Mi è piaciuto tanto da spingermi ad inviare al luogo a me ostile un commento. Per mia imperizia informatica, non credo che sia riuscito a farlo recapitare. Non mi scoraggio e riscrivo qui quel che dissi là.- Calogero Taverna Purtroppo, no. Carissimo Pippo, tu sei un'anima bella, soave di carattere e intemerato di spirito. Ti apprezzo e ti lodo da una vita, che in entrambi i nostri casi non è poi brevissima. Di te, una cosa debbo capire: tuo padre (che ovviamente io adoro per affinità di laica cultura) non credo che fosse un baciapile, anche se ai figli diede (ed impose) educazione di rigida religiosità. E per me le colpe dei padri non debbono cadere sui figli, ma i grandi valori dei padri è ineludibile che si irradiino sui figli. Quindi a te ti avrei ben visto mio sodale in irreligiosità. Ma ciò conta poco. Quanto ai vini, ai vitigni, e alle coltivazioni delle terre, le leggi ci stanno ma noi racalmutesi le abbiamo sempre avute in dispregio. Ha voglia la comunità europea a dirci quali vitigni prescegliere, noi imperterriti facciamo quello che ci pare e, pronubi certi fuzionari agrimensori, ne becchiamo anche le provvidenze (sono stato all'AIMA di via Palestro per non saperlo). Ci pagano dopo per estirpare codeti vitigni poco economici: facciamo gli ubbidienti e dopo un anno o due torniamo ai vecchi impianti e siamo capaci di farci di nuovo finanziare, dicendo magari che stavolta seguiamo gli alati indirizzi comunitari. Che poi tutto vada in malora è più che scontato. Mi diverte il fatto che i discepoli di Totò Marchese sono riusciti a far dichiarare incoltivabili plaghe di montagna anche le ubertose zone dello Zaccanello, della Menta, di Garamoli che peraltro pur essendo archeologicamente sature restano fuori di ogni vincolo inibente, vincoli che si riesce inceve a far fioccare su terre neutre come ad esempio quelle sopra la Grotta di Fra Diego. Io ti capisco affettuoso Pippo ma caprai perché non posso essere d'accordo con te, e mi dispiace molto. Calogero Taverna
venerdì 4 gennaio 2013
Leggo su Regalpetra libera un bell'intervento del saggio Pippo Picone.
Mi è piaciuto tanto da spingermi ad inviare al luogo a me ostile un commento. Per mia imperizia informatica, non credo che sia riuscito a farlo recapitare. Non mi scoraggio e riscrivo qui quel che dissi là.- Calogero Taverna Purtroppo, no. Carissimo Pippo, tu sei un'anima bella, soave di carattere e intemerato di spirito. Ti apprezzo e ti lodo da una vita, che in entrambi i nostri casi non è poi brevissima. Di te, una cosa debbo capire: tuo padre (che ovviamente io adoro per affinità di laica cultura) non credo che fosse un baciapile, anche se ai figli diede (ed impose) educazione di rigida religiosità. E per me le colpe dei padri non debbono cadere sui figli, ma i grandi valori dei padri è ineludibile che si irradiino sui figli. Quindi a te ti avrei ben visto mio sodale in irreligiosità. Ma ciò conta poco. Quanto ai vini, ai vitigni, e alle coltivazioni delle terre, le leggi ci stanno ma noi racalmutesi le abbiamo sempre avute in dispregio. Ha voglia la comunità europea a dirci quali vitigni prescegliere, noi imperterriti facciamo quello che ci pare e, pronubi certi fuzionari agrimensori, ne becchiamo anche le provvidenze (sono stato all'AIMA di via Palestro per non saperlo). Ci pagano dopo per estirpare codeti vitigni poco economici: facciamo gli ubbidienti e dopo un anno o due torniamo ai vecchi impianti e siamo capaci di farci di nuovo finanziare, dicendo magari che stavolta seguiamo gli alati indirizzi comunitari. Che poi tutto vada in malora è più che scontato. Mi diverte il fatto che i discepoli di Totò Marchese sono riusciti a far dichiarare incoltivabili plaghe di montagna anche le ubertose zone dello Zaccanello, della Menta, di Garamoli che peraltro pur essendo archeologicamente sature restano fuori di ogni vincolo inibente, vincoli che si riesce inceve a far fioccare su terre neutre come ad esempio quelle sopra la Grotta di Fra Diego. Io ti capisco affettuoso Pippo ma caprai perché non posso essere d'accordo con te, e mi dispiace molto. Calogero Taverna
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