Dispersi 1917 - soldato Salemi Pietro Gaetano nato a Racalmuto il 25 novembre 1885 - arruolato nel 206° Rgt. Fanteria Brigata Lambro - disperso il 15 maggio 1917 - Monte San Marco
Fanteria - 205° e 206° reggimento, brigata Lambro
Scheda
Costituita nell’aprile 1916 con reparti provenienti dal 7° e 67° fanteria
Anno 1916
La brigata è raccolta il 4 aprile tra Marostica e Nove di Brenta, il 23 si trasferisce sull’altipiano d’Asiago a Gallio, alle dipendenze della 34° divisione; in maggio il 205° è inviato alle Mandrielle per effettuare lavori di consolidamento delle linee difensive, mentre il 206° passa nel settore del fronte Verena – Ghertele – Manderiolo.
Scatenatasi l’offensiva chiamata Strafexpedition, i battaglioni della Lambro vengono inviati in prima linea isolatamente a rinforzo delle truppe che tentano di arrestare gli austriaci, la superiorità avversaria costringe la brigata a ripiegare assieme agli altri reparti: il 27 maggio il 206° reggimento viene ritirato dalla prima linea per le gravi perdite subite, il 205° resiste nella zona di Turcio.
Il 29 la brigata si riunisce a S. Caterina di Lusiana, poi il 206° torna il linea tra monte Pau e monte Corno ed il 2 giugno concorre ad arrestare il nemico su detta linea.
Stabilizzato il fronte degli altipiani, la brigata Lambro si trasferisce il 23 luglio alla testa di ponte austriaca di fronte a Gorizia, il 2 agosto, in vista della VI° battaglia dell’Isonzo, la Lambro si trova nella località “Lenzuolo Bianco” di Oslavia.
Il giorno 6 dalle trincee di detta località, la brigata assale la quota 188 ed il dosso del bosniaco, trova però una forte resistenza, raggiunge gli obiettivi assegnati ma il giorno dopo deve essere ritirata dalla prima linea. Nella notte del 10 agosto la Lambro entra in Gorizia conquistata e punta sul monte San Gabriele, all’alba, nei pressi del vecchio cimitero della città, è fatta segno dal fuoco di decine di cannoni e mitragliatrici che costringono i fanti a cercare un precario riparo in terreno aperto; per due notti e tre giorni la battaglia infuria, ogni tentativo di avanzata o di sganciamento è contrastato con estrema energia dall’avversario fortemente trincerato.
Finalmente, l’arrivo del cambio permette alla brigata di passare in seconda linea per ricostituirsi con l’arrivo dei nuovi complementi. Dal diario storico della 3° armata
10 agosto 1916, fronte di Gorizia: alle ore 4,00 il comando del VI° corpo d’armata ordina di riprendere l’attacco e vincere deboli resistenze sulle colline ad est della città.
La 43° divisione con le brigate Lambro ed Etna è schierata sulle strade Gorizia-cimitero e Gorizia-Tivoli; la 24° divisione concorre col suo parco d’artiglierie ad un violento concentramento sulle trincee nemiche davanti alla brigata Lambro.
Nella sera la situazione rimane invariata, le informazioni fornite dalla cavalleria il giorno precedente, sul nemico che difendeva debolmente le posizioni ad oriente di Gorizia, sono infondate.
Telegramma dal comando supremo: mentre esprimo il compiacimento per la vittoriosa espugnazione della testa di ponte di Gorizia, sono malcontento per la lentezza con cui procedono le operazioni per la conquista delle alture che cingono la città. Non è tempo di riposo, ma di sfruttare il successo.
Firmato Cadorna. 11 agosto 1916, fronte di Gorizia, VI° corpo d’armata: durante la notte il nemico, con forze imprecisate tenta un attacco a sinistra della 43° divisione, all’altezza del cimitero.
Un nostro contrattacco con l’impiego delle bombarde, verso il santa Caterina, è respinto. Nei mesi seguenti i sui reparti sono impiegati in vari punti del delicato fronte alle spalle di Gorizia, dal San Gabriele a nord al San Marco a sud, senza che si registrino significativi successi tattici.
Anno 1917
Nei primi mesi del nuovo anno di guerra la brigata opera sulle stesse posizioni, attaccando e subendo contrattacchi che riportano i fanti alle linee di partenza. Durante la XI° battaglia dell’Isonzo, la Lambro ha il compito di conquistare un tratto di trincea nemica dalla quota 200 alla 227 del San Marco, vengono preparate due colonne con truppe del 206° contro quota 200, e 205° fanteria contro quota 227.
L’azione ha inizio il 19 agosto, la colonna di sinistra supera di slancio la quota 200 e prosegue, quella di destra avanza pur incontrando forte resistenza; il giorno 20 gli austriaci contrattaccano, i reparti della Lambro si asserragliano nelle trincee conquistate, ma il mancato arrivo delle riserve impone il loro ripiegamento alle linee di partenza. Dopo un breve periodo di riposo tutta la brigata passa alle dipendenze della 49° divisione che opera tra Globna e Descla, verso Tolmino; la sera del 17 settembre la Lambro attacca la quota 814 di Okroglo, due colonne ne tentano l’avvolgimento ma sono rigettate alle linee di partenza, nei giorni seguenti i reparti si attestano a poche decine di metri dal presidio austriaco della cima. Su dette posizioni la brigata viene sorpresa dalla offensiva austro tedesca del 24 ottobre tra Plezzo e Tolmino; ricevuto l’ordine di ripiegare, il 26 ripassa l’Isonzo a Plava, il 27 per Prepotto raggiunge il Torre. Il 30 resiste ancora a santa Maria di Sclaunicco, il 31 passa il Tagliamento al ponte di Madrisio, l’8 novembre i superstiti superano il Piave al ponte della Priula e si riuniscono a Volpago.
