovrastanti letture di chi poi autore di quella legge regionale è. La legalità - ecco come parafraso - qui impedisce addirittura i licenziamenti. L'avvocato Emilio Messana è stato sino ad ieri il segretario provinciale del PD. Perché il buon Panepinto lo ha baipassato nel suo avvento nel palazzetto delle Clarisse? Mi permetta un pressante invito: parli con Emilio, si faccia erudire e torni da Galeani; se costui brancola in siffatte vertenze sindacali e non si fida se non del dottore Italia, si dimetta e il ministero di Alfano nomini un commissario all'altezza che credo non potrebbe giammai trovare tra i segretari di prefettura in quiescenza.
sabato 8 marzo 2014
Mi permetta un pressante invito: parli con Emilio, si faccia erudire e torni da Galeani; se costui brancola in siffatte vertenze sindacali e non si fida se non del dottore Italia, si dimetta e il ministero di Alfano nomini un commissario all'altezza che credo non potrebbe giammai trovare tra i segretari di prefettura in quiescenza
parlate ex cathedra e se aveste quella vis compulsiva che hanno i maschi chissà quanti di noi maschietti brucereste vivi a Campo di Fiori a Roma rei soltanto di non riuscire ad essere d'accordo con le vostre tesi (che esagerando noi riteniamo uterine).
Ma ho già risposto che in miniera muravano vivi i maschi colpiti dall'antimonio. Il problema dello sfruttamento del mondo operaio (maschi o femmine che fossero) è un altro. La costituzione americana penalizza i maschi oltre misura. La costituzione italiana è molto più equilibrata. L'ermeneutica giuridica è stata molto protettiva nei confronti delle donne. Non vi è traccia alcuna del cosiddetto delitto di onore. Certo non vi è traccia alcuna di difesa del maschio dalla violenza MORALE che spesso subisce dalla DONNA. Questo mi indigna. Sarò un ipocrita, ma la verità mi è più cara dell'apprezzamento a buon mercato. A voi donne due cose mancano, il senso dell'ironia e la giusta dose di obiettività. Se arrivate ad una convinzione, siete peggio di santa romana chiesa: parlate ex cathedra e se aveste quella vis compulsiva che hanno i maschi chissà quanti di noi maschietti brucereste vivi a Campo di Fiori a Roma rei soltanto di non riuscire ad essere d'accordo con le vostre tesi (che esagerando noi riteniamo uterine).
Prima di far diventare "paese modello" Racalmuto (suonnu ca t'inganna iè) facciamolo diventare paese NORMALE. I suoi amici diversamente a che servono?
Mi pare che purtroppo non ci possono essere dubbi: la faccenda degli undici precari di Racalmuto ritorna in alto mare. La bella notizia dei giorni scorsi del Giornale di Sicilia evapora in un nulla che torna a disdoro del sindacalista della Funzione Pubblica del mio sindacato. Prima di spararle grosse alla CGIL ci si deve mettere in testa che bisogna almeno sapere se una legge è stata abrogata. Vorrei sapere dal Primario Adile cosa ne pensa di questa inquietante faccenda. Vuol sapere il mio parere? Eccolo. Occorrerebbe fare subito una interrogazione parlamentare e mandare a casa la triade commissariante di Racalmuto. Non si possono licenziare undici dipendenti perché "i revisori dei conti" (Carneade chi era costui?) inibiscono un esubero nelle spese di appena quindici mila euro. Facile per me controbattere: ebbene mandiamo a casa l'inutile SEGRETARIO COMUNALE; avremmo subito una minore "spesa per il personale" atta a coprire i magri emolumenti o meglio le meschinelle integrazioni di salario di cotesti operai che si corre il rischio di andare a seppellire per crepacuore. Non bastano? Quanto si dà al dottor Italia (compaesano mi pare del dottor Galeani) per fare annidare tra le spese per la monnezza da scaricare su questi tartassati racalmutesi 440 mila euro non inerenti. Per questo dottor Galeani mi andrà a denunciare come per il povero Guagliano? Ma prima almeno mi dica come è la storia. A me così l'hanno "fischiata". C'è un problema patrimoniale? Facciano mergere le sopravvenienze attive (certe liquide ed esigibili). Non ci stanno? ad onta del Petrotto dico che sono state canonizzate nell'albo pretorio on line. Vi può essere problema di liquidità. Beh! visto che la triade è pagata dal Ministero, i soldi che il comune anticipa si "dirottino" nell'integrazione di codesto 10% e i signori prefetti (o quasi) aspettino il rimborso ministeriale. Primario Adile, capo di medici racalmutesi fratelli di chi so io, inizi da qui il suo comizio elettorale. Se riesce, sarò il primo a plaudirla. Del resto lei è anche mi dicono non ignoto a Palazzo d'Orleans. Al limite potrebbe far nominare me per questo mese o due e io li manderei a far in culo a codesti "revisori dei conti" che inibiscono il mantenimento del posto di lavoro a bravi racalmutesi proprio in un momento di grave crisi occupazionale. Prima di far diventare "paese modello" Racalmuto (suonnu ca t'inganna iè) facciamolo diventare paese NORMALE. I suoi amici diversamente a che servono?
Ma tu mi chiederai collaborazione. Non te l’accorderò: odio i medici specie se diventano i missi dominici di Alfano, Crocetta, Micciché, ed anche Capodicasa. Non ti dovrai avventurare in ritardi nelle motivate denunce senza indugio. Sono diavolerie giuridiche. Voi medici non ne capite la pericolosità- Noi vecchi ispettori della Banca d'Italia, ci andiamo a nozze.
Biagio Adile: 'Racalmuto città aperta'
ADAGIO
BIAGIO. Scende in campo persino Egidio Terrana per te. Capisco che è da
maleducati dare del tu senza averne l'autorizzazione, ma siccome ormai ti hanno
accreditato come primo cittadino di Racalmuto e quindi come mio sapiente
amministratore e già parli di cordialità ecco che mi prendo delle confidenze. Non
so se il grottese Egidio Terrana sia sceso in campo, a parlare da Malgradotutto
(appunto) per prendere le distanze da te o per accreditarti, per farti apparire
più uguale degli uguali: i tanti tantissimi candidati a sindaco di Racalmuto.
Mi
aspetto per domani o dopo domani un galante “ben venuta” a Morena, che pare che
sarà la tua concorrente. Un rude medico contro una fragile avvenente cognata.
Orsù via! Tu sei anche ginecologo: con estrema eleganza, con gentil dire, con
inchini quasi cicisbei la frantumerai. Ma direi che sarà una vis grata puellae.
Tu
sindaco - padre Ciucia in quella riunione segreta dell'altro giorno ti ha
impartito la santa benedizione - e Morena come candidata sindaco del secondo
partito, capo dell'opposizione. Ormai è sicuro: andiamo verso la PAX, non
quella mortuaria ma quella civica. E così tu farai di Racalmuto un paese
modello, proprio una città di Dio alla Campanella: tutta luce, tutto benessere,
tutta gioia di vivere: orti e biblioteche, piste ciclabili e autodromi, e i
tanti, i tantissimi perniciosi problemi di Racalmuto spariranno come d'incanto.
Vi è
un sovraccarico di personale con crescenti occorrenze finanziarie beh! nel tuo
programma messianico non mi dici come farai. Sono cinque milioni di euro al
giorno d'oggi e se la Regione per il
federalismo fiscale chiudono i cordoni della borsa non mi dici come supplirai.
E visto
che sei medico ti dico che attorno al paese vi è una corona cangerogena di
rosticci che va smantellata e non mi dici some farai.
Lillo Taverna Confinante vi è il disastro ambientale della
Montedison, non è facile cozzarci contro anche per le astuzie dell scatole
cinesi giuridiche e tu non mi dici come chiamerai all’ordine tali giganti
multinazionali.
Lillo Taverna Che dire del disastro dell'autostrada? hanno
disintegrato la nostra più gelosa zona archeologica, le nostre più ubertose
plaghe agricole, compromesso la salubrità delle nostre grandi risorse idriche.
Hanno addentellati politici, comunali , letterari giornalistici ed anche
sanitari visto che pare che il fratello di un loro megafono letterario lavora
ai tuoi ordini. Non mi dici che farai per rastremare le
Lillo Taverna E che dirai a quegli ingenui racalmutesi che
hanno anticipato cinquecento mila euro per un posto privilegiato in un
incapiente cimitero?
Lillo Taverna Vuoi che continui? Mi sono documentato. Tu mi
puoi battere in tema di uretre prostate e ovaie, ma in tema di bilancio
comunale sarò petulante: ti chiederò con insistenza come hai ovviato a quelle
omesse emersioni di sopravvenienze qua, di illecite concessioni di
"sgravi" là. Ma tu mi chiederai collaborazione. Non te l’accorderò:
odio i medici specie se diventano i missi dominici di Alfano, Crocetta, Micciché,
ed anche Capodicasa. Non ti dovrai avventurare in ritardi nelle motivate denunce
senza indugio. Sono diavolerie giuridiche. Voi medici non ne capite la pericolosità-
Noi vecchi ispettori della Banca d'Italia, ci andiamo a nozze.
venerdì 7 marzo 2014
Adile sindaco di Racalmuto? Ma!!!!!
Taverna Avevo finito di scrivere questa spero garbata risposta a Santo Petruzzella ed ecco che mi passano notizie che pare debba tenere in conto anche se mi paiono da regime medievale.
Ma a Racalmuto tutto può succedere. Mi si dice che posso arriminarimi come mi pare ma i giochi sono tutti fatti ed io non ci posso far nulla. STA SCRITTO e dove? ma nelle stanze direi stanzerre della politica siciliana. Sono le stanzwette di Agrigento, sono le stanzette di Palermo (per accordi ancestrali Roma si mantiene rigorosamente fuori con la scusa che le cose siciliane non impenetrabili e sono cose loro da lasciare solo a loro).
