L'ITRIA, Madonna dell'acqua, là dove di acqua non ce n'è, è chiesa da me abbatstanza inventariata. Mi fa divertire essendo il rimorso di un arciprete che si sbatteva la giovane cognata a volerla perchè vi potesse refrigerare il proprio corpo sperando al contempo che la sua anima dopo millenni di purgatorio potesse accecdere nel regno dei cieli. Se ne scrivono di minchiate su questa chiesa e il popolo se le beve. Io che ci posso fare? Vox populi ...
Giù quel che si intravede (o si intravedeva) sotto quel quadro in fondo. Luminarie di penitenti in saio e cingolo l,hanno così ridotto. Quadro di Pietro d'Asaro? Ma non mi facciano il pìacere! Ditemi cosa ha a che fare quel paesaggio fluviale con Racalmuto. Ma già nella seconda metà dell'Ottocento si inziò a favoleggiare. Mostre ultra foraggiate dalla Regione dell'epoca - con il corrucciato benestare del nostrio mostro sacro - hanno fatto il resto.
Va' a finire che mi accusano di parlar male di Garibaldi (in effetti ne parlo malissimo).
Nessun commento:
Posta un commento