Mio cugino Gigi Restivo - che io tanto apprezzo ed ammiro - non gradisce molto che talora qui e nel mio blog mi spinga a citare e anche a riportare attacchi viscerali dell'ex sindaco Totu Petrotto. Ora lo potrò fare di meno ma solo perché mi ha fatto incazzare Toto Petrotto credendo che il sottoscritto possa spingersi a dire "cazzate" in ordine ai 15 milioni di euro di crediti liquidi ed esigibìbili di Racalmuto. Si è persino scordato che un bel mucchio di euro di siffatti crediti li ha determinati proprio lui. Petrotto sta troppo venendo chiamato a quei tardi ma terribili denti di quel pettine delle varie inchieste ispettive, ragion per cui diviene sempre più acidulo. Io gli ho tolto l'amicizia e così non avrò modo di leggerlo e quindi diffondere i suoi sapidi attacchi che spesso sono centrati. Quanto a mio cugino Gigi, invero ebbi a pubblicare questo scritto del Petrotto del dicembre scorso. Gigi vi è citato, ma francamente mi pare in modo indolore. Caro Gigi invece di prendertela con me, dichiarando cavolate quello che scrivo, perché qui non dai una pepata risposta alle insolenze dell'ex sindaco di Racalmuto Salvatore Petrotto?
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" [omissis] Felice Cavallaro è uno che conosce bene come funziona il paese di Sciascia, se non altro perché ha condiviso molte delle scelte amministrative di uno dei cosiddetti Sciascia boys, di uno dei Ragazzi di Malgrado Tutto, suo intimo amico, ossia l’ex sindaco Gigi Restivo.
Anche se nel corso della campagna elettorale del 2001 Cavallaro sosteneva l’allora candidato a sindaco, contrapposto a Restivo, ossia l’On. Vincenzo Milioto, sua vecchia fiamma socialista.
Poi, a distanza di anni, nel 2007, proprio Milioto che, fino a quel momento ed a partire dai primi anni Ottanta, era stato da sempre supportato dal Cavallaro, diventa ai suoi occhi un personaggio da condannare, con tanto di sigillo ‘antimafia’.
Ci riferiamo anche alle vicende del figlio dell’ex deputato nazionale che, assieme al sottoscritto, si è reso responsabile di aver vinto le elezioni amministrative, decretando la sconfitta elettorale della cordata sostenuta da Cavallaro e dai ragazzi di Regalpetra o se preferite di Malgrado Tutto.
Da ciò si desume l’intensa partecipazione del giornalista Cavallaro nelle vicende locali racalmutesi.
Adesso il Gotha di Confindustria e l’elite dell’Intellighenzia e del Giornalismo italiano e, ne siamo sicuri, a breve, anche la creme de la creme della Cultura internazionale, oltre che i ministri del Governo Letta, con la tanto discussa Cancellieri in testa, Crocetta ed il suo Governo Regionale e tutta quanta la diplomazia internazionale, scenderanno a suo fianco!
In Sicilia i nostri avi avrebbero sentenziato: ‘quantu uogliu pi un cavulu!’.
E però, stu cavulu è dunci.
I cavoli amari sono stati riservati a chi ha osato sfidare gli amici di Cavallaro che, per poter rovistare indisturbati tra i rifiuti, grazie ad una truffaldina metamorfosi, hanno fatto scomparire tutte le piccole discariche pubbliche, facendo apparire soltanto quattro megadiscariche che sono diventante le loro private miniere d’oro!
I bravissimi ‘professionisti dell’antimafia di la munizza’, sono stati condotti per mano a Racalmuto proprio dal Cavallaro, allorquando ci hanno notificato, per mano del ministro Cancellieri, quel cocente decreto di scioglimento per infiltrazione mafiosa del Consiglio Comunale, figlio di una delle più classiche imposture che da sempre si consumano in Sicilia.
