Certo, puzzo di colpo di stato gli offalti fini l'hanno annusato, persino la grande Mammoletta storica sembra uscita dal suo ormai perdurante letargo senile per ammonire: Alt! il bis è incostituzionale. E noi che pur non lo consideraiamo neppure un grande costituzionalista propendiamo a dargli ragione.
Del resto barbagli golpisti premonitori non si erano avuti spogliando il parlamento delle sue prerogative (con buona pace della centralità del parlamento del buon Ingrao) e che cosa fu se non la predisposizione ad un programma del Presidente, ad una scelta degli uomini del Presidente, ad una invenzione di una necessità successoria del Presidente?
Avere imposto al malcapitato Bersani la condizione di andarsi a trovare in quella congiutura parlamentare una "maggioranza certa" è averlo esposto allo sberleffo delle condizioni della "vedova scaltra" (Oh! Signore fammi prima toccare con il dito il Regno dei Cieli e poi congiungimi con quell'anima benedetta di mio marito!). Il responso elettorale era quello che era: il 75% dell'elettorato attivo voleva dare un gran calcio nel sedere - che anche quello comincia ad essere adiposo come la Merkel - del nostro sempre risorgente Berlusconi. Hanno ora di che gridare fecalmente in quel d'Emilia compagni e soprattutto grintosissime compagne " Berlusconi merda" che è poi un censurabile modo mefitico di far politica. Lungo discorso per dire che la volontà politica democratica presidenzialmente è stata mandata a far 'n culo e il governo di larghe intese si voleva prima delle elezioni e il governo presidenziale delle larghe intese - passando da un artificioso e inesistente stato di necessità all'altro - alla fine è stato. Il presidente ex comunista inconsapevolmente si è prestato per scongiurare quello che sembrava dover essere finalmente il l'avvento della Sinistra nelle stanze dei bottoni dell'egemonia nazionale. Non andava bene al grande capitalismo della BCE e finì con non andare bene neppure al sempre meno grintoso Bersani. Certo per chi come me l'aria del privilegio ha saputo ritagliarsela il cauto ottimismo c'è ma lo nascondiamo ben bene. Ad alcuni di noi frigge dentro però la rabbia delle idee tradite, dell'ideologia che ad onta di Craxi ci consente ancora di acquitare la nostra esigente coscienza laica. Una piccola soddisfazione: gli uomini del Presidente (meno Quagliariello) sono stati messi da canto ed il velleitario ancestrale programma che gli uomini del Presidente avevano orchestrato per il governo del Presidente mi pare finito negletto. In questo modo il ribollente Grillo che acutamente aveva denunciato il golpe ma subito repentitosi deve dichiarasi colpevole di mendacio costituzionale e quindi il sasso in bocca non lo deve rigettare.
Scoppia ora la questione del superamento della crisi economica, del superamento del bossiano federalismo fiscale, dell'imbroglio del sovvertimento della legge bancaria, della indebita perdita della sovranità nazionale nel batter moneta, del ruolo di una castrata Banca d'Italia, del divieto dei prestiti compensativi alla Carli e della dismissione del risconto "sotto fascia" dell'Istituto centrale come prestatore di ultima istanza, della comica di ben tre Basilee rette volute e imposte dagli Stati Uniti d'America che furbescamente poi si sono tirati fuori iattantemente irridendoci con il ghigno che quelle loro regole valevano pevgli altri (in modo da attenuarne la concorrenza) ma non certo per loro: mica erano fessi. E Ferrara sul Foglio non ha pudori questa estate a sostenere: c'è chi può e chi non può, loro (gli americani) PUO' (in questo nuovo governo di larghe intese torna Ferrara a dar fiato alla sua VOCE DELL'AMERICA?)
Questo e tant'altro ( e tra questo tant'altro c'è il gran bordello della marea di capitali speculativi rivenienti dai pagamenti in nero della fornitura del petrolio in nero alla Cina, cosa che in via Nazionale ha già prodotto una esecuzione sotto fotrma di incomprensibile suicidio - e nessuno ne parla) questo e quant'altro dicevamo mica debbo articolarlo qui tutto questa mattina. Debbo oltretutto prepararmi per ritornare a Roma.