Tutto potevo pensare ma non che se l'urologo lascia prostate uretre e ovaie e scende a Racalmuto non è per pressioni di incauti parenti racalmutesi ma perché non può dire di no ad una strana stanzetta ove di tanto intanto siedono Alfano, Crocetta, Micciché, Cimino e transfughi di qua transfughi di là. E così come il mio carissimo amico dottore Benito Infurnari finì commissario della defunta Provincia di Agrigento, ora è deciso: il professore specialista urologo ginecololgo ADILE dovrà fare il sindaco a Racalmuto. Ma non capisce niente di amministrazioni comunali e per giunta di una amministrazione comunale dichiarata per legge (anche se infondatamente) "infiltrata mafiosa". Poco male!!! Poco male: quello che poteva essere il candidato naturale indigeno di tutta quasta impalpabile area che ingloba persino padre Ciucia FACCIA UN PASSO indietro: il dottore Borsellino si astenga. In compenso? in compenso andrà a fare il vice sindaco. Il mio amico Baffetto Minimo che ci teneva tanto si svegli. Sogno ingannevole il suo.
E a spoposito .. e l'altra parte? Lì siamo proprio nella comica totale. E' da tempo immemorabile che ci si è' dichiarati irrimediabilmente perdenti. Vecchi comuninisti, con residua coscienza critica e diaciamolo autocritica, soffrono di scrupoli e di rimorsi. Da quei tempi in cui il cattolicissimo bigotto e profondamente democristiano E.N. Messana si accreditò e fu accreditato come vessillifero del comunismo racalmutese, noi comunisti racalmutesi non facciamo altro che vergognarci di noi stessi. Abbiamo vinto le delezioni comunali qualche volta e ci siamo messi nelle mani di ragazzotti alle prese con la droga, di fascisti di gloriosissime tradizioni familiari fasciste. Non più tardi dell'altro giorno il mio caro cuugino Gigi non poteva fare a meno di ammonismi "ma tu quando è che la smetti con queste tue stronzate comuniste". Già io sono vetero comunista e per giunta tutt'altro che pentito,. Alla mia idea comunista sono legatissimo e considero i fascisti (mi perdonino) delle merde politiche. Quindii alla cosidetta sinistra (a Capodicasa, a Lauricella, a Federico Martorana per fare qualche nome) il sindaco non interessa. Non saprebbero manco chi metterci. Del resto un sindaco comunista vero a Racalmuto non l'hanno mai avuto né voluto. Ci provarono una volta con Federico Martorana ed un Petrotto baby lo ha irrimediabilmente umiliato. Ora i comunisti racalmutesi manco un defilato rappresentante in Federeazione abbiamo più; figurarsi se là hanno voglia di rischiare un'acca nei loro giochetti e nelle ,loro sudditanze a Crocetta ad Alfano ed ora anche a Micciche per un sindaco (non agevole) a Racalmuto. Da una sceneggiata all'altra, siamo quindi pervenuti alla comica della MORENA SINDACO.
Quindi?
mi debbo mettere una museruola in bocca finché un bravo Borsellino non completi la riparazione dentaria che mi affligge e da qui emigrare il più presto possibile per Roma dove non ho più la residenza ma ho discreta casa con abitabilità gratuita. Non votrerò: non voglio essere corresponsabile della elezione a sindaco di un urologo che nulla sapendo di questo paese ove mai è stato dovrà decidere d'ordine e conto di chissà chi o meglio tutti sappiamo chi. Per il nostro bene? Io non ci credo E VOI? E ciò nonostante lo voterete?
E a spoposito .. e l'altra parte? Lì siamo proprio nella comica totale
Carissimo Santo, il mio giudizio sulle banche è molto più negativo di quello che credo abbia tu.
E' un giudizio che nella mia attività professionale l'ho potuto anche concretizzare adoperandomi per la chiusura di qualche istituto di credito a livello persino nazionale.
Sostengo che in Sicilia vi è stata una pirateria pubblica immonda dalla requisizione del glorioso BS a quella delle tante popolari ed azionarie.
Il "diritto bancario" migliore è stato quello fascista (pensa tu!) e l'attuale triade di Basilea ci porterà a sconquassi enormi negli occorrenti equilibri sistemici finanziari. Ma predico a me stesso "delle banche come dei medici e degli avvocati se ne può e se ne deve dire tutto il male del mondo ma non se ne può fare a meno". Figuriamoci poi in questo piccolo cosmo che è Racalmuto. Abbiamo il residuo bellico del vecchio Banco di Sicilia ridotto quasi solo ad "agenzia dell'entrate" o ad asfittico "ufficiale pagatore" del nostro dissestato Comune. E soprattutto abbiamo due enti bancari collabenti il cui unico ruolo oggi è dare - mi pare - lauti affitti a un paio di immobiliaristi locali.
Quando parlavo delle autorità mi riferivo a quelle che siedono o dovrebbero sedere nell'ex convento delle Clarisse.
Quando vedo passare le autorità in pectore costituite da candidati e candidate sindaco, i miei sardonici istinti storico-cronachistici vorrebbero fare di me un cannibale. Se continua così avremo per sindaco un qualche esperto in archeologia del nulla, o un urologo/ginecologo in disuso o un qualche implicato in dissennatezze nei fondi pubblici o un teorico di pretese morali nell'arte del furto. Ma contenta Racalmuto, contento anch'io. Che c'entrano con le banche locali? Cribbio se c'entrano!!! Penso allo scialo della tesoreria comunale; penso all'indifferenza nelle rapine ope legis dei risparmi locali e miliardi di altre cose da scriverci un libro. E soprattutto ora che incombe la mannaia di Basilea tre rapinatrice della liquidità delle aree depresse, manco sanno di che si tratta!!
Taverna Avevo finito di scrivere questa spero garbata risposta a Santo Petruzzella ed ecco che mi passano notizie che pare debba tenere in conto anche se mi paiono da regime medievale.
Ma a Racalmuto tutto può succedere. Mi si dice che posso arriminarimi come mi pare ma i giochi sono tutti fatti ed io non ci posso far nulla. STA SCRITTO e dove? ma nelle stanze direi stanzerre della politica siciliana. Sono le stanzwette di Agrigento, sono le stanzette di Palermo (per accordi ancestrali Roma si mantiene rigorosamente fuori con la scusa che le cose siciliane non impenetrabili e sono cose loro da lasciare solo a loro).
Tutto potevo pensare ma non che se l'urologo lascia prostate uretre e ovaie e scende a Racalmuto non è per pressioni di incauti parenti racalmutesi ma perché non può dire di no ad una strana stanzetta ove di tanto intanto siedono Alfano, Crocetta, Micciché, Cimino e transfughi di qua transfughi di là. E così come il mio carissimo amico dottore Benito Infurnari finì commissario della defunta Provincia di Agrigento, ora è deciso: il professore specialista urologo ginecololgo ADILE dovrà fare il sindaco a Racalmuto. Ma non capisce niente di amministrazioni comunali e per giunta di una amministrazione comunale dichiarata per legge (anche se infondatamente) "infiltrata mafiosa". Poco male!!! Poco male: quello che poteva essere il candidato naturale indigeno di tutta quasta impalpabile area che ingloba persino padre Ciucia FACCIA UN PASSO indietro: il dottore Borsellino si astenga. In compenso? in compenso andrà a fare il vice sindaco. Il mio amico Baffetto Minimo che ci teneva tanto si svegli. Sogno ingannevole il suo.
E a spoposito .. e l'altra parte? Lì siamo proprio nella comica totale. E' da tempo immemorabile che ci si è' dichiarati irrimediabilmente perdenti. Vecchi comuninisti, con residua coscienza critica e diaciamolo autocritica, soffrono di scrupoli e di rimorsi. Da quei tempi in cui il cattolicissimo bigotto e profondamente democristiano E.N. Messana si accreditò e fu accreditato come vessillifero del comunismo racalmutese, noi comunisti racalmutesi non facciamo altro che vergognarci di noi stessi. Abbiamo vinto le delezioni comunali qualche volta e ci siamo messi nelle mani di ragazzotti alle prese con la droga, di fascisti di gloriosissime tradizioni familiari fasciste. Non più tardi dell'altro giorno il mio caro cuugino Gigi non poteva fare a meno di ammonismi "ma tu quando è che la smetti con queste tue stronzate comuniste". Già io sono vetero comunista e per giunta tutt'altro che pentito,. Alla mia idea comunista sono legatissimo e considero i fascisti (mi perdonino) delle merde politiche. Quindii alla cosidetta sinistra (a Capodicasa, a Lauricella, a Federico Martorana per fare qualche nome) il sindaco non interessa. Non saprebbero manco chi metterci. Del resto un sindaco comunista vero a Racalmuto non l'hanno mai avuto né voluto. Ci provarono una volta con Federico Martorana ed un Petrotto baby lo ha irrimediabilmente umiliato. Ora i comunisti racalmutesi manco un defilato rappresentante in Federeazione abbiamo più; figurarsi se là hanno voglia di rischiare un'acca nei loro giochetti e nelle ,loro sudditanze a Crocetta ad Alfano ed ora anche a Micciche per un sindaco (non agevole) a Racalmuto. Da una sceneggiata all'altra, siamo quindi pervenuti alla comica della MORENA SINDACO.
Quindi?
mi debbo mettere una museruola in bocca finché un bravo Borsellino non completi la riparazione dentaria che mi affligge e da qui emigrare il più presto possibile per Roma dove non ho più la residenza ma ho discreta casa con abitabilità gratuita. Non votrerò: non voglio essere corresponsabile della elezione a sindaco di un urologo che nulla sapendo di questo paese ove mai è stato dovrà decidere d'ordine e conto di chissà chi o meglio tutti sappiamo chi. Per il nostro bene? Io non ci credo E VOI? E ciò nonostante lo voterete?
Ma a Racalmuto tutto può succedere. Mi si dice che posso arriminarimi come mi pare ma i giochi sono tutti fatti ed io non ci posso far nulla.
Carissimo Santo, il mio giudizio sulle banche è molto più negativo di quello che credo abbia tu.
E' un giudizio che nella mia attività professionale l'ho potuto anche concretizzare adoperandomi per la chiusura di qualche istituto di credito a livello persino nazionale.
Sostengo che in Sicilia vi è stata una pirateria pubblica immonda dalla requisizione del glorioso BS a quella delle tante popolari ed azionarie.
