SINTESI:
Una riverberazione laica delle proprie ataviche piaghe
Racalmuto la inflisse al suo più grande figlio: Leonardo Sciascia.
Oltre alle tre corde di letteraria ascendenza, in
particolare quella erasminiana - da pizzicare con accoramento ancestrale,
dolorosamente - scaturigini ed echi di
un DNA che sprofonda nella notte dei tempi, nelle ammonitrici e neglette
testimonianze sicane, sono il dono avvelenato dell’altipiano racalmutese cui
Sciascia è dannato per una gioia creativa, per una miracolosa
transustanziazione: Racalmuto sta indissolubilmente a Sciascia per sentenza
inappellabile del moderno inferno della comunicazione multimediale. Quasi
quotidianamente, radio, televisione, carta stampata, Internet proclamano
Racalmuto “il paese di Sciascia”.
E, per converso, Sciascia sta avvinghiato a Racalmuto
in una simbiosi inviolabile. Se parco letterario si vuole sotto l’egida del
grande scrittore, esso va tutto legato a questo amaro lembo di terra
visceralmente vulnerato dal sale e dallo zolfo: il sale della sapienza; lo
zolfo della lupara. Ibridismi, devianze territoriali, accoppiamenti sarebbero
contro natura, fallaci, truffaldini.
Già, il sale nella piaga Sciascia voleva
intitolare il suo primo libro, il suo capolavoro, quelle “Parrocchie di Regalpetra”,
quel sale non su un’unica piaga ma sulle tante piaghe di Racalmuto.
Ed il parco che s’intende porre in atto quelle piaghe
vuole ricercare “in corpore vivo”, sul luogo con tanti laboratori (molti
sperimentali), da quello a sfondo psicanalitico, a quello turistico, da quello
linguistico, a quello rievocativo delle ormai appannate tradizioni, da quello
musicale a quello del recupero archeologico (sinora obnubilato, pur in presenza
di una testimonianza sicana, greca, romana, bizantina, araba, normanna,
angioina, aragonese, spagnola, borbonica, savoiarda, garibaldina, crispina,
giolittiana, protofascista, fascista, democristiana, berlusconiana) ed
archivistico (vedansi gli archivi della parrocchia della Matrice di Racalmuto
risalenti al 1550, quelli del Comune, i vari fondi Palagonia, quelli notarili
dell’archivio di Stato di Agrigento, le carte di Simancas, Barcellona, Vienna
relative a Racalmuto di cui si ha pallida notizia).
Uno stelo - la flebile voce della grafia sciasciana -
su cui innestare a margherita i tanti laboratori possibili (degli itinerari
turistici da percorrere su carretti siciliani istoriati dall’artigianato
locale; delle campagne di scavi archeologici alla scoperta delle ancestrali
ispirazioni sciasciane; delle scuole di paleologia locale sulla peculiarissima
diplomatica della comunità ecclesiale racalmutese; dei sofà della musa di
Sciascia (lingua e linguaggio, dialetto e scrittura colta nello scrittore
racalmutese); del letto psicanalitico su cui adagiare i tanti personaggi palesemente
autoctoni dell’opera del Racalmutese; dell’organizzazione del museo itinerante
delle botteghe artigiane, dei cortili fridericiani, delle criptae cum
torculare delle vetuste corporazioni racalmutesi; dell’ideazione dei
microparchi faunistici e naturalistici che gli sprofondi apocalittici delle
desuete saline hanno inferto (vedasi Sacchitello) alla mirabile facies
racalmutese.
Il parco parte dall’opera letteraria di Sciascia per
dipanarsi in tante iniziative sperimentali - i suddetti laboratori - per scandagliare
il passato, poggiare sulle disponibilità intellettuali e culturali del momento
delle tante associazioni giovanili, per fornire un background alle tante già
esistenti iniziative turistiche, per conseguire approdi scientifici inusitati
(si pensi a centri sperimentali di ricerca per
la cura e prevenzione della labilità psichica degli anziani), per
veicolare con le moderne tecniche multimediali (navigazione in CD-ROM o su
appositi siti in Internet) i risultati conseguiti in spazi planetari.
Racalmuto viene dichiarato dagli studiosi di Sciascia
“fantasmatico”: tale paradigma può (deve) trovare senso, immagine e
rappresentazione in un “parco letterario”.
In Occhio di Capra Sciascia ammonì:
“Isola nell’isola, ...la mia terra, la mia Sicilia,
è Racalmuto.. E si può fare un lungo discorso su questa specie di sistema di
isole nell’isola: l’isola-vallo ..
dentro l’isola Sicilia, l’isola-provincia dentro l’isola-vallo, l’isola paese,
dentro l’isola-provincia, l’isola-famiglia dentro l’isola-paese,
l’isola-individuo dentro l’isola-famiglia ...”.
