mercoledì 15 febbraio 2023
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Strabone ci descrive Enna alquanto isolata, aperta verso Catania ma non verso Agrigento.
Nella rivolta servile di Euno,, l'estensione all'agrigentino avviene autonomamente, contigua quanto vi pare ma a se stante. Un pastore, espressione quindi di una realtà pastorizia anziché contadina riesce a sobillare tanta gente, dedita alla pastorizia come lui, CLEONE. Non è che ne sappiamo molto. Qualche dato riesco a cogliere consultando enciclopedie, ed è tutto qu:
" L'insurrezione si estese e il mandriano Cleone, dopo aver sollevato i siciliani ridotti in schiavitù nella zona di Agrigento, riconobbe Euno come re. L'esercito ribelle espugnò Morgantina (presso Aidone) e Taormina e continuò ad aumentare, arrivando, sembra, a contare 200.000 uomini. La guerra di liberazione degli schiavi fu totale: sconfissero più volte le legioni romane, fino al 133/132 a.C. e buttarono a mare i rinforzi inviati da Roma; quando la guerra in Lusitania fu sospesa il console Publio Rupilio fu inviato in Sicilia e gli ex schiavi siciliani accorsero a Messina per difendere la porta .
della Sicilia."
Tanto mi pare che avvalori il racconto di Strabone che così descrive il circondario dell'ennese:
"Enna è abitata da un esiguo numero di abitanti e si trova su un poggio interamente circondato da vasti altopiani che si prestano alla coltivazione. La città ebbe particolarmente a soffrire per le rivolte di schiavi capeggiati da Eunoo."
Quindi ristretti enclave fertili e poi distese aride per pastorizie sparse, abitate da pastori e caprai non certo ospitali, non certo socievoli.
Pensare a reti viarie confortevoli come ormai i romani erano adusi è equivale a svolazzo romantico magari intriso di campanilismo dilettantistico.
Calogero Taverna
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