mercoledì 1 maggio 2013

Il discorso del presidente

discorso del Padre Presidente
Si era già capito da tempo: I nostri politici, in gravi difficoltà, avevano bisogno di un Padre! E il Padre, nobile e generoso, invocato a gran voce, è venuto in loro soccorso. Ma ha parlato chiaro ai “figli”: state attenti- ha detto- io sono vecchio e stanco, ormai, e, prima o poi, dovrò lasciarvi. Allora, quando non ci sarò più, quando sarò assente, dovrete dimostrare la vostra maturità, dovrete smetterla di farvi guerra tra fratelli! Fate un patto di riappacificazione; cercate i punti che vi uniscono e non quelli che vi dividono, siate disponibili a collaborare tutti insieme per il bene comune della società e del Paese; siate responsabili nei confronti dei cittadini delle vostre azioni. Ora è tempo, per la politica, di edificare, e di studiare, anche, per cercare in tutti i modi possibili di uscire dalle macerie di una gestione della cosa pubblica, che è stata disastrosa per tutti e, soprattutto, per i più deboli. Ora si abbassino i toni di guerriglia; si dia strada al buon senso; ascolto alla ragionevolezza del fare, più che del dire. So, per esperienza antica, che la politica è l’arte del compromesso, e che la regola del "mai dire mai" non è bestemmia da far perdere la grazia del paradiso. E perciò, vi invito a deporre le armi del disaccordo e degli interessi di parte. Ora è tempo di recuperare l’austerità e il buon senso nell’amministrazione della cosa pubblica e di cominciate a mettere mano seriamente, senza livori e rancori, a quelle riforme “strutturali “ di cui il Paese ha urgente bisogno, e che non possono più essere disattese!
E’ da vent’anni che incombe sulla società una lotta fratricida, una vergognosa “ guerra civile fredda”. Vent’anni di vergogne: quella di una casta politica “divisiva”, ingorda e sfacciata che, insensibile ai disagi sociali del paese reale, non ha saputo, né voluto, fare altro che ridurre il Parlamento a spazio da corrida e a spaccio di favoritismi e scambi di vessilli e di poltrone; un preferire alla dialettica del discorso rispettoso delle ragioni altrui, la violenza verbale, la zuffa, lo scontro e la demonizzazione dell’avversario politico, usando, spesso, in mancanza di argomentazioni valide, eccessi verbali da postribolo; un diluviare di contumelie e scandali, pubblici e privati; e truffe, e sperpero di denaro pubblico; evasioni fiscali vergognose, e privilegi da alto medioevo; e lassismo etico da basso impero, e incultura elevata a sistema. Anni di politica bui, che hanno piagato il nostro belpaese: esodati, cassintegrati, precari, disoccupati, disperati suicidi per la perdita del lavoro; e fabbriche chiuse, e imprese fallite, e povertà aumentate! E la Scuola? e l’Istruzione, la Ricerca e la Sanità pubblica ? Le abbiamo viste agonizzare sotto i colpi impietosi d’accetta, che tagliavano risorse e negavano investimenti, mentre la casta sperperava in cambio denaro pubblico. E, infine, i giovani!, derubati del loro futuro.
Ora, il Padre, stanco ma fiducioso, ha invitato i figli a costruire una società di fratelli; li ha invitati a ( ri-)fare "la politica" vera, quella con la P maiuscola, che cerca e ama la concordia, il confronto sereno e costruttivo; la politica della pacificazione, del buon senso e della civiltà della parola, del rispetto rigoroso dei diritti costituzionali dei cittadini tutti. Una Politica, fra le “politiche”, che sappia veramente lottare contro tutte le forme di corruzione e di malaffare, e ricostruire l’unità solidale dello Stato nazionale!
Questo, l’auspicio del padre Presidente. E anche il nostro .
Nuccio Palumbo


  • Calogero Taverna

    Veramente dire che più che un padre si tratta di un nonno e di un nonno neppure integrale, come dire parrastru. Concordo pienamente col prof, Palumbo quando invoca pace e fraternità. Molto meno autorevolmente ne ho scritto nel mio blog. Sono andato persino a cercare il vangelo per cercare di esorcizzare quento momento di odio e di sconquasso civico, Concordo: chi semina vento raccoglie tempesta. Ma al nonnetto d'ITALIA IO NON ATTRIBUISCO ALCUN MERITO. Ne scrivevo tre mesi fa, ne scrissi quando c'è stato un attentato alla costituzione con l'usurpazione di poteri esclusivi del Parlamento (e l'intrusione di un noto avvocato palermitano la dice lunga). Qui sono necessariamente apodittico, Consultare il mio blog RACALMUTO CONTRA OMNIA e vorrei la taccia di essere stato profeta già un paio di mesi fa. Ma non perché mi ha ispirato lo Spirito Santo (io non credo a niente) ma per un vizietto appreso da un certo mio compaesano Leonardo Sciascia. E poi direi: ti conosco mascheria,. Io so cosa sono i poteri forti, le tarme massoniche, la massoneria di rito scozzese etc. etc. Caro professore la proroga senile (noi vecchi si sa, basta che ci facciano un complimento e diventiamo imbecilli) è stata decisa qualche mese fa quando si capì che un cialtrone alla Grillo diventava un rigurgito culturale, politico sociale, una voglia irrefrenabile di STATO ETICO (ALLA HEGEL APPUNTO). cI SONO RIUSCITI A SQUINTERNARE UNA VOLONTA' POPOLARE DI RINNOVAMENTO A SINISTRA. appunto perché è il primo maggio io piango. Svanita una buona occasione di avere un governo tutto di sinistra, moralmente di sinistra, senza stravecchi babbei che la danno da bere. In compenso lo stato OPULENTO ITALIANO si salverà. Io odio il capitalismo per ragioni ideali. Ma tutto sommato ci sto bene anche perché sono un privilegiato (mi creda, mio malgrado).



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