Un lungo
discorso che Sciascia additò e non fece, il parco letterario che il nostro
Centro ha voglia di fare per una navigazione multimediale in questo dedalo di
isole fantasmagoriche, ma con centro carnale in Racalmuto, luogo ben concreto
sia pure con il suo fardello di memorie dementi. Racalmuto, terra antica, in
cui Sciascia vide e descrisse con occhi compassionevoli e con cuore trepido una
millenaria vicenda sgorgante da una
'vita pur sempre tenace e rigogliosa che si abbarbicava al dolore ed
alla fame come erba alle rocce'.
SEZIONE I
Profilo dell’Autore
Sembra persino irriguardoso volere qui tracciare un
profilo di Leonardo Sciascia, scrittore e moralista sommo dell’ultimo quarto di
questo secolo. Vorremmo solo limitarci a quello che in copertina di uno dei
tanti suoi libri di notorietà planetaria può leggersi: “Leonardo Sciascia,
nato a Racalmuto (Agrigento) nel 1921, è morto a Palermo nel 1989. Tra i più
grandi scrittori italiani del ‘900, è stato anche una delle più vigilanti
coscienze critiche del nostro tempo.” E trattasi poi del retro di una
ennesima edizione de “Le parrocchie di Regalpetra” e cioè di quel sublime
“tentativo” di Sciascia di dare senso ad un negletto e compresso paese di
Sicilia. Già! Scrive Sciascia: “Ho tentato di raccontare qualcosa della vita
di un paese che amo, e spero di avere dato il senso di quanto lontana sia
questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione”.
Quelli che ora vogliono Racalmuto, il paese della
ragione, sono dunque ben pagati.
Ma si dice che in una pretestuosa graduatoria Sciascia
verrebbe al quarto posto per una sollecitazione di un parco letterario: dopo
Verga, Tommasi di Lampedusa, Pirandello... tutti scrittori sommi, certo, ma non
classificabili secondo un criterio neppur degno .... di un campionato di
calcio.
Se un parco letterario ha senso, se un connubio tra
terra natale di un grande scrittore e la fonte ispiratrice è di palmare
evidenza, se si vogliono evitare storpiature e forzature (il verismo verghiano
compresso in talune località marine, il cerebralismo pirandelliano rappreso
nelle odiate ed abbandonate solfare agrigentine, il nobiliare struggersi
lampedusiano nel rammarico di un mondo perduto, effimero ma non riducibile alle
cadenti mura del castello avito di una irriconoscibile Palma di Montechiaro),
se si vuole davvero privilegiare un verace parco letterario, quello
articolabile nelle plaghe racalmutesi al nome di Leonardo Sciascia si staglia
imperiosamente, imparagonabilmente.
Opere
Tre volumi editi da Bompiani non sono esaustivi
dell’opera omnia di Leonardo Sciascia: omissioni gravi quali “Fuoco all’Anima”
(la vedova ha voluto censurarlo); manie agiografiche; querule superfetazioni;
rarefazioni (imperdonabili) della prosa (solo quantitativamente minore) sono
appunti critici facilmente oppugnabili.
Non si può, in questa sede, dispiegare un qualche dato
segnaletico della produzione letteraria di Leonardo Sciascia: all’occorrenza
sono esibibili lavori scientifici di alto pregio e taluni di già vasta
diffusione.
Una pagina minore, tuttavia, la vogliamo qui allegare
in fotocopia, ad ulteriore dimostrazione del vincolo indissolubile tra Sciascia
e Racalmuto.
Luoghi d’ispirazione
“E’ stato detto - polemizza Sciascia in una prefazione
alle sue “Parrocchie” - che nelle Parrocchie di Regalpetra sono contenuti i
temi che ho poi, in altri libri, variamente svolto. E l’ho detto anch’io.”
Ebbene, “Parrocchie” è libro fin troppo scopertamente raffigurativo di
Racalmuto (alias Regalpetra), di uomini racalmutesi (Lascuda, Gaspare MartineZ,
don Ferdinando Trupia e - se si vuole - gli “umanissimi” capi mafia di “Giorno
della Civetta”, tutti noi racalmutesi sappiamo benissimo chi furono, cosa veramente
pensavano, quanto effettivamente valevano), di ben precise località (non
soltanto la Noce, ma Canalotto, Serrone, Pantanelle, Castello, Castelluccio,
Matrice, S. Francesco, Monte, S. Giuliano, S. Maria di Giesu sic!, il
Corso etc.), di eretici (invero alquanto stracci e paesani quali fra Diego La
Matina), di ritrovi e di taverne (il circolo della Concordia ove uomini vani si
consideravano il sale della terra in affabulazioni vacue, derelitte, oscene,
è ancora operante; da rievocare con un apposito laboratorio di cui diremo dopo).
