sabato 15 marzo 2014

I vecchioni delle Porte Scee

I vecchioni delle porte Scee.
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Quei vecchioni delle porte Scee dell'Iliade, che la guerra l'han già fatta, ed ora saccenti e petulanti, se la godono come cicale sull'abero a perdersi in un parlre fiorito, mi paiono molto lo specchio del mio vaneggiare.
Laggiù sulla battigia del mare di Troia danai e troiani se le danno di santa ragione e si uccidono e scorre sangue vero. Per loro è uno spettaclo come stasera alla televisione Lazio e Roma si battono magari per rendere infelice il mio romanista Marchini che chissà domani che destino politico gli riserba il destino che aleggia su Roma.

E quel vcchio incorreggibile satiro, come qualche donna con doppia ventina e coccia vuole credere che io sia, atto quindi a non soddisfare la sua tritacarne che mi puzza di disusso prolungato, che sbrodola dinanzi all'afrore tanto erotico di una Elena già sazia del troiano e come nostalgica del veemente Meelao. Priapo che i beveroni dei moderni Priami non aveva vede nella nuora la donna e lascia il ritegno regale per un corteggiare da satiro ammosciato. Come si ripete la storia degli uomini, come i vecchi di ogni tempo adusi a prodighi coiti ora purtroppo dismessi, afflosciatosi il membro, amano rimembranze ardite. le lor coetanee rattrappite là dove dimorava Venere stanno cialiere con comari di pari vaneggio.

Tra breve verrà annunciata le lieta novella: habemus syndacum: BORSELLINO- Aderisce il fascismo di Peppi Brucculderi. Unita l'intera DESTRA. Benedice l'arciprete. Il vecchio avanza, il nuovo converge. Come prima peggio di prima.

Tra breve verrà annunciata le lieta novella: habemus syndacum: BORSELLINO- Aderisce il fascismo di Peppi Brucculderi. Unita l'intera DESTRA. Benedice l'arciprete. Il vecchio avanza, il nuovo converge. Come prima peggio di prima.  Ma il battesimo arcipretale ha poteri abrasivi dei peccati originali, delle tresche passate, dei processi in itinere, degli oneri tributari locali evasi. Incipit novus ordo. Già, il Gattopardo. Bisogna che tutto cambi perché tutto resti come è. Miei cari concittadini muniti di VOTO ATTIVO davvero siete tanto coglioni da farvi infinocchiare da giovinastri clerico-fascisti?

Tanu Savatteri Adragna Camilleri come sono stati presi per il culo a proposito del computer!!!! Fanno finta che non sia successo nulla.

Messico, Polonia e Tailandia le tre novità del giorno negli accessi al mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO. Che spunti originalissimi vi possono trovare!!! Arrivo a dire che per Falcone e Borsellino sarebbe ora di applicare la massima evangelica "lascia che i morti seppelliscano i morti". Pensate,  ora anche l'allucinante carcere di Opera è divenuto la fabbrica delle verità dell'imperante antimafia. Mi diverte l'idea di un Reina divenuto raffinato critico letterario esperto Sciascista. Ed ora anche stragista ideatore di geniali congegni. Già, uccellando carabinieri agenti del Mossad guardie del corpo ha uomini abili nel mettere nel portone di casa Borsellino madre un ultrasonico campanello che riconosce il dito del tragico giudice e quindi fa esplodere tritolo altamente sofisticato. Quel pulsante quando sarebbe stato messo. Non posso credere che si potesse sistemare qualche minuto prima che giungesse preciso come un orologio svizzero l'incauto Borsellino; se molto prima chissà quanti andavano a pigiare il malefico campanello. Mi sa che  il vecchio incolto capomafia sia uscito di senno. Cosa sia il carcere di Opera me ne scrive Alfredo SOLE il mio amico, anzi come lo chiamo io il mio figlio selettivo, (anzi a proposito sono cinque mesi che non mi dà segni di vita... che gli è successo? se il figlio mi dovesse leggere si faccia vivo almeno lui)  e credetemi siamo peggio di certe carceri medievali quanto a crudeltà morale. Tanu Savatteri Adragna Camilleri come sono stati presi per il culo a proposito del computer!!!! Fanno finta che non sia successo nulla.

Anche questo Venerdì è passato. Per me è l'ultimo che trascorro in questo ampio lembo di paradiso che declina da Villa Nalbone.

