Sono le 00,42 e vi saluto da Roma, dalla città eterna insomma dove sono arrivato ieri sera alle ore 22. Da Racalmuto all'aeroporto di Catania sono stato in auto. Ho avuto modo di vedere lo scempio dello Zaccanello per questa inutile dannosa sperperatrice strada n. 640 di cui dirò domani, appena mi sveglio. Cose da ridere o da piangere. In primis, da compagno comunista dovrei essere cotento per l'arricchimento che avrebbe prodotto alle cooperative rosse del ravennate. Sciocchiezze: a loro semplici spese di regia, alle potenti insondabili pericolse imprese non racalmutesi i veri lucrosi appalti ma credo subappalti. Non so diversamente come potevano ottenere certe licenze. Si dice: oltre 1800 assunti. Già ma quanti racalmutesi: non più di dieci e scandagliate e vi riempirete di gioa nel sapere chi sono perchè ci stanno cosa fanno e soprattutto quale ruolo giornalistico e poetico e culuerale svolgono. Da ridere (se non fosse drammaticamente tragico). Intanto la STATIO dell'itinerario romano Agrigentum Casale di Piazza Armerina scopmparsa irrimediabilmente nel nostro territorio racalmutese. E csa fa la stampa locale? piange sui buchetti o stradine secondarie mozza bar. Da piangere. E politici? e i moralisti? Non sanno? Si limitano ai passi di danza: un passo indiedtr un passo avanti.Un toglieti dalla sediola tu, che mi ci metto io. o meglio Buttafuoce per una faccenda di ragazzouli cui far calcare la polvere dell'ormai ìirridimediabilmente perduto TEATRO REGINA MARGHERITA. La presidenza Camilleri davvero fu provvida (si fa per dire).
sabato 19 ottobre 2013
venerdì 18 ottobre 2013
venerdì 6 settembre 2013
Le turbolenze del dopo guerra sfiorano la vita del circolo, ma molto marginalmente. Certe aggressioni del popolo sono rivolte contro il Circolo Unione. Nel Mutuo Soccorso si cerca di far sorgere una cooperativa di consumo. Il Comm. Angelo Nalbone, gli avv. Emanuele Cavallaro e Vincenzo Vella, il comm. Giuseppe Bartolotta e poi Giuseppe Sciascia, Salvatore Alfieri, Carmelo Sferrazza, Salvatore Morreale, Calogero Volpe, Vincenzo Burruano Alfano e Baldassare Tinebra ne sono gli ispiratori. Non ci risulta che l'iniziativa abbia però avuta molta fortuna.
Solo qualche nota conclusiva ci pare doverosa.
Dal 1893 al 1965 abbiamo contato settecento sedici soci: settecentosedici famiglie racalmutesi che in settantadue anni sono state coinvolte nelle vicende del Mutuo Soccorso. Altri nomi, altri nuclei familiari si sono aggiunti dal 1965 ad oggi. Tolto qualche esponente troppo egemone o qualche altro troppo umile, tutta la cittadinanza racalmutese ha legami con il nostro Circolo. Un circolo sapiente ed irriverente, distaccato e partecipe, fiero - forse un tantinello razzista - ma calato appieno nella vita sociale del paese, la cui scansione storica da un secolo a questa parte ha riverberi sul peculiare sodalizio di Mutuo Soccorso. Un punto di incontro e di scontro che si colloca tra la spinta snobistica del nobile Circolo unione e l'ormai acquietata turbolenza sociale del Circolo Zolfatai e Salinai, un'altra realtà storica di Racalmuto di grande momento e dignità.
Censimento del 1822
n.° cens.
|
Cognome
|
Nome
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stato
|
anni
|
titolo
|
1206
|
ALESSI ED ALFANO
|
ALESSANDRO
|
figlio
|
28
|
DON
|
1207
|
ALESSI ED ALFANO
|
GIAMBATTISTA
|
DON
| ||
3675
|
AMATO
|
ANGELO
|
DON
| ||
317
|
AMELLA
|
NICOLO’
|
NOTAIO
| ||
3114
|
AMICO
|
FEDELE
|
DON
| ||
3112
|
AMICO
|
LUDOVICO
|
figlio
|
28
|
DON
|
5799
|
BAERI
|
IGNAZIO
|
figlio
|
30
|
Dr. D.
