venerdì 20 novembre 2015
Salvatore Picone è davvero bravo, scrive a quel Dio, abile ed è anche simpaticissimo affabulatore. Gli voglio un bene dell'anima e quando potrà essere genuinamente se stesso farà cose eccelse.
Salvatore Picone è davvero bravo, scrive a quel Dio, abile ed è anche simpaticissimo affabulatore. Gli voglio un bene dell'anima e quando potrà essere genuinamente se stesso farà cose eccelse.
Invero si è prodotto in una abilissima difesa della collabente Fondazione Sciascia e sembra esserci riuscito. Avevo voglia di contestarlo (e credo di avere tante frecce acuminate nel mio arco) ma contro Totò Picone non me la sento. Più che la Veritas poté l'amistà. Succede a dei vecchi parrucconi come me.
Ma lui sa in cuor suo che ha menato il can per l'aia. Il distacco di personale o lo sperpero di soldi comunali per una istituzione nata morta per voracità di interessati eredi può portare i nostri bravi amministratori nelle aule giudiziarie in antipatiche vesti.
Si sciolga la Fondazione per irraggiungibilità dell'oggetto sociale e ritorni al Comune ciò che è del Comune (pressoché tutto). E Ditta, anagrafe dello scrittore defunto da troppi anni per aver voce in capitolo nella cultura e nella novella società si sfruttino per il BEENE COMUNE anziché per scervellati profittatori agnatizi.
Racalmuto non è un paese di babbei. Nessuno può prenderci in giro a buon mercato. E tanto è avvenuto purtroppo in nome dell'autorevole Sciascia, incolpevole se non altro perché defunto. Tante scelleratezze non si sarebbero verificate lui VIVO.
Invero si è prodotto in una abilissima difesa della collabente Fondazione Sciascia e sembra esserci riuscito. Avevo voglia di contestarlo (e credo di avere tante frecce acuminate nel mio arco) ma contro Totò Picone non me la sento. Più che la Veritas poté l'amistà. Succede a dei vecchi parrucconi come me.
Ma lui sa in cuor suo che ha menato il can per l'aia. Il distacco di personale o lo sperpero di soldi comunali per una istituzione nata morta per voracità di interessati eredi può portare i nostri bravi amministratori nelle aule giudiziarie in antipatiche vesti.
Si sciolga la Fondazione per irraggiungibilità dell'oggetto sociale e ritorni al Comune ciò che è del Comune (pressoché tutto). E Ditta, anagrafe dello scrittore defunto da troppi anni per aver voce in capitolo nella cultura e nella novella società si sfruttino per il BEENE COMUNE anziché per scervellati profittatori agnatizi.
Racalmuto non è un paese di babbei. Nessuno può prenderci in giro a buon mercato. E tanto è avvenuto purtroppo in nome dell'autorevole Sciascia, incolpevole se non altro perché defunto. Tante scelleratezze non si sarebbero verificate lui VIVO.
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