Dal CONTESTO di LEONARDO SCIASCIA
Ci sto anch'io, son io, mi è contro? Non so (e che importa sapere). Ciò chè falso mi appartiene, ciò che è vero non mi appartiene. Sciascia demente? sì anche lui demente!
Con arroganza ripetete a memoria
quel che non sapete
idee spray schiuma di vecchie e nuove idee
(più vecchie che nuove)
che le vostre labbra squagliano e sbavano
come appena ieri in braccio alla mamma
il gelato di crema. E colano
dalle vostre barbe di protomartiri
coltivata impostura
finzione di una maturità
uguali al padre e idonei dunque all'incesto.
La mamma
tutto qui il problema
la donna che sta nel letto di vostro padre
e voi annunciate il suo regno
e sotto la barba avete facce
di san luigi del neo-neo capitalismo
tutte le tare dei Gonzaga in quel volto affilato
tutte le tare della borghesia nel vostro
lui cresciuto tra i nani e i buffoni
tra i gobbi e gli impotenti
distillato dal malfrancese
e fu santo perché mai guardò in faccia sua madre
che era donna
e voi la guardate in faccia e pensate
che è una troia se sta nel letto di vostro padre
perché siete più santi di lui anche se non lo sapete
e siete cresciuti anche voi
tra buffoni nani e impotenti
tra l'oro e la luce
la barba dunque a rendere tenebrose
le facce di magnaccia delicati
di invertiti
di pervertiti
e Robespierre che non aveva barba
ride di voi della vostra rivoluzione
il suo teschio ride
la sua polvere
la sua estrema omeomeria che più vale
di tutta la vostra vita
cioè del fatto che siete vivi e lui morto
e anche Marx che aveva la barba ride
ride in ogni pelo della sua barba
ride dei gusci vuoti che vi ha lasciato
sonagliere che tintinnano
del seme essiccato del seme spento
e voi ve ne parate come muli da fiera
le scuotete nell'ozio nell'insoddisfazione nel disgusto
(il seme vivo di Marx è in coloro che soffrono
che pensano
che non hanno bandiere)
ridono Robespierre e Marx
ma forse anche piangono
dell'uomo non più umano che in voi si realizza
del pensiero che non pensa
dell'amore che non ama
del perpetuo fiasco del sesso e della mente
con cui annunciate il regno delle madri
e that is not wathI meant at all
that is not it, at all
non questo, non questo
e nemmeno noi volevamo questo
noi buffoni
viziosi
corrotti
noi padri
nemmeno noi
poiché prostituivamo la vita ma intendevamo l'amore
prostituivamo la mente ma intendevamo il pensiero
la ragione
il sesso
l'uomo e la donna
il maschio e la femmina
il dolore
la morte.
Diceva Talleyrand che la dolcezza del vivere
conoscevano solo quelli che come lui
avevano vissuto prima della rivoluzione
ma dopo di voi (non dopo la vostra rivoluzione
che non la farete) non ci sarà più
reliquia riflesso eco
della dolcezza del vivere
né di voi resterà storia
se non negli archivi del federal narcotic bureau.
L'uomo umano ha avuto la sua luna
umana dea
quieto lume d'amore
voi avete la vostra
grigia pomice vaiolosa
deserto degno delle vostre ossa non più umane
natura morta con le morte ampolle del senno
ma già non sapete niente
dell'ariostesca fiaba di Orlando
del suo senno recuperato da Astolfo
in un viaggio lunare
del senno sigillato in un fiasco
come il vostro(ma irrecuperabile
è il vostro.) Il fiasco natura morta
il fiasco cilecca dell'eros
come Stendhal diceva
in italiano nel testo
Stendhal che voi non conoscete
Stendhal che parla
la lingua della passione cui siete morti.
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