giovedì 27 luglio 2023

RACALMUTO, toponimo arabo, diremmo , certamente, un profluvio di note storiche ve lo scandisce sino alla monotonia. Ed anche Sciascia cita e conferma. Racalmuto, paese arabo? E qui casca l'asino. Noi saremmo portati a dire: no! Tra Naro e Sutera, di sicuro Arabi, storicamente non si appura alcunché Illuminato Peri ci ammonisce. "Per i geografi egli anni dell'emirato, musulmani di religione e arabi di lingua, la Sicilia era provincia della periferia islamica. Su di essa riportarono abitualmente notizie schematiche e stereotipe, talora attinte dalla descrizione dell'antichità e con indulgenza ai tratti di colore. .... Le residenze all'interno dell'isola erano piuttosto ridotte nel numero , e comunque non davano luogo ad abitati nelle dimensioni di migliaia di persone." In tale contesto non vi è posto per una Racalmuto densamente abitata. Le ricerche archeologiche nulla di certo, nulla di sero ci hanno tramandato. Nè castello e né castelluccio mi pare di potere affermare. Moschea? nessuna. Ceramica, tanti ne parlano ma deserto negli affioramenti modernamente inverati. Quel che di arabo abbiamo, è da traslare nel dominio normanno, diecine di anni dopo. UNA MIA VECCHIA NOTA STORICA: Contra Omnia Racalmuto ...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo. lunedì 23 dicembre 2013 Il nome di Racalmuto oltre le cervellotiche etimologie: Racalmuto = Rahl al Mudd = Casalis Modi='sosta, casale IL NOME DI RACALMUTO Non è, però, dubbio che per quanto buia sia la pagina araba racalmutese, arabo è il suo toponimo. Già nel XVI secolo il colto Fazello attestava l’origine saracena di Racalmuto. «Castello saraceno - lo definiva - dove è una Rocca edificata da Federico Chiaramonte». Più in là non andava. Tra il 1757 e il 1760, il monaco benedettino Vito Maria Amico nel suo “Lexicon topographicum siculum” rivestiva purtroppo di significato funereo la etimologia di Racalmuto da cui ricavava la definizione di paese “diruto, morto” . L’avv. Giuseppe Picone, agrigentino ma del ceppo dei Picone del nostro paese, si avventurava nell’insidie dell’arabo e faceva derivare il toponimo da due termini arabi: Rahal (‘Villaggio’ e sin qui correttamente) e Maut (‘della Morte’ e qua invece alquanto arbitrariamente). Il nostro Tinebra Martorana, con fervore giovanile, vi correva dietro. Leonardo Sciascia, ovviamente poco incline alle pignolerie etimologiche, vi dava plurimo ed autorevole avallo. Diviene difficile per chicchessia procedere ora alle debite rettifiche. Vi tentò, ma flebilmente, il compaesano gesuita padre Antonio Parisi: «... emerge la probabilità, se non la certezza - scrive il dotto gesuita - che fosse stato un Hamud [...] a dare il nome all’abitato. Rahal, pronunziato Rakal [ ...]; Hamud, pronunziato Kamud o Kamut [...] dava Rakal-kamut; ed a togliere la cacofonia si soppresse il secondo “ka” e rimase “Rakal-mut” = Ralmanuto!». Di certo, con la sua autorità, ci aveva pensato il Garufi a stroncare ogni attribuzione di significato, tendente ad indicare Racalmuto come “Paese dei Morti”. In un suo studio del 1947 ([1]) annotava: «soggiungo che l'unica e più antica notizia di Racalmuto, che ci permetta d'indagarne l'origine al di fuori delle cervellotiche etimologie di R a h a l m u t, casale della morte, si ha nella pergamena greca originale conservata tut­tavia nel Tabulario di S. Margherita di Polizzi, la quale contiene l'atto di compra-vendita, dell'a. m. 6687, e. v. 1178, feb. ind. XII, di un fondo sito in Rachal Chammout. Sin dalle sue origini il casale fu denominato da Chammout, nome