Anche questo Venerdì è passato. Per me è l'ultimo che trascorro in questo ampio lembo di paradiso che declina da Villa Nalbone.  Il prossimo Venerdì notte cercherò di dormire in quel crinale romano ove ebbe a riposare il cavallo di Garibaldi, in una stalla di un casaletto e così si chiama ora quell'aprica collina. Mi conosco: due o tre notti ancora e la mia demente memoria cancellerà il dolce borgo natio, le surreali contese per la corsa a quell'ex convento secentesco che ospitò per secoli monache nobili locali falsamente chiamate clarisse. Mi picco di avere disturbato sogni pretese astuzie complotti intese. Ora potranno respirare. La voce non ascoltata ma fastidiosa di chi ride ed irride si dissolve lontano, oltre i sette colli di Roma.
Forse il podestà di Buttafuoco potrà cimentarsi per assidersi egemone in quel convento di vergini oranti. Pare, se bene ho sbirciato, che il primario abbia ceduto lo scettro sindacale al prediletto del novello arciprete. Potrebbe quindi contrastarlo il podestà, pesce marino. Il fratello medico non dovrebbe più essere d'ostacolo.
Balordo quale sono, leggo e vi leggo un giovannineo passo apocalittico. Mi pare vi si attagli.
"Vidi poi un altro angelo, possente, discendere dai cieli, avvolto in una nube,  la fronte cinta di arcobaleno; aveva in faccia come il sole e le gambe come colonne di fuoco. Nella mano aveva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra, gridò a gran voice  come leone che ruggisce. E quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce."
Chi sono questi sette tuoni in questi prossimi comizi elettorali? Un biennio fa vi era la tre S. Stasera ritorna profetizzando la data dell'8 giugno. Non mi sembra voce tonante. Raccogliere solo due echi di chi  tra L'AGORA' e il BS bighellona  da mane a sera è come perdersi nelle brume del nulla. Se dannazione si vuole a Racalmuto si faccia unionismo politico. Sarebbe un passato infetto che ingigantito sospingerebbe al tracollo finale di questo paese che il passato deve solo seppellire non rilanciare per il fulgido avvenire. Occorrono liste ferocemente avverse per consentire alla sana comunità degli elettori attivi di scegliere di affrancarsi di seppellire il vecchio che protervo ritorna  fingendosi persino il nuovo il sano il morale addirittura il castigatore direi di se stesso.
Certo piccoli falsi profeti prosperano al momento. Fascisti in disuso, falliti in euforica spinta, missi ANGELICI, etici in nuova cattolica critica della ragion pura, arcigni in minaccioso berretto, gigliate fanciulle come la nigra sum del cantico biblico, e donne novelle di grinta impetuosa sembrano le apocalittiche    voci tonanti. Per il crescente concerto ciarlante strombettano già queruli pifferi.  

venerdì 14 marzo 2014

Baciammu li mani e li piduzzi quannu ssu cuotti. Espressione ironica, liberatoria, antigalantuomini. Li piduzzi erano quelli che cuoceva Stefana nni lu zzi Carmelinu

Baciammu li mani e li piduzzi quannu ssu cuotti. Espressione ironica, liberatoria, antigalantuomini. Li piduzzi erano quelli che cuoceva Stefana nni lu zzi Carmelinu. Erano robba cotta. Si spolpavano voluttuosamente, magari di fronte nni la ZZA NARDUZZA O NNI LU PIRCIATU. Con due o tre piduzzi di gaddrina cotta di vino in quei rudi bicchieroni da un quarto di litro se ne poteva ingoiava per una bella ubbriacatura da farti scordare anche la cambiale che era scaduta. Mirabile l'igiene nni la putia di lu Pirciatu. Un lemmu sotta lu stuppagliu di la vutti. Mi dassi miezzu litru. C'era da fidarsi. Ma se ti volevi prima gustare un buon quartu ti pruiva lu bicchieri.  Il bichiere era nell'acqua torbida di lu lemmu. Nna sciacquateddra prima e nna sciacquateddra duoppu. Sempri ddrà. Sembra che a quei tempi non ci fossero microbi e agenti patogeni. Solo d'estate alle volte il tifo pitocchiale scoppiava in paese e si finiva anche in quarantena

Io so quello che dico anche per averlo vissuto di persona. Voi andate dicendo celebrando affermando catechizzando su mandato di certi persuasori occulti.

Carissima il mio punto di vista è ben altro. Ho presente Sciascia, ho presente l'articolo sul carrierismo per antimafia.  Ho vissuto in parallelo la vicenda di Sciascia con Falcone (io fui fortunato a dovermela vedere con  Imposimato che comunque non mancò di requisirmi senza rispetto delle regole). Ho presente l'umiliazione cui hanno sottoposto Sciascia che ha dovuto bere insieme a chi non stimava ( come io non lo stimavo) un bicchiere di vino come se dovesse fumare il kalameth della  pace. Ho troppe rabbie in corpo. E ce l'ho con tutti voi che nulla sapendo (perché nulla vi fanno sapere) create la mistica dell'antimafia che ci sta a Racalmuto distruggendo. Scusa la mia saccenteria. Io so quello che dico anche per averlo vissuto di persona. Voi andate dicendo celebrando affermando catechizzando su mandato di certi persuasori occulti. Ripeterò sino all'infinito l'aforisma di Bobbio (filosofo di estrema sinistra): la democrazia è l'arte del consenso estorto. Legalità? Mi dispiace sono con Sciascia: "due sono i mali della Sicilia: la mafia e l'antimafia". Concordo con Sciascia morente (Fuoco all'anima che la famiglia si permette di bruciare e non fare circolare) che in Sicilia la mafia è finita con il prefetto Mori.

