Leggo questa inchiesta da parte del giornale di Sciascia e vi noto tanti aspetti positivi, tanti buoni spunti, addirittura qualche sociologico acume; ma mi scusino gli autori, spesso mi pare di cogliere un compiaciuto graffiare le mere superfici di incancrenite realtà. Parto dal mio caso molto personale per rendere palpabile certe colpe, certe abulie, certe dissennatezze. Un paio di anni fa chiedo i ritornare al paese natio; a pizzichi e bocconi credo di avervi già risieduto una ventina di anni. Ho qualche pensione, pur vecchissimo credo di scoppiare di iniziative, non sarei un peso morto. In ogni altro paese del mondo ad un tipo così aprirebbero le porte. A me no! Faccio tutte le istanze di questo mondo. Passano i fatidici 45 giorni (legge Bassanini) nulla. Passano sei mesi, nulla. Passano 18 mesi, nulla. Mi reco nell'ufficio competente: mi si dice soltanto che non risulta essermi accordata alcuna residenza. Non sono tipo da starmene con le mani in mano, a far contestazioni scritte non ci metto molto. Allora dopo 18 mesi mi si comunica che non mi era stata accordata la residenza per "esiti negativi". Apriti cielo, "doglianze" a tutta birra. Serafica risposta: e che problema c'è? rifaccia l'istanza!. Stavolta la residenza mi serve sul serio e passando sopra al fatto che addirittura come loro stessi mi specificano nel modulo di richiesta la residenza mi sarebbe spettata già 45 giorni dopo la precedente istanza cui non aveva fatto seguito nessuna comunicazione di elementi ostativi. Mi accodo alle pretese dell'ufficio e scopro che stavolta per avere la residenza in una abitazione in regola con tutte le licenze ed a posto con le supertassazioni locali debbo avere gli attestati di abitabilità ai sensi di leggi comunitari del 2008 (ma io la casa l'avevo costruita nel 1980) e con perizia registrata di stabilità quale non era occorsa al momento della richiesta tormentata di una sanatoria di modeste discrepanze edilizie (allora no, ma ora sì). Insomma la residenza finalmente l'ho avuta ma mi è costata cinquecento euro. Grazie a Dio potevo disporre di quello spreco finanziario, ma mi sono chiesto quanti emigranti con voglia di tornare al dolce luogo natio sono disposti a pagare questo "pizzo pubblico" (se non di più perché io in certo qual modo sono stato favorito)! Al contempo sussulto: sbirciando il registro del protocollo (ho semisecolare esperienza burocratica) constato che ben seicento soggetti avevano chiesto la residenza a Racalmuto. Quindi se si vuol fare inchiesta giornalistica seria non si spari una bella cifra per gli esodi ma si indaghi sulla non trascurabile entità dei "nuovi residenti". E perché? Ma perché potrebbe anche succedere che gatta ci covi. Mi sono dilungato e per il momento la chiudo qui. Ma solo per il momento: altre facezie mi si arrovellano dentro a proposito di questa brillante e lunga inchiesta di Malgrado Tutto!.
Nessun commento:
Posta un commento