Sarebbe persino paradigmatico rinvenire in Racalmuto
il cosmo ispiratore dell’opera di Sciascia: i “laboratori” che proponiamo hanno
appunto questo ambizioso intento.
Bibliografia
Sconfinata è la letteratura - specie straniera, specie
francese - che riguarda Sciascia. E’ cognizione comune. A che serve citare
l’opera dell’Amboise o i mirabili schizzi del suo primo estimatore Pasolini?
Davvero dobbiamo accennare all’orgia encomiastica di un Matteo Collura? Val la
pena di citare con tutte le riserve del caso le pagine denigratorie di un Santi
Correnti? Si devono citare le pubblicazioni parlamentari? Non si mancherà in un
apposito “laboratorio” di far rivivere le devastanti polemiche sul presunto
“antistatalismo” sciasciano dei tempi delle “Brigate rosse” o sull’avversione
di Sciascia nei confronti del carrierismo di taluni magistrati - poi canonizzati per sopravvenuta
morte violenta - per preteso eroismo nella lotta contro la mafia. Scalfari,
Bocca, Arlacchi, Della Chiesa, Camilla Cederna scrissero pagine astiose e dure,
tutte comunque riesumibili in ricerche d’archivio che l’eventuale “Parco”
dovrebbe sollecitare e concretare.
Il letterato, il poeta, il maestro, il polemista, il
microstorico, il critico d’arte, il politico, il deputato, l’anarchico, l’amico
di Pannella e di “Lotta continua” e via di seguito, solo un parco letterario al suo nome, in Racalmuto,
potrà far rivivere per un impulso rievocativo, per una riaccensione dei valori
cari a Sciascia, per la rivisitazione in loco, per lo sviluppo di un
turismo che non è detto che debba essere di massa, ma può e deve essere colto,
avveduto, magari elitario ma vivificante. A che serve una pagina del TCI -
certamente meritevolissima ed accattivante -
su Racalmuto, se dovesse tardare un “parco letterario” idoneo a
rettificare le tante, troppe, sviste, topiche, inverosimiglianze storiche che
attualmente la storpiano?
Rapporto con il territorio
Da quello che abbiamo già detto emerge a chiare lettere il rapporto intenso,
vivificante, indissolubile tra Sciascia e
Racalmuto. Regalpetra è Sciascia; Racalmuto è Regalpetra. Dilungarsi è
ozioso.
Livello di notorietà, in Italia e all’estero.
Ci dichiariamo davvero incapaci di ragguagliare
sull’immensa notorietà di Sciascia, oltre a quella scontatissima in Italia, in
tutte le parti del mondo, da quello occidentale allo sterminato pianeta cinese
(i postini racalmutesi impazzivano nel cercare di decriptare l’indirizzo del
fiume di lettere che perveniva dalla Cina per essere recapitate, in estate, a
Sciascia tutto preso con la creazione dei suoi capolavori nella rustica casetta
della contrada Noce).
Pur nella sua esageratissima modestia, Sciascia ha
destinato alla Fondazione al suo nome (chissà se e quando sarà operativa) l’immensa mole di “edizioni e traduzioni dei
miei libri, di tutte le lettere da me ricevute in circa mezzo secolo di
attività letteraria”.
Ci pare comunque significativo che persino nella
sperduta università di Buffalo (USA) si approntino tesi di laurea ove Sciascia
la fa da maestro (Vedansi le accluse fotocopie di una tesi di laurea di Marie
Saccomando Coppola su “Toward a missing link in the identity of Italian
American women: oral histories of Sicilian and Sicilian American women”).
SOGGETTO PROPONENTE
Soggetto proponente:
“Centro Socio-culturale Conte Del Carretto”
associazione senza scopo di lucro
Trattasi di associazione con sede in Racalmuto,
contrada Caliato n.° 26. Lo statuto, che si allega, è sufficientemente
esplicito sulle finalità dell’associazione; in particolare - a parte l’attività
didattica e formativa - è preminente lo scopo di “adottare le iniziative
culturali per la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico”
racalmutese.
L’associazione che ormai vanta un’affermazione di tutto
risalto nel mondo professionale, culturale, imprenditoriale racalmutese, opera
di concerto con la realtà giovanile e in piena collaborazione con le contigue
associazioni giovanili locali. Con queste concerterà cooperazioni ed
applicazioni nel caso nel caso fosse officiata del parco letterario in
discorso.