Io non capisco chi possa permettersi di importunare una gentile signora che in modo tutto sommato evanescente reputa che forse potrebbe avere un ruolo nella politica del suo paese. Temo che si tratti di becero tentativo dissuasivo da parte di chi a destra sta tentando una scalata al comune. Già pare che notte tempo queste pellegrine forze destrorse e clericali abbiano già varato la loro lista con a capo il solito ben noto personaggio degli anfratti sagrastinali. Ecco in nome del Signore le intimidazioni le dissuasioni a potenziali concorrenti d'area. Mi aspetto strali contro il mio parente Peppe Brucculeri. A destra dunque gran raduno, a sinistra sbandamento. Un bel complotto contro il paese. Ho la vaga impressione che sarò costretto ad impegnarmi per un irriducibile terzo incomodo. Intanto la mia massima solidarietà alla gentile signora Santina.

Io non capisco chi possa permettersi di importunare una gentile signora che in modo tutto sommato evanescente reputa che forse potrebbe avere un ruolo nella politica del suo paese. Temo che si tratti di becero tentativo dissuasivo da parte di chi a destra sta tentando una scalata al comune. Già pare che notte tempo queste pellegrine forze destrorse e clericali abbiano già varato la loro lista con a capo il solito ben noto personaggio degli anfratti sagrastinali. Ecco in nome del Signore le intimidazioni le dissuasioni a potenziali concorrenti d'area. Mi aspetto strali contro il mio parente Peppe Brucculeri. A destra dunque gran raduno, a sinistra sbandamento. Un bel complotto contro il paese. Ho la vaga impressione che sarò costretto ad impegnarmi per un irriducibile terzo incomodo.  Intanto la mia massima solidarietà alla gentile signora Santina.

Questa è testimonianza indubitabile che il nostro Tenente Federico DI VITA (che di mamma faceva TAVERNA) è un genuino eroe di guerra e non milite millantato eroe.

Questa è testimonianza indubitabile che il nostro Tenente Federico DI VITA (che di mamma faceva TAVERNA) è un genuino eroe di guerra e non milite millantato eroe. Certo ai locupletanti pensioni per milizia antipartigiana si dedicano addirittura da parte di sedicenti amministratori comunisti strade importanti; al Di Vita residua un cortiletto senza importanza. Ma se non vi annettono importanza neppure  i neo-fascisti d'oggidì che sono tutti presi ad onorare i falsi miti togati dell'antimafia!!! E' più redditizio (o almeno sperano) politicamente.

Solo oggetto d oleografiche cartoline illustrate.

Una storia antica quasi di un secolo, un orrido cippo di ipocrita memoria. Anni Trenta dell'epopea fascista racalmutese. Egemone allora un Podestà vero e reale, il Macaluso- Giungono dall'America fondi cospicui: onorare quelle centinaia di racalmutesi trucidati nella Grande Guerra. Si ergeva altissima una ciminiera vicino al Campo Sportivo Vecchio. Trasformarla in pietoso ricordo dei nostri caduti, citandoli uno per uno, dispersi compresi. Non se ne fece nulla. Con altri soldi, nel dopoguerra si eresse questo anodino cimelio. Non un nome, tutti ignoti. Come dire "ai militi ignoti". Ma i nostri trucidati in guerra li conosciamo, ne abbiamo tutti i  dati anagrafici. Quasi un mezzo migliaio di nostri bravi figliuoli immolati alla Patria. Non vi troverete figli di galantuomini, quelli alla leva venivano dichiarati tutti "rifornati" da medici militari di famiglia. Hanno di recente cercato di appiccicarvi lettere di bronzo per elenchi nominativi. Cuffaro, presidente allora, finse di mettere le mani nel portafoglio. Ma fu per burla. Eccolo là ancora disadorno brutto quasi osceno, irrimediabilmente "spersonalizzato". Solo oggetto d oleografiche cartoline illustrate.