|
2032
|
BORZELLINO
|
FRANCESCO
|
LIBERO
|
DON
| |
327
|
BRUTTO MARTORELLI
|
GIAIMO
|
figlio
|
23
|
DON
|
328
|
BRUTTO MARTORELLI
|
GIULIO
|
figlio
|
18
|
DON
|
326
|
BRUTTO MARTORELLI
|
GIUSEPPE ELIA
|
figlio
|
36
|
DON
|
324
|
BRUTTO MARTORELLI
|
SALVADORE
|
DON
| ||
3812
|
BUSUITO
|
LUIGI
|
Dr. D.
| ||
1866
|
DI CARO
|
ROSARIO
|
DON
| ||
1857
|
FARRAUTO
|
FRANCESCO
|
DON
| ||
1357
|
FARRAUTO
|
GASPARE
|
DON
| ||
1371
|
FUCA'
|
CALOGERO
|
figlio
|
29
|
DON
|
1369
|
FUCA'
|
CALOGERO
|
DON
| ||
1373
|
FUCA'
|
GAETANO
|
figlio
|
22
|
DON
|
1379
|
FUCA'
|
GIUSEPPE
|
DON
| ||
1375
|
FUCA'
|
NICOLO'
|
DON
| ||
1374
|
FUCA'
|
PASQUALE
|
figlio
|
20
|
DON
|
1450
|
GAMBUTO
|
GIORGIO
|
figlio
|
39
|
DON
|
2330
|
GINO
|
ALESSANDRO
|
DON
| ||
419
|
GRILLO
|
GIROLAMO
|
BARONE
| ||
1817
|
GRILLO BORGHESE
|
FRANCESCO
|
DON
| ||
1813
|
GRILLO BELMONTE
|
RAFFAELE
|
DON
| ||
417
|
GRILLO CELLAURO
|
RAFFAELE
|
Dr. D. LIBERO
| ||
415
|
GRILLO CELLAURO
|
RAFFAELE
|
LIBERO
|
DON
| |
3672
|
GRILLO CHIACHIO'
|
CALOGERO
|
DON
| ||
1135
|
GRILLO ED ALESSI
|
ANTONINO
|
DON
| ||
425
|
GRILLO ED ALESSI
|
GAETANO
|
DON
| ||
2325
|
GRILLO MARTORANA
|
GIROLAMO
|
DON
| ||
2062
|
LO BRUTTO
|
GIACHINO
|
DON
| ||
1392
|
LO PRESTI ed AVARELLO
|
GIOVANNI
|
VEDOVO
|
DON
| |
4479
|
MANTIONE
|
AGOSTINO
|
Dr. D:
| ||
136
|
MARRA
|
FRANCESCO
|
DR.
| ||
272
|
MATRONA
|
FRANCESCO
|
VED.
|
DON
| |
374
|
MATRONA
|
GIUSEPPE
|
DON
| ||
5174
|
PICONE
|
GIUSEPPE
|
DON
| ||
1367
|
PLATANIA
|
VINCENZO
|
DON
| ||
2300
|
RIZZO
|
VINCENZO
|
DON
| ||
2935
|
SALVO MINORE (di)
|
CALOGERO
|
DON
| ||
3408
|
SAVATTERI
|
RAFFAELE
|
DON
| ||
83
|
SCIASCIA
|
ANTONINO
|
figlio
|
24
|
DON
|
3617
|
SCIBETTA
|
FRANCESCO
|
figlio
|
17
|
DON
|
3616
|
SCIBETTA
|
GASPARE
|
figlio
|
22
|
DON
|
2588
|
SCIBETTA
|
GIOVANNI
|
figlio
|
17
|
DON
|
3615
|
SCIBETTA
|
GIOVANNI
|
figlio
|
26
|
DON
|
3613
|
SCIBETTA
|
GIUSEPPE LETIZIA
|
DON
| ||
2585
|
SCIBETTA
|
LUIGI
|
Dr. D.
| ||
222
|
TORNABENE
|
VINCENZO
|
figlio
|
22
|
DON
|
3310
|
TROISI
|
NICOLO'
|
DON
| ||
513
|
TULUMELLO
|
GIOVANNI
|
DON
| ||
491
|
TULUMELLO
|
LUIGI
|
BARONE
| ||
541
|
TULUMELLO B.NE
|
GIUSEPPE SAVERIO
|
BARONE DON
| ||
562
|
VINCI
|
NICOLO' DON
|
NOTARO
| ||
3558
|
VINCI
|
VINCENZO
|
DON
|
ARCHIVIO DI STATO DI AGRIGENTO
Consultazione del luglio 1993
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Inventario n. 18 - fascicolo n. 42
DELEGAZIONE DI PUBBLICA SICUREZZA IN RACALMUTO - N. 157 - Riscontro alla Nota N. 419 Gabinetto, del 13 Giugno 1876 - OGGETTO: Intorno al reclamo della Società di mutuo soccorso degli operai, in Racalmuto.