In tal caso si adopererà quale centro di coordinamento
operativo, riservandosi comunque la regia e la responsabilità amministrativa.
Responsabile della realizzazione
degli interventi
L’associazione ha affidato la responsabilità degli
interventi e la direzione degli stessi al
dott. Calogero Taverna, via Lorenzo Rocci, 68 - 00151
Roma (tel. 06/65742876).
Il dott. Calogero Taverna, racalmutese di nascita e
con attaccamento alla sua terra natale, è un ex ispettore di Vigilanza della
Banca d’Italia ed è stato superispettore del Secit negli anni ottanta.
Dedito ormai alla ricerca storica su Racalmuto, è
assiduo frequentatore degli Archivi Segreti Vaticani e di quelli statali,
vescovili e parrocchiali in cui ha scovato materiale di prima mano sulla
microstoria di Racalmuto. In quiescenza, ha ancora l’occorrente vitalità per
direzioni quali quelle in discorso ove potrà avvalersi della non comune
esperienza acquisita in campo bancario, fiscale, finanziario ed amministrativo.
Opererebbe gratuitamente, con spirito di servizio. La sua non comune conoscenza
dell’opera sciasciana sarebbe molto proficua ai fini della buona riuscita del
progettato parco letterario.
Descrizione del territorio
Il territorio di Racalmuto ben si presta ad un ordito
di transfigurazioni letterarie sulla scia delle varie, ineguagliabili visioni
creative sciasciane. La Noce, ad esempio, si trasfigura in un paesaggio
tizianesco, con visionarietà erotiche, con senili “alumbriamenti”. La Chiesa
del Carmine entra d’impeto nelle Parrocchie di Regalpetra “con un massiccio
sarcofago di granito, due pantere rincagnate che lo sostengono”. Il Castello
Chiaramontano è ancora altissimo ed imponente e là “il conte stava affacciato
al balcone alto tra le due torri guardando le povere case ammucchiate ai piedi
del castello”; allora (nel ‘600) come adesso. “Di zolfare e saline si dice nei
privilegi reali relativi a Regalpetra”. Qualche svista storica qui Sciascia la
commette; ma zolfare e saline costellano tuttora il territorio racalmutese, per
una rivisitazione creativa alla Sciascia, per una rievocazione delle amare
vicende sindacali come antichi contratti (si acclude una fotocopia del
frontespizio).
Le pagine (23, 24, 25 e 26) - che qui in fotocopia
richiamiamo - sono ancora tutte godibili in una localizzazione del parco. Come
ai tempi cui Sciascia si riferisce e ciò in una sovrapponibilità di sicuro
richiamo turistico.
Località, fatti, figure, apologhi delle Parrocchie, di
Morte dell’Inquisitore, degli Zii di Sicilia, di Occhio di Capra, del Mare
colore del vino, di Kermesse, della vasta produzione minore, saranno
puntualmente ricollocati negli anfratti in cui Sciascia li aveva allogati pur
nella trasfigurazione della propria letteraria creatività. Il parco - se
prescelto - saprà bene individuare una cosiffatta topografia. Racalmuto resta
tutto sommato intatto. Certo, devastazioni, incurie, inculture danni ne hanno
prodotti. Un motivo in più perché si dia vita ad un “parco” chiamiamolo pure
“letterario”.
Descrizione degli interventi
previsti.
Non si ha un animo di acquisire stabili o terreni di
sorta (anche se sarebbe opportuno per stroncare l’attuale vandalismo
culturale): oltre tutto la natura giuridica dell’associazione proponente lo
impedirebbe.
Ma operare con
gli strumenti giuridici degli affitti pluriennali o con la sollecitazione verso
gli enti pubblici (territoriali e non) è pur possibile. Case vetuste potranno
venire restaurate e ricondotte alle loro antiche attitudini ad ospitare i
contadini descritti da Sciascia o gli zolfatai delle varie pagine del grande
scrittore o dei salinai cui il grande Racalmutese dedica note forse le sole
commosse del suo scrivere con “blasfema ironia”, come ebbe a confessare.
Gli interventi veri e propri comunque saranno quelli
di cui dopo diremo quando specificatamente descriveremo latitudini e
peculiarità dei nostri “laboratori” che presumiamo decisamente originali ed
irrepetibili.
