IL MIO VANGELO
Oggi domenica si rivolgo ad un evangelista che di necessità virtù deve essermi congeniale. In un certo qual senso siamo contigui. Io se non banchiere (ero soltanto un ispettore pubblico di banche) e lui esattore delle imposte (invero non facevo parte delle agenzie delle imposte - all'epoca mia non c'erano - ma finii distaccato per quasi sette anni a fare il superispettoree del SECI...T di Reviglio). Io dunque Matteo lo preferisco a Luca (quello era medico ed un po' come confessa a Teofilo si mise a raffazzonare tanti sentito dire; il meno che posso dire è che lui a Gesù non lo sentì mai parlare, mentre Matteo sì). Matteo dunque fa cronaca on line in diretta. Se Luca dice cosa diversa da Matteo, io - e credo tutti i cattolici in buona fede - devo dare il sopravvento a Matteo.
Dice Matteo: "Quando pregate non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando dritti nelle Sinagoghe e negli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. In verità vi dico : hanno già ricevuto la loro ricompensa".
Parole sacrosante, ammonitrici, divine. Oh!, quanto io ho in dispetto tutti quelli che fanno kermesse con la "parola del Signore".
Soggiunge Matteo : da nobis hodie panem SUPERSTANTIALEM. Traduce Marietti: dacci oggi il nostro pane QUOTIDIANO. Falso, blasfemo. Cristo introduce qui un grande concetto filosofico della cultura greca la SUBSTANTIA e la vuole trascesa, super, al di là: concetto oltretutto di raffinatissima teologia: PAROLA DEL SIGNORE.
TRANSUSTAZIALE nulla ha a che vedere con QUOTIDUIANO, il pane quotidiano nulla ha a che fare con la sublimità del PANE TRANSUSTANZIALE, il pane degli Angeli. Non si può banalizzare la parola di Cristo, che Matteo sentì e Luca no. Se Luca si induce o lo inducono a dire: dacci oggi il nostro pane quotidiano, mente magari non sapendo di mentire: chi prega invocando pane quotidiano anziché SUPERSUBSTANTIALEM nvoca casa che Cristo non vuole che si incochi nel PATER NOSTER.Visualizza altro
Oggi domenica si rivolgo ad un evangelista che di necessità virtù deve essermi congeniale. In un certo qual senso siamo contigui. Io se non banchiere (ero soltanto un ispettore pubblico di banche) e lui esattore delle imposte (invero non facevo parte delle agenzie delle imposte - all'epoca mia non c'erano - ma finii distaccato per quasi sette anni a fare il superispettoree del SECI...T di Reviglio). Io dunque Matteo lo preferisco a Luca (quello era medico ed un po' come confessa a Teofilo si mise a raffazzonare tanti sentito dire; il meno che posso dire è che lui a Gesù non lo sentì mai parlare, mentre Matteo sì). Matteo dunque fa cronaca on line in diretta. Se Luca dice cosa diversa da Matteo, io - e credo tutti i cattolici in buona fede - devo dare il sopravvento a Matteo.
Dice Matteo: "Quando pregate non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando dritti nelle Sinagoghe e negli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. In verità vi dico : hanno già ricevuto la loro ricompensa".
Parole sacrosante, ammonitrici, divine. Oh!, quanto io ho in dispetto tutti quelli che fanno kermesse con la "parola del Signore".
Soggiunge Matteo : da nobis hodie panem SUPERSTANTIALEM. Traduce Marietti: dacci oggi il nostro pane QUOTIDIANO. Falso, blasfemo. Cristo introduce qui un grande concetto filosofico della cultura greca la SUBSTANTIA e la vuole trascesa, super, al di là: concetto oltretutto di raffinatissima teologia: PAROLA DEL SIGNORE.
TRANSUSTAZIALE nulla ha a che vedere con QUOTIDUIANO, il pane quotidiano nulla ha a che fare con la sublimità del PANE TRANSUSTANZIALE, il pane degli Angeli. Non si può banalizzare la parola di Cristo, che Matteo sentì e Luca no. Se Luca si induce o lo inducono a dire: dacci oggi il nostro pane quotidiano, mente magari non sapendo di mentire: chi prega invocando pane quotidiano anziché SUPERSUBSTANTIALEM nvoca casa che Cristo non vuole che si incochi nel PATER NOSTER.Visualizza altro
2 commenti:
Egregio Ispettore, anzi Superispettore tante volte ci ha parlato della Sua qualifica lavorativa e della Sua riconosciutissima intelligenza. Ormai lo sappiamo e non ce lo ripeta più. Altrimenti non riusciamo a fermarci sugli interessantissimi argomenti di natura storica sul nostro paese.
Quando qualcuno per dire una emerita minchiata si nasconde dietro l'anonimato, la sua cifra intellettuale ed etica è proprio risibile: Se a costui dà fastidio sentirsi ripetere che vi fu un periodo che addirittura i generali in giallo si mettevano sull'attenti dinanzi al sottoscritto, cosa teme, che io spinga Berlusconi e la Figlia a querelarlo per diffamazione e così fargli perdere qualche sparuta stelletta? Non lo farò perché io sono un superispettore e fui anche uno dei tre soli ispettori validi della Banca d'Itala, settore Vigilanza sulle aziende di credito. Che non lo sapeva e se lo sapeva perché ha in uggia queste glorie - che poi sono anche glorie di Racalmuto se non gli dispiace e Racalmuto ha bisogno come il pane di una buona stampa di questi tempi e non sarà certo lui modesto poliziotto che non avrà pensione a dar gloria al paese del sale e dello zolfo. Sappia costui o chi per lui che "gli interessantissimi argomenti di natura storica sul nostro paese" (che strana sgangherata inelegante prosa!) rappresentano un livello infinitesimale nello spettro delle mie qualità culturali, e della mia maturata sapienza. Sai quanto me ne frega a me se quel che scrivo su Racalmuto non riesce a digerirlo qualche ebete.
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