Ill.mo Signore Signor Prefetto della Provincia di Girgenti.
Racalmuto addì 14 giugno 1876.
Prima ch'io imprenda ad informare la S.V. Ill.ma sulle cose esposte nel reclamo della Società, in oggetto indicata, non sarà inutile lo accennare alle fasi, che subirono i partiti Minicipali, in Racalmuto, a datare dall'anno 1860 a tutt'oggi.
Anteriormente alla rivoluzione dell'anno 1860, primeggiava in Racalmuto la famiglia Farrauto, e pel prestigio, che esercitava su questa popolazione detta famiglia, sebbene di principii alquanto retrogradi, continuò pure ad avere ogni ingerenza in questa Amministrazione Comunale, fino all'anno 1862.
Man mano che la famiglia Farrauto, dall'anno 1860 all'anno 1862, era andata perdendo di prestigio per l'opposizione, che le veniva facendo la famiglia Matrona, in allora composta di sette fratelli, la quale conoscendo che vi sarebbe stato il suo tornaconto a secondare il governo nazionale già instaurato anche in queste provincie, cercava di entrare a far parte di questa Amministrazione Comunale. E da quì incominciarono i rancori e gli odii tra le dette due famiglie.
Il territorio del Comune di Racalmuto, come in tutti gli altri territorii dei Comuni di Sicilia, nell'anno 1862, era scorazzato dalle bande dei renitenti e dei disertori delle due classi di leva militare degli anni 1860 e 1861, ed a queste unitisi i latitanti per reati comuni, nel settembre 1862, invasero questo paese commettendo atti vandalici, che non è mestieri ch'io rammenti alla S.V. Ill.ma.
Non potrei dire con certezza, se per quella influenza, che ancora esercitava la famiglia Farrauto o per qual altra ragione, il Comandante della truppa, che venne spedito in Racalmuto, per quella circostanza, fece eseguire l'arresto dei fratelli Matrona, come ritenuti complici nei fatti del Settembre 1862.- Ma chiarita presto la loro innocenza, vennero quasi subito lasciati liberi. In proseguo poi vennero arrestati taluni della famiglia Farrauto, e qualche aderente di quella, per lo stesso titolo pel quale furono arrestati i Matrona. Anche questi ultimi arrestati, dopo un lungo tempo, vennero ridonati a libertà, perchè quanto loro si attribuiva, non potè essere provato nelle vie giudiziarie.
In appresso le due famiglie Matrona e Ferrauto vennero tra loro a conciliazione, e per tal modo, ben presto riuscirono ad acquistare, in Racalmuto una certa supremazia, da riuscire cosa facile l'entrare a far parte di questa Amministrazione Comunale insieme ad altri loro aderenti, ciò che continuò ad essere fino a tutt'oggi, e fino a tutto l'anno 1874 senza incontrare ostacolo di sorta, se si eccettuano le guerricciole e gli screzii, che si andavano manifestando tra il partito Matrona, che così chiameremo sin d'ora, e l'altro che andava accentuandosi, capitanato dal Barone Sig.r Luigi Tulumello, giovine di qualche ingegno, e ricco per censo, ma di poca esperienza nelle vicende dei partiti sì politici, che amministrativi.
Questi screzi si andavano manifestando per la ragione, che in paese si facevano serpeggiare dei lamenti contro l'Amministrazione Comunale, per la gravezza delle imposte comunali.
Le cose andiedero prendendo più vaste proporzioni, nei primi mesi dell'anno 1875, ed allorquando per altre piccole differenze sorte tra i socii dell'unico Casino di Compagnia, di cui facevano parte quasi tutti i civili di Racalmuto, senza distinzione di colore tanto politico, quanto amministrativo, una porzione di detti socii, aderenti al partito del Tulumello, tra i quali il Sig.r Giuseppe Matrona fratello dell'attuale Sindaco, si staccarono da detto Casino di Compagnia, e ne fondarono un'altro, che ora conta una quantità abbastanza rilevante di socii.- Quì le ire e gli odii tra questi due partiti si accrebbero e ne nacque una completa rottura.
