IL RIBELLISMO SI AFFLOSCIA:
RACALMUTO TORNA AI SUOI DILETTI SONNI
Credo che siamo vicini
all’afflosciamento del grande rumore per nulla che è scoppiettato intorno alla
faccenda della monnezza. Se il sottoscritto scrive che siamo nelle panie
giuridiche della natura impositiva di questa maledetta TARSU e c’è da
domandarsi se siamo in presenza di una tassa (con tutto quanto ciò comporta) o
in presenza di una tariffa (civilistica obbligazione che segue regole meno
cogenti) o come tutto sommato penso di fronte ad un ibrido che consente non
tanto alle autorità quanto ai burocrati o ai manager di anguillare a seconda di
quel che conviene, succede che alcune anime candide di puerile cultura si
credono in diritto di redarguirmi mentre i furbacchioni (penso non più di cento
soggetti su un totale di una popolazione residua di settemila e cinquecento
abitanti) avranno un sogghigno come se si trattasse di formalismo leguleio. Si
ricorre all’aliena microstoria. Al mio asino ragliante - sedicente esperto nel fabulismo di Fedro –
rimbecco: ante tre menses … Il ritorno alle cose del passato addirittura a
quelle di un secolo e mezzo fa è buona
panacea per addormentare e addormentarsi; chi sale in cattedra per insegnare
economia a Monti si avventura in analisi socio-economiche tinte di marxismo e
tutto pontifica, e molto deplora e tanto diagnostica; qualche meneghino
piuttosto bigotto che nulla conosce di questo paese per non esserci mai stato
ci pianifica – sfuggendo ad ogni sua responsabilità – vita sociale
amministrativa politica morale.
Tutto ciò non può che preludere
all’afflosciamento del ribellismo dei racalmutesi: molti dei quali si sono
sbracciati, hanno inconsuetamente urlato, hanno ascoltato chi aveva a portata
di mano salvifiche scorciatoie, se ne sono tornati a casa acquietati, hanno
visto spazzini frettolosi a togliere monnezza vicino alle scuole e sulla strada dirottata per il mercatino del
sabato, hanno pensato davvero che la faccenda si era bellamente risolta anche
per merito dei loro strilli; si sono guardati bene dall’approfondire la strana
promessa di un assessore che assicurava un cospicuo prelievo dagli esausti
fondi regionali per distribuirlo ai netturbini della plaga agrigentina,
sollevando dalle responsabilità societarie, civili e penali, dei loro accoliti
politici catapultati a suon di centinaia di migliaia di euro nei posti apicali
di strane azionare smaltitrici dei rifiuti. Pochi avranno sospettato come me
che tanta solerzia nel pulire adiacenze di scuole pubbliche per bambini
denunciava il terrore di stangate penali perché quando si tratta della salute
dell’infanzia anche il più neghittoso dei magistrati si sveglia e mena e di
brutto e lo spazzino scioperante si trova a casa licenziato e con questi chiari
di luna la cosa non è gradevole: quanto al mercato rionale, visto che si
martella sulla fine del mondo per grave crisi economica, è meglio non provocare
il can che dorme.
Ormai più contenti di quando
vince la squadra del cuore, tutti a nanna (in senso figurato, per dire il
furore politico si è acquietato). Chi si ricorderà di ciò il prossimo ottobre
del 2014 quando si andrà a votare per la scelta di uno straccio di sindaco e
del contorno degli scranni della sala ove ancora campeggia l’ovale di un
Matrona? Pochi: ognuno voterà come sempre ha votato; a seconda del parente del
clan familiare di appartenenza. E chi verrà eletto? Non uno dei due podestà
preconizzati da Buttafuoco, il cui cognome alla Pinocchio è rassicurante per i
nostri già scalpitanti candidati di contrapposta estrazione politica. Il fascismo
a Racalmuto, caro Buttafuoco, è morto e sepolto. Ultimamente i nostri camerati
non erano in grado di approntare uno straccio di lista, figurati se nel
prossimo ventotto ottobre 2014 potranno conseguire una plebiscitaria elezione
di un podestà di fascistica memoria. Passiamo ai bloggisti: si illudevano
prima, figurarsi ora che gli hanno chiuso persino il macello. Noi di sinistra
abbiamo fatto di tutto per squalificarci e le nostre clientele sindacl-mediche-leguleie
si sono polverizzate per inadempienze varie e per certi eccessi di nepotismo,
non potendosi neppure escludere capziosità locupletanti. Ora che a Racalmuto si
affacciano ben cinque stelle pochi tanti molti voti li raggranelleranno, ma
sempre insufficienti per far storia. Avremo qualche altro derelitto da
sistemare.
Ed allora?
Ne parlavo con uno dei tanti miei
fratelli. Arrivati alla conclusione che il mio favorito difficilmente supererà
lo scoglio della via giudiziaria, e dato che lui – per me l’unico idoneo a
risolvere i grandi-piccoli problemi di questa mia scintillante Racalmuto:
meraviglioso spazio vitale per settemila e cinquecento persone (quelle di la Cunfina non li conto più) che
si contentano di stare qui – dato che lui, dicevamo, mai e poi mai si azzarderà
a portarsi a sindaco non avendo assolutamente doti piazzaiole, ho finito con
l’augurarmi che l’on. Milioto scenda in campo anche per difendere la sua
progenie, dall’interno. Ha talento charme favella ed ora esperienza entrature
autorevolezza e fino a prova contrario penalmente ed amministrativamente illibato.
Capisco che avrà i c… gonfi per quel che ingratamente gli ha riservato il
popolo di Racalmuto, ma so che il politico al primo richiamo della foresta non
resiste e scatta per colpire, trovar la preda per sfamarsi e per sfamare, ben
sapendo come si fa, senza corbellerie promissorie e compromissorie che imberbi
imbecilli poetastri giornalistucoli mestieranti et similia propinano a noi
poveri elettori – si dice attivi.
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