E stavolta sono davvero
d’accordo con te. Toto corde. Anche se forse, nelle tue intenzioni, ci
sono anch’io nel gruppo dei dannati. Ma, a me, della vicenda personale poco mi
importa: per essere ormai fuori tempo massimo per età, per pensione, per
posizione raggiunta, per ambizioncelle recondite, per ambiti flirt. Non suggo
latte francese.
Di Racalmuto, meglio dei racalmutesi, mi importa invece molto.
Ho peregrinato per l’Italia per non apprendere qualcosa e rendermi conto che il
mio paese non vola in alto per insipienza dei suoi uomini migliori e ciò mi fa
specie. Quando mi si dice che qualcuno favorisce qualche altro con trucchi
nelle licitazioni private per poche migliaia di euro e penso ai grandi crack
bancari, qualcuno dei quali da me seppellito, mi vien … da piangere. Quando mi
si dice che qualche mio compaesano di mezza età – magari per fottere meglio –
qualche spinello se lo fa, penso ai grandi big della finanza o dell’industria
da me qualche volta praticati; costoro non ci andavano certo leggeri in certe
cose. Eppure furono grandissimi, come si diceva allora, ingegneri finanziari, o
supremi manager. Io Racalmuto ce l’ho nel sangue perché ci sono nato, vi ho
passato la mia gioventù, perché mio nonno contadino quando tentava di passare
dalla categoria dei “viddani” a quella dei “mitateri”, essendo riuscito a
comprarsi una mula, per Trento e Trieste, di cui non gliene fregava niente, ci
rimise la pelle a 37 anni, a Caporetto. Considerato disperso non ha una tomba
su cui gettare un fiore, io letterato a lui analfabeta (sapeva fare solo la
firma), né a Racalmuto i “galantuomini” soprattutto imboscati, hanno ritenuto
di ricordarlo non dico intestandogli una via (che quella va riservata ad
incolumi militi franchisti), ma almeno una lapide collettiva, magari in quel
guerresco (e brutto) cimelio di piazza Castello.
Vedi, io sono del popolino e
amo i sindaci popolani come Canicattì, Sardo, Petrotto Uno, Restivo, Petrotto
Due. Dimmi quello che vuoi, ma lo Stato, la Regione, la Provincia , il Comune,
ogni organo pubblico insomma ha delle ragioni che l’umana ragione non comprende
ed ha una morale che la morale comune non approva. Pena: il governo dei
tecnocrati alla Monti.
Contenti voi, contenti tutti. Caro, non facciamo la
figura dei capponi di Renzo. Ho scritto sull’Ici, ho scritto sull’ICI-IMU. Sono
passato inosservato. Ma ora qualche avvocato mi dice che qualcuno già corre da
lui per certo insopportabile bruciore nel retrostante.
Dovremmo unirci per far
fronte comune contro l’invadenza romana e far valere la nostra abilità nelle
cose di legge (Sciascia, Picone, Giancani, Cavallaro, Marchese, Gigi Restivo ed
anche (soprattutto) Lillo Mattina, … quanto ad acume togato Racalmuto eccelle).
Racalmuto non si può sciogliere perché “manca il fatto”. Il sillogismo della
Triade è da zero tagliato in filosofia aristotelica. “A Racalmuto viene
martellata una egemone FAMIGLIA MAFIOSA; sindaci e giunta e consiglieri non
hanno vigilato (non usi però a delinquere perché assolti) ERGO a
Racalmuto - potenti ed impotenti, colpevoli ed innocenti, altolocati e povero
cristi - tutti MAFIOSI, TUTTI INFILTRATI; TUTTI INDEGNI DI AUTOAMMINISTRARSI.
Calogero Taverna
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