IL
QUESTORE MESSANA E I FATTI DI RIESI
Il
crucifige di Ettore Mesana si consuma il 15 luglio del 1947. Il gran sacerdote
che ne vuole la fine è l’on. Li Causi: tre i capi d’accusa (politica).
Desumiamoli dallo stesso Li Causi, da un suo arrabbiatissimo discorso
all’Assemblea Costituente, pronunciato nella Seduta del 15 luglio del1947.
Per
il sanguigno grande esponente del comunismo siciliano del dopoguerra, Messana
andava giubilato:
A)
Perché c’era da domandarsi: «Scelba come può ignorare che Messana ha iniziato
la sua carriera facendo massacrare dei contadini siciliani? Il 9 ottobre del
1919, infatti, cadevano a Riesi più di sessanta contadini, di cui tredici
morti: trucidati a freddo, sulla piazza, dove si svolgeva un comizio. I vecchi
di quest'Aula ricorderanno come in quell'occasione il Ministero Nitti ordinò
un'inchiesta mandando sul posto il generale dei carabinieri Densa, mentre la
Magistratura iniziò un'inchiesta giudiziaria soprattutto per accertare le cause
della morte misteriosa di un tenente di fanteria, che si rifiutò di eseguire
l'ordine di far fuoco del Messana, che ne disapprovò apertamente la condotta, e
che il giorno dopo fu assassinato …»
B)
« Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo
può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa:
"Va bene, è un massacratore; però,
di stranieri!"…»
C)
«Si ha, [ …] , questa precisa situazione, che il banditismo politico in Sicilia
è diretto proprio dall'ispettore Messana: e l'ispettore di pubblica sicurezza,
il quale dovrebbe avere per compito quello di sconfiggere il banditismo -- il
suo compito veramente sarebbe quello di sconfiggere il banditismo comune e non
già quello politico -- l'Ispettore di pubblica sicurezza, dicevo, diventa
invece addirittura il dirigente del banditismo politico.»
Ecco
qui i tre capi di accusa:
Riesi
del 1919;
Lubiana
del 1941 (maggio)-giugno 1942;
banditismo
siciliano dal maggio 1945 al giugno del 1947.
Sono
mesi che scartabelliamo faldoni, giornali, documenti vari, pubblicazioni
vecchie.
Ebbene:
non ci possono essere dubbi. Nessuno può dimostrare che davvero in quel
terribile 9 ottobre del 1919 ci fosse addirittura un giovane agente di polizia
che prese la “mitraglia” in mano nel campanile della chiesa prospiciente piazza
Garibaldi e falcidiò sei, si disse in un primo momento, contadini rivoltosi;
poi si disse dieci, poi invece si salì a quindici (qui sopra) e, di recente,
dovendo sperperare soldi comunitari, sempre a Riesi, addirittura 20.
Ci
dispiace per Li Causi: non si può condannare alla damnatio memoriae un glorioso
ispettore generale di Stato sulla base di quello che avrebbero dovuto ricordare
a distanza di quasi trent’anni ‘vecchi padri costituenti’. Vi poté pur essere
stata una inchiesta del generale dei carabinieri Densa ma questa ammesso che si
sia mai conclusa nessun addebito poté formulare e si formulò contro il giovane
trentunenne commissario Messana, che, anzi, a fascismo consolidato e con
Calogero Vizzini confinato, spiccò salti da gigante nei gradi della polizia e
proprio perché senza macchia alcuna, lui figlio di un modesto e dissennato
redditiero racalmutese, sperperatore del proprio patrimonio, lo sfaccendato
Clemente Messana, diviene – giovanissimo - questore ed ebbe affidate questure strategiche
del Nord. Ad onore e vanto della sua patria natia, Racalmuto.
Analogo
discorso per quell’inchiesta giudiziaria: noi abbiamo reperito una relazione
del Prefetto di Caltanissetta del successivo natale. Altri sono i colpevoli, i
fatti avvennero in termini ben diversi dal facile populismo cui si abbandona,
comprensibilmente, il Li Causi. MESSANA, il grande assente. NON COLPEVOLE.
Nel
1934 dopo 15 anni – troppi o pochi a seconda delle tesi che si vogliono
formulare – un quasi pastore valdese scrive una storia di Riesi. Quei
truculenti fatti vengono rievocati. Sì, è vero: nella memoria della gente è
scolpito che una mitraglia militare sparò e uccise tanta gente. Enfasi della
memoria tanta. Si parla di un “commissario di Pubblica Sicurezza”, si dice che
insieme ad altri due un ufficiale dell’esercito ed un semplice soldato, in tre,
tutti insieme eccoli a premere il grilletto del mitra. Fantasia. Improbabile.
Ma a tutto concedere: il nome del Messana non c’è. Davvero Li Causi nella foga
ciceroniana finisce con l’inventare e quindi diffamare e direi calunniare.
Erano tempi incandescenti.