Del resto barbagli golpisti premonitori non si erano avuti spogliando il parlamento delle sue prerogative (con buona pace della centralità del parlamento del buon Ingrao) e che cosa fu se non la predisposizione ad un programma del Presidente, ad una scelta degli uomini del Presidente, ad una invenzione di una necessità successoria del Presidente?
Avere imposto al malcapitato Bersani la condizione di andarsi a trovare in quella congiutura parlamentare una "maggioranza certa" è averlo esposto allo sberleffo delle condizioni della "vedova scaltra" (Oh! Signore fammi prima toccare con il dito il Regno dei Cieli e poi congiungimi con quell'anima benedetta di mio marito!). Il responso elettorale era quello che era: il 75% dell'elettorato attivo voleva dare un gran calcio nel sedere - che anche quello comincia ad essere adiposo come la Merkel - del nostro sempre risorgente Berlusconi. Hanno ora di che gridare fecalmente in quel d'Emilia compagni e soprattutto grintosissime compagne " Berlusconi merda" che è poi un censurabile modo mefitico di far politica. Lungo discorso per dire che la volontà politica democratica presidenzialmente è stata mandata a far 'n culo e il governo di larghe intese si voleva prima delle elezioni e il governo presidenziale delle larghe intese - passando da un artificioso e inesistente stato di necessità all'altro - alla fine è stato. Il presidente ex comunista inconsapevolmente si è prestato per scongiurare quello che sembrava dover essere finalmente il l'avvento della Sinistra nelle stanze dei bottoni dell'egemonia nazionale. Non andava bene al grande capitalismo della BCE e finì con non andare bene neppure al sempre meno grintoso Bersani. Certo per chi come me l'aria del privilegio ha saputo ritagliarsela il cauto ottimismo c'è ma lo nascondiamo ben bene. Ad alcuni di noi frigge dentro però la rabbia delle idee tradite, dell'ideologia che ad onta di Craxi ci consente ancora di acquitare la nostra esigente coscienza laica. Una piccola soddisfazione: gli uomini del Presidente (meno Quagliariello) sono stati messi da canto ed il velleitario ancestrale programma che gli uomini del Presidente avevano orchestrato per il governo del Presidente mi pare finito negletto. In questo modo il ribollente Grillo che acutamente aveva denunciato il golpe ma subito repentitosi deve dichiarasi colpevole di mendacio costituzionale e quindi il sasso in bocca non lo deve rigettare.
Scoppia ora la questione del superamento della crisi economica, del superamento del bossiano federalismo fiscale, dell'imbroglio del sovvertimento della legge bancaria, della indebita perdita della sovranità nazionale nel batter moneta, del ruolo di una castrata Banca d'Italia, del divieto dei prestiti compensativi alla Carli e della dismissione del risconto "sotto fascia" dell'Istituto centrale come prestatore di ultima istanza, della comica di ben tre Basilee rette volute e imposte dagli Stati Uniti d'America che furbescamente poi si sono tirati fuori iattantemente irridendoci con il ghigno che quelle loro regole valevano pevgli altri (in modo da attenuarne la concorrenza) ma non certo per loro: mica erano fessi. E Ferrara sul Foglio non ha pudori questa estate a sostenere: c'è chi può e chi non può, loro (gli americani) PUO' (in questo nuovo governo di larghe intese torna Ferrara a dar fiato alla sua VOCE DELL'AMERICA?)
Questo e tant'altro ( e tra questo tant'altro c'è il gran bordello della marea di capitali speculativi rivenienti dai pagamenti in nero della fornitura del petrolio in nero alla Cina, cosa che in via Nazionale ha già prodotto una esecuzione sotto fotrma di incomprensibile suicidio - e nessuno ne parla) questo e quant'altro dicevamo mica debbo articolarlo qui tutto questa mattina. Debbo oltretutto prepararmi per ritornare a Roma.
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