Gent.ma signora dott.ssa Maria Salerno vice prefetto, commissaria di Racalmuto con funzioni sindacali,
tralascio ogni doglianza in ordine agli ostentati silenzi che i suoi predecessori hanno deciso di riservarmi per vedere se almeno in questa mia richiesta tecnica Ella si dovesse decidere a darmi qualche ragguaglio.
Nella G.U. sotto riportata, al terzultimo comma della colonna sotto specificata, vi è tutta una serie di vincoli archeologici. Come tartassato comunale posso sapere ufficialmente, magari con pubblicazione nell'Albo Pretorio, quale è l'interpretazione autentica di codesto Comune e dei suoi vari uffici tecnici? Ha un qualche senso l'intrusione di Pietralonga tra le "zone" di Racalmuto?
Vi è qualche autorevole ingegnere che mi spiega che mancando ogni riferimento a dati catastali, i vincoli sono tamquam non essent. Ma allora perché a suo tempo mi è stazta richiesta in via di sanatoria l'ottemperanza alle disposzioni del BB.CC. e AA. di Agrigentro? Certo che come amministrativista di vaglia quale dicono che io sia, debbo pure ammettere che non può esistere norma inesistente (tamquam non esset) ma per il principio della conservazione bisogna darvi sempre una positività disciplinatrice. Perché Sindaci e commissari succedutisi nel tempo non vi hanno mai provveduto? Lei intende ovviarvi, anche per una corretta ed equa ripartizione impositiva autarchica?
La ringrazio e Le porgo i miei devoti omaggi.
Racalmuto 11 agosto 2013
Calogero Taverna
N.B. Non riesco a mettere la foto ma trattasi della pag. 324 della Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 31.4.1980 - Parte I n. 25
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