domenica 11 marzo 2018

Con il massimo rispetto per questo grande intellettuiale che è il giudice Asaro, dissento. I numeri elettorali a me modesto computista dicono altro. Vedo una tripartizione: un centro destra con il 37%, un centro sinistra con il 25% (comprendendovi la evanescente ma non sparita sinistra 'di governo' raggrumatasi sotto l'egida algida di Grasso) e il famoso ciarlante 32% 'grillino'. Il centro destra non mi pare squartabile per operazioni di potere; la Lega è sì di Salvini ma non tutta e non sempre, chiunque pensi che possa scindersi integralmente da Berlusconi, per me, erra. Il centro sinistra di Renzi comunque analizzabile non mi pare che abbia la vocazione per l'estraneante opposizione: tutti uomini di potere. Vedo già Grasso corteggiare i Cinque Stelle nella speranza di ricoquistare incarchi parlamentari, insanamente perduti; vedo lo stesso D'Alema fare l'occhiolino all'odiato Grillo, non si sa mai. Vedo Epifani mandare a quel paese Fava che lo vorrebbe subito spogliare della finalmente conquistata medaglietta parlamentare. Quando alla piaga pentastellare non ne vedo alcun collante; destra, centro, sinistra? boh! Intanto voglio vedere quanti di loro avranno voglia di autotassarsi mensilmente con 300 euro da girare all'estraneo demiurgo informatico del figlio del defunto fondatore Casaleggio, che dovrebbe incassare sine titulo politico per cambiali prefirmate milioni di euro). Cinque stelle va al governo? quanti appetiti; non ci va? secessioni a pie' sospinto. Insomma ad un computista come me, il panorama contabile è chiaro: non si fa governo senza appoggio del PD di Renzi (peraltro solo se (ri)unitosi). E questa finestra per rientrare nel palazzo governativo l'apre solo il CENTRO DESTRA di Berlusconi, Salvini, Meloni e minori da gratificare. Diversamente le urne anzitempo. Ipotesi che escludo senza dovere spendere altre parole. Calogero Taverna

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