Si dà però il caso che si dovette inventare il ratto delle Sabine che un nucleo di verità storica ce l'avrà, come un velo pietoso sulle razzie romane che nulla hanno a che fare con le boniste tesi di fascistico sapore. E se il Pio Virgilio fu costretto a dare ad Ufente la patente di barbaro ladro capo dì gentaglia che viveva di ratto e di rapina lo ha fatto per giustificare i suoi padroni dei Sette Colli qualche mezzo millennio dopo. Certo che il giorno in cui la Soprintendenza del lazio si deciderà a vedere cosa c'è di vero nella Suna di Varrone e farà i debisti scavi sù al Vaticano quello di Tor di Taglio e dell'Alzano di Silvi e ci dirà davverò se di là potesse passare la Via Cecilia come si accanisce a sostenere il mio caro amico Bernardo di Castagneta forse la taccia di predoni la daremo ai prischi romani soffocati dall'Isola Tiberina. Calogero Taverna
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