Il "diritto bancario" migliore è stato quello fascista (pensa tu!) e l'attuale triade di Basilea ci porterà a sconquassi enormi negli occorrenti equilibri sistemici finanziari. Ma predico a me stesso "delle banche come dei medici e degli avvocati se ne può e se ne deve dire tutto il male del mondo ma non se ne può fare a meno". Figuriamoci poi in questo piccolo cosmo che è Racalmuto. Abbiamo il residuo bellico del vecchio Banco di Sicilia ridotto quasi solo ad "agenzia dell'entrate" o ad asfittico "ufficiale pagatore" del nostro dissestato Comune. E soprattutto abbiamo due enti bancari collabenti il cui unico ruolo oggi è dare - mi pare - lauti affitti a un paio di immobiliaristi locali.
Quando parlavo delle autorità mi riferivo a quelle che siedono o dovrebbero sedere nell'ex convento delle Clarisse.
Quando vedo passare le autorità in pectore costituite da candidati e candidate sindaco, i miei sardonici istinti storico-cronachistici vorrebbero fare di me un cannibale. Se continua così avremo per sindaco un qualche esperto in archeologia del nulla, o un urologo/ginecologo in disuso o un qualche implicato in dissennatezze nei fondi pubblici o un teorico di pretese morali nell'arte del furto. Ma contenta Racalmuto, contento anch'io. Che c'entrano con le banche locali? Cribbio se c'entrano!!! Penso allo scialo della tesoreria comunale; penso all'indifferenza nelle rapine ope legis dei risparmi locali e miliardi di altre cose da scriverci un libro. E soprattutto ora che incombe la mannaia di Basilea tre rapinatrice della liquidità delle aree depresse, manco sanno di che si tratta!!
Taverna Avevo finito di scrivere questa spero garbata risposta a Santo Petruzzella ed ecco che mi passano notizie che pare debba tenere in conto anche se mi paiono da regime medievale.
Ma a Racalmuto tutto può succedere. Mi si dice che posso arriminarimi come mi pare ma i giochi sono tutti fatti ed io non ci posso far nulla. STA SCRITTO e dove? ma nelle stanze direi stanzerre della politica siciliana. Sono le stanzwette di Agrigento, sono le stanzette di Palermo (per accordi ancestrali Roma si mantiene rigorosamente fuori con la scusa che le cose siciliane non impenetrabili e sono cose loro da lasciare solo a loro).
Tutto potevo pensare ma non che se l'urologo lascia prostate uretre e ovaie e scende a Racalmuto non è per pressioni di incauti parenti racalmutesi ma perché non può dire di no ad una strana stanzetta ove di tanto intanto siedono Alfano, Crocetta, Micciché, Cimino e transfughi di qua transfughi di là. E così come il mio carissimo amico dottore Benito Infurnari finì commissario della defunta Provincia di Agrigento, ora è deciso: il professore specialista urologo ginecololgo ADILE dovrà fare il sindaco a Racalmuto. Ma non capisce niente di amministrazioni comunali e per giunta di una amministrazione comunale dichiarata per legge (anche se infondatamente) "infiltrata mafiosa". Poco male!!! Poco male: quello che poteva essere il candidato naturale indigeno di tutta quasta impalpabile area che ingloba persino padre Ciucia FACCIA UN PASSO indietro: il dottore Borsellino si astenga. In compenso? in compenso andrà a fare il vice sindaco. Il mio amico Baffetto Minimo che ci teneva tanto si svegli. Sogno ingannevole il suo.
E a spoposito .. e l'altra parte? Lì siamo proprio nella comica totale. E' da tempo immemorabile che ci si è' dichiarati irrimediabilmente perdenti. Vecchi comuninisti, con residua coscienza critica e diaciamolo autocritica, soffrono di scrupoli e di rimorsi. Da quei tempi in cui il cattolicissimo bigotto e profondamente democristiano E.N. Messana si accreditò e fu accreditato come vessillifero del comunismo racalmutese, noi comunisti racalmutesi non facciamo altro che vergognarci di noi stessi. Abbiamo vinto le delezioni comunali qualche volta e ci siamo messi nelle mani di ragazzotti alle prese con la droga, di fascisti di gloriosissime tradizioni familiari fasciste. Non più tardi dell'altro giorno il mio caro cuugino Gigi non poteva fare a meno di ammonismi "ma tu quando è che la smetti con queste tue stronzate comuniste". Già io sono vetero comunista e per giunta tutt'altro che pentito,. Alla mia idea comunista sono legatissimo e considero i fascisti (mi perdonino) delle merde politiche. Quindii alla cosidetta sinistra (a Capodicasa, a Lauricella, a Federico Martorana per fare qualche nome) il sindaco non interessa. Non saprebbero manco chi metterci. Del resto un sindaco comunista vero a Racalmuto non l'hanno mai avuto né voluto. Ci provarono una volta con Federico Martorana ed un Petrotto baby lo ha irrimediabilmente umiliato. Ora i comunisti racalmutesi manco un defilato rappresentante in Federeazione abbiamo più; figurarsi se là hanno voglia di rischiare un'acca nei loro giochetti e nelle ,loro sudditanze a Crocetta ad Alfano ed ora anche a Micciche per un sindaco (non agevole) a Racalmuto. Da una sceneggiata all'altra, siamo quindi pervenuti alla comica della MORENA SINDACO.
Quindi?
mi debbo mettere una museruola in bocca finché un bravo Borsellino non completi la riparazione dentaria che mi affligge e da qui emigrare il più presto possibile per Roma dove non ho più la residenza ma ho discreta casa con abitabilità gratuita. Non votrerò: non voglio essere corresponsabile della elezione a sindaco di un urologo che nulla sapendo di questo paese ove mai è stato dovrà decidere d'ordine e conto di chissà chi o meglio tutti sappiamo chi. Per il nostro bene? Io non ci credo E VOI? E ciò nonostante lo voterete?
Carissimo Santo, mi sei molto simpatico ma qualche sia pure piccola tua riserva tra parentesi verso la mia analisi bancaria la rimando di vero cuore al mittente. Solo perché sei tu non ti dico Sutor ne ultra crepidam. Ciao.
Carissimo Santo, il mio giudizio sulle banche è molto più negativo di quello che credo abbia tu, E' un giudizio che nella mia attività professionale l'ho potuto anche concretizzare adoperandomi con la chiusura di qualche istituto di credito a livello persino nazionale. Sostengo che in Sicilia vi è stata una pirateria pubblica immonda dalla requisizione del glorioso BS a quella delle tante popolari ed azionarie. Il "diritto bancario" migliore è stato quello fascista (pensa tu!) e l'attuale triade di Basilea ci porterà a sconquassi enormi negli occorrenti equilibri sistemici finanziari. Ma predico a me stesso "delle banche come dei medici e degli avvocati se ne può e se ne deve dire tutto il male del mondo ma non se ne può fare a meno". Figuriamoci poi in questo piccolo cosmo che è Racalmuto. Abbiamo il residuo bellico del vecchio Banco di Sicilia ridotto quasi solo ad "agenzia dell'entrate" o ad asfittico "ufficiale pagatore" del nostro dissestato Comune. E soprattutto abbiamo due enti bancari collabenti il cui unico ruolo oggi è dare . mi pare - lauti affitti a un paio di immobiliaristi locali. Quando parlavo delle autorità mi riferivo a quelle che siedono o dovrebbero sedere nell'ex convento delle Clarisse e quelle in pectore costituite da candidati e candidate sindaco. Quando li vedo passare i miei sardonici istinti storico cronachistici vorrebbero fare di me un cannibale. Se continua così avremo per sindaco un qualche esperto in archeologia del nulla, o un urologo/ginecologo in disuso o un qualche implicato in dissennatezze nei fondi pubblici o un teorico di pretese morali nell'arte del furto. Ma contenta Racalmuto, contento anch'io. Che c'entrano con le banche locali? Cribbio se c'entrano!!! Penso allo scialo della tesoreria comunale; penso all'indifferenza nelle rapine ope legis dei risparmi locali e miliardi di altre cose da scriverci un libro. E soprattutto ora che incombe la mannaia di Basilea tre rapinatrice della liquidità delle aree depresse, manco sanno di che si tratta!! Carissimo Santo, mi sei molto simpatico ma qualche sia pure piccola tua riserva tra parentesi verso la mia analisi bancaria la rimando di vero cuore al mittente. Solo perché sei tu non ti dico Sutor ne ultra crepidam. Ciao.
giovedì 6 marzo 2014
Si assottiglia vieppiù l'assistenza bancaria e le pubbliche autorità manco se ne accorgono.
Lillo Taverna ha condiviso la foto di Il mestiere di scrivere.
«Si è così profondi, ormai, che non si vede più niente. A forza di andare in profondità, si è sprofondati. Soltanto l'intelligenza, l'intelligenza che è anche «leggerezza», che sa essere «leggera», può sperare di risalire alla superficialità, alla banalità».
Leonardo Sciascia, “Nero su nero”
Leonardo Sciascia, “Nero su nero”
Delle banche come dei medici e degli avvocati se ne può e se ne deve dire tutto il male possibile ma non se ne può fare a meno.
Giusto! ma a Racalmuto chi è che possiede una siffatta "leggerezza" mentale"? Sono stato oggi all'ex Banca Popolare (mi pare che si chiamasse così). Ma a scanso di equivoci dico che sono stato alla Banca Popolare di Lodi. Con i titoli Tanzi vi si è consumata l'ultima rastremazione dei risparmi racalmutesi. Sornione fingo di accreditare una saputella. Le chiedo di Basilea 3. So che non sa. Spara la prima sciocchezza che le viene in mente. Quando la metto all'angolo chiedendole cosa ne verrà ai racalmutesi, si mette a ciarlate al telefono. Finita la prolissa e femminile diceria, crede di potermi congedare senza neppure lasciarmi concludere. La prevengo e mi riprometto di chiedere a Novara una qualche giustificazione. Resta però il fatto che ormai quella che sto visitando è divenuta solo punto di corrispondenza di Canicattì. Povera economia di Racalmuto. Si assottiglia vieppiù l'assistenza bancaria e le pubbliche autorità manco se ne accorgono. Come se non fosse faccenda che le riguarda. Da stamani sono diventato anch'io pessimista. Delle banche come dei medici e degli avvocati se ne può e se ne deve dire tutto il male possibile ma non se ne può fare a meno.
ntiche carte della Matrice di Racalmuto
l2s+< nr64nc120
xk RACALMUTO NEI REGISTRI PARROCCHIALI !!!
xk
^Premessa^
!!!