giovedì 13 marzo 2014

Tutta qui la rivoluzione operaia degli illuminati signorotti delle miniere del Pantano

ora ca ti lavuriasti quannu ti lu minti lu cacciuttiedru, mi rimproverò mia nonna per il fatto che essendomi laureato ormai mi dovevo mettere in cappello e non potevo più usare il caratteristico tascu che porto ancora. Ma niente più stivaletti con i ferri alle estremità, tacco e punta, per non consumarli. Da tempo dismesso il mantello a ruota, ora andavo in partò e se in lutto niente più, tutta nera, la camicia ma una bella fascia scura nella manica del cappotto  o della giacca non me la levava nessuno. Sulle porte del parentato stretto a lutto la farfalla nera vi si inchiodava. Certo era passato un secolo da quando l'antenato di Tanu Savatteri, notaio massone, predicava al Mutuo Soccorso come con l'avvento dei Savoia dovevano vestire gli zolfatai. Appena torno a Roma pubblico quelle pagine sulla novella moda operaia racalmutese. Era come dismettere una divisa da schiavi borbonici e indossarne un 'altra da schiavi crispini. Tutta qui la rivoluzione operaia degli illuminati signorotti delle miniere del Pantano

Questo è un trapasso epocale. Finito lo Stato assistenziale, inizia quello razionale post-industriale.

Questo è un trapasso epocale. Finito lo Stato assistenziale, inizia quello razionale post-industriale. Esaurito il transito dalla lira all'euro, ora occorre governare privi di una banca centrale se non   pieghevole certo amica. Tutte le prerogative di uno stato SOVRANO si sono dissolte, oggi Lo Stato e plaga autonoma ma non sovrana della Comunità Europea. Giudicare uomini, istituzioni, leggi, amministrazioni, enti territoriali, e la stessa Costituzione con i parametri del passato è come correre con la testa rivolta all'indietro. Come è inevitabile andare a sbattere il muso! Dolore che chi vi incappa sogghigni da parte di chi sta a guardare. 

mercoledì 12 marzo 2014

Mi dispiace, chi va dietro al topolino di campagna che riesce ad infilarsi nelle Elementari credo che sia giunto il tempo che ritorni al suo modesto travaglio usato.

Caro Pippo, si sa la cultura apre orizzonti che gli incolti non riescono neppure a percepire. Vedi a Racalmuto occorre far succedere a questo triennio di rasatura ispettiva senza costruttività alcuna una vera palingenesi. Finita in Italia l'epoca dello Stato assistenziale, anche Racalmuto deve adeguarsi. Bisogna fare piazza pulita di tutto il passato del governo comunale. Tutto un mondo brulicante sul posticino, sulla sovvenzione, sul piccolo favore, sulla grande evasione. Bucalossi, Irap, Tarsu, Irpef,  occupazione del suolo pubblico, finanziamenti calcistici, pseudo culturali, falso-turistici. Basta poi col dire sempre: i ladri sono gli altri, i malversatori sono gli altri, gli arraffaposti sono gli altri. Nessuno innocente, tutti innocenti? Manco questo mi piace. Ma, bisogna cambiar pagina. Bisogna portare questo paese alla NORMALITA'. Oggi non stiamo nella normalità. E i colpevoli gira e rigira siamo tutti. Allora? I colpevoli del passato non hanno più diritto alla parola, men che meno possono arrogarsi il ruolo di salvatori. Prima si redimano. Non voglio podestà calati da Roma, né primari catapultati da Crocetta e C. e benedetti da chi magari irritualmente si fa ancora chiamare arciprete, titolo e ufficio abrogati da un paio di decenni. Già questo piccolo imbroglio mi mette in sospetto. Qui spernit pauca etc dice lo spirito Santo e tu che hai fatto studi classici come me mi capisci al volo. Dobbiamo lottare per un sindaco Adamantino ATTO A GESTIRE UNA SQUADRA DI PROFESSIONISTI  acculturatisi fuori dall'inquinata palestra della piccola dispensa di un certo Matrona (mi riferisco alla sola titolazione della nota sala). Racalmuto può correre verso un flettersi a modesto borgo  dormitorio (nell'Alto Lazio che bazzico ce ne sono già tanti); basta dare ascolto ai terroristi della carambola, o proiettarsi verso la ferace e fervida cittadina del passato Ottocento, capace si sfruttare in modo geniale le sue risorse minerarie (io penso all'alabastro), idriche (penso allo Zaccanello e dintorni) alle distese atte ad intensi sfruttamenti agricoli (che io vedo nella  Forestale) a industrie di sfruttamento del melograno (in collegamento con Israele), e potrei continuare. No! Mi dispiace, chi va dietro al topolino di campagna che riesce ad infilarsi nelle Elementari  credo che sia giunto il tempo che ritorni al suo modesto travaglio usato.

martedì 11 marzo 2014

Ma in politica non è con i rimpianti e con i debiti di gratitudini che si va avanti. AVANTI PD!!!