codesto di persona che per due volte ricorre fra i g a i t i testimoni saraceni nel diploma originale, greco-arabo, di Re Ruggiero dell'a.m. 6641, e.v. 1133 feb. ind. XIa ». Va detto che la lezione del Garufi, purtroppo, non è stata recepita dai moderni storici alla Henri Bresc. Ispirato forse da quest’ultimo, un grandissimo arabista contemporaneo si è data la briga di riesaminare l’etimologia del toponimo. Non accetta la versione tradizionale. Ed ci dà una nuovissima lettura, secondo la quale è da parlare di un ‘Paese del moggio’. ([2]) Testualmente afferma che Racalmuto: «deriva dall'arabo Rahl al Mudd = uguale Casalis Modi (Cusa 24, 25 e 221) 'sosta, casale' del Mudd luoghi di interesse>RacalmutoAl momento stai visualizzando RacalmutoRacalmuto (Racalmutu in siciliano) è un comune italiano di 8.338 abitanti della provincia di Agrigento in Sicilia.Ha dato i natali al pittore Pietro D’Asaro, a Eugenio Napoleone Messana, ai tenori lirici Luigi Infantino e Salvatore Puma, nonché allo scrittore Leonardo Sciascia che ne diede una rappresentazione letteraria nella Regalpetra della sua opera d’esordio.StoriaEtà medievale:Gli Arabi si stabilirono qui con piccoli nuclei di coloni, dediti all’agricoltura. Sorgeva, infatti, su una vallata fertile e irrigata da acqua abbondante.Probabilmente il piccolo villaggio era difeso da un Castello. Il geografo al-Idrisi ne situa, infatti, proprio uno dove sorgeva Racalmuto.Nel 1038, il Castello fu espugnato dai Bizantini e, nel 1087, dai Normanni. Dopo la dominazione normanna, la terra di Racalmuto venne concessa alla famiglia Barresi che eresse, nel 1229, l’importante fortezza del “Castelluccio”, per meglio difendere il paese probabilmente su un preesistente fortilizio di epoca araba.Dopo la guerra del Vespro, gli Aragonesi spogliarono i Barresi dei loro domini che vennero concessi, qualche anno dopo, alla famiglia Chiaramonte.A seguito del matrimonio di Costanza Chiaramonte con il marchese Antonio Del Carretto, nel 1307 Racalmuto passò a questa famiglia.Una grave pestilenza, nel 1355, decimò la popolazione, ma la città risorse, nel 1400, grazie ai provvedimenti di Matteo Del Carretto.Età modernaIl Castello venne restaurato e tornò ad essere abitato.Nel 1503, un avvenimento religioso scosse la vita del paese: la venuta della Madonna del Monte. Una tradizione mariana che rimarrà nel cuore dei fedeli.Sino al 1576, Racalmuto fu dominio baronale, ma, dall’anno successivo, divenne Contea e alla fine del XVI secolo, contava oltre 4.000 abitanti.Si arricchisce di conventi, monasteri, chiese, collegi, ed ha anche un ospedale.Il maggior tempio viene dedicato all’Annunziata. Nel 1600, fiorisce l’opera dell’artista racalmutese Pietro D’Asaro (il monocolo racalmutese).Nel 1700, la decadenza di Racalmuto fu molto evidente e dovuta a soprusi e tasse esose. Passò alla nobile famiglia Gaetani (1739), e un secolo dopo, a quella dei Requesens.Età contemporaneaNel secolo scorso divenne un importante centro minerario ed ebbe un certo incremento anche l’industria del sale. Oggi è cresciuta l’attività agricola e decaduta in parte quella mineraria.Origine del nomeIl nome del paese deriva probabilmente dall’arabo Rahal Maut può essere tradotto “Villaggio morto“, perché quando gli arabi vi giunsero, trovarono la popolazione quasi sterminata dalla peste.Monumenti e luoghi d’interesse:http://www.comune.racalmuto.ag.it/.../Condividi... un commentoDevi connetterti per pubblicare un commento.Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. 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