Intanto si avvicinavano le elezioni parziali amministrative dell'anno 1875, ed ognuno dei due partiti si adoperava per riportare la vittoria a proprio favore.
In questo stato di cose, oltrecché gli animi erano esacerbati; un proclama datato da Racalmuto, e pubblicato nel giornale, che viene in luce a Palermo, L'Amico del Popolo, venne ad aggiungere fiamma a fiamma. Perchè poi la S.V.Ill.ma ossa apprezzare la sostanza di quel proclama, sebbene io sia persuaso, che non le giungerà nuovo, pure quì unito glielo trasmetto contenuto nel suddetto Giornale, come pure unisco altri due giornali nei quali trovansi le repliche a quel proclama.
Le Elezioni Amministrative ebbero il loro compimento, e riuscirono in senso favorevole al partito del Matrona.
Questo proclama ebbe per conseguenza una sfida a duello, sfida che faceva l'attuale Sindaco Sig.r Cavalier Gaspare Matrona al Barone Sig.r Luigi Tulumello, creduto dapprima autore di quel proclama. Quel duello poi non ebbe il suo effetto, poichè rimase sospeso dopo essersi ricorso allo espediente di un giurì d'onore, di cui io non conosco il vero tenore, non essendomi riuscito di trovarne un'esemplare.
In quella circostanza il Sindaco Sig.r Matrona, a mezzo dei suoi aderenti, fece sentire alla Società di mutuo soccorso degli Operai in Racalmuto, che sarebbe stato suo compito smentire per le stampe le cose contenute in quel proclama a carico dello stesso Sindaco e dell'intera Rappresentanza Comunale. Detta Società anziché aderire a quella proposta, fece come suo quel proclama, e quindi la Società stessa invitò il Sig.r Sindaco Matrona, come socio onorario a giustificarsi delle accuse, che gli erano state fatte per quel proclama.
Questo procedere della Società Operaia diede luogo ad una scena, che in seno alla Società stessa fece il Sig.r Matrona Napoleone altro fratello del lodato Sig. Sindaco. La scena fu questa: il medesimo Sig.r Napoleone Matrona recatosi alla sede della Società ov'erano radunati i socii, o furono fatti radunare a bella posta, e colà appostrofò con termini non troppo convenienti i socii, che vi si trovavano, facendoli aspra rampogna di quanto avevano operato verso il fratello di lui Gaspare Matrona.
Dopo, che il novello partito del Tolumello si era più scopertamente manifestato l'anno scorso, massime per varii articoli pubblicati per i giornali, e dopo la fondazione del nuovo Casino di Compagnia, come sopra si è accennato, e finalmente dopo tutti gli altri fatti superiormente accennati che precedettero, accompagnarono e susseguirono le Elezioni Amministrative di detto anno, i componenti la Società Operaja, sembrava a quanto aseriscono gli avversari di questa e del partito del Tulumello, che facesse mostra d'imporsi all'altro partito, ciò che si volle desumere dal vedersi alcuni socii di quella Società passeggiare innanzi il vecchio Casino di Compagnia, in modo alquanto burbanzoso. Per contrapporsi a questo fatto, il partito del Matrona valendosi di un nucleo di persone dipendenti ed affezionate al partito stesso, la sera del 27 Agosto 1875, detto nucleo di persone si mise a passeggiare avanti il nuovo Casino di Compagnia, in modo di motteggiare e quasi provocare i socii di detto Casino, che colà trovavansi raunati. Di questo fatto se ne portò lamento a questo Delegato di P.a S.a Sig.r Macaluso, ma al dire di coloro che portarono tali lagnanze a quel funzionario, questi non ne avrebbe fatto verun conto, contegno questo del Delegato Sig.r Macalsuo, che si vorrebbe attribuire a troppa deferenza verso il Sindaco Sig.r Matrona Cavalier Gaspare. E siccome il fatto anzidetto sembrava essere stato stabilito doversi rinnovare la successiva sera del 28 detto mese, perciò alcuni socii del nuovo Casino, per evitare quell'inconveniente, che avrebbe potuto avere delle triste conseguenze, questa volta anziché rivolgersi al delegato di P.a S.a, si presentarono al locale Pretore, e questi fattone parola al Delegato ed al Comandante la Stazione dei Carabinieri Reali, perché cercassero di prevenire ed impedire al caso, che si rinnovasse quell'inconveniente, che avrebbe potuto compremettere l'ordine pubblico, ciò valse a scongiurare, che un tal fatto si rinnovasse la sera del 28 di detto mese.
