Chi di noi è assurto al rango di 'intellettuale', vuoi per suo demerito vuoi per demerito delle scalcinate scuole italiche o per i depravati seminali episcopali, avendo ora parterre senza freni, incorre in gravissime responsabilità civiche ed etiche. Se diventa bizzarro nazista, uscito pensionato a doppia ganascia dai ranghi BI notoriamente in naftalina culturale, non può impunemente lanciarsi in istigazioni al genocidio in mare di negre incinte, giudicandole sataniche naviganti per carpire il sacro ius soli italico. Chi come me naviga nei procellosi mari del sarcasmo senza fede non deve abusare della licenza d'inganno che FB offre a dismisura. Chi giunto negli anni tragici dell'occaso esistenziale non deve romperci l'anima col suo disfattismo pessimistico. Chi ha invidia del vicino deputato che guadagna tanto da competere con la sua indegna locupletazione non può sbizzarrirsi in fecali apprezzamenti che mettono in grave pericolo l'economia nazionale notoriamente legata alla fiducia dei capitali esteri o estero-vestiti che siano. Sono per la censura? Mai. Ma è obbligo di questa sedicente Polizia Postale vigilare sui diari necrofili e razzisti o della mia odiata sinistra disfattista: sia sollecita nell'attivare le azioni giudiziarie del nostro non spregevole ordinamento giuridico. Calogero Taverna
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