Sutera, una stella cometa si è poggiata sul Monte San Paolino
di Giuseppe Piscopo | 4 gennaio 2016
Alle pendici della rocca di gesso che sovrasta il suggestivo paesino nisseno, nello storico quartiere del Rabato, uno dei più caratteristici presepi viventi della Sicilia. Lo ha visitato per Malgrado tutto Giuseppe Piscopo.
Si scrive Sutera, si legge Betlemme. Almeno da 18 anni a questa parte. Da quando una stella cometa ha deciso di poggiarsi sul monte San Paolino. Alle pendici della rocca di gesso che sovrasta il suggestivo paesino nisseno, nello storico quartiere del Rabato, da 18 anni nasce il Bambino Gesù e, insieme a lui, nasce una intera comunità di appena mille abitanti. Grazie all’iniziativa e all’intuizione dell’associazione culturale Kamicos, le strette viuzze e le piccole case-grotte scavate sulla roccia si trasformano in uno dei più caratteristici presepi viventi della Sicilia, capace di richiamare flussi di turisti e visitatori provenienti da ogni angolo dell’Isola. Tutti in fila ed in pellegrinaggio verso la Grotta, così come fecero re Magi e pastori oltre 2000 anni fa.
Sutera di sera ti accoglie con un certo fascino. Saranno le luci del Natale, le musiche dei cantori, le nenie natalizie, la nebbia che avvolge il monte San Paolino. Sta di fatto che il visitatore è condotto in un percorso ben articolato che si snoda in oltre un chilometro e mezzo, tra un dedalo di viuzze e piccoli cortili, collegati da ripide scalinate e punti panoramici, da dove ammirare tutta la vallata del Platani.
Ad accompagnarci durante l’itinerario il sindaco Giuseppe Grizzanti, che accoglie, insieme ai suoi assessori Landro e Pardi, i visitatori con scialli neri e berretti di lana. “Il presepe è composto da oltre 40 postazioni-ci dice il sindaco di Sutera-tutte ambientate in habitat naturali, con arredi poveri, attrezzi dell’epoca. Impegniamo tutti i ragazzi della scuola e tanti cittadini di ogni fascia d’età. L’itinerario è animato da oltre 140 persone, a cui vanno ad aggiungersi due gruppi di cantori e tanti altri cittadini coinvolti nell’organizzazione. Da noi il Natale dura tutto l’anno. Da settembre si prepara il tutto, e all’indomani dell’Epifania già siamo proiettati all’organizzazione e promozione dell’edizione prossima”.
Migliaia i visitatori che ogni anno “invadono” Sutera, con camper, bus e auto private, per un tuffo nella nostra tradizione cattolica. “Le case del Rabato -ci dice il presidente dell’Associazione Paolino Scibetta- si popolano di picurari, panarari, falignami, putìari per far vivere a tutti la civiltà contadina e pastorale del primi del ‘900. Per tutti i visitatori è prevista anche la degustazione di pani cunzatu, ricotta, ova cutti, guasteddri, ciciri e un buon bicchiere di vino rosso locale”.
E mentre ti addentri in viuzze a dammusa, profumate da erbe aromatiche e piatti tipici, incontri il cantastorie Nonò Salamone che con la sua voce e la chitarra ti coinvolge nella storia musicale della Sicilia, tra cunti di Buttitta e canti di Rosa Ballistreri. Da segnalare anche la signora Norina Collura, novanta natali alle spalle, ricamatrice che ti racconta aneddoti e fatti curiosi di una Sicilia che rischia di scomparire. Ma che a Sutera, grazie all’operosità culturale dei suoi abitanti, hanno deciso di salvare. Tutto sotto lo sguardo attento e compiaciuto di Monte San Paolino, alla cui estremità svetta il santuario che custodisce le urne di San Paolino, sant’Onofrio e sant’Archileone, santi protettori di uno dei borghi più belli d’Italia.
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