Col trepido ricordo della mia prima
giuvent— trascorsa a
Racalmuto, mi sono applicato alla
decifrazione delle carte
d'archivio della Matrice, risalenti al
XVI e XVII secolo.
Quando, giovanissimo, ho consultato per
la prima volta gli
atti di battesimo e matrimoniali, ho
potuto percorrere
all'indietro la mia ascendenza, per
parte paterna, sino alle
soglie del XVIII secolo: il diligente
archivio parrocchiale lo
consentiva. Dopo, lavoro e personali
interessi mi hanno
portato lontano da quelle ricerche,
rimanendomi solo vaghe
nostalgie e nebulose idee. !
In questi anni novanta, libero ormai
dagli assilli di una
professione, ho potuto riannodare il
discorso sulla
documentazione racalmutese conservata
presso la Matrice di
Racalmuto, interrottosi circa mezzo
secolo fa. !
Me lo ha consentito l'attuale
Arciprete, don Alfonso PUMA.
Prete sensibile ed aperto alle cose
della cultura, mi ha
accordato fiducia dandomi libero
accesso ai delicati e
preziosi registri della lontana
comunit… parrocchiale. Gli
sono profondamente grato e lo ringrazio
con la stima di
sempre, sentendo pi— intensa l'antica
amicizia che mi lega a
questo sacerdote, zelante nella sua missione
eppure non chiuso
in fanatismi e pregiudizi. Se dalle mie
ricerche qualche luce
verr… sugli eventi del passato
racalmutese, all'Arciprete Puma
va dato il dovuto merito. Ne
sottolineamo,
oltre alla riconosciuta bont… d'animo,
una intelligenza, una
modernit… ed una disponibilit…
culturale, che senza nulla
togliere alle prerogative del suo
militante sacerdozio, lo
arricchiscono d'ascendente oltre i
limiti dei fedeli e dei
parrocchiani.
!!!
La collaborativa apertura di padre Puma
ci ha messo in
condizione di studiare gli atti pi—
antichi dell'archivio
parrocchiale, iniziando da un quinterno
- cucito e non
rilegato - risalente al 1554. Vi
abbiamo rintracciato 105 atti
di battesimo. Dovrebbero essere le pi—
antiche trascrizioni
documentali della Matrice di Racalmuto.
Partendo dalla
dodicesima indizione 'anticipata' - gli
archivisti di
Racalmuto usavano il sistema 'greco'
nella sua versione
originaria bizantina che faceva
decorrere l'indizione dal 1ø
settembre -, il vetusto quinterno ci
certifica dei battesimi
dei nostri antenati dall'8 di dicembre
1553 al 30 di agosto
1554. Mancano dunque i mesi di
settembre, ottobre e novembre
del 1553. La media mensile dei
battesimi di quell'anno si
attesta su quota undici: risultano
assenti all'appello,
pertanto, 30-35 neo battezzati a mezzo
del XVI secolo. !
Altri atti di battesimo di quel secolo
possiamo ricavarli da
altri sparsi quinterni, del tipo di
quello prima descritto:
liso e consunto il quinterno relativo
al 1564, questo appare
pi— un resoconto contabile che un
registro ecclesiastico dei
battesimi (eppure ci fornisce dati su
battesimi solenni e su
quelli 'bassi': 2 tar i primi, 1,20 i
secondi). Pi— completa
la raccolta relativa all'indizione del
1571 (4.a);
alquanto disordinata la documentazione
riguardante l'indizione
del 1576 (9.a) e comunque limitata al
periodo
(1.11.1575-28.5.1576); del pari monca
la raccolta dei
battesimi relativi al 1584. La
fascicolazione fatta di recente
(nel decennio del 1980) Š piuttosto
superficiale e spesso
inattendibile (si ascrivono al 1564
atti che invece attengono
a dieci anni prima: al 1554). !!
Del tutto spurii e parziali appaiono
due inserti documentali:
il primo ci conduce al 1750 ed in
gradevole grafia ci attesta
di oltre 140 atti matrimoniali; il
secondo, mancante di ogni
tipo di datazione, ha tutta l'aria di
un censimento dei nuclei
familiari esistenti in Racalmuto.
Parziale, anche questo, Š a
nostro avviso collocabile nel XVIII
secolo. !!
Rilegato, ben tenuto e con un indice
sia pure interrotto e
per ordine alfabetico dei nomi (anzichŠ
dei cognomi), cos
appare a distanza di secoli un
registro, che ci Š stato
agevole consultare; rubricato come
'stato di famiglia -
MATRIMONI 1582-1600', risulta invero
una documentazione pi—
completa. Esordisce con un atto
matrimoniale del 2 settembre
XI.a Indizione 1582 e si snoda
diligentemente e con dovizia di
dati anagrafici lungo quasi un
ventennio, sino appunto al 13
di agosto del 1600. In appendice, del
tutto arbitrariamente, Š
accluso il conteggio economico dei
funerali
(solenni e 'bassi': 5 tar e 10 i
primi, appena un tar e 20 i
secondi) che si ebbero dal 4 ottobre
del 1618 al 19 novembre
del 1620.
!!
Rilegati in carta pecora, presa da
chiss… quale precedente
documentazione, sono gli atti di morte
che dal 3 settembre del
1664 ci conducono sino all'anno
tremendo del colera che si
abbattŠ su Racalmuto nel 1672: la
decima indizione, che per il
calcolo 'greco' della Matrice
racalmutese va dal 1ø settembre
1671 al 31 agosto 1672, Š a ben ragione
segnata dal locale
archivista 'amarissima e
infaustissima'. Si pensi che sono
morti in un anno oltre 1200 racalmutesi,
un quarto della
popolazione, quanti ne erano morti nei
precedenti sette anni
che non erano certo tempi di lunga vita
media. Il registro,
che di tanto in tanto reca chiose di
notevole valore storico,
Š documento importantissimo per la
ricostruzione di un secolo
di storia locale doloroso e
sconvolgente. !!
Agli esordi di questo secolo vi fu un
fiorire di ricerche
d'archivio presso il locale - e folto -
clero. Mi si dice che
sacerdoti come il Cipolla - l'artefice
di sfortunate
iniziative economiche e sociali - e don
Gerlando di Falco, lo
stimato e prodigo restauratore della
chiesa di san Giuseppe,
si accinsero ad una 'rubricazione' dei
battezzati della
Racalmuto del '600 e successivi secoli.
Una di queste rubriche
Š datata 10 marzo 1914. Dopo, il
cataclisma della prima guerra
mondiale, avr… distolto da tali uzzoli
archivistici. Noi
abbiamo avuto tra le mani una di queste
rubriche e ne abbiamo
fatto la trasposizione nel
'computer'.
E ringraziamo anche di ci•
la benevola accondiscendenza
dell'arciprete PUMA. !!!
In sintesi, sono quattro i nuclei
documentali che, in prima
battuta, abbiamo potuto studiare.
Affidandoci al 'Personal
Computer' - ad un programma LOTUS del
1988 - abbiamo seguito
passo passo l'opera degli archivisti di
Racalmuto, sicuramente
sacerdoti del XVI e XVII secolo.
L'imperio del Concilio di
Trento lascia il suo segno nel
lontanissimo territorio di
Racalmuto. La cultura della Chiesa
post-tridentina ci consente
oggi
uno sguardo non meramente curioso su un mondo
- contadino, paesano, corrusco, talora
sanguigno, in perenne
lotta con la morte, teso al
sopravvivere pi— che al vivere -,
in un mondo che Š nostro perch‚ vissuto
dai nostri antenati.
Cognomi, nomi, parentele, mestieri di
oggi hanno echi
sorprendenti nei lisi registri di quei
tempi che il locale
clero ci ha fatto pervenire, sull'onda
- appunto - del
Concilio di Trento.
!
La trascrizione in 'rubrica' dovuta a
preti del novecento (Cipolla
o Di Falco, poco importa) non Š
manipolazione e vi Š assente
ogni adulterazione: non Š quindi spuria
quell'opera e ci aiuta
nella ricostruzione del fluire
demografico dei primi secoli
dell'epoca moderna della nostra antica
terra di Racalmuto. !
I quattro momenti della nostra ricerca
si snodano lungo l'arco
di due secoli: dalla prima met… del
'500 fino alla prima met…
del '700. Sono spunti antologici che ci
consentono di spaziare
dai ritmi della locale procreazione ai
coaguli familiari delle
combinazioni matrimoniali, alle
falcidie impetuose e spesso
impietose delle morti soffocatrici
della vita in non tarda
et….
!
Non abbiamo analizzato con metodo ed
esaustivamente
tutta la trafila documentale esistente
presso l'archivio
parrochiale di Racalmuto; almeno per
ora. Se ne avremo
tempo, lo faremo ben volentieri. Non ci
dispiacerebbe per• di
avere tracciato un solco, dato l'avvio
a ricerche pi—
pregevoli da parte di locali esperti.
Speriamo! Per il
momento, le nostre risultanze si
radicano nella seguente
serie di dati d'archivio: !
- 1) n. 5 quinterni alti, stretti ed a
forma di
colonna relativi ai nati di
Racalmuto
delle indizioni 12.a (1554); 7.a
(1564); 14.a (1571); 4.a
(1576) e 12.a (1584). Come appendice,
abbiamo unitamente
esaminato il quinterno relativo ai
matrimoni celebrati nell'
1750 e lo stralcio del censimento ad
opera del clero di
Racalmuto che pu• collocarsi nella
prima met… del '700; !!
- 2) il registro degli atti a colonna
singola che riporta i
matrimoni dal 1582 al 1600 nella prima
parte e i rendiconti
dei funerali dal 1618 al 1620 nella seconda
parte; !!