  Carissima Santina, una cosa voglio dirtela subito. L'unico partito ORGANIZZATO a Racalmuto è il PD. Io vi dovrei stare di diritto per militanza di lungo corso e ne sono fuori. E perché, appunto perché il PD è un partito organizzato ed io sono un ribelle rompipalle e quindi non sono inquadrabile in una struttura latamente democratica ma fondamentalmente piramidale, apicale. Ma io non me la prendo, comprendo. Do uno sguardo nei dintorni. A destra il caos, l'assenza di una cifra politica appena percepibile. Certi uomini di spessore francamente diafano sembrano i portavoce di big stranieri molto importanti, chi viene accreditato come il fiduciario di 'Ngilino, chi di Musumeci, chi di Cimino chi non so di chi dell'estrema destra. Mi manca il fiduciario di Berlusconi; se c'è batta un colpo. Un ectoplasma destrorso cui dà talora occulto ascolto chi continua a dichiararsi con il desueto titolo di arciprete.  I più loquaci ci predicano che loro lo fanno per il bene comune, per l'interesse del paese ma appare chiaro le mille miglia che si arrabattano per trovare finalmente una dignitosa sistemazione come microprofessionista della politica. Chi facendo piccoli servigi a vecchiette e pensionati è potuto sempre entrare nei retrobottega della mini dispensa comunale. Chi lottando per la libertà e l'onestà ha fatto entrare in comune mogli parenti e similari e li ha anche fatto divenire dirigenti rimasti sempre analfabeti in diritto amministrativo e persino in informatica. Una simile orgia di mediocrità ha prosperato a Racalmuto come vessillifera di chissà quale grande destra. All'opposto una sinistra estrema pitocca, indecente con nugoli di parenti appostati in comune- Ora pare che voglia aggregarsi al movimento sociale cattolico il più retrivo e reazionario che esista addirittura  a livello nazionale. Sono stato molto alle ACLI per non disprezzare questo ramo becero del glorioso movimento cristiano di Livio Labor. E le donne? Già le donne in politica di Racalmuto! Permettimi, siete patetiche: tanto velleitarismo, tanta semplicioneria, moltissima arroganza: coraggio civico: ZERO.  Armiamoci e partite insomma. Quante ne ho contattate? visionarie mariane, balde fanciulle in fiore, notiste dell'etica moderna, contemplative,  fanatiche della difesa femminile contro gli inesistenti maschi della violenza, poetesse, pittrici. Di filosofe, no, non ne ho ancora incontrate. A parole tutte amazzoni della nuova guerra per l'avvento di un mondo migliore, a fatti IL NULLA. Certo, io sono uno di quei vecchioni dell'Iliade seduto sul frondoso albero ebbro di parole, amante del parlar fiorito. Quindi il mio giudizio è sicuramente vaporoso. Se mi si dimostra che sbaglio, ne esulto, giuro che mi immergerò nel tripudio. In siffatto desolante quadro non posso che apprezzare il PD. E' l'unico movimento politico genuinamente racalmutese che sta tentando  intese, accordi, convergenze con le aree contigue. C'è  da stilare un programma, c'è da scegliere i rappresentanti veri e democraticamente scelti dal basso (e non a Palermo o Roma come in parte è già avvenuto nelle case altrui). C'è quindi da scegliere la figura egemone ma condivisa da mandare al massimo scranno Matrona. Tu cara Santina non vedrai nulla di tutto questo. Manco io sto vedendo nulla. Ma questo non significa che non ci sia NULLA. Alle volte qualche eco mi giunge. Non condivido nulla di quello che lì sta avvenendo. Ma mi guardo bene dal credere o peggio dal dire che non c'è nulla. Io sono vetero comunista e sono legatissimo al CENTRALISMO DEMOCRATICO. Ma non mi sentono neppure. Secondo loro è bastato che cadesse un ignobile muro di Berlino perché si dovessero seppellire idee e ideologie lotte sociali e convinzioni per le quali tanti ci hanno rimesso persino la vita e qualcuno di noi ha pagato scotti e rimesso denari e prebende. Ma in politica non è con i rimpianti e con i debiti di gratitudine che si va avanti. AVANTI PD!!!

