Contra Omnia Racalmuto
...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.
martedì 20 agosto 2013
Dialetto siciliano sì, dialetto siciliano no!
Graziella Pecoraro
Perché c'è tanta gente KE massacra l'Italiano così? Se non capite che la bellezza della scrittura va difesa, evitatemi...
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10 ore fa
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Francesca Tuzzolino
E quelli che scrivono tutto abbreviato togliendo le vocali? Meriterebbero la pena di morte
10 ore fa
tramite
cellulare
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Parisi Emanuele
Allura io KA scrivu in dialettu?
10 ore fa
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Parisi Emanuele
E iu Ka mi firmu cu cognomi e nomi che fini assa fari?
9 ore fa
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Graziella Pecoraro
La gogna Emanuele...come tutti quelli che sono convinti che abbreviando risparmiamo tempo..
9 ore fa
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Francesca Tuzzolino
Il dialetto è folklore! Ci sono cose che dette in italiano non rendono!
9 ore fa
tramite
cellulare
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Graziella Pecoraro
per rafforzare un concetto, certamente..
9 ore fa
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Parisi Emanuele
A gugna e chi iè? Io nun sacciu parrari come a tia tu si troppu acculturata pi mia . Anche se sacciu Ka a COLTURA è mpurtanti! Notti buona!
9 ore fa
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Parisi Emanuele
Mi curcu pinsannu ai tui santi paroli!
;-)
9 ore fa
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Graziella Pecoraro
bravo, fanne tesoro..
9 ore fa
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Parisi Emanuele
Certissimatosamente....
9 ore fa
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Calogero Taverna
Graziella ha ragioni sacrosante. Poi distinguiamo il massacro informatico della grande lingua italiana dal ricorso al dialetto siciliano- Se questo è saputo fare è una ricchezza. Camilleri insegna. Ma diciamocelo in un orecchio: se aggredito senza gusto, cultura e soprattutto rispetto della proprietà e dell'eleganza della parola, della sintassi (siciliana) e in sommo grado dell'ortografia, è meglio restare nella più scolastica lingua italiana (quella almeno la si è dovuta apprendere a scuola senza magari più fare come ai miei tempi l'analisi logica e l'analisi grammaticale). In ogni caso non possiamo esagerare: bisogna lasciare libertà di espressione. Chi usa ad esempio la tastiera angusta di un cellulare necessita di codesta forma di brachigrafia moderna, che anche desta interesse in un certo Umberto Eco. Se tutto limitato ad una sorta di lingua veicolare, non si può troppo arricciare il naso; ma se questa diventa l'unica forma di espressione sono poi guai allorché si entra nella competizione del mercato del lavoro. Resti eternamente "precario" perché non sai scrivere, ai bassi gradi della carriera perché la penna ti è divenuta zappa quando costretto ad una relazione, ad un rapporto, ad una sentenza (purtroppo, anche). Se non si sa comunicare se non con il linguaggio (estroso e simpatico) del cellulare è un ritorno all'analfabetismo di un tempo. Bene fa Graziella a stigmatizzare. Occorre una martellante
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