E fu così che il vicepresidente di Confindustria nazionale, Ivan Lo Bello, il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, lo strano e nostrano giornalista del Corriere della Sera, Felice Cavallaro e dulcis in fundo il mandrake delle discariche private siciliane, ossia il magico ed illusionista vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, tutti quanti a Racalmuto, hanno fatto fuori chi, come me, aveva denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento a febbraio del 2011 gli appalti illegali per centinaia di milioni di euro riguardanti la scandalosissima gestione dei rifiuti in provincia di Agrigento.
Così a noi, in Sicilia, grazie a questi signori di Confindustria, tocca il secondo posto in Italia dopo la Campania, riguardo ai disastri ambientali con tanto di annesse e connesse infiltrazioni mafiose.
Ma siamo riusciti ad ottenere il primo posto riguardo alle tariffe sui rifiuti che, a Racalmuto, ad esempio, grazie agli amici del prossimo candidato a sindaco, Felice Cavallaro, sono le più salate d’Italia!
Si pagano più di 700 euro l’anno per una casa di 100 metri quadri, a fronte di una media nazionale di poco più di 200 euro!
Ma in Sicilia, i bizantinismi politico-burocratici ed una più sottile e mascherata, oltre che sofisticata e complessa infiltrazione mafiosa, quella vera, ha prodotto scandali che, in alcuni casi, sono più gravi della stessa Campania.
Eppure, sino ad oggi, grazie ad una serie di illustri avvicendamenti nei posti chiave dei settori acque, rifiuti ed energia, della Regione Siciliana, tonnellate di sabbia hanno coperto una miriade di scandali e scaldaletti!
Basta solo ricordare che nel 2009, l’elaborazione del piano che ha previsto di affidare la gestione del perverso ed illegale ciclo dei rifiuti in Sicilia, è stato affidato, da parte dell’allora Presidente della Regione Raffaele Lombardo, all’allora Prefetto ed attuale Ministro della Giustizia e già Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri.
Stiamo parlando della stessa Cancellieri che, al di là delle sue personali e familiari vicende relative ai legami milionari con i Li Gresti o la Telekom, ha sciolto Racalmuto, il comune in cui ero sindaco, allorquando ho denunciato proprio le illegalità scaturenti dal suo piano e commesse dai suoi ulteriori potenti amici siciliani nonché, ovviamente ‘professionisti dell’antimafia dei rifiuti’ .
Quegli stessi amici che l’hanno condotta a Racalmuto ad insediare personalmente la Commissione Straordinaria che sostituisce, dallo scorso anno, sindaco, Giunta e Consiglio Comunale.
Ironia della sorte, gli amici della Cancellieri, sono anche amici del giornalista e loro accompagnatore ufficiale, Felice Cavallaro.
E sono proprio gli amici degli amici del Catanzaro, della Cancellieri e del Cavallaro a gestire il miliardario affaire rifiuti, attraverso appalti illegali e senza celebrare alcuna gara.
E tutto ciò avviene impunemente, malgrado le denunce della Corte dei Conti Sicilia, dell’Autorità Nazionale di Vigilanza sugli Appalti, oltre che dell’Antitrust.
Malgrado Tutto!
Denunce che sono ben visibili nei siti ufficiali di queste autorità di controllo.
Che cocente impostura giornalistico- mediatica oltre che culturale!
Tutti quanti questi soggetti ed i loro amici e sodali, come sosteneva anche il racalmutese Leonardo Sciascia a proposito di certa nobiltà siciliana, ne Il Consiglio d’Egitto, hanno inscenato la parodia di un crimine inesistente, nel nostro caso le presunte infiltrazioni mafiose del comune di Racalmuto, per coprire i loro veri e miliardari crimini che hanno commesso e continuano a commettere attraverso la loro schifosa, scellerata ed illegale gestione dei rifiuti.