Descrizione delle attività
promozionali e culturali previste
Nucleo del “parco” sarà l’articolazione dei seguenti
laboratori:
)
organizzazione di itinerari turistici ispirati all’opera di Sciascia con
modalità e percorsi inconsueti;
)
istituzione di musei (religiosi, etnografici, storici) che pur rifacendosi alle
notazioni sciasciane sappiano valorizzare la sconfinata - ma per il momento
solo parzialmente conosciuta - storia di Racalmuto e dei dintorni (Grotte,
Naro, Montedoro, Bompensiere, Milena);
)
scuole di alta specializzazione nei settori della diplomatica, paleografia,
archeologia, microstoria, settori di specifico riferimento a Racalmuto ed al
suo inestimabile patrimonio archivistico, archeologico e storico;
)
sofà psicanalitico per una inusitata indagine sui testi di Sciascia e per una
concreta fruizione dei risultati a fini terapeutici, specie nel settore della
labilità mentale senile;
)
concertazione di iniziative volte al recupero del dialetto racalmutese, della
tradizione musicale locale, del canto gregoriano quale nei secoli scorsi clero,
sodalizi monacali e le peculiari confraternite racalmutesi salmodiavano come i
tanti “libri cantorum” custoditi nelle chiese di Racalmuto comprovano ed in
certo senso tramandano;
)
coordinamento con i centri culturali di Grotte per il recupero della tradizionale
teatralità di questa periferia agrigentina;
)
collegamento con il locale circolo Unione per un’ardita riesumazione dello
sciasciano “circolo della concordia” con i suoi veridici personaggi, le sue
atmosfere sociali, il suo scenario, le sue vetuste sale: un micromuseo in un
normale e funzionante circolo quale continua ad essere;
)
compartecipazione maggioritaria in una società mista con il Comune cui
demandare iniziative imprenditoriali nel campo del turismo locale;
)
costituzione di una società di capitali per rilanciare il vecchio progetto di
una traslazione cinematografica delle “Parrocchie di Regalpetra” che il regista
racalmutese Beppe Cino - discepolo di Rossellini - da tempo agogna di girare;
)
attività traslativa dei disparati risultati conseguiti in CD-ROM o in siti
Internet a disposizione del mondo dei navigatori informatici.
Di ognuno di codesti “laboratori” forniremo nella
sezione 2 ogni opportuno ragguaglio.
Analisi di marketing e ipotesi di flussi migratori
Discettare di marketing a sfondo turistico oggi per
Racalmuto sarebbe idiozia: Racalmuto è depresso; è in fase di declino
demografico; l’esodo è persino biblico; agricoltura, miniere, salgemma sono flatus
vocis. Un tempo, no: rappresentavano realtà di turbolenza economica. A fine
Ottocento si parlava di Eldorado a motivo dello zolfo racalmutese; nel XV
secolo i genovesi, i grandi usurai, i nobili di Racalmuto intessevano contratti
a termine sul grano che sembrano moderne operazioni speculative (i termini odierni
sarebbero: spot, forward, swap). Ed allora si deve lasciar morire un centro
così glorioso? Non c’è un motivo in più per piantarvi un parco letterario che è
obiettivamente idoneo ad una sorta di resurrezione di Lazzaro (economicamente
parlando s’intende)? Oggi un circolo vizioso sembra attanagliare Racalmuto: si
nega un “parco letterario” perché flebile
è il marketing ed evanescente il flusso turistico; non c’è marketing e
flusso turistico perché latitano iniziative intelligenti del tipo “parco letterario”.
Non val la pena spezzare un siffatto circolo vizioso ed inventarne uno
“virtuoso”? Non è persino doveroso
ideare un parco letterario al nome di Sciascia per avere marketing e flusso
turistico?
V’è una via privilegiata che si può (forse si deve)
percorrere: studiare, ricercare, sperimentare, e, quindi, digitalizzare,
produrre CD-ROM, trasferire su Internet. Lettori inconsueti, curiosi delle più
lontane plaghe del mondo, ricercatori, studiosi sicuramente avranno voglia di
venire in loco nella sperduta Racalmuto, per curiosare, appurare,
constatare, criticare, suggerire. Un flusso turistico colto, cui subentrerà di
certo quello di massa.
Che cosa è oggi Racalmuto sotto il profilo economico?
Anche in aree a sviluppo industriale tradizionalmente
compresso, quali la Sicilia o in particolare l’Agrigentino o l’interna plaga
racalmutese, si avvertono - alle soglie del 2000 - sommovimenti, fremiti,
premonizioni, affioramenti di potenzialità produttive che non vanno
sottovalutati o peggio repressi. L’approccio all’insorgente realtà economica e
sociale di un siffatto territorio va prontamente depurato dagli usuali
preconcetti: persino gli atavici inceppi quali gli ostacoli malavitosi stanno
venendo aggrediti da una magistratura che, al di là delle critiche, appare
efficace ed efficiente nella lotta alla mafia.
