giovedì 3 ottobre 2013

non è giusto riaffidare il Comune a gente locale che si adopererebbe a vanificare le accuse. Per fortuna ci sono io con le mie irriverenti scritte, missive ed altro che pare stia facendo perdere il sonno a lor signori commissari che non vedono l'ora di tagliar la corda. (così mi si dice, non me ne vanto, ma manco né mi vergogno né mi intimorisco: per me i prefetti son noccioline specie se in pensione.)

Calogero Taverna
 Carissimo Totò, leggo queste tue salaci "rampogne" con intima soddisfazione. Sono stato, sono e sarò sempre convinto che di infiltrazioni mafiose a Racalmuto da un ventennio a questa parte non ve e sono mai state. Mafia se mafia fu si concluse con l'eccidio di piazza castello, con gli ergastoli che qualcuno ancora sconta in crudele regime dell'ostatività ex art. 4bis e qualche altro non so dove e non so con quale munificenze statuali.

 Salvatore Petrotto
Non è il primo funzionario che il sig. ministro Alfano promuove per i favori che gli ha reso. Promuoveatur ut amoveatur...

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 Calogero Taverna
Certo non possiamo negare che di "mala gestio" a Racalmuto ve n'è stata tanta e andrebbe perseguita nelle appropriate sedi amministrative. Accanto, nessuno dovrebbe negare che vi è stata altresì una effervescente operosità, una provvidenziale attuazione degli ammortizzatori sociali a rischio e pericolo dei cosiddetti vituperati "politici" locali, una meritevole astuzia nell'aggirare i lacci e laccioli che un improvvido ordito di norme amministrative tessevano a soffocamento di una economia locale atavicamente miserevole.

 Calogero Taverna
Veniamo alle tue accuse a 'Ngilino. Che c'entra lui con il commissariamento? Ti sei dimesso tu (nessuno ti ha cacciato: ripeto, volontarie e non necessarie dimissioni) ed hanno mandato il missus panormitanus della cui latitante annuenza ho dato qualche testimonianza ed una triade alla diomede che c'era si diceva, dov'era chi lo sa, cosa era e non si sa. Venne una ministra (non era Alfano) imbottita di ciarle da nostre apprezzate penne e lodata dalla chioccia voce di una straniera piccola TV. La diffidai dall'andare a fare pipì al Circolo Unione che voleva circuirla per piccoli interessi di rampanti aspiranti giornalisti e la poverina non vi andò. Mandò però una terribile virago. Non so chi, ma certo di qui, riuscì a farla sbolognare. Venne un pacifico romano: la quiete dopo la tempesta ma il nulla forse si addice a Racalmuto o ad alcuni vociferanti racalmutesi. Scadeva il tempo delle more. Certo c'è da domandarsi, perché protrarre? E qui 'Ngilino può venire chiamato in causa. Qualcuno - davvero informato - qualche giorno fa mi dice che non è colpa di 'Ngilinu: la prefettura mandò istanza motivata. Motivata da che? Un gran numero di automezzi pesanti incendiati in equivoca sincronia e in località disparate. Già, ma questo che vuol dire? che siamo noi i mafiosi o così per fare un nome, Portoempedocle. E sia pure in tono sommesso, mi si dice che è partita o sta partendo una postulazione di gravissimi danni patrimoniali procurati da una infinità di gente locale. E non è giusto riaffidare il Comune a gente locale che si adopererebbe a vanificare le accuse. Per fortuna ci sono io con le mie irriverenti scritte, missive ed altro che pare stia facendo perdere il sonno a lor signori commissari che non vedono l'ora di tagliar la corda. (così mi si dice, non me ne vanto, ma manco né mi vergogno né mi intimorisco: per me i prefetti son noccioline specie se in pensione.)

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