Che bluff questo giornalista Cavallaro ed i suoi amici, tutti quanti riparati sotto l’ombrello di un’antimafia di facciata, buona solo a fare affari e succhiare il sangue dei Siciliani!
Adesso l’unico che sta provando a vederci chiaro, in queste intricate e scandalose gestioni dei rifiuti in Sicilia, finalmente (era ora!), è il coraggiosissimo assessore al ramo, il magistrato in aspettativa Nicolò Marino.
Chissà se Marino avrà più fortuna di me, dopo le sue precise e circostanziate denunce nei confronti proprio di quel Catanzaro Giuseppe, vice presidente di Confindustria Sicilia, capo della lobby dei rifiuti, sempre in Sicilia, amico del Ministro Anna Maria Cancellieri ed amico del prossimo candidato a sindaco di Racalmuto, il giornalista Felice Cavallaro.
Salvatore Petrotto
Anche se nel corso della campagna elettorale del 2001 Cavallaro sosteneva l’allora candidato a sindaco, contrapposto a Restivo, ossia l’On. Vincenzo Milioto, sua vecchia fiamma socialista.
Poi, a distanza di anni, nel 2007, proprio Milioto che, fino a quel momento ed a partire dai primi anni Ottanta, era stato da sempre supportato dal Cavallaro, diventa ai suoi occhi un personaggio da condannare, con tanto di sigillo ‘antimafia’.
Ci riferiamo anche alle vicende del figlio dell’ex deputato nazionale che, assieme al sottoscritto, si è reso responsabile di aver vinto le elezioni amministrative, decretando la sconfitta elettorale della cordata sostenuta da Cavallaro e dai ragazzi di Regalpetra o se preferite di Malgrado Tutto.
Da ciò si desume l’intensa partecipazione del giornalista Cavallaro nelle vicende locali racalmutesi.
Adesso il Gotha di Confindustria e l’elite dell’Intellighenzia e del Giornalismo italiano e, ne siamo sicuri, a breve, anche la creme de la creme della Cultura internazionale, oltre che i ministri del Governo Letta, con la tanto discussa Cancellieri in testa, Crocetta ed il suo Governo Regionale e tutta quanta la diplomazia internazionale, scenderanno a suo fianco!
In Sicilia i nostri avi avrebbero sentenziato: ‘quantu uogliu pi un cavulu!’.
E però, stu cavulu è dunci.
I cavoli amari sono stati riservati a chi ha osato sfidare gli amici di Cavallaro che, per poter rovistare indisturbati tra i rifiuti, grazie ad una truffaldina metamorfosi, hanno fatto scomparire tutte le piccole discariche pubbliche, facendo apparire soltanto quattro megadiscariche che sono diventante le loro private miniere d’oro!
I bravissimi ‘professionisti dell’antimafia di la munizza’, sono stati condotti per mano a Racalmuto proprio dal Cavallaro, allorquando ci hanno notificato, per mano del ministro Cancellieri, quel cocente decreto di scioglimento per infiltrazione mafiosa del Consiglio Comunale, figlio di una delle più classiche imposture che da sempre si consumano in Sicilia.
E fu così che il vicepresidente di Confindustria nazionale, Ivan Lo Bello, il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, lo strano e nostrano giornalista del Corriere della Sera, Felice Cavallaro e dulcis in fundo il mandrake delle discariche private siciliane, ossia il magico ed illusionista vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, tutti quanti a Racalmuto, hanno fatto fuori chi, come me, aveva denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento a febbraio del 2011 gli appalti illegali per centinaia di milioni di euro riguardanti la scandalosissima gestione dei rifiuti in provincia di Agrigento.
Così a noi, in Sicilia, grazie a questi signori di Confindustria, tocca il secondo posto in Italia dopo la Campania, riguardo ai disastri ambientali con tanto di annesse e connesse infiltrazioni mafiose.