- 3) il registro dei morti dal 1664 al
1672: un ciclo di otto
anni di grande utilt… per studi
statistici sulla vita media a
Racalmuto nello scorcio finale del
secolo della peste; !!
- 4) la 'rubrica' redatta alla vigilia
della prima guerra
mondiale dai giovani sacerdoti di
Racalmuto per catalogare i
battezzati risultanti in archivio
relativamente al periodo
1677-1686 ed a quello intercorrente tra
il 1704 e il 1708. !!!!
LA NATALITA' NELLA RACALMUTO DEL XVI
SECOLO. !!!!
Il Concilio di Trento si apre il 13
dicembre 1545, viene
sospeso nel 1552, e dopo varie
vicissitudini si riapre nel
1562 per concludersi il 4 dicembre
1563. L'ordinamento del
clero e la disciplina degli archivi
parrocchiali sono
collegabili alla parte finale del Concilio. Ma, in quel di
Racalmuto, il nostro clero sa persino
anticipare i tempi: il
registro dei battesimi - il pi— antico
che siamo riusciti a
reperire presso la Matrice - risale
addirittura all'8 dicembre
del 1553. Pi— che di registro trattasi
di un quinterno stretto
ed alto a mo' di colonna, purtroppo
amputato dei primi fogli
che sono andati smarriti insieme alla
memoria dei battezzati
dal 1ø settembre 1553 al 7 ottobre
1553. In base ai nostri
calcoli, oltre trentacinque nominativi
dovevano essere stati
registrati in quel periodo. !
La formula adottata era la seguente: ''
Die....xbris (per
dicembre) lu (e spesso: lo) figlio (per
i maschietti) e la
figlia (per le bambine) di ...(nome del
padre) e di...(cognome
del padre) nomine ....(nome del
battezzato) li c¢pari (i
compari)..... la c¢mari ..... presti
(vale per prete o
presbitero) ........''. Il ricorso a
contrazioni, simboli ed
abbreviature non Š infrequente, specie
quando trattasi di nomi
usuali (JO: per Giovanni; Vic. per
Vincenzo, etc.). Il cognome
delle madrine viene spesso reso con
curiosa forma al femminile
(la Terranova, la Casuccia, la Taverna,
etc). L'intento Š
quello di servirsi del latino, ma
l'intrusione di modi e
termini dialettali rende suggestiva la
contaminazione: ci Š
dato leggere, ad esempio: 'si batizau';
'Vartulu'; 'Lu
Bruttu'; 'Vurzillinu'; 'Jugnettu' (per
Luglio); etc.) !
Correva il 6 agosto del 1554 e la
calura estiva doveva essere,
come di consueto, pesantissima.
L'archivista doveva forse
essere lo stesso sacerdote ufficiante
il battesimo. Se
cos, stava nella chiesa madre il
sacerdote don Lisi Lombardo.
Alla bambina da battezzare veniva
imposto il nome di
'Catrinella'. Se ne dichiarava padre
'mastro Antonino
Petruzzella'. Forse per la 'berretta'
che portava, forse per
la barba a pizzo, ma pi— verosimilmente
per certi carogneschi
sospetti sulla partenit…, l'annoiato
archivista agghindava
'mastro' Antonino con uno schizzo
caricaturale dalla
ammiccante 'aureola'. Un messaggio o
solo un riempitivo dovuto
alla noia estiva dell'amanuense? Dopo
oltre quattro
secoli qualche eco giunge a noi e noi
l'affidiamo a queste
note non prive di un intento burlesco
simile a quello che
sospettiamo nel prete racalmutese del
'500. !!!!
Non crediamo che vi siano documenti -
almeno tra quelli sinora
noti - che diano generalit… di nostri
antenati risalenti a
prima del 1554. Nelle registrazioni
religiose della Matrice
abbiamo, invece, il primo lungo elenco
di racalmutesi. Molti
dei ceppi attuali vi hanno sorprendente
riscontro. Famiglie,
oggi note e numerose, vi possono
ricercare le loro antiche
origini. Gli AGRO'; gli ALAIMO; gli
ALFANO; gli ACQUISTA; gli
ARNONI; gli AVARELLO; gli ARRIGO; i
BARBERI; i BURSELLINO; i
CAPITANO; i CARLINO; i CASTRONOVO; i
CINCOMANI; i COLLURA; i
CURTO; i FALLETTA; i FERLISI; i
GARLISI; i GIANCANI; i GIGLIA;
i GRACI; i GRILLO; i GUELI; i GULPI
(poi VOLPE); i LA LICATA e
l'equivalente ceppo dei LICATA; i LA
MANTIA; i LA ROCCA; i
LIONE (un Mariano LIONE inteso come INFERNO,
figlio di
Girolamo Š anzi il primo della lista
essendo stato battezzato
l' 8 dicembre del 1553); i MACALUSO; i
MILAZZO; i MULE'; i
MURRIALI; i PIRRERA; i PITRUZZELLA; i
PUMA; i ROMANO; i SALVO;
i SANFILIPPO; gli SCIASCIA; gli
SFERRAZZA (o SFIRAZZA); sono
costoro i casati pi— antichi e
ricorrenti di Racalmuto nelle
carte del 1554. Sposati e fertili hanno
bambini da battezzare
tra l'otto dicembre del 1553 e il '30
di agustu' del 1554. In
quel torno di tempo ci imbattiamo in
tre cappellani che
benedicono il battesimo: don Vincenzo
Colichia, padre Dionisi
Lumbardo e don Antonio La Matina. !!!
Per curiosit… ma anche per obiettiva
rilevanza, trascriviamo
il primo atto di battesimo: ''Die 8
xbris (1553), lu figlio di
Girolamo La Lione alias Inferno nomine
Mariano (Š stato
battezzato). Li compari: mastro Jacomo
Picuni e mastro
Agustino Sarachi; la commari Joanna di
Puma di Petro.
Presbiter Vincenzo Colichia''. Quel che
rileva Š la presenza
di ben due 'mastri' fra i padrini.
Racalmuto, dunque, in quel
periodo non Š solo un centro contadino
o una baronia
strettamente agricola sotto il dominio
dei baroni Del Carretto
(questi - si sa - assurgeranno a conti nel 1576) ma
un'alacre
cittadina con una diffusa maestranza.
E' da pensare che
siffatta maestranza fosse
preminentemente edile. Castello
baronale, espansione urbana e
costruzione di nuove chiese
determinavano, di certo, un boom
edilizio cui soccorrevano
muratori locali e specialisti dei pi—
evoluti centri vicini.
Riscontriamo, cos, cognomi che stanno
a testimoniare
l'origine di molti immigrati: Giuliano
di Girgenti; Agostino
di Modica; Gian Antonio Piemontese; Pietro di Aversa;
Vitu lu
Sardu; Giseppi di Milazzo.
E' da escludere, per•, che allora
Racalmuto fosse un
paese minerario. Lo zolfo diverr…
rilevante solo a met…
dell'ottocento, in ispecie dopo
l'introduzione dei forni
ideati dall'ing. GILL. !!
Come nota di costume, Š da annotare che
ogni battesimo era
assistito da due padrini. Costoro -
piuttosto ricorrenti - non
sembrano legati da vincoli di parentela
con la famiglia del
battezzato, ma appaiono pi— che altro
in veste di notabili: la
gente di rispetto di allora. Se Š cos,
la loro ricognizione
ha un certo peso: Antonio Montiliuni,
Nardo Falletta, Bartolo
Brucculeri, Cosimo Macaluso, Paolo
Rosina, Pietro Vurzellino,
Nardo di Alaimo, Jacomo Blundo, Mariano
Agro', Bastiano
d'Acquista, Lorenzo Curto, Paolo di
Vigna, Nardo di Mule',
Santo di Puma, Francesco di Giglia,
Nardo La Licata, Antonio
Parisi, Michele Taibi, Pietro Varneri,
Cesare d'Acquista,
Stefano Busuito, Pietro di Gueli,
Antonino Giglia, Mariano di
Mule', Jacopo Giarrizzo, Paolo
Murriali, Girolamo Volpe,
Lionardo La Lumia, Bastiano Macaluso,
Pietro di Puma, Giovanni
La Licata, Mariano La Lumia, Andrea Lo
Brutto, Antonio Lo
Brutto, Minicu Nalbuni, Pietro Alfano,
Nino La Mendola, Pietro
Taibi, questi i maggiorenti della
Racalmuto di met… secolo
quindicesimo. Gli atti di battesimo ci
dicono anche che il
notaio di allora era Matteo Damiano.
Dato che conferma, per
altro verso, l'importanza di Racalmuto
ove esercita con
profitto un professionista notaio. !!
Accanto ai 'compari' di battesimo
abbiamo la 'commari'.
Codesta non ha rapporti di parentela o
di affinit… coi
padrini, non Š mai la moglie di uno di
questi. La sua funzione
sembra essere tutta religiosa. A lei si
affida il compito
della futura educazione del neonato. Talora la
madrina Š una suora o una delle tante
terziarie (francescane,
agostiniane, etc.) Doveva comunque
trattarsi di pie donne,
assidue frequentatrici della chiesa
Madre. Quando si aveva una
battezzanda, a costei spesso si
dava lo stesso nome della 'commari' a
comprova che in ogni caso la figura
della 'madrina' era molto
considerata. Ne forniamo un primo
elenco: Giovanna di Puma;
Paola di Nunzia; Fiuri Salvagio;
Girolama La Mantia; Graziella
Murriali; Angela la Guarnera; Angela
Vella; Laura Bucculera;
Giovannella La Mantia; Billizza
Laudica; Giovannella Sansone;
Sabella Di Liberto; Caterina Laurita;
Ioannella Tudisca;
Caterina La Licata; Francesca la
Taverna; Betta la Biunda;
Joannella la Puma; Joannella la
Belloma; Pitruzza Terranova;
Lorenza la Curdara; Girolama la
Miliota; Francisca la
Murriala; Paola Garlisi; Caterina
Sanfilippa; Bianca la
Spagnola; Caterina la Garlisa. !!!
