Un ringraziamento sincero e sentito alla professoressa Brigida Bellomo
che con acuta sensibilità mi ha fatto recapitare queste due foto di
fondamentale importanza per la storia di Racalmuto, quella laica a cui tengo preferenzialmente
e quella religiosa che poi tanta religiosa
non è visto che è più significativa del vivere civile a Racalmuto di
quella che noi non credenti mettiamo in prima linea.
La foto la possedeva di già; me l’aveva
fornita il grande Giugiu di Falco, unitamente ad un gruppo di fotografie sul medesimo
evento che mi aveva ispirato note anche sarcastiche per quello che ricordavo
per quei tempi ormai da tempo tramontati.
Ma ora, annotazioni anche di
ingenuo scorrere, danno plasticità, periodizzazione, senso e collegamenti d’imprescindibile
rievocazione documentata. A Racalmuto è facile congetturare secondo le proprie
esigenze o preferenze e soprattutto intenzionali incensamenti.
Mai e poi mai avrei creduto che
quella triade di rappresentazioni teatrali (Ho occiso Mio figlio! La Pastorale
e Il Figliol Prodigo ) fosse maturata in quella che oggi sembra una mitica
associazione cattolica a nome VIRTUS.
Il retro di quella foto invece lo
attesta senza ombra di dubbio. E la foto che è la riproduzione di una scena
corale di quel polpettone clerico-moderato che era quelle commediola tutta al
maschile di un certo Pazzaglia (salvo errore) dal titolo angosciante “HO UCCISO
MIO FIGLIO” comprova tante cose finite oggi nel dimenticatoio. Importantissima
la data, 24 -4-1950. Le presenze in quella che era una bella filodrammatica capto-fascista
la dicono lunga. Avrò tempo per diffonder mici.
La data una cosa importante la sigilla: padre
Puma non c’era: era ancora in Seminario anche se nel seminario maggiore per
solo due altri mesi ancora, a studiare testi teologici scritti inlatino e da
ripetere in latino. Questa la regola quanto rispettata non lo so. So solo che
manco i docenti ne erano molto avvezzi e neppure i massimi cervelli che il
Vescovo Peruzzo si piccava di avere nel teologico istituto. E padre Puma- forza
erculea di contadina estrazione, rifiuto del canto per stonature imperdonabili
nonostante avesse un fratello tenore che pure venne a cantare nella bella
cappella del Seminario, ma buona mano nel mettere assieme colori e discreti
tentativi di fare volti somiglianti, non mi consta avesse predisposizioni ad
esporre casi morali o dissertazioni dogmatiche nell’ardua lingua ciceroniana.
Nell’aprile ancora due mesi di apprendimenti
teologali e quindi nella superba Cattedrale al Veni Creator Spiritus prono
lungo lungo per terra , divenne Sacerdos in Aeternum secundum ordinem Melchisedech.
E dopo fu fedele alla sua vocazione il che gli fa tanto onore. Per il resto non
si è ancora capito se i preti non ordinari debbano davvero rispettare i conclamati
triplici voti.
La commedia in quell’aprile, al
suono della Traviata di Verdi, fu dunque parto di una VIRTUS che né l’aristocratico
arciprete Casuccio e neppure il buon Alfonso ancora non prete potevano inventarla
e sostenerla. Chi allora? Non lo so. Forse questa provocazione spingerà qualche
anima pia a fare luce. Ma senza volere imbrogliare. Mi raccomando!
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