Contra Omnia Racalmuto
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Maria Pia Calapà
ha condiviso il suo
album
.
4 min
·
MONETE BIZANTINE AL MUSEO DELLA CULTURA A S.MARCO D'ALUNZIO.
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Maria Pia Calapà
Lillo Taverna
Mi serve la descrizione per il confroino con il celebre tesoeretto di Racalmuto
Non mi piace più · Rispondi · 1 · 26 ottobre 2015 alle ore 19:34
Maria Pia Calapà
Maria Pia Calapà La moneta nella Sicilia bizantina
di Giuseppe Guzzetta
*
1.
La produzione
.Nel 498 l’imperatore d’Oriente Anastasio ridiede vita all’esausto sistema monetale tardoromano introducendo tre nuovi nominali in rame, riconoscibi-li immediatamente non soltanto per le dimensioni di ciascuno, ma specialmen-te perché portavano nel R/ i rispettivi segni del valore scritti in lettere numera-li dell’alfabeto greco: il
follis
(fig. 1) (del peso di 1/36 di libbra, cioè circa 9,10grammi, e del diametro di circa 24 mm) equivalente a 40 nummi e perciò se-gnato con
M
,il mezzo
follis
(fig. 2) (di 1/72 di libbra, circa gr. 4,54, e circa 20mm di diametro) pari a 20 nummi (
K
)e il quarto di
follis
odecanummio(1/144 di libbra, ca. gr. 2,27) del valore di 10 nummi (
I
), dunque tre multiplidel
nummus
,la moneta d’uso corrente che nel corso del V secolo si era sempre più svilita fino a ridursi a pezzi di metallo di meno di un grammo e del diame-tro inferiore ai 10 mm coniati grossolamente e frequentemente irriconoscibili
1
.Pochi anni dopo, nel 512, con una seconda riforma, Anastasio raddoppiò il peso e ingrandì le dimensioni di questi nominali (fig. 3) e ad essi ne aggiun-se uno nuovo più piccolo, il pentanummio (1/144 di libbra, ca. gr.2,27, il pe-so che era stato del decanummio) (fig. 4), pari a 5 nummi, che in pochi annisarebbe divenuto il valore più basso di tutta la scala poiché i nummi, man ma-no più rari, furono emessi per l’ultima volta durante il regno di Giustiniano I(527-565)
2
.Queste monete si aggiungevano al
solidus
(fig. 5), detto in greco
nomisma
,
-
la moneta in oro del peso di 1/72 di libbra, ca. gr.4,54, introdot-ta da Costantino nel 309
3
e destinata a una vita di molti secoli, che ebbe finene gli ultimi decenni dell’XI -e alle sue frazioni, il
semissis
(fig. 6).....pari a mez
zo solido, ca. gr. 2,27)e il
tremissis
(fig. 7) (del valore di 1/3 di solido e del pe-so di ca. gr. 1,51)
4
esicambiavano con il solido, secondo un rapporto che an-cora non è stato riconosciuto concordemente, poiché dal 512 fino alla rifor-ma di Giustiniano del 538/39 per alcuni il solido avrebbe avuto il valore di360
folles
,per altri di 288 e per altri ancora di 210
5
.La riconquista giustinianea della Sicilia, attuata da Belisario in pochi mesi-dall’estate al dicembre del 535
6
-, e in seguito dell’Italia introdusse nei terri-tori italiani l’uso e la produzione della moneta bizantina fin dalle prime fasidella guerra gotica; Procopio ricorda infatti che Belisario il 31 dicembre 535,ultimo giorno del suo consolato, entrò a Siracusa tra le acclamazioni dei suoisoldati e dei Siciliani gettando a tutti monete d’oro
7
,epoi che un certo Euta-lio nel giugno 537, inviato da Bisanzio, raggiunse le truppe che combattevanoaRoma per “
portare il denaro che l’imperatore doveva per la paga dei soldati”
8
.Presa Roma nel dicembre del 536
9
,Belisario ne riattivò la zecca ben pre-sto, forse nell’anno 537, sicché questa coniò dapprima
folles
epoi l’intera sca-la dei nominali in bronzo
10
,ma la sua produzione, consistente anche di solidietremissi
11
,fino alla conclusione della guerra nel 553 fu discontinua, poichéla città in quegli anni fu assediata ben cinque volte - la prima volta da Vitigedal febbraio 537 al marzo del 538 - e fu occupata dagli Ostrogoti, guidati daTotila, nell’inverno del 546/7 e poi dal gennaio 550 all’estate del 552
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