Ed è per questo, che in quel reclamo è detto, che l'Autorità giudiziaria, e la pubblica opinione seppedro rendere piena giustizia.
Tutto quanto sopra ho esposto, non è che il risultato delle informazioni che ho potuto procurarmi da persone, che possono meritare qualche fiducia, e dico qualche fiducia, poiché è cosa assai difficile, trovare in un paese qual è Racalmuto, persone totalmente indipendenti da poter avere notizie esatte e spassionate, diviso, com'è, in due partiti, che sono formati dal ceto ristretto delle persone civili, in confronto della massa ignorante dei campagnoli e dei zolfataj, che compone la popolazione di questo Comune.
Da ultimo aggiungerò che le cose esposte nel ricorso, che quì unito ritorno alla S.V. Ill.ma, non fanno che riprodurre i sentimenti, da cui è animato il partito del Tulumello, partito, che cerca tutti i mezzi, onde vedere sciolto l'attuale Consiglio Comunale, sperando con questo mezzo di rompere l'attuale maggioranza del Consiglio stesso, senza far questione sulla scelta del Sindaco, con la veduta, come tutto giorno va ripetendo detto partito, di far economie sul Bilancio Comunale, e senza essere alieni, a queste condizioni di riconciliarsi col partito contrario, conciliazione, a parer mio, che potrebbe realizzarsi, quando a mezzo di persone autorevoli, potesse ottenersi una sincera ripacificazione tra il Sig.r Giuseppe Matrona ed i suoi fratelli; poiché una volta, che il Sig.r Giuseppe Matrona si staccasse dal suo partito, sarebbe cosa facilissima far scomparire le divisioni, che affliggono questo paese, poiché il ripetuto Sig.r Giuseppe Matrona può ritenersi il capo del partito a cui appartiene, tanto più, che il Tulumello è da parecchi mesi, che ha preso stanza in Palermo insieme alla sua famiglia, e non si sa, almeno per ora, che abbia intenzione di ritornare in Racalmuto. Certa cosa poi si è, che una più attenta e ben ordinata Amministrazione, esclusa ogni idea di personalità e di partito, potrebbe vantaggiare di molto la finanza comunale, ciò che non andrebbe disgiunto dall'utilità, che ne risentirebbero questi Amministrati, e tutto ciò non toglierebbe al Sig.r Sindaco cavalier Gaspare Matrona, tutto quel merito, che ha nell'aver rialzato le condizioni morali di questo paese, nell'aver non poco contribuito, col concorso di tutto il ceto civile, a vantaggiare le condizioni della pubblica sicurezza in questo Comune, messe in confronto, coi tempi, che precedettero la sua ingerenza nell'Amministrazione Comunale, e finalmente coll'aver cercato di rendere lustro e decoro al paese col compiere varie opere pubbliche, che i suoi predecessori avevano iniziate.
Il Delegato
A. Coppetelli
Prefettura di Girgenti - Gabinetto - n. 419 sub
minuta
A S. E. il
Ministro dell'interno
Roma
OGGETTO: Ricorso della Societa' Operaja di Racalmuto contro quel Municipio.
Anche a questa Prefettura la Società Operaja di Racalmuto fece pervenire in addietro vari ricorsi contro quel Municipio lagnandosi di essere da esso osteggiata.
Però non si è potuto prendere dei provvedimenti perché le querimonie furono sempre generiche non imputando ai reggitori di quel comune fatti pei quali potesse l'Autorità legittimamente intervenire.
E' una verità che il Sindaco Cav. Gaspare Matrona, la sua famiglia influentissima e i suoi amici e partitanti vedano di cattivo occhio quella Società, mentre nel 1873 contribuirono invece a darle vita e sostegno; ma la ragione non istà minimamente nel proposito di osteggiare le idee liberali né precludere la via alle libere associazioni, ma sibbene trova la sua spiegazione naturale nel fatto che la Società stessa ha disertato dal partito dei Matrona per militare sotto le bandiere del loro antagonista Barone Luigi Tulumello il quale se ne vale come di strumento per creare imbarazzo all'attuale Amministrazione alla quale vorrebbe subentrare.