Ma il segretario provinciale una volta tanto torni all'antico, faccia discutere all'infinito ma poi riesumando il centralismo democratico decida. Farebbe un grande favore a questo subissato paese di Racalmuto che non si risolleva con le chiacchiere della carambola

E allora? LO DICO AL MIO PARTITO, al PD. Non stia ai giochi, non faccia riunioni da Beati Paoli alla Casa del Popolo. Si ricordi del centralismo democratico.  Risorga la  segreteria provinciale o come cavolo si chiama. Il partito deve presentarsi con il suo simbolo. Occorre cultura politica. Racalmuto deve sapere che se vota in un certo modo vota PD, cultura PD, uomini PD, visioni politiche PD. Votare PD deve poter significare SCELTA DI CAMPO. Il PD non può regredire al SINDACO/PODESTA' come voleva sul Foglio di Ferrara il fascistissimo Buttafuoco. E visto che il pesce di mare non si può utilizzare perché il fratello medico dipende da primario preteso sindaco di destra di Racalmuto non pensi il PD di dirottare per il ben noto pesce di scoglio sempre come Sindaco/Podestà. A Racalmuto occorre una SQUADRA. Il sindaco deve avere prestigio ma anche umiltà per guidare coordinare sollecitare codesta squadra. Vedo due uomini all'altezza, uno di Sinistra uno quasi di Destra, l'avvocato Emilio Messana, il presidente del circolo unione Cicciu Marchese: entrambi adamantini, entrambi con lunga esperienza e cultura politica, entrambi non coinvolgibili nella mala gestio racalmutese. Entrambi ben saprebbero armonizzare una squadra di assessori dalla consolidata professionalità e onestà. Penso al giudice Onofrio Lo Re che sarebbe indispensabile nel cercare di archiviare con legalità il passato indecente di Racalmuto, al prof. Giovanni Liotta che in un rilancio e in una modernizzazione della locale agricoltura darebbe apporti di competenza e di prestigio addirittura di livello internazionale; penso all'editore Garlisi di Milano che quanto a iniziative imprenditoriali darebbe spinte di geniale realizzabilità, penserei a qualche grande ispettore di vigilanza bancaria che ben saprebbe monetizzare le vaste disponibilità di crediti certi liquidi ed esigibili per vero impulso all'economia locale e quindi al lavoro per i giovani. I partiti come la SEL o i Comunisti di Rifondazione o altri potrebbero mettere nella lista i loro uomini più significatici con l'indicazione della provenienza politica. So di remore, di comprensibili ambizioni, di equilibri correntizi. Ma il segretario provinciale una volta tanto torni all'antico, faccia discutere all'infinito ma poi riesumando il centralismo democratico decida. Farebbe un grande favore a questo subissato paese di Racalmuto che non si risolleva con le chiacchiere della carambola

Le lamentele di un rimpatriato racalmutese

Lillo Taverna Si sono inventati persino la carambola pur di tornare a sedersi tra le clarisse del Comune. Sembran militari con strategia e tattica. Ma sono sempre loro. Sono il passato di Racalmuto. Quel passato che occorre definitivamente seppellire. Non giudicare, non condannare ma neppure resuscitare, men che meno osannare. Parce sepulto. Ripeto: tre tempi per Racalmuto: passato, presente, futuro. Passato da scordare. Presente da giudicare. Futuro da costruire. A quelli del passato dico: sappiamo delle vostre colpe ma siccome ne siamo tutti in qualche modo correi, seppelliamolo e non se ne parli più. Certo non possiamo fermare il corso della giustizia. Se quei faldoni che tre anni di vere indagini di competenti pubblici ufficiali porteranno a condanne dei togati del codice penale o a sanzioni di quelli amministrativi, nulla potremmo farci. Fingeremmo di addolorarci e continueremo a giudicarvi innocenti. Ma non cercate sotto mentite spoglie di rientrare dalle varie porte fanze nel sacrario del comando comunale.
  • Lillo Taverna IL PRESENTE. Brutto colpevole arrogante. Credono che con denunce facili possono tacitare persino il rito del VERRO VOLPINO: Le due denunce partite contro Guagliano sanno di protervia poliziesca. Non sentire, non capire, non annuire: solo minacciare la voce discorde. Attaccarsi all'errore stilistico, all'ingenuità espressiva, all'incauto protestare per schiacciare, tacitare. Ma per tutti come per loro verrà il tempo in cui i nodi si spiaccicheranno contro i i pur radi e tardi denti del gran pettine della verità. Caro Sciascia, nell'area pubblica i pettini hanno i denti per il giusto processo, anche se non celere ne è la condanna. A che mi riferisco: ma ad un mare di cose, a bilanci distorti, a omessi rapporti (questi veri e doverosi), ad assunzioni e incarichi evitabili, a incurie e ritardi. Non vi sono? A dir poco dovranno dimostrarlo.
  • Lillo Taverna IL FUTURO. Quello ce lo dobbiamo costruire tutto noi racalmutesi. Né primari né podestà da carta stampata ci possono far nulla. Chi cerca l'etica nell'economia politica, dimentico del gran rifiuto che il popolo di Racalmuto già ne formulò, non può barare. Chi grida di operare per il bene comune mentre tenta la sua salvezza economica non è credibile. Chi zia o nipote o coniuge o cognata di questo o di quello che vedemmo andarsi ad acculturare in Columbia o rimpinguarsi di gamberoni rossi (mi dice Guglielmo costati undici milioni di vecchie lire) non è credibile; certi effetti alone la sommergerebbero. Chi con questa no profit di qua con quel macello di là, con la autombulanza profittevole o la sagrestia accogliente ha già avuto, per cosrtesia ci lasci lavorare in pace. Hanno distrutto il passato ora vogliono pregiudicare anche il futuro? Racalmuto non ha bisogno di assurgere a modello d'efficienza: basta che torni NORMALE che riprendano le iniziative imprenditoriali, che si produca ricchezza e che si distribuisca con equità. che si dia lavoro secondo l'imperativo evangelico della giusta mercede. Le beneficenze oltre che umilianti sono anche perverse se si concentrano a favore di chi bisogno vero non ha essendo moglie del ricco medico di base o suo parente o magari coniuge le privilegiato ingegnere o del temuto sindacalista. Sappiamo, sappiamo, sappiamo. Il minimo che era doveroso era tener conto del reddito familiare, nel gestire i cosiddetti ammortizzatori sociali. Ma cosa fatta capo ha. Il passato va seppellito abbiamo detto. E il futuro deve mettere in moto ogni strumento anche finanziario per lo sfruttamento delle nostre risorse naturali (dall'alabastro alle distese acquifere su cui hanno fatto passare snodi viari cementificati); per il lancio della nostra agricoltura recuperando magari le ampie distese requisite da una forestale infestata da eucalipti assorbeacqua là dove occorrerebbe invece irrigare; l'autoctono smaltimento dei rifiuti, per l'equilibrato riparto degli oneri tributari, non perdonando imposte del tipo IRAP a colossi anche se parastatali
  • Così per incrementare l'scolto