Dal dicembre 1553 all'agosto 1554 sono
stati dunque registrati
n. 105 battesimi. Non Š pertanto
infandato pensare che le
nascite annue si aggirassero sulle 140. Il
TINEBRA MARTORANA
(cfr. il suo RACALMUTO: memorie e
tradizioni, pag. 105)
riferisce che Racalmuto contava nel
1548 890 case e quasi 4000
abitanti (ascesi nel 1595 a 4447). Se
cos Š, il quoziente di
natalit… a met… del secolo XVI era del
35 per mille, alla
stregua di quanto registrato nel 1901
per tutta la Sicilia, ma
molto al di sotto del quoziente della
stessa Sicilia avutosi
nel 1861 (42,20 per mille), stando allo
studio di Gino
Longhitano: la dinamica demografica (in
La Sicilia, volume
della Storia d'Italia, ed. Einaudi,
pag. 987). !!!
La mortalit… infantile dell'epoca era
molto alta, come vedremo
analizzando i libri dei morti della
stessa Matrice, cos come
era breve la vita media. Nell'ambito
dei 105 battezzati,
abbiamo una prevalenza di maschietti
(55) sulle bambine. !
I nomi sono quasi tutti gentili:
abbondano i Francesco,
Angelo, Giuseppe, Pietro, Natale,
Girolamo per i maschi;
Giovanna, Stefana, Antonina per le
donne. Al contempo,
affiorano nomi graziosi come Giovanna
Chiara, Palma, Novella;
Giulio, Rodamonte, Barnaba, Marco,
Ottaviano, Bartolo.
Non sono ancora diffusi nomi del tipo:
Calogero (nome
diffusosi attorno al 1750) o Crocifissa
o Salvatrice. !!!!
RACALMUTO NEL 1564
!!!!
Il quinterno successivo riguarda il
1564: dunque dieci anni
dopo. E' diviso in due parti: la prima
attiene ad alcuni
introiti da matrimoni celebrati; la
seconda contiene le
annotazioni sui crediti vantati per
battesimi.Illeggibili le
prime due colonne e neppure agevole la
lettura delle altre per
la consunzione del tempo. In ogni caso,
abbiamo traccia di ben
38 matrimoni che se riguardano un anno
intero comportano un
quoziente di nuzialit… pari a 9,5 per
mille (mantenendo fisso
il numero di abitanti in 4.000) ben
superiore a quello del
1861 dell'intera Sicilia (7,33) e del
1901 (7,43), riferendoci
sempre allo studio del LONGHITANO prima
citato. Si pagavano 2
tari' e 7 grani per essere 'inguaggiati
et spusati'. !!
A titolo meramente indicativo,
trascriviamo due registrazioni
matrimoniali, le quali invero sono le
sole che abbiano una
qualche compiutezza; il resto non Š
apparso suscettibile di
integrale decifrazione. Al n. 39 si ha
dunque: '' Matte' di
Noto f. di Luca et Joannella di Noto
cum Angiluzza f. di
mastro Jacumu et Betta di Blundo in g.
et sp. (inguaggiati et
spusati), p.nti (presenti) Lisi La
Regina, Antonino Labbati et
Francesco Bucculeri Chillici.....tt.
(tari') 2 e 7 (grani).
PAGAU.' Al n. 36 abbiamo: ''Adi' 26
ditto (26 agosto 1564) -
Petru Sfirrazza f. di Nardu et Pina di
Sfirrazza cum Diana f.
di mastro Bastiano et quondam (fu)
Sicilia di Nobili, presenti
Santu Curtu, Cesari di Puma et Nardu di
Miceli'. Nel
complesso, per quel che si riesce a
decifrare, veniamo a
conoscere gli estremi delle nozze fra
le seguenti famiglie: un
Falletta con Joannella Alaimo; Juliano
di Pani con Vincenza di
Averna; Luciano Pirrera con Antonella
di Minico; un Arrigo con
Lauria Puma figlia di Jacomo e Rosa Puma;
un La Matina con
Rosa di Blundo; un Casali con una
Mule'; un Napuli con Agata
Santangela; un Sanfilippo con una La
Rocca; un altro
Sanfilippo (Nardu) con Narcisa Arrigo;
Paolino Romano con
Sabella Vulpi; Agustino Facciponti con
Cuntissa Lu Portu;
Cesaru Picuni con Lauria La Licata
Infernu. Il matrimonio tra
Cataldo lu Porco e Vincenza Pisano
dovette essere di rilievo
se tra i testi troviamo 'don Cesaro lo
Carretto' che ha tutta
l'aria di appartenere ai locali baroni
del Carretto. Tra
genitori e testi rileviamo ben 6 'mastri': mastro Francisco
di Girgenti; mastru Vartulu Raspanti;
mastro Antonino
Cacciaturi; mastro Jacumu di Blundo;
mastro Pompeo Pisano e
mastro Bastiano di Nobili. Anche da
questi dati, abbiamo la
conferma che a Racalmuto del '500 le
maestranze erano vaste ed
operose. Se i cognomi sono indicativi,
resta fondata l'ipotesi
di tanti immigrati a Racalmuto nel
settore dei mestieri.
Cognomi come Jo Antonio Piamontisi, Jo
Sequales e Nardo
Montiliuni fanno pensare ad una locale
burocrazia proveniente
dal di fuori della Sicilia, ed in un
caso di indubbia origine
spagnola. Altre famiglie di spicco sono
reperibili fra !!
quell'incerta documentazione
matrimoniale. Segniamo qui: La
Mantia; Carlino; Asaru; Palermo;
Cullura; Vaccari (Pietro),
Amella; Tabuni; Taibi; Scibetta;
Cavallaru; Costi; Vella;
Virtulino e Castronovo. !!!!
La seconda parte del fascicolo Š di
natura meramente
contabile, anche se concerne alcuni
battesimi celebrati nel
1564. E' tenuta a doppia colonna: da
una parte la causale e
dall'altra l'andamento del credito.
Sembra che si tratti
dell'affitto di alcuni indumenti
battesimali: coxini (piccole
cotte), tovaglie; collaricchi
(collettini); falde; cordelli
russi (cordoncini rossi); faxe (fasce);
vilo di sita (velo di
seta); chiumazzella (piccolo cuscino);
falda di pannizzu. La
tariffa Š fissa: tt. 1 - 10 (un tari' e
10 grani). Nella
seconda parte del registro, viene
segnata una formula usuale:
'divi aviri...tt.1-10'. L'evidenza
risulta alla fine cassata
con un grande taglio a forma di 'X'. I
dati, riferendosi a
soli n. 34 battesimi che vanno
dall'ottobre 1563 all'agosto
1564, fanno pensare, appunto, ad un
affitto di indumenti e
fanno arguire che il resto dei
battesimi ( per lo meno, altri
110) di quell'anno sia avvenuto con
vestiario di propriet…,
oppure, pi— verosimilmente, senza
orpelli. !
Il documento testimonia del dialetto
siciliano dell'epoca che
non sembra discostarsi di molto da
quello attuale. A tal fine
segnaliamo altri lemmi ed alcune
espressioni: 'nu morsu di
pezza'; 'si ristau per lu dittu
debitu'; 'divi aviri'; 'uno
coxino cun lu pertuso'; 'divi aviri
tt.1-10 e l'appi patri
Nicola'; 'un coxino cu li lenzi russi
et una tovaglia
intagliata cu li fiuri'; 'uno coxino et
una tovaglia vecchi';
'jennaru'; 'maiu'; 'virdi'; 'cu certi
pannizzi'. !!
Se quelli che pagavano un tari' e 10
grani per agghindare i
battezzandi erano gli appartenenti al
ceto medio della
Racalmuto del cinquecento, eccone il
significativo elenco:
Natali Falletta; Nuzzu Cozzu; Matte'
Montiliuni; Jo Macaluso
di Nardu; Antonino di Polito; Pietro La
Matina; Francesco
Virguni; Philippo La Licata di
Antonino; Andria Chinnirella;
Antonio di Liberto; Pietro di Lintini;
Jacomo Casuccia (che
esige 'uno coxino cu li cordelli
russi'); Marco Calichi;
Juliano di Pani (che vuole 'una faxa cu
certi pannizzi et uno
collaricchiu'); Paolo Amorella; Simuni
Vitellu (anche qui si
ha 'uno coxino cu li cordicelli
russi'); Antonino Cardala;
Antonino Lu Sardo; Antonino Amella;
Francesco Romano; Cola di
Migliuri; Petru Randazzo; Battista
Rizzu; Cola Bucculeri;
Pietro Purcello; Antonino Borsillino
(che pretende 'un coxino
cu li lenzi russi et una tovaglia
intagliata cu li fiuri'
sempre per un tari' e 10 grani); Antonino
Rizzo di la Favara;
Jo Antonio di Puma; Bastianu Macalusu;
Martinu Catanisi;
Antonino di Benedittu; Girolamo Gargo e
Jo Collura. !!!!
L'ESPLOSIONE DEMOCRATICA DEL
1570-1571 !!!
La nostra ricerca si estende
ad un fascicolo di battesimi che dal
primo
di ottobre del 1570 ci conduce passo
passo fino al 9 ottobre
del 1571. Segue un elenco di donne per
la
gran parte coniugate. I primi tre fogli
sono illeggibili per
l'inchiostro sbiaditosi nel tempo per
effetto di acqua
cadutavi sopra. Il senso di
quell'elenco sfugge del tutto.
Eccone alcuni stralci: !
- Geronima m. (moglie) di Santo
Favara; !
- Geronima m. di Nino Barba; !
-
Vicenza la Pitruxella; !
- Antonia la Pantanedda; !
.....
!
- Lauria m. di Nardo lu Sardo; !
- Antonella m. di Jacubo Barba; !
- Margarita m. di Paulino
Boscarino;
!
...... !
- Margarita la Manna; !
- Catrina la Pitruxella. !!
Il fascicolo - come altri della specie,
del resto - fu
soggetto ad attento esame nel
settecento, interpolato e forse
manomesso. In un punto viene cos
annotato con bella
calligrafia del '700: 'Die 3 Aprilis
1571. ALGOZINI Archip.r
1731'. !!
