Lillo Taverna Carissima
Santina, perché tanto pessimismo? Sono uno storico e parlo a ragion veduta.
Racalmuto non è mai stata così positiva come adesso. E ti assicuro che fra tre
o quattro anni risplenderà almeno sotto il profilo del benessere, della civiltà.
Pensa un po': nel 1956 a Leonardo Sciascia
Racalmuto appariva lontana "dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla
ragione". Tutto l'opposto della definizione appioppataci da furbastri che
ora aspirano a farci da sindaco che volevano fare credere al mondo che questo
per Sciascia "era il paese della ragione". Tutto vero allora, ma
tutto - per fortuna - falso quando altre menti labili (anche questi con voglie
sindacali) vollero scolpire questa ingrata definizione su un osceno masso
marmoreo al vecchio calvari
Lillo Taverna Se
confronto il 1948 con adesso appare inoppugnabile che dagli irrespirabili
abituri siamo pervenuti alla linda e gradevole opulenza d'oggidì. Merito del
cielo, delle preci delle orde pretesche, degli spiritualismi di politicizzate
sagrestie matriciali?
No cara; tutto gran
merito dei racalmutesi e di chi li ha in mezzo secolo amministrati.
Con errori, certo; con
devianze, sicuro; con sperperi e perché no: tutti soldi messi in circolo, gioia
di vivere, in allegre convivenze, in salti nella qualità della vita. I
Io plaudo. Lasciano
mari di debiti non assolti (e perché dobbiamo pagarli? ammortizziamoli dicono i
ragionieri), ma lasciano anche mari di crediti certi liquidi ed esigibili;
facciamoli emergere come sopravvenienze attive (dicono sempre i ragionieri). A
monetizzarli, a scontarli (per usare un linguaggio di più austero sapore
bancario) ci vuole poco o nulla.
Per far che? Come a
Campobello di Licata facciamo venire gli iracheni a impiantare mega melograneti
d'avanguardia alla Forestale; portiamoci l'acqua dello Zaccanello per le
moderne irrigazioni. Le chilometriche digressioni alabastrine da Gargilata a
Sacchitello si trasformino in cave per prospere lavorazioni polimorfe sino alle
vetrate che già hanno adottato nella cattedrale di Cefalù. Individuiamo le
nostre vetustissime testimonianze archeologiche, i nostri ricchi siti, i nostri
mondi sommersi unitamente agli archivi preziosissimi, e facciamone tesoro,
attrattiva artistica. Se autostrade devono vulnerare le nostre plaghe più
feraci vi si faccia allora l'aeroporto: capitali cinesi sarebbero ben lieti di
supplire ai disastri del dismesso progetto.
Non voglio continuare.
Non compete a me programmare l'avvenire economico, industriale, turistico e
finanziario di Racalmuto. Ma credimi tutti questi arroganti quanto vacui
soggetti locali che si vanno candidando a sindaci e consiglieri non sono
all'altezza.
Non è questione di
onestà o meno. Gli imbecilli non possono fare a meno di essere onesti. Non hanno
professionalità, mancano di capacità manageriale. Io vi amo a voi donne ma
ancora ne dovete fare di strada per competere con la maschile forza con la
maschile inventiva con la maschile sagacia nel gestire un Comune: Racalmuto è
tra le prime grandi dieci aziende della provincia quanto a fatturato. I vostri
apporti tendono ancora al pietismo sentimentale. Pecunia non olet. Non piange, non si commuove. Ma sine pecunia nihil.
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