Carissimo Gianni, ti vedo alle prese con la questione elettorale, come se si trattase di un canto allo sfacelo, o come unaeclissi politica e civile, un appuntamento spero non esiziale. Purtroppo non mi trovi consenziente (e non è la prima vlta, né sarà l'ultima di certo). Chi ha ragione? Non importa. E' gia molto discutere, colloquiare, cimentarci, sia pure in una sorta di cimento barocco (tanto per stare nell'ambito musicale)- Ti dirò: se voto, se voglio votare devo scendere in Sicilia e non so se lo farò. Se voto, voto per LeU, come dire per Grasso. Non per scegliere il male minore, forse dal mio punto di vista il Bene maggiore. Mi sto chiedendo: da dove veniamo. Pensso a un dies a quo, alla caduta del fascismo con la tragica eredità della totale devastazione fisica e morale del Paese. Non mi importa di chi la colpa. Ma nessuno può negare che così fu. Da quella desolazione, da quegli anni di vera e truce fame (per colpa di Einaudi e Menichella pronti a distruggere le Amlire per salvare la lira, la lira di Agnelli s'intende) ne siamo usciti. Ci sono voluti quasi quindici anni per arivare al miracolo economico di Carli, all'Oscar della lira sempre di Carli, per merito di questa che è ormai altra cosa, l'incomprensibile Banca d'Italia di Visco. Due uomibìni opposti e anche discutibili guidarono in esordio quella evoluzione, direi quella redenzione: De Gasperi e Togliatti. Entambi mutuarono visioni metafisiche, trascendentali: la visione cattolica (De Gasperi) e quella marxista (Togliatti), due sorte di religioni, dogmatiche. Si conrapposero ma vinsero. E in politica l'albero si giudica dai frutti. Avevamo due certezze, due fedi, ed anche due streteghi laici e distaccati che seppero secolarizzare quelle concezioni che prese integralmente sul serio avrebbero portato ad una guerra di religione, ad un fanatismo mistico innaturale, fratricida. Questo non avvenne. E così siamo finiti in preda alle realtà mitteleuropee che si distanziano da noi anni luce. Di qiesti tempi comincio a credere a Berlusconi quando asserisce che finì vittima di un complotto di Napolitano nel 2011. E se fosse vero? Certo dopo quella faccenda, quel poco di liberismo autoctono rappresentato da Berlusconi ebbe termine. E iniziò una crisi sostanzialmente di natura bancaria e creditizia. Intanto abbiamo i ruderi: MPS, Etruria. la banca un tempo onniptente di Zonin, il cimitero delle Banche popolari di concezione cattolìca. Di chi la colpa? Dell'America? Non ci credo. Penso a quella vorace realtà bancaria nordeuropea che vuole prosciugarci dei tanti capitali liquidi che ancora si 'depositano' in Itaia. Tanto certo non diapiace all'America e quindi mi spiego come possa darvi spazio voce potere e vigilanza Draghi, secondo me alle prese di un armonico dissenso tra finanza america e finaza masso- olandese- mitteleuropea. Inidoneo Visco o almento flesso sulle posizioni di Draghi. Loquaci ma impari i vari Tremonti, Padoan e ci metto pure il mio amico Ciocca. La Commissione Banche presuduta dal rifugiato in PD Casini ne ha dato la misura, la comimica rappresentazione in cui un modesto Gogernatore della BI rifulge per non avere degnato neppure di una risposta addirittuta un Presidente del Consiglio in quel tempo ancora in auge. Tutto perduto? L'onore, certo. Ma per il resto tutto potrà avere una salvifica risposta elettoirale il 4 marzo 2018. In che senso? A me pare che Forza Italia a braccetto con la Meloni e soprattutto con Salvini sia una innaturale copula che oltre al piacere delle fortune elettrale dopo non potrà approdare a molto. Lo sfascismo di destra a che serve? A Sinistra o ccome si vuol dire le brigate del comico Grillo dove ci possono portare? Allo sfascio polulista, al nullismo pernicioso, alla imbecillità politica! Resta dunque un area che per me è positiva: un'area che da Forza Italia, arriva a Grasso passando ovviamente per Gentiloni. Finite le scaramucce comiziali, mi auguro che la ragione, la saggezza, il bene comune, l'interesse nazionale abbiano il sopravvento. Tre uomini diversi ma non opposti porebbero davvevro dare inizio ad una nuob'va stagione di buon governo. Mi riferisco ovviamente a Grasso, Gentiloni (con dietro Mattarella) e il portavoce di Berlusconi, che non credo possa essere lui più un protagonista diretto, non tanto per le fesserie giuduiziarie (i quattro anni per evasione fiscale sono una turlupinatura e ho seguito in prima persona la faccenda dei dividend- washing per affermarlo; e per le questioni di donna, chi non ha peccato scagli la prima pietra) quanto per quella mannaia dell'ottuagenariato di vita per un rappresentante del sesso maschile- Tutto questo per dire che cosa? Mi piacerebbe un movimento d'opinione saggio responabile razionale e socialmente avevduto che non demonizzi sin d'ora una agggregazione politica larga ma convergente nelle direttrici più importanti come quella della triplice che in qualche modo mi sono ndustriato di raffigurare. . Calogero Taverna
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