Onore al Racalmutese Ettore Messana
l'11 ottobre dlel 2013 l'ANPI di Palermo - unitamente ad altri - apoditticamente disinformatamente calunniosamente dirama questa locandina ove in cinque righe sciorina tutto un delirante quadro accusatorio contro il grande racalmutese ETTORE MESSANA.
Ettore Messaba nato a Racalmuto nel 1884 nell'attuale via Messana n. 4, fu prima della guerra dl 1915-18 un laureando giovane socialista e tale rimase sino agli ai primi anni Trenta tanto da dare asilo e protezione al socialista suo conterraneo Picone Chiodo cui una amministrazione rossa ha dedicato una via. Baggianata dunque definire il Messana "un fascista della prima ora" in quel di Riesi del 1919.
A Riesi, da semplice vice commissario distaccato da Mussomeli, non ordinò "nessun fuoco". Non ne aveva il potere. Il povero tenentino dell'esercito fu dopo massacrato dalla mafia locale. In effetti il fuoco nacque nella concitazione di manifestanti che aggredirono una squinternata pattuglia di soldati. La cosa sfuggì di mano al tenente e nulla poteva fare il 'civile' vicecommissario. Non indossò nessuna fascia tricolore né diede né poteva dare alcun ordine alla Bava Beccaris il giovane Messana. Non fu neppure toccato da inchieste nittiane che se potevano lo disintegravano moralmente e nella carriera in polizia. La documentazione ora messa a disposizione dal prof. Coco non lascia adito a dubbi, se - diversamente da Malgrado Tutto - si è in buona fede.
Messana non fu mai in combutta con la mafia. Per far carriera dovette emigrare al Nord e come ci informa Gero Difrancesco non poté tornare come questore a Palermo perché osteggiato dal clan mafioso che pur sotto il fascismo dominava dal gerarca senatore di Sutera. Ne abbiamo scritto a lungo per dilungarci qui.
Quanto alla faccenda dell'essere il Messana Criminale di Guerra all'epoca in cui fu questore a Lubiana, è reinvenzione calunniosa del duo Cernigoi-Casarrubea. Portatovi dal Grazioli quale questore con intenti pacifisti e umanitari, il Messana entrò subito in contrasto con le feroci gerarchie fasciste e militari e fu giubilato nel giro di un anno. La volgare postuma richiesta di incriminazione da parte dei Titini - che ve li raccomando - fu una velleitaria malvagità ove si tentò di intruppare indiscriminatamente tutta la burocrazia civile di quei tre anni di gestione italiana in quella provincia slava. Per i militari vi fu un altro, a dire il vero, più puntiglioso elenco. Del Messana non si conosceva neppure il nome. Nessuno di quel mezzo migliaio di pretesi criminali di guerra ebbe poi alcuna condanna. L'archiviazione del caso Messana fu pronta e repentina tante erano le carte a sua discolpa a disposizione del Ministero degli Interni come pubblicato in un meticoloso libro di emanazione addirittura ministeriale. Trasformare una aggrovigliata elencazione di persone in un una condanna definitiva è stata una di quelle infamie giornalistiche dell'Italia del Dopoguerra che rende idrofobi ricercatori anche di idee tutt'altro che fasciste.
Circa la partecipazione del Messana alle ignominie banditesche del tempo di Giuliano, è cosa talmente risibile da suonare a discredito dell'intelligenza di chi tenta ancora siffatte mistificazioni calunniose. Messana invece avversò i favoreggiamenti americani nei confronti del banditismo siciliano e ci rimise il posto di Ispettore Generale di PS a capo della lotta alla mafia di quel tempo- Comunque poté continuare nella sua brillante carriera a fianco del presidente De Gasperi.
Calogero Taverna
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GIOVANNI ORCEL: DAI FASCI SICILIANI ALL’ANTIFASCISMO ALLA RESISTENZA
11 ottobre 2013L ’ANPI, Il centro Impastato, La CGIL, Centro Pio La Torre con la partecipazione del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando lunedì 14 ottobre 2013 alle ore 11,30, ricordano Giovanni Orcel nel 93° anniversario del suo assassinio avvenuto il 14 ottobre 1920 in Corso Vittorio Emanuele all’altezza della Biblioteca regionale dove deporremo una corona sotto la lapide che lo ricorda.
Giovanni Orcel è una delle figure più significative del movimento operaio palermitano, studente viene arrestato durante una manifestazione di solidarietà al gruppo dirigente dei FASCI SICILIANI, segretario generale della FIOM dal marzo del 1919 operava per unire lotte urbane e lotte delle campagne sulla scia di Nicola Barbato e anche del fratello Ernesto Orcel fondatore del Fascio dei Lavoratori di Cefalù, ed in stretto collegamento con Nicolò Alongi, il dirigente contadino assassinato dalla mafia nel febbraio del 1920.
Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono assassinati 22 contadini e un tenente di fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni fine 1944-45 implicato nella strage di Portella della Ginestra e in altri efferati omicidi.
Entrambi i delitti, inequivocabilmente di matrice fascista e mafiosa, sono rimasti impuniti.
Su Giovanni Orcel leggi Giuseppe Carlo Marino, 1976 nel libro “Partiti e lotta di classe in Sicilia da Orlando a Mussolini” (Bari, De Donato, 1976); poi nel saggio di Giuseppe Carlo Marino “Vita e martirio di Nicola Alongi, contadino socialista” e in numerosi altri scritti.
Il libro di Giovanni Abbagnato, Giovanni Orcel. Vita e morte per mafia di un sindacalista siciliano. 1887-1920, ricostruisce l’attività di Orcel e le lotte di quegli anni.
Orcel, Alongi e la lunga scia di sangue di sindacalisti e cittadini uccisi, lottarono per la difesa della dignità umana e la dignità del lavoro. a.f.
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