Messi così in chiaro i rapporti esistenti fra la Società ed il Comune si ha la spiegazione del movente del generico ricorso che si restituisce.
IL PREFETTO.
APPUNTI SPARSI SUI
NALBONE
Dall'Archivio Centrale dello Stato - Roma - 'R. Commissariato Civile per la Sicilia' - Busta 108 fasc. 1
8 novembre 1897 - «.. i fatti denunciati con i due esposti anonimi [cfr. fotocopie accluse] sono risultati del tutto infondati ... dunque ... non era il caso di comprendere quel Comune [Racalmuto] tra quelli di ispezionare a preferenza» F.to Il Ministro Commissario di Palermo - Al Prefetto di Girgenti.
«Girgenti 26 ottobre 1696 - Prefettura - Gabinetto n. 1149 - Risposta nota 9 settembre scorso n. 6241.
Reclamo anonimo contro l'Amm. Com.le di Racalmuto- Relazione al Comm. Civ. Palermo.
«L'accluso ricorso anonimo attacca il Sindaco Barone Tulumello chiamandolo capo onorario del carcere di S. Vito reduce dalle patrie galere. Sono delle espressioni che si possono dire soltanto nascondendosi sotto l'impunità dell'anonimo. Il Barone Tulumello Sindaco e Consigliere Provinciale, è persona degna di rispetto, stimato dalla grande maggioranza dei suoi concittadini che gli hanno ripetutamente confermato la fiducia eleggendolo loro capo e rappresentante.
«Si afferma soltanto ch'egli, 14 anni or sono, fu fatto segno di una calunniosa imputazione, ma che ciò si deve attribuire ad una tenebrosa organizzazione del partito di maggioranza del tempo, il quale, vedendo nella fermezza di carattere e nella invidiata posizione del B.ne Tulumello una continua minaccia alla sua esistenza, aveva cercato sempre, in varie occasioni di pregiudicarne la specchiata reputazione. Che la trama fu sventata e l'innocenza del B.ne venne provata per le deposizioni anche del conte Tomajo allora Prefetto di questa Provincia e del Comm. Vinci Orlando Presidente della Corte di Assise. Il delatore ch'era uno dei più pericolosi malfattori del Paese e che era stato arrestato quale autore di assassinio venne condannato all'ergastolo.
«In quanto all'addebito che si fa ai funzionari governativi di Racalmuto, e cioè che permettono essi che la giustizia sia affidata ai Scimè, Sciascia, e Conte, mi risulta che i funzionari si mantengono all'altezza della loro missione e non tollererebbero influenze locali. In proposito posso anzi aggiungere che lo Scimè è un ammonito, e da quella Autorità di P.S. è stato ora arrestato insieme a molti altri per maffia e manutengolismo.
«Da questo provvedimento io credo che il reclamante anonimo dovrebbe essere contento e non dolersi più delle Autorità che, secondo lui, lasciano compiere alla maffia le sue gesta.
«Non risulta poi vero che la famiglia dell'assessore Bartolotta cav. Giuseppe, abbia nello scorso inverno, aperto macello bovino e che alla famiglia medesima siano stati sequestrati animali di origine furtiva. Risulterebbe solo che un fratello del cav. Bartolotta venuto a conoscenza che nella sua mandria si trovavano due buoi di provenienza furtiva, li consegnò spontaneamente all'arma dei R,li Carabinieri. La Camera del Consiglio del Tribunale di Catania dichiarò per questo fatto non luogo a procedimento penale.
«Quanto all'arresto del sig. Busuito avv.to Angelo, fratello dell'assessore, sò che il pibblico ministero chiese d'ufficio non luogo a procedimento penale pel reato di oltraggio all'Arma dei reali Carabinieri e che il Tribunale pronunziò sentenza conforme alle conclusioni del Pubblico Ministero.
«Ma questi sono fatti estranei all'Amministrazione comunale, non riguardando i suoi componenti
«Il Maresciallo dei reali carabinieri sig. Sedda Giovanni è compare del Sindaco di Racalmuto ma non risulta che il sindaco suaccennato abbia indotto i due funzionari ad occultare deu reati, come pretende l'anonimo. Il detto Maresciallo è già stato traslocato a Piazza Armerina, e con ciò dovrebbe essere cessata ogni causa di malcontento negli avversari del Sindaco.
