Stasera apprendo una confidenza sensazionale. Un dirigente, un altissimo dirigente del Comune di Racalmuto - che io apprezzo particolarmente - avanza un rimborso spese; chi firma il mandato di pagamento? dato l'ufficio apicale diviene un inghippo amministrativo irrisolvibile. Se avessimo sindaco e vicesindaco, magari non sempre esemplari ma sempre presenti, nulla quaestio: all'istante o la firma del mandato o il rifiuto per qualche ineludibile cavillo. Ma a Racalmuto ormai andiamo verso il triennio che o di riffe o di raffe ci privano dello scranno sindacale sol perché vi furono tre alberghi che stavano aprendo e qualche estraneo concorrente si era messo a mandare lettere anonime per denunciare un puzzo di mafia che gli faceva tanto comodo per bloccare la concorrenza. L'Antimafia scattò con fervore irrefrenabile montando un filone repressivo che ancora dura per mancanza di prove giudiziarie fondate; si è ancora in cerca di prove. E le prove non solo non arrivano ma si dissolvono anche i legittimi sospetti e il Ministero dell'Interno viene persino condannato a pagare spese giudiziarie per comprovata innocenza di due probi cittadini racalmutesi ai quali va il mio saluto riverente. Questi sono VITTIME sul serio ma nessun prete, nessuna orsolina, nessuna invaghita del biondo nazareno, nessuna scolaresca, nessun aspirante sindaco, si sogna di manifestare solidarietà. Mancando il solito commissario, l'alto dirigente si consulta con il segretario comunale straniero: che faccio? E firmatela tu, hai la firma, no? Sì ha la firma, firma ma apriti cielo. In una vacazione settimanale un commissario scorge l'arcano, fa un'inchiesta, il terrore corre sul filo: nessuno ne sa niente, nessuno ha autorizzato niente. Il povero altissimo dirigente.. finisce kafkaniamente sul banco degli imputati comunali. Condannato in camera charitatis. Destituito non so da che,
ma da chi invece dovrebbe essere lui destituito per assenza protratta ed ingiustificabile!
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