Se poi - senza pregiudizi - si dà uno sguardo alla
caotica ricchezza finanziaria, sia pure di derivazione criminale, si vanno
evidenziando i segni di una mutata e riformata realtà, propizia ad investimenti
localizzati, atti a remunerare capitali privati al presente allo sbando tra i
depositi bancari, assolutamente non più remunerativi, tra i titoli di Stato in
avvilente depressione reddituale, nonché tra i disavvertiti approcci alla
Borsa. Sintomatico il fatto che nella sola Racalmuto si raggrumano negoziazioni
- spesso incaute, quasi sempre dilettantescamente ispirate - per oltre il
miliardo di lire giornaliero.
Le vocazioni industriali quindi sbocciano con
intensità crescente e con affinamento vieppiù pregevole.
Quello che di certo può preventivarsi è un
consolidarsi di attività informatiche in un siffatto contesto economico. Non si
è lontani dal vero se si prevedono iniziative atte a vivificare ciò che ormai
si indica come “mercato consumer”.
E nel “mercato consumer” l’avvento della rivoluzione
digitale ha determinato una svolta tecnologica molto settoriale e di portata
fortemente specialistica, giusta le analisi della pubblicistica specializzata.
Nelle aree di relativo sottosviluppo l’impatto tra
l’arretratezza dei comparti tradizionali e i fermenti del mondo informatico ha
peculiarità non perspicuamente indagate ma non per questo meno precorritrici di
flussi e di apporti capitalistici, secondo una prospettiva davvero allattante.
Si pensi che in territorio di Racalmuto - sacca di
sicuro industrialmente retriva - la Telecom ha installato per la sua rete di
telefonia digitale un’antenna d’avanguardia, non avendo remore a corrispondere
per il solo affitto del suolo d’installazione canoni annui esorbitanti (si parla
di una ventina di milioni l’anno per un terreno agricolo il cui valore
commerciale d’acquisto non supera i sei
milioni di lire per ettaro). Se una multinazionale avveduta investe così
massicciamente in una zona come Racalmuto, ciò significa che in loco è
prevedibile uno sviluppo di iniziative legate alla telematica, a prescindere
dal vezzo del cellulare e cioè dalle aberrazioni che il nuovo “status symbol”
comporta.
In particolare vanno condivise le opinioni di chi
afferma: “Di questo quadro generale [ ... ] l’elemento più interessante è
sicuramente il fatto che il mercato comunque cresce, modifica la sua struttura,
amplia la sua larghezza di banda. Un mercato nel quale i punti di emissione, i
centri del broadcasting si moltiplicano. Cresce, parallelamente, la domanda di
comunicatori digitali, di professionisti capaci di comunicare ma, soprattutto,
padroni (culturalmente e tecnicamente) del digitale e delle nuove possibilità
di organizzare e veicolare i contenuti ...”
In generale importano soprattutto queste annotazioni
della pubblicistica ormai pacificamente accolte: “gli stop-and-go che
caratterizzano i livelli alti del business del multimedia dimostrano anche
un’altra cosa. La piccola
taglia, la piccola dimensione d’impresa (dove bassi costi fissi si associano
ad un alto grado di cultura, di
creatività, motivazione in una struttura non elefantiaca e
deburocratizzata, qualità che la grande scala aziendale difficilmente può
vantare) possono essere armi
vincenti [corsivo del r.] ”
Conclusivamente resta assodato che: “la piccola
impresa, la sua capacità di sfruttare creativamente gli strumenti della
comunicazione multimediale, la sua mentalità in piena sintonia con il timing e
il flusso degli eventi digitali, l’assenza di zavorra analogica possono giocare
un ruolo vincente anche in mercati dove incrociano transatlantici e corazzate.
[ ...] Se nell’editoria pura .. i più piccoli non hanno la forza finanziaria
per attendere che il mercato maturi ... , una buona mossa può essere la
produzione magari al servizio o in alleanza con la grande impresa.”
In tale humus potrebbe radicarsi il nostro parco che
dovrà ramificare in coincidenza con gli sviluppi industriali di plaghe quali
Racalmuto e fruttificare nel preventivabile boom dell’informatica e della
telematica. Tende, esso parco, a profittare delle risorse culturali,
paesaggistiche, archeologiche, professionali che la patria di Sciascia ha
doviziosamente in serbo, anche se sinora neglette.
Per il momento Racalmuto abbonda solo di impiegati
comunali: l’azienda “Comune” - ripostiglio di indolenza sociale, politicamente
appetibile solo per i risvolti del clientelismo elettorale - consente
sopravvivenza ad un pletorico personale.