«Per quanto riguarda l'Ospedale Civille, mi pregio manifestare a V.E. che il defunto Martino Ferdinando lasciava, morendo, per testamento e allo scopo di costruire un ospedale lire seimila di rendita pubblica, 53 azioni della Banca d'Italia ed i due terzi di una miniera in via di esaurimento. Con queste risorse la Fidecommissaria ha fatto costruire l'ospedale che andrà in funzione il 1° gennaio 1897 con 12 letti.
«L'Amministrazione non è affidata ad un piazziaiolo, come dicesi nel reclamo ma ai Commissari Parroco Tirone, avv. Tulumello Salvatore, Martorana Luigi, designati dal testatore.
«Il Tesoriere sig. Sferlazza Gaspare presta l'opera sua gratuitamente.
« Non è vero che sia stato accresciuto il numero degli impiegati comunali poichè l'attuale amministrazione li ha ridotti da sette a cinque. I medici condotti sono due e percepiscono l'annuo compenso di lit. 400 ciascuno. Le quattro guardie campestri percepiscono L. 60 mensili, ma gli inservienti sono due .
«A chiarimento degli appunti che riguardano la conduttura dell'acqua potabile "Fico", la costruzione delle strade ed il dazio di consumo, mi riporto a quanto esposi nel mio rapporto del 12 luglio u.s. n. 757- Gabinetto.»
Il Prefetto [F.to illeggibile]
....------........+++++++++++...........-------
Girgenti - 12 luglio . 1686 - Gabinetto Prefettura n. 757 - risposta a nota 4 giugno 1216 - Al Ministro Commissario Civile per la Sicilia.
[Archivio Centrale dello Stato - R. Cammissariato Civile per la Sicilia - Busta 108]
«In occasione della chiusura delle minier,e per cui migliaia di operai rimasero privi di lavoro nel settembre del 1895, si recarono a Racalmuto il Comandante del XII Corpo d'Armata gen.le Mirri e il Prefetto della Provincia Comm. Annaratone, i quali in vista della miseria invadente e allo scopo di evitare disordini, eccitarono quella Giunta Municipale di procurare lavoro ai disoccupati. Poichè il Municipio non aveva fondi disponibili, i suddetti funzionari autorizzarono il Consiglio comunale di contrarre, in una seduta d'urgenza, un mutuo di lire 10.000 con la Banca d'Italia, ciò che fu fatto con cambiale notoria del settembre 1895, pagata completamente nel gennnaio 1896.
«...... eccitarono il Municipio a dare pronta esecuzione al progetto per la conduttura dell'acqua Fico [...] la cui spesa prevista era di Lire ventisemila circa [..] siccome dovevano impiegarsi migliaia di zolfatari disoccupati per un tratto di circa 2.500 metri.
« [....] Si chiese l'opera degli ingegneri Busuito, Terrana e Lo Presti [......] mediante contributo di lire cinque al giorno ciascuno.
«[....]
«Il tronco Montedoro-Racalmuto è una strada comunale obbligatoria [...] deliberata mediante progetto del Genio Civile [.....] sin da 24 anni or sono e la cui percorrenza è di 12 chilometri.
«[......] dai naturali di Racalmuto veniva pagata la prestazione d'opera per 17 mila lire all'anno. Il malcontento per questa imposizione era generale. L'Amministrazione comunale attuale abolì nel 1890 la prestazione in parola
«[.......]
«L'appalto - mediante 'animosa asta pubblica' rimase aggiudicato al Sig. Romano Vincenzo col ribasso del 15% e col pagamento in cartelle al tasso del 5%.
«Richiese la costruzione di 24 ponticelli e la spesa di Lit. 52.000.
«Anche i lavori per lo spandimento della breccia allo stradale Grotte-Racalmuto-Castrofilippo furono iniziati dal Consiglio Comunale allo scopo di dar lavoro agli operai disoccupati.
«In quanto allo appunto fatto alle guardie municipali circa l'accompagnamento del sindaco, fratelli e assessori [...] furono impartiti ordini di garantire la persona del Sindaco Cav. Uff. Tulumello Luigi e dei componenti la di costui famiglia, sia perchè il primo è stato diverse volte minacciato di vita sia perchè la famiglia Tulumello è la più cospicua del paese.
«Quanto agli addebiti fatti alla guardia comunale Martorelli [...] furono sporte due querele, per ingiuria una e per minacce semplici l'altra. Ma le querele in parola furono ritirate dalle parti [...]