    lunedì 10 marzo 2014

    Qualcuno troverà contraddittorio questo osanna alle donne artista e le riserve fatte altrove. E no! Tolta Artemisia, il mondo delle donne ancora ci deve regalare la grande creatrice di arte pittorica. Saffo tra i poeti e Artemisia tra i sommi pittori. L'una dicono sessualmente deviata, l'altra laidamente violentata. Occorre anormalità per essere sublimi nell'mondo dell'arte? Sono portato a dire di sì- E di solito manco i maschi grandissimi nella creazione artistica sono normali. Viva la differenza?

    Qualcuno troverà contraddittorio questo osanna alle donne artista e le riserve fatte altrove. E no! Tolta Artemisia, il mondo delle donne ancora ci deve regalare la grande creatrice di arte pittorica. Saffo tra  i poeti e Artemisia tra i sommi pittori. L'una dicono sessualmente deviata, l'altra laidamente violentata. Occorre anormalità per essere sublimi nell'mondo dell'arte? Sono portato a dire di sì- E di solito manco i maschi grandissimi nella creazione artistica sono normali. Viva la differenza?

    Il critico sceglie: a priori non gli piace tutto. Se incontra ripetitività lo dice. spietatamente. E qui pecca di invidia. Siccome lui non è all'altezza nel fare svetta nel dire- Ma se un critico invita l'artista del cuore a cambiare registro, non lo fa per cattiveria ma per amore. Io dico che un siffatto critico va seguito.

    critico: o elogia o stronca in modo del tutto uterino. Ditemi il nome di una grande critica. Nun sfurniciativi, non ci sono. Donne e preti non son mai né poeti né artisti (di livello eccelso, s'intende: di imbratta tele ne trovate quante ne volete; di poetesse - tolta Saffo che dicono non essere una gentil donna - non ne trovate). Dico al livello di Dante Goethe Omero Virgilio e manco Orazio - che poi non so se fu davvero grandissimo. Il critico sceglie: a priori non gli piace tutto. Se incontra ripetitività lo dice. spietatamente. E qui pecca di invidia. Siccome lui non è all'altezza nel fare svetta nel dire- Ma se un critico invita l'artista del cuore a cambiare registro, non lo fa per cattiveria ma per amore. Io dico che un siffatto critico va seguito.

    Questo pomeriggio, dopo una mia lunga concione sulle Favole della Dittatura di Leonardo Sciascia, sulla vicenda della recensione (sbagliata) di Pasolini sul giornale democristiano di Gronchi, sulla stonatura della famiglia del defunto Sciascia che contravvenendo alle ultime volontà del Grande le fa pubblicare da Adelphi (ma le deve ritirare per opposizione della Fondazione Pasolini), tra il meravigliato e l'ironico Cicciu Marchisi dice a Melino, "ma chiddru un RUTILIU jè", Riddiliu dicu: no Rutiliu, e me lo spiega. Non ricordo manco se mi disse RUDDILIU. Qualcuno mi sa spiegare l'addebito meglio di Cicciu Marchisi?

