lunedì 19 settembre 2016

Io ho subito un triplce traima: Modena, Messina e Rieti (per frequentazione stagionale). Ho contestato. Il Governatore gentilmente mi ha risposto ma parlando di "costi/benefici". I costi che sostiene la Banca d'Italia son talmente dissolventi da polverizzare il patrimonio tanto da condurre a quella follia della imposibile ricapitaizzazione dell'ottocentesco Capitale Sociale. Fra tre o quattro anni, venduto tutto, chiuso filiali, rientrati dal parcheggio CSR l'immenso castelletto di Parmalat azzeratosi di valore che prima si annidava nel nostro ex fondo pensioni, a cosa dovranno o potranno ricorrere? Dovranno portare i libri in tribunale dovendo dichiarare "fallimento". I benefici? dove più stanno? Non si stampano più soldi da prestare alle banche, non si fa più tesoreria di Stato, resa zero per volere di Ciampi dei Titoli "nazionali" (così li chiamano i novelli ispettori di Vigilanza ma sono sempre i soliti tutili del debito publico del monte titoli in bilancio parte sinistra delle poste patrimoniali), vendute anche le sedi delle filiali che si vanno chiudendo (che pare e rapinate come mi si dice per Rieti) della Banca d'Italia cosa resterà? Un ricordo e nulla più? Non avverrà ma occorre vigilanza democratica, dal basso. Io non è da ora che la faccio. Ero solo, mi pare che inziano a seguirmi.  Calogero Taverna

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