Portella
della Ginestra fu più di una sventura nazionale e - se le carte della N.A.R.A.
già consultate dal prof. Casarrubea verranno tutte alla luce - sarà da parlare
di crimine americano. Finalmente. Altro che insana criminalità di un ex giovane
commissario di polizia in vena di scimmiottamenti dell’esecrando generale
Bava-Beccaris fatto dal Re senatore del Regno.
Ma
noi abbiamo cercato notizie vere, coeve, indubitabili. Abbiamo consultato i
microfilm del giornale L’Ora di Palermo e il Giornale di Sicilia dell’epoca.
Messana non ci sta. I fatti son diversi da come amò trasfigurarli il Li Causi
per sue polemiche politiche di stampo rosso scarlatto. Da vecchio comunista,
per il quale la verità storica va piegata alla grande lotta di classe. Noi
siamo per la lotta di classe ma di quelli che reputano che la VERITA’ E’ SEMPRE
RIVOLUZIONARIA.
Ci
stiamo sforzando di rinvenire la vera verità storica dei fatti di Riesi del
1919. Abbiamo pubblicato giornali e cronache dell'epoca.
Questa qui non è una intollerabile
mistificazione?
CREDIAMO
DI AVERE DEL TUTTO SMANTELLATO LA TESI CHE VORREBBE
IL
QUESTORE MESSANA COLPEVOLE COME QUI SI DICE. RESTA SOLO LA CALUNNIA, L'INFAMIA.
SE IN BUONA FEDE CI SI CORREGGA ANCHE SE CI SI CHIAMA ANPI.
L
’ANPI domenica 14 ottobre 2012 alle ore 9, ricorda Giovanni Orcel nel 92°
anniversario del suo assassinio avvenuto il 14 ottobre 1920 in Corso Vittorio
Emanuele all’altezza della Biblioteca centrale dove con la Cgil, e il Centro
Impastato deporremo una corona sotto la lapide che lo ricorda.
Giovanni
Orcel è una delle figure più significative del movimento operaio palermitano,
segretario generale della FIOM dal marzo del 1919 operava per unire lotte
urbane e lotte delle campagne sulla scia di Nicola Barbato e anche del fratello
Ernesto Orcel fondatore del Fascio dei Lavoratori di Cefalù, ed in stretto
collegamento con Nicolò Alongi, il dirigente contadino assassinato dalla mafia
nel febbraio del 1920.
Orcel
viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono
assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto
all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma
agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un
fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi
membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a
Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore
generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!
Entrambi
i delitti, inequivocabilmente di matrice fascista e mafiosa, sono rimasti
impuniti.
Su
Giovanni Orcel
leggi
Giuseppe Carlo Marino, 1976 nel libro “Partiti e lotta di classe in
Sicilia
da Orlando a Mussolini” (Bari, De Donato, 1976); poi nel saggio di
Giuseppe
Carlo Marino “Vita e martirio di Nicola Alongi, contadino socialista” e in
numerosi altri scritti.
Il
libro di Giovanni Abbagnato, Giovanni Orcel. Vita e morte per mafia di un
sindacalista siciliano 1887-1920, ricostruisce l’attività di Orcel e le lotte
di quegli anni.
Il
logo del referendum per l’art. 18 ci ricorda che Orcel, Alongi e la lunga scia
di sangue di sindacalisti e cittadini uccisi, lottarono per la difesa della
dignità umana e la dignità del lavoro, che oggi i governi della destra
politica, in assenza di opposizione vera, stanno di fatto abolendo.
5
agosto 0.04.31
il
questore Messana con De Gasperi nei primissimi anni Cinquanta. Se Messana era
quello che vogliono diffamare De Gasperi lo teneva accanto a sé?
5
agosto 18.45.11
Mi
scrive Casarrubea:
Ha
ragione. Ma non sempre i capi sanno quelli che i subalterni fanno. La storia insegna
dall'uccisione di Cesare in poi.
Complimenti
per la bella foto, prodotta di una mano molto esperta. Le foto di Messana in
giro si contano sulle dita di una mano e lei ne ha beccato una. E' possibile
sapere di quale archivio fa parte?
Rispondo:
di
quel poco che è rimasto alla nipote di Messana.
Purtroppo
nel cambiare CASA MANDATOTUTTO AL MACERO. LA RABBIA!!!
6
agosto 15.33.31
GIORNALE
DI SICILIA 11-12 ottobre
Dopo
i tumulti di Riesi
Truppe
rientrano a Riesi Lo stato dei feriti
Un
sottotenente ucciso
CALTANISSETTA
10 notte.
Finalmente,
stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi è
ritornata una relativa calma. Stamane alle 2 dalla miniera di Trabia, ove si
trovava concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri,
agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del
paese. Da due giorni in vari punti della città si vedevano ad una certa
distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso montando a turno la
sentinella.
Stamane
però all’alba quando gli arditi giunsero per primi alla porta della città, i
contadini si squagliarono di corsa.
Immediatamente
si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo.
Secondo
le notizie segrete pervenute al questore comm. Presti, comunicato subito al
commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le munizioni e la
mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato
militarmente e vi regna una certa calma.
Stamane
qualche negozio cominciò a riaprire e i cittadini, dopo due giorni in cui sono
rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città.
Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le
cure ai feriti.
I
morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50
feriti.
Fra
i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di
Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla gola.
Il
deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora
sensibilmente.
Trovasi
sul posto l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm. Trupi, inviato appositamente
per procedere ad una inchiesta.
L’on.
Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola
alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la soluzione dei più
urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto
per Riesi, per fare opera pacificatrice.
In
città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui
movente la questura mantiene il massimo riserbo.
Pare
che il Calì sia accusato di aver provocato i tumulti, d’accordo con l’Angeletti
inducendo i contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è
potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati
condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati
sul luogo.
L’Angeletti,
secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un anarchico e
disertore della Regia Marina.
--------------
Questo
il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del successivo numero del Giornale
di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma molto efficace e soprattutto
molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori attuali del Messana possano
ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro effettuale di tragiche
vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella figura e noi che siamo
di una certa parte politica e siamo fanatici e ne soffriamo, abbiamo voglia di
sovvertire la verità dei fatti per comprovare la qualità delle nostre idee
persino quali si calano nella inflessibile storia.
Fede
politica, attaccamento alle proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare
ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa
arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa
sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in
quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E
guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla,
ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che
essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca
leggere:
“Orcel
viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono
assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto
all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma
agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un
fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi
membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a
Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore
generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!”
Di
sicuro, il Messana, dceduto nella metà degi anni ’60 non può più rintuzzare e
sporgere una raffica di denunce per calunnia aggravata come fece con l’allora
onorevole comunista Montalbano che fu costretto ad una serie di contorcimenti
giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare condanna.
Forse
a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio ormai storico e
quindi lo si può dileggiare come più fa comodo.
E
no! E lo dico a tutti i detrattori del Messana, da Malgrado Tutto a Link
Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a
Procacci e ad un altro paio di cronisti che abboccarono alla lauta pietanza
offerta dall’ANPI et similia.
La
famiglia Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi morali economici e
materiali per questa martellante campagna di infamie assurde e inventate contro
il gr. Uff. comm. Di SS. Maurizio e Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott.
Ettore Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia.
*************************
GENT.MO
professore. non ho modo di far recapitare alla Cenigoi le mie controdeduzioni
alle sue insolenze. Ove Ella avesse possibilità di avere un qualche modo e
sempre che volesse adoperarsi in una faccenda che non la riguarda Le sarei
particolarmente grato. La ringrazio comunque con i miei deferenti saluti.
-------------
Caro
dott. Tsaverna, per tagliare la testa al toro, come si suol dire, basterebbe
che lei rendesse pubblici alcuni dei documenti che
riabilitano
Messana. In fondo a chi, con un minimo di serietà fa una ricerca, solo i
documenti interessano, perché sono quelli che necessitano alla formulazione di
un giudizio, o alla sua riformulazione. Mi creda, il resto conta poco.
7
agosto 17.04.28
Gentilissimo
Professore, non sono per niente d'accordo. Io i documenti li ho già pubblicati,
anche se non tutti. Questi documenti e gli altri non riabilitano il Messana per
il semplice fatto che non c'è nulla da riabilitare. Quello che c'è è che io
conto ben sette fonti che falsando documenti, accantonandone altri evitando di
completare le ricerche archivistiche, storiche e persino giornalistiche,
trascurando sentenze passate in giudicato hanno calunniato il Messana.
Provato
che il Messana nel 1919 non fu stragista, che nel 1942 non fu criminale di
guerra e peggio, che diciamo il primo maggio del 1947 non era "capo del
banditismo siciliano" (sue parole), che di conseguenza da siffatte
intenzionali calunnie ne sono derivati gravissimi danni alla famiglia di OGGI,
delle due una: o le fonti - come ho cercato in tutti i modi di far loro
ravvedere - rettificano le loro calunniose
condanne, o saranno i competenti tribunali a stabilire la verità dei
fatti con le conseguenze del caso. Quindi il toro può starsene tranquillamente
con la sua testa sul collo. Né a me (extra partes) né alla offesa signora
Giovanna Messana può importare dei calunniatori.
Noi
siamo andati a rovistare fra le carte dell'archivio di Stato di Caltanissetta e
nulla abbiamo trovato che possa coinvolgere il Messana per codesti efferati
crimini di Riesi del 1919. Ma sorpresa delle sorprese, veniamo a scoprire che
nel 1919 la questura a Caltanissetta non c'era, c'era solo un distaccamento
presso la Prefettura all'epoca sotto il ferrea direzione del prefetto
Guadagnini. Questi fa dei fatti un paio di mesi dopo un rapporto circostanziato
al suo Ministero.
L'abbiamo
rinvenuto presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma. Anche qui nulla che
possa buttare ombre sul Messana. Semplicemente del tutto ignorato per la
semplice ragione che non aveva avuto alcun ruolo in quel groviglio di tristi vicende.
Eccovi
quel rapporto:
leggetevelo,
scandagliatelo e vediamo cosa vi potreste trovare per aggredire il Messana.
Diciamo subito: NULLA
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