«Circa gli addebiti fatti al Vice Pretore Sig. Tulumello Salvatore e Sindaco Sig. Tulumello Luigi [...] entrambi sono stati per ben tre voltericonfermati nelle cariche.
«Il Vice Pretore è Vice Presidente della Commissione per la Ricchezza Mobile, Presidente della Commissione dell'Ospedale Civico locale, Tesoriere del Collegio di Maria.
«Lo assegno che vuolsi si corrisponda ai nominati Messana ed Alba è un pretto mendacio, in quantoché il Messana Calogero è un individuo che ha minacciato di vita la persona del Sindaco, e l'Alba è morto.
«Il dazio consumo [....] fu assunto in economia dal Comune. La direzione al sig. Orcel Francesco [...] la gestione dal Consigliere Comunale Calogero Sferrazza, persona proba e idonea.
«[.........]
«Non risulta fondata l'asserzione gratuita che il sindaco sia circondato dalla mafia. E' tanto vero che [...] il ripetuto Messana Calogero, quantunque suo cugino [...] non ha potuto ottenere impiego di sorta. [...] è ricorso alle minacce di sopra cennate.
«[...]
«Il Direttore di dette scuole sig. Chiodo è stato dal Ministro fregiato della medaglia quale benemerito della istruzione pubblica.
«Quanto alla maestra La Rocca, che si vuole supplente, risulta essere stata nominata regolarmente titolare con deliberazione approvata dalla Superiore Autorità Scolastica.
«Circa il Teatro [.....] il contegno del pubblico risulta essere stato irreprensibile.
«Nor risulta che il Pinò e il Tinebra siano dal municipio mantenuti agli studi [.....] Il Pinò [...] a Palermo esercita il mestiere di rivenditore di salgemma ed ora [quello] di calzolaio. Il Tinebra è in effetti studente di medicina, ma si appartiene a famiglia agiata del luogo.
«Quanto al Lumia Eugenio [prestò l'opera di revisore delle liste].
«Il sig. Rao segretario comunale, è persona stimata.
«il Baeri, ch'è figlio di un Consigliere comunale, intendeva tenere per sè tutto l'introito dell'Ufficio [della Conciliazione]. Il segretario comunale fece lagnanze al Consiglio, ed allora per l'intervento di comuni amici, venne stabilito con convenzione privata che il Segretario avrebbe ceduto tutti i proventi della Conciliazione al baeri, purchè questi avesse a lui corrisposto un assegno di sole 25 lire mensili.
«[...]
«[Costruzione serbatorio d'acqua in contrada S. Croce:] il Denaro fu solamente adibito dall'ingegnere come capomastro per i lavori di finimento.
«L'illuminazione del paese, stante che l'appaltatore Ciappina era fallito [...] fu assunta in economia. [...] I fanali si mantengono accesi fino all'ora determinata e giusta le consuetudini di tutti i piccoli paesi della Sicilia.
«Non risulta che i sigg.ri Busuito dr. Carmelo Salvatore, Nalbone cav. Giuseppe, Romano cav. dr. Salvatore siano gli speculatori di appalti. Costoro si designano come persone superiori ad ogni sospetto e vivono di professione e di rendire proprie.
«L'assessore dell'Annona è il sig. Alfano Salvatore. Nell'assenza di costui fu incaricato del ramo di servizio l'assessore Bartolotta cav, Giuseppe il quale, affermasi, non pensò mai di fare stipulare convenzioni tra i pastai del luogo, con la comminatoria di una multa di lire cento. tra i negozianti di pasta vi fu in quell'epoca una specie di concorrenza forzata dalla gelosia di mestiere, che cessò subito avendone gli stessi negozianti risentiti i danni.
«[.......] le quattro firme sono apocrife, giusta regolare dichiarazione dei pretesi firmatari.»
Il reggente la Prefettura
[Mi riprometto di acquisire fotocopia della citata documentazione, n.d.r.]
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Opere Pie - 3- 195 - 2
28.12.1896 - Racalmuto O P - Legato Franco - Bilancio 1897
«Fidecommissaria del legato di maritaggio del Canonico Diego Franco da Racalmuto.
Fidecommissari:
1) Cavallaro dr. Luigi - Presidente
2) Tulumello Giuseppe - Fidecommissario
3) Franco Gaspare - " "
4) Nalbone Angelo - " "
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