    Questo pomeriggio, dopo una mia lunga concione sulle Favole della Dittatura di Leonardo Sciascia, sulla vicenda della recensione (sbagliata) di Pasolini sul giornale democristiano di Gronchi, sulla stonatura della famiglia del defunto Sciascia che contravvenendo alle ultime volontà del Grande le fa pubblicare da Adelphi  (ma le deve ritirare per opposizione della Fondazione Pasolini), tra il meravigliato e l'ironico Cicciu Marchisi dice a Melino, "ma chiddru un  RUTILIU jè", Riddiliu dicu: no Rutiliu, e me lo spiega. Non ricordo manco se mi disse RUDDILIU. Qualcuno mi sa spiegare l'addebito meglio di Cicciu Marchisi?

    Chiamo quindi il Mondo a fischiare Angelino Alfano e Crocetta che usano spegnere la libera voce di Racalmuto.

    Caro Fausto ti ringrazio. Spero di non risultare anche a te monotematico come in tanti cominciano a rimproverarmi: mi rimproverano di scrivere troppo di micropolitica paesana o di eccedere in campanilismo racalmutese. Ma l'ho scritto altre volte: Racalmuto, diversamente da come la pensa Sciascia, è uno scisto del mondo che tutto lo riflette. E il MONDO dovrebbe contestare il Viminale di Angelino Alfano che pur condannato ci mantiene indebitamente in quarantena democratica a NOI che siamo la fiaccola della democrazia e della libertà (magari adusa alla corda pazza). Ora pare che ci si metta pure Crocetta a non farci votare a Maggio perché teme successi del M5S. Chiamo quindi il Mondo a fischiare Angelino Alfano e Crocetta che usano spegnere la libera voce di Racalmuto.

    domenica 9 marzo 2014

    Mi siete repellenti. Vi maledico. Vostro padre è un maschio, vostro fratello è un maschio, vostro FIGLIO è un maschio. SALVE.

    Ed io ho perso perché non sono riuscito a farti capire che la retorica uccide, che il falso produce odio, che il manicheismo induce al fanatismo.  Che ciò che è natura non si può violentare. Che uomini e donne si integrano. Che insieme procreano, che insieme rendono umana questa dannata vita, che insieme ci si ama, ci si abbraccia, ci si inebria, ci si compenetra. Ci sarà sempre chi degenera. Ci sarà sempre la donna perversa che frantuma il cuore del suo uomo tradito e ci sarà il maschio violento che sconfitto nel sentimento si suicida subito dopo avere ucciso. Ci sarà sempre la tragedia di amore. Io non voglio giudicare; io odio voi che vi ritenete in grado di giudicare ciò che manco conoscete, ciò che per vostra fortuna manco vivete. Vi ho prospettato il tenero idillio dei miei genitori insieme per 60 anni. Non mi va che voi vorreste imbrattare con le vostre frenesie androfobe uno dei miliardi di miliardi di teneri intrecci di affectio coniugalis. Mi siete repellenti. Vi maledico. Vostro padre è un maschio, vostro fratello è un maschio, vostro FIGLIO è un maschio. SALVE.

    Nella mia famiglia non c'è mai stata necessità di una retorica e graveolente festa alla mimosa l'8 marzo. Quindi, scusatemi: non vi capisco. Mi sembrate delle picchiate in testa. Se vi fa piacere?

    Cerco l'uomo, codesto vomitevole essere violento. Dove sta? Non lo trovo. Mio padre? poverino. Ha passato tutta la sua vita pendendo dalle labbra di mia madre. Mia madre finché fu giovane e anche subito dopo sembrava docile, remissiva. Ma era sempre lei a dominare. Furono uniti, fedelissimamente per quasi 60 anni. In tarda vecchiaia mia madre credette bene di fare la ribelle. A parole s'intende. Mio padre si annichilò- Pe' su 5o anni ca ti suppuortu ... nun ti suppuortu cchiu. Ma mio padre premorì. Mia madre si mise a piangere per la perdita del suo compagno. Alle volte la sentivo dire: Pe' nun nni puozzu cchiù. Mi stancavu. Chiamami. E un  notte la chiamò. Stanno ora insieme nel bel cimitero del mio paese. A 80 anni spero di raggiungerli presto e in mezzo a loro continueremo la rissa a tre. Mia madre continuerà a fare la vittima. Ma io son sicuro, la vera, l'unica violenta è lei.  Ma che amore di violenza! Anche con mia moglie litico. Lei dice che il violento sono io. Ma mente. Mi tocca sempre subire. Ma non mi dispiace. Nella mia famiglia non c'è mai stata necessità di una retorica e graveolente festa alla mimosa l'8 marzo. Quindi, scusatemi: non vi capisco. Mi sembrate delle picchiate in testa. Se vi fa piacere?