sabato 10 dicembre 2022

 "Giuseppe Bellavia Messana -Non scrive chi fu il mandante dell'omicidio del Sindaco Grillo"


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Non scrive e cioè io, "povero microstorico", non scrivo chi fu il mandante dell'omicidio del Sindaco Grillo". Come faccio a scrivere cose che tutti a Racalmuto ed a Montedoro ignorano? Nessuno sa chi è il sindaco Grillo. Noi vecchi racalmutesi sappiamo bene chi fu il medico don Lillì Grillo, fu anche mio medico di famiglia alla fine degli anni Quaranta. Ma don Lillì Grillo è morto nel suo letto benvoluto e rispettato- Ho l'impressione che sia la bischerata di uno non di 'oscura' progenie ma di illegittima progenie, di qualcuno nato da una virgo in capillis, ma non altrove che neppure sa chi l'ha fecondata, secondo la versione di qualche veridico Messana. Noi non ci crediamo. Le nostre ricerche archivistiche lo escludono. Ma per il Desso noi raffazzoniamo bischerate. Purtroppo per me queste frenetiche elucubrazioni per eguagliarci tutti, non le ha più pubblicate, salvo errore ed omissione, Carbone. Pare siano state permesse da certi sali di argento di Cutaia&Vassallo, di cui non dispongo. Peccato: sa le querele!

Perché tanta acredine nei miei confronti? Forse per il fatto che nel vecchio ristorante Taibi ebbe a servirci conciato da servizievole cameriere, a me ad al mio commensale il barone, davvero, Furfaro. Mi preme sancire che i Taverna dal 1554 non si sono mai fatti marchiare con i fatidici Dn (don) Da (donna), fieri tutti di essere onesti lavoratori,talora contadini, talaltra merciai, sino a me ed ai miei nipoti ed ai figli dei miei nipoti,. tutti concepirti in talami regolari, tutti con lo stesso cognome del 1554, tutti nobilitati dal battesimo e dal matrimonio in chiesa, senza matrimoni clandestini o in articulo mortis, o dopo e pasticciati riconoscimenti. Se un titolo potrei esibire tra quelli al merito della Repubblica di Cavaliere uffcuìian, beh, io fiero dei miei lombi proletari, da bandiera rossa, l'ho giammai sbandierato, Quanto ai galantuomini del mio paese, un invito pressante a gustarsi la voce lu Cani di Don Miliu, in Occhio di Capra del nostro laudatissimo Leonardo Sciascia.

E allora? allora si dà il caso che dopo qualche decennio il Desso mi aggancia per supportarlo in un micro museo da lui ideato. Aveva materiale archeologico e museale che avrebbe ereditato dalla nobile e titolata famiglia Messana. Ebbì a dargli ascolto, sinché mi sollecita a fare chiarezze su un omicidio di Stato, un omicidio in cui tanti insospettabili racalmutesi potevano finire alla gogna di Report o trasmissioni similari. A spizzichi e bocconi m parla di carte processuali segrete di cui era venuto in possesso dalla madre adottiva, una Messana, sposata Bellavia. Sento puzza di ricatto e un calcio nel culo lo sferrai a modo mio con l'ira che mi germina dal mio noto caratteraccio. Aggiungo che erano i tempi in cui fervevano le mie ricerche per comprovare la assoluta estraneità di Ettore Giuseppe Tancredi Messana alle accuse dell'onorevole comunista Li Causi, accuse calunniose dilatate da Malgrado Tutto del 6 febbraio 2003.

Preoccupato il Desso che io potessi tramite Donna Giovanna Messana, nipote genuina di Ettore Messana, minargli il campo di quel suo progetto volto ad acquisire la titolarità patrimoniale dei beni della famiglia Messana, corre dalla signora Giovanna Messana per screditarmi ed anzi farsi riconoscere anche dall'erede di Ettore Messana il titolo di legittimo membro della nobile prosapia Mesanaa. Progetto invero che gli è andato in porto credo nel 2021,. allorché poté appioppare a racalmutesi facoltosi beni immobili cospicui.

Donna Giovanna Messana. conoscendomi ben bene, ed apprezzando le mire doti morali e professionali, seccamente lo congeda.

Da qui una furia maniacale avverso la mia persona e quindi anche avverso la famiglia di Ettore Messana, arrivando alle sorelle Mirabelli, in particolare a Donna Sofia Mirabelli che ebbe a sposare don Clemente Messana, il padre del celberrimo e meritevole questore.

Non si ferma lì, aggancia Sali d'argento e se ne serve per le sue maniacali esternazioni. Stanchi quelli di Sali d'Argento, aggancia Pietro Carbone di Archivio e pensamenti. Se ne serve persino per reclamizzare una tela proveniente dalla chiesa arcipretale di Castrofilippo, servita da un prelato che stando al LIBER IN QUO ADNOTATA SUNT NOMINA ET COGNOMINA etc della Matrice potebbe essere il n° 442 D. (niente Mons.) IgnazioTulumello di Luigi Collegio dei SS: Agostino e Tommaso, confessore ordinario di questo Collegio di Maria Arciprete di Castrofilippo. - Obiit die 13 Maii 1897.-
Dico al mio amico Piero Carbone : stai attento perché rischi penali per ricettazione o favoreggiameno stanno dietro l'angolo. Finché pubblichi la baccareddra che non vale niente, transeat. Ma se è altro io me ne preoccuperei Stiano attenti quelli che hanno comprato a basso prezzo case, immobili, terreni ed altro per non venire implicati in evasione a dir poco delle imposte di successione. Quanto alla storia della miserevole lpiduccia nella gloriosa tomba dei prischi Messana e da ultima Elettra Messana, lascio qui correre, perché de minimis non curat praetor.

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