Una storia antica quasi di un secolo, un orrido cippo di ipocrita memoria. Anni Trenta dell'epopea fascista racalmutese. Egemone allora un Podestà vero e reale, il Macaluso- Giungono dall'America fondi cospicui: onorare quelle centinaia di racalmutesi trucidati nella Grande Guerra. Si ergeva altissima una ciminiera vicino al Campo Sportivo Vecchio. Trasformarla in pietoso ricordo dei nostri caduti, citandoli uno per uno, dispersi compresi. Non se ne fece nulla. Con altri soldi, nel dopoguerra si eresse questo anodino cimelio. Non un nome, tutti ignoti. Come dire "ai militi ignoti". Ma i nostri trucidati in guerra li conosciamo, ne abbiamo tutti i dati anagrafici. Quasi un mezzo migliaio di nostri bravi figliuoli immolati alla Patria. Non vi troverete figli di galantuomini, quelli alla leva venivano dichiarati tutti "rifornati" da medici militari di famiglia. Hanno di recente cercato di appiccicarvi lettere di bronzo per elenchi nominativi. Cuffaro, presidente allora, finse di mettere le mani nel portafoglio. Ma fu per burla. Eccolo là ancora disadorno brutto quasi osceno, irrimediabilmente "spersonalizzato". Solo oggetto d oleografiche cartoline illustrate.
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