I pascoli coprono la massima parte dell'area più elevata della
regione, al di sopra dei 1200 m. Essi differiscono notevolmente
tra una parte e l'altra, perché in alcune zone la cotica erbosa che
li costituisce è compatta (così, per esempio, nei piani di Cornino,
Rascino, ecc.), in altre è discontinua e inframezzata con affioramenti
di roccia, specialmente sui pendii ripidi. Secondo l'altezza
a cui si trovano, poi, sono in parte diverse anche le piante che
li formano. Dappertutto, peraltro, prevalgono, come al solito,
le graminacee, e specialmente la Festuca ovina, poi anche le
seguenti: Fatuca &a, Poa pratensis, P. viokceu, P. alpina,
Bromus erectus, Brachypodium pinnatum, Nardus strkta, Agrostìs
tenuis, Avem praetutkna, Phieum pratense, e moltissime altre
specie. Vi abbondano pure alcune legurninose (Lotus corniculatus,
Medhgo Zupuiina, TrifoZium micruphyUum, ecc.), composite
(Gnaphalium supinum, Senecw Dm-onicum, Centaureu variegata,
C. virescens, CarZina alpina, Taraxacum officina&, BeRis perennis,
ecc.), giuncacee (Luxula spicata, L. campest*), liliacee
(Cokhicum alpinum) , iridacee (Crocus vernus) , orchidacee
(Orchis sambucina, 0. mascula), cariofillacee (Alsine verna, SiZene
--
(32) A. DE PHILIPPIS, Classificazioni e indici del clima in rapporto alla Vegetazione
forestale italzana, in <Nuovo Giorn. Bot. Ital. », n. S., 44, 1 (1937).
IL CICOLANO - STUDIO DI GEOGRAFIA UMANA
saxifraga, Dianthus Carthu.siamm, D. Caryophyllus), violacee
(Viola calcarata), crocifere(Arabis hirwta, Thùmpà alpestre), ranuncolacee
(Anemone alpina, Ranun.cu.2u.s montanus), crassulacee
(Sempervivum arachmideum, Sedum album), rosacee (Potenti&
vernu, Akhemih uulgaris), primulacee (Primula acaulk),
genzianacee ( W i a n a tuteu, G. verna), borraginacee (Myosotis
alpestris, CymgZmsum magetknse), scrofulariacee (Verbascum
longifoli.um, Linaria purpurea, VeronZca officìnalk, V. serpyllifolia,
Euphr& of f icindis), labiate (Lamium garga~icum,
Salvia pratensis, Thymus SerpyUum), plantaginacee (Plantago
montana), rubiacee (Galium vmum, G. pusiuum). Ho ricordato
solo le specie più frequenti. Benché in minor misura che in molte
altre regioni dellJItalia centrale, anche nel Cicolano, ormai, il
paesaggio vegetale appare come fortemente umanizzato. Vegetazione
veramente spontanea la troviamo soltanto in alcune parti
delle Montagne della Duchessa.
VI. LE VICENDE DELL'INSEDLAMENTO UMANO
Ben poco ancora si conosce dell'insediamento umano preistorico
del Cicolano, che meriterebbe al riguardo una sistematica
esplorazione.
L'unica località nella quale sono stati rinvenuti resti preistorici
è il Grottone di Va1 de' Varri. Nel 1928 infatti, durante una
esplorazione speleologica, furono rinvenuti residui di focolari con
intorno frammenti di ciotole e di vasi di ceramica frammisti
a carbone ed ossa di suini, e un punteruolo di bronzo. I caratteri
dei reperti hanno fatto concludere che la grotta fu abitata appunto
nell'età del bronzo (33).
Recentemente è stata compiuta qualche indagine nella valle
del Salto, tra Grotti (le Grotte) e il Santuario di Madonna dei
Balzi, da A. M. Radmilli: ma i numerosi ripari sotto roccia e le
grotticelle visitate non hanno dato resti preistorici. Qualche frammento
fittile di fattura preistorica, ma di datazione imprecisata,
è stato trovato lungo il sentiero per la Madonna dei Balzi e sul
detrito di falda ai margini della strada tra Rieti e Grotti (34).
Nell'antichità classica, come già abbiamo visto, la regione
era abitata dal nucleo più settentrionale degli Equi, gli Equicoli:
gente che Virgilio (Eneide, VII, 746 e segg.) ci descrive come
(33) U. ANTONIELLI, Tracce di abitazioni dell'età del bronzo in una grotta del
Caraeolano, in « Bull. di Paletn. Ital. », 1929, estr. di pp. 13; A. GUELLER e A. G.
SEGRE, La stazione ènea del Grottone di Va1 dei V a ~ r i(A ppennino Abruzzese), in
eRiv. d'Antropologia o, 1948-1949.
(34) A. M. RADMILLI, Esplorazioni paletnologiche nel territorio di Rieti, in
eBull. di Paletn. Ital. o, 1953, pp. 17-
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