Se le manipolazioni del '700 non hanno
del tutto falsato la
raccolta di atti battesimali, siamo in
presenza di un dato
attestante una vera esplosione
demografica in quel frangente:
trattasi di ben 238 atti di battesimo,
che, se ristretti ad un
periodo di un anno intero, scendono a
229 battesimi
rappresentanti un quoziente di
natalita' - ipotizzando la
popolazione di allora in 4500 abitanti
- del 50, 89 per mille
che risulta incrementato del 45,4%
rispetto al quoziente prima
calcolato per il 1554. !
Notiamo, pure, una inversione di
tendenza: la natalit…
infantile femminile Š, ora, maggiore di
quella maschile (il
52,10% sulle nascite complessive del
periodo ammontanti a
238). Si snodano, in questo documento,
i capostipiti
dell'intero tessuto familiare
racalmutese, per la gran parte
ancor oggi presente. Oltre ai cognomi
prima annotati,
emergono le varie famiglie dei
Gagliano, Vivona, Conti, Vento,
Graci, Russello, Judici, Dinolfo,
Micciche', Zauna, Curdaro,
Lo Re, Falarifixi, Falci, Taverna,
Ciraulo etc. !
Notiamo qui - e ci• varr… per tutto il
Cinquecento - che le
grandi famiglie dell'Ottocento quali i
Matrona ed i Tulumello
non sono ancora apparse nelle carte
parrocchiali della
Racalmuto dell'epoca. !
Le maestranze si accrescono vieppi—;
emergono, infatti, i
seguenti 'mastri': m.o Mariano
Pitruxella, m.o Andria
Castronovo; m.o Giuliano Giglia; m.o
Paolo Castronovo; m.o
Paolo Brigantino; m.o Jacomo Puma; m.o
Pietro Moranda; m.o
Julio Cannatello; m.o Jo Gulpi; m.o
Minico Genua; m.o Carlo
Facciponti; m.o Pietro di Girardo; m.o
Giuseppe Blundo; m.o
Gian Battista Romano; m.o Gerlando
Arrigo; m.o Antonino
Tabuni; m.o Antonuzzu di Arnuni; m.o
Antonino Jacupunello;
m.o Francesco Pitricella, m.o Arrigo
Presti, m.o Arrigo
Benigno, m.o Giuseppe Cacciaturi, m.o
Francisco Cacciaturi,
m.o Pasquali lu Longu, m.o Mariano
Simuni, m.o Antonuzzu
Millardu, m.o Gireri San Mariano. m.o
Arrigo Bino
e
m.o Antonino Falletta. 29 'mastri' non sono pochi,
oltre il 10% dei nuclei familiari
menzionati. Alcuni
di loro
- quali il Genua, lo
Jacupunello, il Moranda, il Brigantino
- fanno congetturare di
essere 'mastri' immigrati. Racalmuto
prospera pu• permettersi
ora per lo meno due notai: il notaro
Benedetto di Amella, che
padre di un bambino gli da'
l'inconsueto nome di VENTIANO, ed
il notaro Cola Montiliuni. Personaggi
di spicco non mancano e
questi vengono ossequiati
spagnolescamente anche negli atti
austeri dell'archivio parrochiale con
un rispettoso 'don'.
Rientrano fra tali gentiluomini della
Racalmuto del 1571 'don'
Filippo La Tona e 'don' Pietro
Sabella. !
Le testimonianze sul clero di Racalmuto
in quel torno di tempo
sono segnatamente esplicative di una
presenza assidua e di una
composizione molto numerosa, segno di
un centro molto
importante e relativamente ricco di
mezzi di sostentamento per
sacerdoti laici e regolari, ed anche per
suore. Tra le
madrine, in cinque battesimi figurano
religiose. Due di loro
- Soro Palma di Aidoni e soro Palma di
Jandridochi - hanno
l'aria di forestiere che dovettero ben
trovarsi a Racalmuto,
tanto da venire chiamate a fare da
'commare'. !
Il folto clero annovera: don Gerlando e
don Vincenzo Averna,
don Giovanni Cacciaturi, don Antonino
d'Auria, don Giuseppe
Garambula, don Antonino La Matina, don
Antonino Lumia, don
Michele Miccichi, don Filippo Macina e
don Giuseppe Nicastro.
Son dieci sacerdoti che hanno officiato
nei battesimi e sono
quindi da considerare attivi, in
qualit… di cappellani.
Qualche volta vengono chiamati a fare
da 'compari': capita a
don Vincenzo Averna, a don Michele
Miccichi
e a don Giuseppe Garambulo. Un altro
sacerdote Š presente talora ai
battesimi come 'padrino' senza
officiare e trattasi del 'presbiter'
Monsirrato di Agro'. !!!
LA CRESCITA DEMOGRAFICA CONTINUA ANCHE
NEL 1576 !!!!
Risparmiato dalle ingiurie del tempo e
giunto fino a noi Š un
altro interessante fascicolo che
raccoglie di atti di
battesimo dal primo novembre 1575 al 28
maggio 1576. Sono
segnati n. 167 battesimi. In ragion
d'anno, pu• sostenersi che
nacquero in Racalmuto sui 285 bambini e
cioŠ vi fu un
quoziente di natalit… superiore al 60
per mille (incremento
del 19,69% rispetto a cinque anni
prima). L'attendibilit… del
calcolo non sembra dubitabile, a meno
che la popolazione
dell'epoca fosse ben maggiore dei 4700
abitanti accreditati. !
La presenza dei del Carretto Š ora
testimoniata dalla
circostanza che una Betarice del
Carretto acconsente a fare da
'commare' l'11 dicembre del 1575 nel battesimo di una bambina
Vincenza, figlia del notabile Pietro di Agro'. Il
padrino Š
Vincenzo Canigliaro. Celebra il
battesimo padre Vincenzo di
Averna che abbiamo gi… conosciuto fra i
cappellani operanti in
Racalmuto nel quinquennio
precedente.
!
L'espansione demografica porta ad un
accentuarsi
dell'omonimia: il soprannome o la
'ingiuria' si diffonde ai
fini di evitare confusione. Tali
soprannomi sono spesso
rivelatori di aspetti sociali ed
economici non proprio
trascurabili. Qualche Sfiraza Š
contraddistinto come un
Falchotta (che lascia pensare a qualche
feudo di propriet…)
per distinguerlo da un omonimo che
viene invece indicato come
Tuminello o da altro chiamato pure
Bozaro; un Ruggeri Š
soprannominato Scaccia con evidente
riferimento alla localit…
ancor oggi cos indicata; Antonella
Montana Š intesa come 'lu
Caliato'; abbiamo cos un
SALVO-BRIGALINO.
Altre 'ingiurie' palesano aspetti
fisici o morali o
professionali. Gli Amella sono
'Granusi'; Lu Sardu Š Polito;
Cesaro di Agro' Š Mancuso; un altro
Agro' Š 'lu Russu'; un
Amella risulta Predicatori; un Graci
diviene Fellarangi
(affetta arance ?); Bartolomeo Vitale Š
Catalano; Girolamo
La Licata risulta 'Critaro'. Alcuni
doppi
cognomi stanno a significare l'unione
di talune importanti
famiglie con la combinazione di
matrimoni: abbiamo cos gli
AMELLA-BARTOLOTTA; i DORIA-CASUCCIO (e
sembra qui che i DORIA
siano oriundi liguri come i Del
Carretto, cui forse erano
legati da vincoli di parentela); i
ROTULO-BATTAGLIA; i
MACALUSO-CURCIO, i MARTORANA-RE.
Si diffondono, del pari, cognomi
particolarmente espressivi: La Mendola;
Provinzano; Marturana;
Introna; Blundo; Formusa; Pirrera; lu
Brutto; lu Maligno; lu
Longo; Curto; Cacciaturi; lu Bello;
Gulpi; La Matina; Lu
Chichiro; Bucculeri; La Lumia; Barberi;
Bursellino; Balduni;
Bellomo; Pullicino; Gangarussa;
Cavallaro; Lumbardo; Burgio;
La Cipolla; Termini; Cavarello;
Jacuzzo; Favara; Tudisco;
Ristivo; Falletta; Amurella; Puma;
Gagliano; Lu Conti;
Capoblanco; Picuni; Vaccari; Lupo;
Pitralia; Picuraro;
Gulisano; Malaspina; Guastella;
Crixafo; Firraro; Nalbuni;
Vigna; Cavaleri.
!!
L'antica origine araba sempre
comprovata dalla presenza di
cognomi quali gli Alaimo, i Macaluso, i
Taibi, i Martorana
etc.: ceppi importanti ma non
maggioritari. !
Mi sia qui permessa una divagazione
molto personale: nel
fascicolo trovo - dopo un accenno ad un
appartenente alla
mia famiglia del 1554 - un secondo
riscontro della presenza
dei Taverna in quel di Racalmuto. Il 26
febbraio del 1576 i
coniugi Paola e Mariano
Amella-Cimbiririllo battezzavano il
loro figliolo Rocco.
Veniva chiamata a far da 'commare'
Francesca 'la muglieri di
Jacumu Taverna'. 'Lu compari Rugeri La
Scalia'. L'Amella Š un
'mastro'. Per altro verso, abbiamo una
ulteriore riprova che
la funzione della 'madrina' Š
essenzialmente di natura
religiosa e non sussiste ancora
l'usanza di utilizzare coniugi
o parenti per la coppia di padrino e
madrina. Quanto afferma
Maria Pia Demma ( cfr. il suo 'Percorso
Biografico e
Artistico' in Pietro Asaro "il Monocolo di Racalmuto",
Racalmuto 1985. pag. 30) non risulta
fondato. NŠ nel caso
della nostra antenata nŠ nella copiosa
documentazione sulla
composizione delle coppie di 'compare'
e 'commare' i 'padrini
erano scelti fra le coppie di sposi,
diversamente da quanto
afferma la Demma. Se quindi un Pietro
Asaro risulta presente a
Racalmuto 'come padrino di battesimo di
una bambina', la
circostanza che vede in quel battesimo come madrina
una certa 'Antonia Fubella' non
significa affatto che il
'd'Asaro non era ancora sposato'. La
Demma, del resto, non da'
per 'probante' la circostanza. I nostri
documenti comprovano
la totale irrilevanza
dell'evenienza.