Ben 121 dipendenti figuravano più o meno miseramente
sovvenzionati nel decorso anno. Una massa di stipendi e di oneri riflessi pari
a 5 miliardi e mezzo di lire si aggrumò nel 1997 sulle spalle dei contribuenti
( a dire il vero la Ragione Siciliana profuse un miliardo e mezzo di lire). Un
contorno di personale - di impalpabile qualificazione professionale - riscuote
salari a titolo di L.S.U. (lavoro socialmente utile): 100 milioni a carico del
Comune; 1,5 miliardi a carico dello Stato o della Regione.
Il quadro sinottico tracciabile si dispiega lungo
queste cifre:
Scuole dell’obbligo
|
||
maschi
|
femmine
|
totale
|
50
|
3
|
53
|
Licenza
media superiore
|
||
maschi
|
femmine
|
totale
|
43
|
18
|
61
|
Laurea
|
||
maschi
|
femmine
|
totale
|
3
|
4
|
7
|
Totale generale
|
||
maschi
|
femmine
|
totale
|
96
|
25
|
121
|
Emblema dell’irrazionalità del quadro economico è il
seguente prospetto delle licenze commerciali:
1.
Commercio fisso: n.° 162;
2.
Commerci su aree pubbliche: n.° 143;
3.
Produttori agricoli: n.° 51;
4.
Pubblici esercizi: n.° 27.
Un terziario così pletorico sarebbe esiziale se non
fosse inattendibile. Un velo ipocrita, o peggio, copre dunque una realtà
economica ben più viva ed operosa che sfugge alle statistiche ufficiali.
Diversamente non si spiegherebbe la massa di mezzi fiduciari in parcheggio
presso le banche; diversamente sarebbe dissennatezza la frotta di laureati
(nelle più disparate discipline) che Racalmuto annualmente sforna. Oggi, con
connotati di disoccupazione totale o di sottoccupazione, questo piccolo centro
dell’Agrigentino annovera tecnici laureati o diplomati (ingegneri, architetti,
geometri) nel settore scientifico per una settantina di elementi; tecnici
dell’area contabile (laureati in economia e commercio e ragionieri) per circa
una ventina di soggetti ed altrettanti nell’area giuridica (avvocati o meri
laureati in giurisprudenza).
Si guardi l’illuminante foglio di un periodico locale
(Vedi fotocopia).
Quantificazione di massima del valore degli investimenti proposti e delle fonti finanziarie
In relazione ai suaccennati “laboratori” può prefigurarsi
questo budget di investimenti approntabili dall’Associazione Conte del
Carretto:
1 ) organizzazione di itinerari turistici ispirati
all’opera di Sciascia con modalità e percorsi inconsueti;
|
||||||||||||
Acquisto di n.° 10 carretti
siciliani istoriati
|
a L. 10.000.000 cadauno
|
L. 100.000.000
|
||||||||||
Acquisto di n. 10 giumente
|
a L. 5.000.000 cadauna
|
L. 50.000.000
|
||||||||||
Bardature diverse
|
L. 20.000.000
|
L. 20.000.000
|
L. 170.000.000
|
|||||||||
Studi e ricerche per la definizione degli itinerari
turistici
|
L. 20.000.000
|
L. 20.000.000
|
||||||||||
Retribuzione e compensi ad
accompagnatrici/accompagnatori
|
Anticipo per il primo anno
in misura forfettaria di L. 12.000.000 per ciascun componente: sono previsti
n. 10 collaboratori, uno per ogni carro. Dopo il primo anno, i proventi della
specifica attività dovranno essere sufficiente alla copertura finanziaria
|
L. 120.000.000
|
L. 120.000.000
|
|||||||||
Spese varie
|
Imposte, tasse, cancelleria,
assicurazioni, telefono, fitti, compensi straordinari
|
L. 60.000.000
|
L. 60.000.000
|
|||||||||
Totale laboratorio sub 1°
|
L. 370.000.000
|
|||||||||||
2 ) istituzione di musei (religiosi, etnografici,
storici) che pur rifacendosi alle notazioni sciasciane sappiano valorizzare
la sconfinata storia di Racalmuto e dei dintorni (Grotte, Naro, Montedoro,
Bompensiere, Milena).
