Non è questione di sindacati; peraltro chiamare sindacati aggregazioni clientelari corporative è troppo. E' questione di cultura. Alla BI, specie quella attuale, hai ascolto solo se proponi ponderate questioni di rilevanza generale, non personale, men che meno aziendale. La BI oggi è Giano bifronte: se vuole è ente pubblico di rilevanza costituzionale; se non vuole può sempre trincerarsi dietro l'usbergo della sua indubbia realtà azionaria totalmente privatistica: basta che paghi le tasse. E di tasse la BI ne paca molte di più del dovuto. E in un ventre di vacca. Come la cronaca ci ha erudito può ancora fare le pernacchie al capo del Governo, sia Renzi o meno. Addirittura allo stesso Parlamento. Hanno rivolto alla Camera una mozione PD che passa e Gentiloni se la ride e propone il rinnovo del Governatore che l'attuale Direttorio impone. Il problema vero è: ma sarà così anche domani, con una compagine societaria, più libera, autonoma, egemone? Boh! E noi miserelli discettiamo sul sesso degli angeli, su magari cosa deve essere il CASC (che caschi bene o male non m'importa), se continuare a pagare affitti esosi al SIDIEF o non pagarne alcuno se si è della 'camarilla'; sulla natura giuridica della nostra molto ambigua pensione integrativa ... e via discorrendo. Calogero Taverna
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