!
Varie volte Š stata sottolineata la
peculiarit… del ruolo
delle 'madrine' nei battesimi. Fra le
pi— ricorrenti abbiamo:
Vincenza Casuccio-Doria; Vincenza di
Salvo; Laura Vinciguerra;
Caterina Pitralia; Betta Capoblanco;
Fiuri Camalleri; Mariella
di Giglia; Fiuri di Gasparo; Juannella
di Amella; Margherita
la Guastella e Bianca Cavaleri. Sora
Palona e Suor Giulia La
Licata sono suore apprezzate se vengono
chamate a fare da
'madrine'.
!
Il clero ministrante Š ora composto da:
padre Lisi
Provenzano; don Vincenzo Averna (quello
operante anche nel
1571) e solo per un paio di battesimi,
alla fine di maggio del
1576, ritorno padre Gerlando di
Averna. !
Giovan Battista Montiliuni Š sempre il
notaio del paese: Š il
'padrino' di Stefanella Caterina,
figlia di Antonino e
Marchisa Sauni. La madrina Š, invece,
'Maruzza muglieri di
Lixandro La Barbera'.
!!
Si accrescono le maestranze locali. I
nomi nuovi sono: m.o
Paolo Bucculeri; m.o Francesco Balduni;
m.o Rugeri La Scalia;
m.o Matte' Bucculeri; m.o Antonino
Montana; m.o Paolo
Cacciaturi; m.o Gasparo Montiliuni; m.o
Rugeri di Salvo; m.o
Pasquale di Lungu; m.o Giacomo
Bursellino; m.o Angilo
Favarisi; m.o Antonino Alletto e m.o
Paolo La Cipolla. !
Una curiosita': il primo gennaio 1576
vengono battezzati due
gemelli Francesco e Giuseppe, figli di
Michele Salvagio: la
coppia dei padrini Š costituita da
Gerlando Marturana e da
Giuliano Lo Sardo; la madrina Š
Caterina Pitralia. !!
RACALMUTO NEL 1584
!!!!
Gli atti battesimali a nostra
disposizione per questa prima
ricerca ci portano, con un salto di
otto anni, al 1584. Il
relativo fascicolo appare manomesso
varie volte (prima nel
settecento e poi in questo secolo). Le
registrazioni
riguardano il periodo 30 dicembre
1583-25 ottobre 1584, ma per
disordine iniziale e successiva
manomissione non risultano in
regolare successione. Nel primo foglio sono
annotati battesimi
relativi ai giorni 21, 24, 25 e 27
'Januarii'. L'indicazione
dell'anno 1584 in testa ed a margine
sinistro del foglio Š del
'Settecento ma Š attendibile. Giunti al 26 settembre 1584 (la
precisazione che trattasi della XIII
indizione Š autentica e
corretta essendo in uso la
periodizzazione 'bizantina') vi Š
un salto al 30 dicembre (1583, precisa
il notista del
Settecento). Gli atti proseguono quindi
regolarmente per il
periodo 30 dicembre 1583-20 gennaio
1584 per riprendere le
interrotte trascrizioni relative al
settembre 1584. Il
fascicolo Š cucito con tale
interpolazione e tutto lascia
pensare che la confusione sia avvenuta
nella ricognizione del
diciottesimo secolo. Fu in questo
secolo che si ebbe in
Agrigento la visita apostolica del De
Ciocchis che impose il
rispetto delle direttive romane in
materia di tenuta degli
archivi ecclesiastici (sul De Ciocchis
cfr. Paolo Collura -
Le piu' antiche carte dell'Archivio
Capitolare di Agrigento -
Palermo 1961, pag. X). Scrive il
Collura: '...per trovare il
primo dettagliato, se non completo,
inventario del Tabulario
agrigentino bisogna aspettare il
1741-1742, anno della visita
del diligentissimo mons. Angelo De
Ciocchis: egli prescrisse
l'applicazione delle sagge norme
dettate da Benedetto XIII
nella bolla MAXIMA VIGILANTIA del
1727'. La prescrizione valse
evidentemente anche per l'archivio
parrocchiale di Racalmuto.
La bolla, comunque, ebbe in luogo i
suoi effetti gi… prima,
come dimostra l'annotazione
dell'arciprete Algozini fatta nel
1731 sul registro dei battesimi del
1571 che abbiamo avuto
modo di segnalare.
!!
Ricostruito l'ordine cronologico di
quegli atti battesimali,
abbiamo conferma della crescita
demografica di Racalmuto. Dal
30 dicembre 1583 al 25 ottobre 1584 si
hanno 194 battesimi,
con un quoziente di natalit… in ragione
di anno calcolabile
sul 54 per mille (inferiore a quello
del 1576, ma pur sempre
elevato). !!
Ora, per•, sono i maschi ad avere il
sopravvento sulle femmine
(108 contro 86). I battesimi si
concentrano in gennaio (27),
febbraio (27), maggio (17), settembre
(29) e ottobre (21); si
diradano a marzo (14), aprile (12),
giugno (13), luglio (15) e
agosto (16). Natalit… invernale ed
esodo estivo nelle campagne
possono spiegare il fenomeno. !
Segnaliamo la nuova composizione delle
maestranze tra le quali
ora figurano: m.o Paolino di Conti; m.o
Giseppi di Pino; m.o
Antoniuzzu Travali; m.o Paolo d'Amico;
m.o Luciano La Manta;
m.o Pietro di Naduri; m.o Nardo di
Noto; m.o Baldassaro
Baruni; m.o Paolo Docturi; m.o Currao
Buxema; m.o Julio
Castella; m.o Leonardo Carniglia; m.o
Cesaru Buxemi; m.o
Josephi Infantino; m.o Angilo Madona;
m.o Vincenzo Todaro; m.o
Masi Bonsignore; m.o Francesco Bavemi;
m.o Giseppi la Vigna;
m.o Antonio Bosa; m.o Rodolfo Teraso;
m.o Vincenzo Barba; m.o
Paolo Roxi, oltre a taluni
'mastri' operanti gi… nei precedenti
anni. !!
Ma sono i notabili che divengono
piu' numerosi e rispettati.
Alla spagnola, alcuni di loro vengono
ossequiati con un
altisonante titolo di 'Magnifico':
'magnifico' Š Giseppe di
Poma; Josephi La Lumia; Jacobo di Poma;
Martino Rizzo. !!
La diffusione dello spagnolismo pure
nella redazione di atti
parrochiali emerge dall'uso di titoli
quali 'don', 'magister',
'dominus'. Negli atti del 1584 ci
incontriamo con i seguenti
uomini di rispetto: 'dominus' Antonino
Ciccarano; 'monsignor'
Raneri Fanara; 'magister' Narciso
Giandardone; 'don' Agustino
Galione; 'monsignor' Gasparo Bona;
'monsignor marchese'
Jandodoni; 'missere' Joachin Martino
Spagnolo; 'donna Di Lio
Catirnella'. Sono titoli onorifici che sembrano tributati
a
'forestieri' eccellenti: quei cognomi
erano e sono inconsueti
a
Racalmuto.
!
In pieno stile spagnolesco questo atto
di battesimo del 23
maggio 1584: ' Die 23 di majo -
Francesco figlio di lu
magnifico Josepi e la magnifica
Margaritella La Lumia fu
batizato per me don Paolino Paladino.
Lu cumpari fui lu
magnifico Balsamo (punto corroso); la
commari fui la magnifica
... la Galioto'. E' presente nella vita
cittadina il notaio
Giseppi Curto.
!
La documentazione del 1584 ci fornisce
molti elementi sul
clero locale. Sappiamo per certo che a
partire per lo meno
dall' 11 settembre 1584 arciprete di
Racalmuto Š don Michele
ROMANO. Cappellani sono di certo: don
Monserrato di Agro'; don
Francesco Nicastro; don Joseppi
d'Averna; don Paolino
Paladino; don Lisi Provinzano. Fra i
padrini di battesimo
troviamo: don Jo Macaluso e il
'diacono' Leonardo Spalletta
(che dal febbraio 1584 viene indicato
come 'presbiter'). Si
desume che, mancando ancora il
Seminario, gli aspiranti al
sacerdozio si formassero presso la
locale chiesa madre: in
loco ricevessero gli ordini minori e
quindi la consacrazione
sacerdotale. Nel frattempo operavano
perfettamente inseriti
nel contesto sociale del centro urbano,
tanto da venire
chiamati, ad esempio, quali 'padrini'
nei battesimi e,
vedremo dopo, anche quali 'testi' nei
matrimoni. !!
Il crescente inserimento delle monache
nel tessuto sociale lo
desumiamo dal diffondersi del costume
di chiamarle a 'madrine'
nei battesimi. Gli atti ci testimoniano
delle seguenti
'commari' suore: soro Gianna Randazzo;
soro Lauria di
Murriali e soro Michelina la
Corta. !!
Il 24 settembre 1584 Lisabetta La
Nobili battezza il suo
figlioletto Francesco avuto da una
relazione illegittima:
Padre Francesco Nicastro esplicitamente
annota che 'lo patri Š
incognito'. Di spicco sono i padrini:
'lo compari fui mastro
Cesaro Buxemi et la commari fui
Vincenza la Casuccia'. Tra i
cognomi ora invalsi quelli pi—
significativi ci appaiono:
Ragusa; Xangula; Vircico; Fuca';
Cianciana; Modica; Naduri;
lu Grecu; Di Falco; di Capitano;
Balgiso; Bordonaro; di
Vutera; Turrimuzza; Castagliuni;
Caltanissetta e la Saragura. !!
Un atto di battesimo ha attirato la
nostra attenzione e lo
riportiamo per intero in omaggio a
Leonardo Sciascia. 'Die 5
settembris XIII Indictionis 1584: Marta
figlia di Filipo e
Marucza di XAXA (id est: Sciascia) fuj
batizata per me don
Paulino Paladino. Lu conpari fuj Gilormo lu Conti (il conte
Girolamo del Carretto?); la comari fuj
Francesca mj (muglierj)
di Bernardo Bocoleri': !!!!
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