Ma siamo riusciti ad ottenere il primo posto riguardo alle tariffe sui rifiuti che, a Racalmuto, ad esempio, grazie agli amici del prossimo candidato a sindaco, Felice Cavallaro, sono le più salate d’Italia!
Si pagano più di 700 euro l’anno per una casa di 100 metri quadri, a fronte di una media nazionale di poco più di 200 euro!
Ma in Sicilia, i bizantinismi politico-burocratici ed una più sottile e mascherata, oltre che sofisticata e complessa infiltrazione mafiosa, quella vera, ha prodotto scandali che, in alcuni casi, sono più gravi della stessa Campania.
Eppure, sino ad oggi, grazie ad una serie di illustri avvicendamenti nei posti chiave dei settori acque, rifiuti ed energia, della Regione Siciliana, tonnellate di sabbia hanno coperto una miriade di scandali e scaldaletti!
Basta solo ricordare che nel 2009, l’elaborazione del piano che ha previsto di affidare la gestione del perverso ed illegale ciclo dei rifiuti in Sicilia, è stato affidato, da parte dell’allora Presidente della Regione Raffaele Lombardo, all’allora Prefetto ed attuale Ministro della Giustizia e già Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri.
Stiamo parlando della stessa Cancellieri che, al di là delle sue personali e familiari vicende relative ai legami milionari con i Li Gresti o la Telekom, ha sciolto Racalmuto, il comune in cui ero sindaco, allorquando ho denunciato proprio le illegalità scaturenti dal suo piano e commesse dai suoi ulteriori potenti amici siciliani nonché, ovviamente ‘professionisti dell’antimafia dei rifiuti’ .
Quegli stessi amici che l’hanno condotta a Racalmuto ad insediare personalmente la Commissione Straordinaria che sostituisce, dallo scorso anno, sindaco, Giunta e Consiglio Comunale.
Ironia della sorte, gli amici della Cancellieri, sono anche amici del giornalista e loro accompagnatore ufficiale, Felice Cavallaro.
E sono proprio gli amici degli amici del Catanzaro, della Cancellieri e del Cavallaro a gestire il miliardario affaire rifiuti, attraverso appalti illegali e senza celebrare alcuna gara.
E tutto ciò avviene impunemente, malgrado le denunce della Corte dei Conti Sicilia, dell’Autorità Nazionale di Vigilanza sugli Appalti, oltre che dell’Antitrust.
Malgrado Tutto!
Denunce che sono ben visibili nei siti ufficiali di queste autorità di controllo.
Che cocente impostura giornalistico- mediatica oltre che culturale!
Tutti quanti questi soggetti ed i loro amici e sodali, come sosteneva anche il racalmutese Leonardo Sciascia a proposito di certa nobiltà siciliana, ne Il Consiglio d’Egitto, hanno inscenato la parodia di un crimine inesistente, nel nostro caso le presunte infiltrazioni mafiose del comune di Racalmuto, per coprire i loro veri e miliardari crimini che hanno commesso e continuano a commettere attraverso la loro schifosa, scellerata ed illegale gestione dei rifiuti.
Che bluff questo giornalista Cavallaro ed i suoi amici, tutti quanti riparati sotto l’ombrello di un’antimafia di facciata, buona solo a fare affari e succhiare il sangue dei Siciliani!
Adesso l’unico che sta provando a vederci chiaro, in queste intricate e scandalose gestioni dei rifiuti in Sicilia, finalmente (era ora!), è il coraggiosissimo assessore al ramo, il magistrato in aspettativa Nicolò Marino.
Chissà se Marino avrà più fortuna di me, dopo le sue precise e circostanziate denunce nei confronti proprio di quel Catanzaro Giuseppe, vice presidente di Confindustria Sicilia, capo della lobby dei rifiuti, sempre in Sicilia, amico del Ministro Anna Maria Cancellieri ed amico del prossimo candidato a sindaco di Racalmuto, il giornalista Felice Cavallaro.
Salvatore Petrotto
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