Lillo Taverna
Spero però che non vogliano demolire mura storiche della vicenda feudale racalmutee. Una ghiotta occasione per far soldi, come nei tempi passati.? Racamutesi che amatre le invereconde storie della locale contea. state vigli. Basterebbero lavori di rassodamento, Forse rientranti persino nell'ordinaria amministrazione. Sindaco Maniglia, voscenza lu cuocciu di la littra ci l'avi ... mi raccumannu. , costi quel che costi.
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- Lillo TavernaPer caso sono di fronte a quel granconte che sposò la vedova del ligure Antonio Del Carretto signore - allora né conte né barone di Racalmuto, attorno agli anni trenta del XIV secolo, a credere alle carte rivendicate da quel falsario che fu Inveges? Oppure magari discendente di quel Giannettino Doria cardinal di Palermo che a noi Racalmutesi regalò alcuni frustra (n. in latino e quindi m. per noi italici)i di S. Rosalia onde accontentare la povera giovane vedova Beatrice Ventimiglia, di cui secondo Tinebra Martora, apprezzato da Sciascia, se ne ignorava il casato e invece no, si sa tutto.. Fatto sta che gli ottanta cavalieri che andarono a prendere quei frusta, tornati a Racalmuto non contagiarono i grottesi per miracolo di Santa Rosalia, ma i racamutesi, sì, compreso il tutore della bella Beatrice che pure era più vecchia di cinque anni del marito, quel marito che anche Nanà ed i romanzieri tutti vogliono cocu. Non è vero. Ma l'appetibile e fantasmatica tradizione deve avere la meglio; su che? Ma sulla trascrizione di una pergamena andata perduta quale si trova nel grifagno sarcofago del Carmine. Ed il mio guaio di microstorico è quello di sapere cosa veramente sta scritto in quel cartaceo cartiglio. Già, il Tinebra giovane aspirante medico credendosi latinista sopraffino si impappino e ci imbroglio. Confuse un genitivo per un ablativo, un domus suae per un in domo sua, lesse una signore in barone. Così una mite bambina di soli cinque anni nel 1622 di nome Dorotea divenine il barone Doroteo morto subito dopo e sepolto con l'imbalsamato Cinte cornuto e mazziato. E mi sa che la prenderò in saccoccia pire io che alla decrepita età di 88 anni, impedito, cieco sordo e struppiato credevo di potermela rendere con l'avara povertà di Catalogna, i catalani insomma, tipi si venuti da lontano, callidi e voraci, che non solo ci sfottono a noi racalmutsi , ci soffiano incarichi remunerativi, ci bloccano le strade per le loro attività cineaste, e poi giustamente come si fa con i servi e gli schiavi li si frustra e li si manda in galera per colpa dell'avvocato difensore che imposta la causa con diritto di precedenza per motivi di urgenza, ed il giudice condanna l' 'ìnvasivo" Caballrero alle spese. Ed il Governatore ed il suo Segreto Salomone, se ne stanno bboni perché il loro notarius assisteva alle adunate dei giurati ma poi non redigeva i lunghi tediosi formalistici processi verbale. E questo faceva incazzare i parenti del grande defunto della'avara povertà di catalogna, E il Governatore tra i parenti del vicerè e e gli amici di Musumeci scelse la grande famiglia e la rabbonì . Oh Dio che confusone! Ma è uno dei miei sogni delle mie notti insonni. Quando si è vecchi succede: Si confonde sogno cattivo con la realtà torbida; dopo voglio anche scrivere e confondo le carte. E per questo mi volte mandare in galera. Pietà signori! Peraltro sono incapace di intende e di volere.Commenti: 0
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