|
||||||||||||
Fitto dell'ex ospedale di
San Giovanni di Dio
|
Il fitto è relativo al primo
anno: dopo i proventi dovranno essere bastevoli per la copertura finanziaria
|
L. 36.000.000
|
||||||||||
Adattammento dei suddetti
locali
|
sistemi d'allarme; strutture
musive, e varie
|
L. 300.000.000
|
||||||||||
Recupero del materiale
ecclesiastico
|
Piviali, pianete, statue,
quadri ed altro
|
L. 500.000.000
|
||||||||||
Allestimento presso un
atelier del luogo delle suppellettili antiche di cui ai disponibili inventari
|
L. 300.000.000
|
|||||||||||
Spese per il personale
|
limitatamente al primo anno
|
L. 100.000.000
|
||||||||||
Spese varie
|
Cancelleria, tasse ed altro
|
L. 80.000.000
|
L. 1.316.000.000
|
|||||||||
Fitto di case sparse per il
museo etnografico
|
Precedibile un minimo di 10
case caratteristiche di varia dimensione il cui fitto medio non supererebbe
le L. 12.000.000 annue. Fitto previsto per il primo anno
|
L. 120.000.000
|
||||||||||
Reperimento di arredi
popolari antichi
|
L. 50.000.000
|
|||||||||||
spese per il personale
|
L. 120.000.000
|
|||||||||||
spese varie
|
L. 20.000.000
|
L. 310.000.000
|
||||||||||
Utilizzo di locali comunali
per sistemazione dell'archivio storico racalmutese
|
Si è certo che i locali si
avrebbero in comodato: le spese si limiterebbero dunque alle opere di
adattamento
|
L. 10.000.000
|
||||||||||
Mobilio ed arredi vari
|
L. 100.000.000
|
|||||||||||
Spese per il personale
|
L. 50.000.000
|
|||||||||||
Spese per computer,
abbonamenti Internet, telefonia
|
L. 100.000.000
|
|||||||||||
Spese varie
|
L. 30.000.000
|
L. 290.000.000
|
||||||||||
totale
|
L. 1.916.000.000
|
|||||||||||
Il preventivo verrebbe
coperto dall'eventuale contributo per il parco per non più del 40%; il resto
verrebbe reperito con apporti contributivo del Comune, Provincia e Regione;
al limite si ridimensionerebbero siffatte iniziative
|
L. 766.400.000
|
|||||||||||
3 ) scuole di alta specializzazione nei settori
della diplomatica, paleografia, archeologia, microstoria, settori di
specifico riferimento a Racalmuto ed al suo inestimabile patrimonio
archivistico, archeologico e storico;
|
||||||||||||
Nei predetti musei ed
archivi si dovranno aprire scuole specialistiche di paleologia, archeologia,
storia locale. Limitata la spesa per i locali
|
L. 10.000.000
|
|||||||||||
Compensi a docenti (specie
di livello universitario)
|
L. 100.000.000
|
|||||||||||
Spese per il personale molto
limitate (sarà utilizzato soprattutto quello disponibile per le altre
iniziative)
|
L. 40.000.000
|
|||||||||||
Spese varie
|
L. 50.000.000
|
L. 200.000.000
|
L. 200.000.000
|
|||||||||
4 ) sofà psicanalitico per una inusitata indagine
sui testi di Sciascia e per una concreta fruizione dei risultati a fini
terapeutici, specie nel settore della labilità mentale senile;
|
||||||||||||
Si conta sulla circostanza
che i locali del vecchio ospedale racalmutese (dovuto a lasciti di apprezzati
benefattori locali) - oggi in totale abbandono vengano dati in comodato
all'Associazione proponente.
|
Le spese sono dunque quelle
occorrenti per la sistemazione
|
L. 200.000.000
|
||||||||||
Attrezzatura scientifica
|
L. 500.000.000
|
|||||||||||
Personale specializzato
|
L. 200.000.000
|
|||||||||||
Contributi scientifici
universitari
|
L. 50.000.000
|
|||||||||||
Spese varie
|
L. 30.000.000
|
|||||||||||
totale
|
L. 980.000.000
|
|||||||||||
Anche qui prevedibili
contributi degli enti locali. A carico del Parco non più del 40%. In caso di
insufficienza di fondi, il progetto verrebbe adeguatamente ridimensionato
|
L. 392.000.000
|
|||||||||||
5 ) concertazione di iniziative volte al recupero
del dialetto racalmutese, della tradizione musicale locale, del canto
gregoriano quale nei secoli scorsi clero, sodalizi monacali e le peculiari
confraternite racalmutesi salmodiavano.
|
||||||||||||
È codesta iniziativa che potrà svolgersi nei
locali disponibili per altri laboratori. Si conterà soprattutto sul
volontariato, davvero generoso in codesti comparti a Racalmuto.
|
Le spese sono dunque
limitatissime. Si possono pure prefigurare in alcune spese varie non
eccedenti
|
L. 5.000.000
|
L. 5.000.000
|
L. 5.000.000
|
||||||||
Nessun commento:
Posta un commento