Il 21 novembre la brigata si riunisce a Badia Polesine ed il giorno successivo viene sciolta.
Anno 1916
La brigata è raccolta il 4 aprile tra Marostica e Nove di Brenta, il 23 si trasferisce sull’altipiano d’Asiago a Gallio, alle dipendenze della 34° divisione; in maggio il 205° è inviato alle Mandrielle per effettuare lavori di consolidamento delle linee difensive, mentre il 206° passa nel settore del fronte Verena – Ghertele – Manderiolo.
Scatenatasi l’offensiva chiamata Strafexpedition, i battaglioni della Lambro vengono inviati in prima linea isolatamente a rinforzo delle truppe che tentano di arrestare gli austriaci, la superiorità avversaria costringe la brigata a ripiegare assieme agli altri reparti: il 27 maggio il 206° reggimento viene ritirato dalla prima linea per le gravi perdite subite, il 205° resiste nella zona di Turcio.
Il 29 la brigata si riunisce a S. Caterina di Lusiana, poi il 206° torna il linea tra monte Pau e monte Corno ed il 2 giugno concorre ad arrestare il nemico su detta linea.
Stabilizzato il fronte degli altipiani, la brigata Lambro si trasferisce il 23 luglio alla testa di ponte austriaca di fronte a Gorizia, il 2 agosto, in vista della VI° battaglia dell’Isonzo, la Lambro si trova nella località “Lenzuolo Bianco” di Oslavia.
Il giorno 6 dalle trincee di detta località, la brigata assale la quota 188 ed il dosso del bosniaco, trova però una forte resistenza, raggiunge gli obiettivi assegnati ma il giorno dopo deve essere ritirata dalla prima linea. Nella notte del 10 agosto la Lambro entra in Gorizia conquistata e punta sul monte San Gabriele, all’alba, nei pressi del vecchio cimitero della città, è fatta segno dal fuoco di decine di cannoni e mitragliatrici che costringono i fanti a cercare un precario riparo in terreno aperto; per due notti e tre giorni la battaglia infuria, ogni tentativo di avanzata o di sganciamento è contrastato con estrema energia dall’avversario fortemente trincerato.
Finalmente, l’arrivo del cambio permette alla brigata di passare in seconda linea per ricostituirsi con l’arrivo dei nuovi complementi. Dal diario storico della 3° armata
10 agosto 1916, fronte di Gorizia: alle ore 4,00 il comando del VI° corpo d’armata ordina di riprendere l’attacco e vincere deboli resistenze sulle colline ad est della città.
La 43° divisione con le brigate Lambro ed Etna è schierata sulle strade Gorizia-cimitero e Gorizia-Tivoli; la 24° divisione concorre col suo parco d’artiglierie ad un violento concentramento sulle trincee nemiche davanti alla brigata Lambro.
Nella sera la situazione rimane invariata, le informazioni fornite dalla cavalleria il giorno precedente, sul nemico che difendeva debolmente le posizioni ad oriente di Gorizia, sono infondate.
Telegramma dal comando supremo: mentre esprimo il compiacimento per la vittoriosa espugnazione della testa di ponte di Gorizia, sono malcontento per la lentezza con cui procedono le operazioni per la conquista delle alture che cingono la città. Non è tempo di riposo, ma di sfruttare il successo.
Firmato Cadorna. 11 agosto 1916, fronte di Gorizia, VI° corpo d’armata: durante la notte il nemico, con forze imprecisate tenta un attacco a sinistra della 43° divisione, all’altezza del cimitero.
Un nostro contrattacco con l’impiego delle bombarde, verso il santa Caterina, è respinto. Nei mesi seguenti i sui reparti sono impiegati in vari punti del delicato fronte alle spalle di Gorizia, dal San Gabriele a nord al San Marco a sud, senza che si registrino significativi successi tattici.
Anno 1917
Nei primi mesi del nuovo anno di guerra la brigata opera sulle stesse posizioni, attaccando e subendo contrattacchi che riportano i fanti alle linee di partenza. Durante la XI° battaglia dell’Isonzo, la Lambro ha il compito di conquistare un tratto di trincea nemica dalla quota 200 alla 227 del San Marco, vengono preparate due colonne con truppe del 206° contro quota 200, e 205° fanteria contro quota 227.
L’azione ha inizio il 19 agosto, la colonna di sinistra supera di slancio la quota 200 e prosegue, quella di destra avanza pur incontrando forte resistenza; il giorno 20 gli austriaci contrattaccano, i reparti della Lambro si asserragliano nelle trincee conquistate, ma il mancato arrivo delle riserve impone il loro ripiegamento alle linee di partenza. Dopo un breve periodo di riposo tutta la brigata passa alle dipendenze della 49° divisione che opera tra Globna e Descla, verso Tolmino; la sera del 17 settembre la Lambro attacca la quota 814 di Okroglo, due colonne ne tentano l’avvolgimento ma sono rigettate alle linee di partenza, nei giorni seguenti i reparti si attestano a poche decine di metri dal presidio austriaco della cima. Su dette posizioni la brigata viene sorpresa dalla offensiva austro tedesca del 24 ottobre tra Plezzo e Tolmino; ricevuto l’ordine di ripiegare, il 26 ripassa l’Isonzo a Plava, il 27 per Prepotto raggiunge il Torre. Il 30 resiste ancora a santa Maria di Sclaunicco, il 31 passa il Tagliamento al ponte di Madrisio, l’8 novembre i superstiti superano il Piave al ponte della Priula e si riuniscono a Volpago.
Il 21 novembre la brigata si riunisce a Badia Polesine ed il giorno successivo viene sciolta.
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