" .. piccolo paese (Racalmuto) 'lontano e solo', come sperduto in Val di Mazara, diocesi di Girgenti, che dalla oscurità di secoli, emerge, nella prima metà del XVII, a una vita che Américo castro direbbe 'narrabile' da 'descrivibile' che appena e soltanto era.... E qui siamo nella microstoria di Racalmuto, antico paese che esisteva già, un po' più a valle, quando gli arabi vi arrivarono e, trovandolo desolato da una pestilenza, lo chiamarono Rahal-Maut, paese morto Ma non era per nulla morto, se fu riedificato arrampicandolo verso l'altipiano, che dal paese oggi prende il nome. l'altipiano solfifero. Ed ebbe poi per secoli vita appena 'descrivibile' nell'avvicendarsi de feudatari che, come in ogni altra parte della Sicilia, venivano dal noird predace o dalla non meno predace ''avara povertà di Catalogna".
[Leonardo Sciascia, Pietro D'Asaro, il Monocolo di Racalmuto, !985, pp. 19.20].
Noi rimaniamo allibiti: non vi è nulla di ero, nulla di condivisibile , nulla di documentabile. Solo fantasmatiche elucubrazioni di imperioso scrittore del secolo scorso,
Creda mo di aver in ben tre volumi, La signoria Racalmutese dei Del Carretto; Racalmuto Nel Millenni; Racalmuto Antico, scritto e descritto'una veridica storia di Racalmuto risalente almeno al sedicesimo secolo a. C. a seguire Tucidide. E già allora, in quei primordi abbiamo le stigmate di quella che sarà la grande vicenda sociale, politica, religiosa, culturale, laica e paradigmatica di questa mia grande, immarciscibile, dimora vitale qual è la Racalmuto odierna,. matrice di altre contigue dimore vitali, subalterne quali Montedoro o Milena, oppure deviate come la corrusca Favara o la dominante Canicattì. Pensate: due imponenti necropoli sicane una, nell'ubertosa terra pianeggiante di San Bartolomeo, che vestigia mate studiate testimoniano una corrente migratoria con vocazione agricola, e l'altra attorno alla grotta detta posturiamente di Fra Diego, volta alla caccia e alle prime esperienze minerarie solfifere e salinare. Due popoli contigui che si scontrano, s'incontrano, si frammischiano e generano l'odierna specie racalmutese, salace, blasfema, eretica di estrazione industriosa, e l'altra sommessa, pavida, religiosa, superstiziosa, remissiva di segno contadino; e il tutto pur sempre dadaista, sommergente il mondo in un mare di ridicolo.
E se vengono sapientoni raffadalesi ei filomotedoresi, lo sghignaxzzio al circolo unione è assicurato.
Calogero Taverna
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ECCO COME SI CELEBRAVA LA FESTA DI SANTA ROSALIA A RACALMUTO NEL SETTECENT:O:: ALLORA UNICA PATRONA DELLA NOSTRA COMUNITA' ECCLESIASTICA
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